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Concetti Chiave

  • Baldassarre Castiglione fu un letterato e diplomatico del Rinascimento, noto per il suo servizio presso corti italiane come quelle di Mantova e Urbino, e per la sua opera "Il libro del cortegiano".
  • La sua biografia è caratterizzata da un'intensa attività diplomatica, inclusa una missione come nunzio apostolico a Madrid, e amicizie con figure illustri come Raffaello.
  • Castiglione svolse un ruolo fondamentale nella letteratura rinascimentale, promuovendo l'ideale del cortigiano colto, un modello di supremazia culturale contro le potenze europee.
  • Contrariamente a Pietro Bembo, Castiglione sosteneva una lingua italiana che riflettesse l'eterogeneità dei cortigiani, resistendo all'imitazione del fiorentino arcaico.
  • "Il libro del cortegiano" descrive il cortigiano ideale attraverso dialoghi su usi e costumi, introducendo concetti come la "sprezzatura" e l'importanza dell'eleganza e della grazia.
Questo appunto di Italiano si propone di illustrare la biografia di Baldassarre Castiglione, letterato e diplomatico vissuto a cavallo tra il 1400 e il 1500. Egli fu al servizio di illustri corti italiane e note sono le sue opere sulla figura del cortigiano quali Il libro del cortegiano del 1528.
La vita e le opere di Baldassarre Castiglione, il cortigiano ideale articolo

Indice

  1. La vita di Baldassarre Castiglione
  2. Il ruolo di Baldassarre Castiglione nella letteratura
  3. La questione della lingua. Castiglione e Bembo
  4. Il libro del cortegiano di Baldassarre Castiglione

La vita di Baldassarre Castiglione

Baldassarre Castiglione nacque a Casatico, in provincia di Mantova, nel 1478 da una famiglia di origine feudale, intraprese gli studi umanistici a Milano e imparò le arti cavalleresche alla corte di Ludovico il Moro. Dopo aver trascorso qualche anno al seguito di Francesco Gonzaga, signore di Mantova, a partire dal 1504 passò al servizio di Guidobaldo da Montefeltro, signore di Urbino e quindi del successore Francesco Maria della Rovere alla corte di Urbino. Questa era una delle corti più raffinate dell’età rinascimentale, un ambiente particolarmente vivace che arricchì la sua attività di scrittore. Castiglione visse lì nove anni e ne rievocò e descrisse l’ambiente ne Il libro del cortegiano, la sua opera più importante ed emblematica. Iniziò a scrivere la sua opera proprio nel 1513, a conclusione di quel periodo felice della sua vita, durante il quale svolse prestigiose mansioni diplomatiche tra cui quella nel 1506 in Inghilterra presso Enrico VII, e quella a Milano nel 1507 presso Luigi XII oltre che partecipare ad azioni militari al seguito di Della Rovere. Nel 1513 passò, come ambasciatore del Duca d’Urbino presso il Papa, a Roma, dove frequentò letterati e pittori: fu per esempio amico di Raffaello, che lo ritrasse in un famoso quadro. Ritornò a Mantova presso Francesco Gonzaga nel 1516 anno in cui sposò Ippolita Torelli. Nel 1521 intraprese la carriera ecclesiastica in seguito alla morte della moglie, avvenuta l’anno precedente. Nel 1524, in qualità di nunzio apostolico fu inviato da Clemente VII a Madrid, presso la corte dell’imperatore Carlo V: furono gli anni più complessi dello scontro tra Francia e Spagna, e la missione diplomatica affidata a Castiglione avrebbe dovuto favorire un riavvicinamento tra la Chiesa e l’imperatore. Nel 1527 si compì il sacco di Roma a opera delle milizie di Carlo V, e il papa attribuì ingiustamente l’evento all’incapacità diplomatica di Castiglione. Trasferitosi a Toledo morì nel 1529 di febbre pestilenziale e lo stesso Carlo V lo definì nell’elogio funebre il miglior cavaliere del mondo.

Il ruolo di Baldassarre Castiglione nella letteratura

Castiglione non fu uno scrittore professionista al pari di altri cortigiani, quale ad esempio Pietro Bembo. La sua opera letteraria era focalizzata sull’intento di celebrare la figura del cortigiano ideale emblema di una civiltà colta e raffinata. Teorizzò il nuovo ideale di cavaliere colto, vivendo egli stesso all’interno delle corti, piccoli Stati italiani minacciati dalla grandezza delle potenze europee. A tali potenze rispondeva sfoggiando la supremazia culturale, di gusto e di costume. Fu un ideale che si affermò come modello formativo incarnando a livello esistenziale la passione per la bellezza che aveva attraversato il Rinascimento italiano.
Per approfondimenti sul Rinascimento italiano vedi anche qua

La questione della lingua. Castiglione e Bembo

Castiglione sosteneva un ideale di lingua italiana che rispecchiasse l’ambiente geograficamente eterogeneo dei cortigiani, ponendosi in contrasto con le altre teorie diffuse e sostenute da Pietro Bembo che supportavano il fiorentino. I cortigiani non volevano limitarsi ad imitare una lingua toscana arcaica, quanto più una lingua di un ambiente vivo e in fermento. Bembo in quegli stessi anni pubblica Prose della volgar lingua (1525) in cui sosteneva che per scrivere opere letterarie si dovesse prendere come esempio la lingua di Petrarca per quanto riguarda la poesia e di Boccaccio per quanto riguarda la prosa.
Per approfondimenti sui grandi autori del Trecento vedi anche qua
La vita e le opere di Baldassarre Castiglione, il cortigiano ideale articolo

Il libro del cortegiano di Baldassarre Castiglione

Il libro del cortegiano, conosciuto anche più semplicemente come Il Cortegiano, è un trattato scritto tra il 1513 e il 1524, pubblicato nel 1528. E’ suddiviso in quattro libri e fu concepito con l’obbiettivo di descrivere “qual sia la forma cortigiana più conveniente a gentiluomo che viva in corte de’ principi”. Si presenta in forma di dialogo in cui vengono descritti usi e costumi del cortigiano ideale; in ciascun libro viene affrontato un tema differente. E’ ambientato presso la corte di Urbino nell’autunno del 1506, periodo in cui l’autore era al servizio di Guidobaldo da Montefeltro. Il cortigiano ideale deve essere nobile d’animo, sapersi muovere con grazia nelle vicende sociali, eccellere nell’uso delle armi e nei tornei, rifuggire gli eccessi e vestirsi con eleganza. Due qualità fondamentali su cui si deve plasmare il cortigiano ideale erano secondo Castiglione la grazia e la sprezzatura. La sprezzatura, che viene nominata nel primo libro, rappresenta quell’atteggiamento per il quale non si deve ostentare lo sforzo, mostrando invece nel modo più naturale possibile i gesti studiati e ricercati. Nel secondo libro si nominano le facezie, ossia la parola arguta che permette al cortigiano di dimostrare la sua intelligenza e cultura. Nel terzo libro si affronta invece il tema della donna di palazzo per la quale valgono a grandi linee le stesse regole del cortigiano. La bellezza deve essere una sua qualità insieme a quella della parola, saper parlare e interagire raccontando aneddoti e novelle. Il quarto ed ultimo libro analizza il rapporto tra cortigiano e principe: il cortigiano deve evitare adulazione e falsità mentre il principe deve cercare nel cortigiano una guida morale ed intellettuale.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Baldassarre Castiglione e quale fu il suo ruolo nelle corti italiane?
  2. Baldassarre Castiglione era un letterato e diplomatico nato nel 1478 a Casatico. Servì in diverse corti italiane, tra cui quella di Urbino, dove svolse prestigiose mansioni diplomatiche e scrisse "Il libro del cortegiano".

  3. Qual è l'importanza de "Il libro del cortegiano" nella letteratura rinascimentale?
  4. "Il libro del cortegiano" è un trattato che descrive l'ideale del cortigiano rinascimentale, enfatizzando qualità come la grazia e la sprezzatura. È considerato un'opera fondamentale per comprendere la cultura e i costumi delle corti rinascimentali.

  5. Come si posizionava Castiglione nella questione della lingua rispetto a Pietro Bembo?
  6. Castiglione sosteneva un ideale di lingua italiana che riflettesse la diversità geografica dei cortigiani, in contrasto con Pietro Bembo, che promuoveva l'uso del fiorentino arcaico come modello letterario.

  7. Quali erano le qualità essenziali del cortigiano ideale secondo Castiglione?
  8. Il cortigiano ideale doveva essere nobile d'animo, eccellere nelle arti cavalleresche, muoversi con grazia, evitare gli eccessi e vestirsi con eleganza. La grazia e la sprezzatura erano qualità fondamentali.

  9. Quali furono le principali esperienze diplomatiche di Castiglione?
  10. Castiglione svolse missioni diplomatiche importanti, tra cui quella in Inghilterra presso Enrico VII e a Milano presso Luigi XII. Fu anche nunzio apostolico a Madrid durante il complesso periodo di scontro tra Francia e Spagna.

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