Concetti Chiave
- Castiglione nel "Cortegiano" si discosta dal canone di Bembo, promuovendo una lingua aperta al contributo delle città nobili italiane, non solo toscana.
- L'opera si inserisce nel dibattito linguistico dell'epoca, proponendo un uso linguistico basato sulla comunicazione orale piuttosto che sui modelli letterari scritti.
- Castiglione sostiene una lingua "cortigiana", che valorizza la consuetudine del parlare delle città nobili, con un approccio selettivo e ragionato del lessico.
- La scelta linguistica di Castiglione è guidata dalla discrezione e dalla grazia, opponendosi all'adozione acritica del modello di Bembo.
- Difende l'uso lombardo, considerato più integro e sincero nei latinismi, riflettendo le caratteristiche linguistiche della sua area d'origine, Mantova.
Indice
Dibattito sulla lingua
In questo brano, tratto dalla lettera dedicatoria del Cortegiano, Baldassarre Castiglione pone la propria opera nel vivo del dibattito sulla lingua, dissociandosi apertamente dal canone di Bembo. Castiglione giustifica le proprie scelte linguistiche alla luce dei criteri dell’uso e di una consuetudine contemporanea non necessariamente toscana, ma aperta al «parlare dell’altre città nobili d’Italia».
Critiche e difesa linguistica
Questa pagina introduttiva del Cortegiano colloca l’opera nel pieno del dibattito linguistico, dominato dalla recentissima pubblicazione delle Prose della volgar lingua di Bembo (1525). Castiglione si sente “obbligato” a difendersi dalle critiche che evidentemente gli sono state mosse («riprendere … riprendono … riprensione», rr. 1-2). A tale scopo, egli giustifica le proprie scelte linguistiche connettendole al nuovo valore dell’uso, con l’argomentazione che «sempre è vizio usar parole che non siano in consuetudine» (rr. 10-11). Questo criterio fondamentale manifesta un concetto di lingua edificato sulla comunicazione orale, contrapposta ai modelli letterari scritti, che erano invece i pilastri della proposta di Bembo.
Alternative linguistiche
Fin dal principio Castiglione prende le distanze da chi vedeva in Boccaccio il modello unico per la scrittura in prosa (e in Petrarca il modello della poesia) e individua altre due linee fondamentali della discussione linguistica. Posizioni alternative a quella di Bembo assumono i sostenitori del toscano contemporaneo e i promotori di una lingua cortigiana, capace di accogliere «la consuetudine del parlare dell’altre città nobili d’Italia» (rr. 20-21). Castiglione si riconosce in questa seconda ipotesi; la approva tuttavia non con adesione acritica, ma secondo un’attitudine alla selezione ragionata del lessico, ispirata ai criteri poi esaltati nel corso dell’opera: la discrezione e la grazia.
Opzione cortigiana e nobiltà
Dell’opzione cortigiana Castiglione difende in particolare la nobiltà degli usi linguistici da lui prescelti (è da anteporre infatti la lingua parlata dagli «omini savi, ingeniosi ed eloquenti», r. 21) e l’uso lombardo, esplicitamente identificato come quello della sua patria (Castiglione era di area mantovana): esso si mostra più «integro e sincero» (r. 31) nell’acquisto dei latinismi, dei quali conserva la fonetica originaria più di quanto non facesse il toscano.
Domande da interrogazione
- Qual è la posizione di Castiglione nel dibattito sulla lingua rispetto al canone di Bembo?
- Come giustifica Castiglione le sue scelte linguistiche nel "Cortegiano"?
- Qual è l'opzione linguistica preferita da Castiglione e come la difende?
Castiglione si dissocia dal canone di Bembo, giustificando le sue scelte linguistiche con l'uso e la consuetudine contemporanea, aperta al parlare delle altre città nobili d'Italia, piuttosto che limitarsi al modello toscano.
Castiglione giustifica le sue scelte linguistiche connettendole al valore dell'uso, sostenendo che è un vizio usare parole non in consuetudine, e promuove una lingua basata sulla comunicazione orale piuttosto che sui modelli letterari scritti.
Castiglione preferisce l'opzione cortigiana, che accoglie la consuetudine del parlare delle città nobili d'Italia, e difende la nobiltà degli usi linguistici scelti, sottolineando l'integrità e la sincerità dell'uso lombardo nel mantenere la fonetica originaria dei latinismi.