NicoleClark
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Concetti Chiave

  • L'Infinito di Giacomo Leopardi è un componimento poetico scritto nel 1819 durante la sua giovinezza a Recanati, ispirato dalla vista dal Monte Tabor bloccata da una siepe.
  • Leopardi immagina spazi infiniti e silenzi sovrumani, utilizzando la siepe come simbolo dell'ostacolo visivo che stimola l'immaginazione.
  • Il componimento appartiene alla raccolta Gli Idilli, pubblicata nel 1826, e si discosta dai tradizionali temi bucolici per concentrarsi sull'io e la riflessione sul destino umano.
  • La poesia è caratterizzata dall'uso frequente di enjambement, allitterazioni, assonanze e iperbati per esprimere continuità e profondità emotiva.
  • L'Infinito esprime la voglia di evasione e conoscenza di Leopardi, un tema centrale nella sua prima poetica, che riflette la delusione delle aspettative create dall'immaginazione.
In questo appunto di italiano per le scuole viene analizzato il celebre componimento L’Infinito scritto da Giacomo Leopardi nel 1819, successivamente vengono formulate alcune ipotetiche domande per una verifica, con relativa risposta.
Analisi e Temi del Componimento "L'Infinito" di Leopardi articolo

Indice

  1. L'Infinito: analisi
  2. Domande sull’infinito

L'Infinito: analisi

L’Infinito è un componimento poetico scritto da Giacomo Leopardi, il componimento autografo riporta la data del 1819, anni della sua giovinezza a Recanati Leopardi spesso sale sul monte Tabor ma una siepe gli impedisce di vedere ciò che c’è aldilà così lui lo immagina.

Nell’immaginazione vede spazi infiniti e ascolta silenzi sovrumani e una profondissima quiete che indicano la morte e si spaventa. Paragona questo suo viaggio nell’immaginazione al viaggio di un naufrago. L’Infinito fa parte della raccolta gli Idilli pubblicata nel 1826, che comprende anche Alla luna e La sera del dì di festa, al contra rio di come si pensa, per tradizione, negli idilli leopardiani non è presente il classico tema bucolico, ma sono presenti componimenti lirici veri e proprio, incentrati quindi sull’io, la descrizione del paesaggio in tutte le liriche presenti negli idilli è legato a ciò che questi paesaggi suscitano nell’animo dell’autore, così come nell’Infinito stesso. L’espressione dell’io nell’Infinito ma anche in altri componimenti di Leopardi vuole essere una riflessione sul tempo e sul destino dell’uomo. Il manoscritto originale dell’Infinito è giunto fino ai giorni nostri ed è conservato nella biblioteca nazionale di Napoli (città in cui Giacomo Leopardi trascorse gli ultimi anni di vita). Questa lirica è scritta in endecasillabi sciolti, la figura retorica più utilizzata da Giacomo Leopardi è l’enjambement, in cui tutte le parole che si rifanno alla sfera semantica dell’infinito si trovano a chiusura del verso, che in realtà non viene chiuso realmente ma si collega a quello successivo. Altre figure retoriche utilizzate sono l’allitterazione, le assonanze della vocale a, sono presenti poi iperbati. Leopardi con questa lirica vuole descrivere la sensazione che prova stando nei suoi luoghi, salito nel monte Tabor guarda l’orizzonte, che oscurato da una siepe lo porta a immaginare tutto ciò che può esserci oltre, questo si traduce in ciò che il poeta provava nella sua giovinezza, sappiamo infatti dalle sue vicende biografiche che il giovane poeta stava chiuso nella sua casa a Recanati, ma sogna di viaggiare, e l’unico modo in cui riesce a farlo, prima di un certo momento della sua vita è quello di studiare o avere corrispondenze epistolari con altri letterati. L’infinito è la più celebre lirica di Giacomo Leopardi, probabilmente proprio perché in essa si trova tutta la prima poetica dell’autore, la voglia di evasione e di conoscenza che pervadeva Leopardi da Giovane, e come sappiamo poi, una volta uscito da Recanati, porterà in lui solo delusione per le aspettative create da ciò che aveva immaginato.
per un ulteriore approfondimento sull'infinito vedi anche qua
Analisi e Temi del Componimento "L'Infinito" di Leopardi articolo

Domande sull’infinito

  • Quale spazio è delineato dagli oggetti iniziali, cioè il colle e la siepe?
    Il colle e la siepe delimitano lo spazio in cui si trova il poeta, che parla in prima persona. Il poeta si trova sul colle, il monte Tabor, ma la siepe impedisce la visuale di ciò che sta oltre.
  • Perché nei primi tre versi Leopardi passa dal passato remoto al presente?
    Leopardi passa dal passato remoto (ricordo) al presente (momento attuale) perché c’è una tensione tra passato e presente, per creare un climax ascendente, infatti, successivamente passa anche al futuro.
  • Quale funzione assumono i deittici (questo, quello..) nello svolgimento del componimento?
    “Questo” e “quello” hanno il compito di indicare gli oggetti che si trovano sulla scena come se il poeta ce li mostrasse con un gesto della mano (funzione ostensiva). Questo - quello indicano tensione tra lontananza e vicinanza.
  • Quali sensazioni sono coinvolte nel procedimento di immaginazione?
    Nel procedimento di immaginazione sono coinvolte la vista e l’udito. La vista perché guarda in prima persona lo spazio che lo circonda e immagina ciò che potrebbe vedere aldilà. L’udito perché sente il vento tra le piante e immagina il silenzio e la quiete che si trova invece aldilà della siepe.
  • Quale funzione assume lo stormire del vento?
    La funzione del vento: è come se il suo rumore ridestasse l’immaginazione del poeta che stava immaginando il silenzio e la quiete aldilà della siepe e lo riporta alla realtà e a ripensare alle stagioni passate e a quella ancora presene.
  • Quali sono le figure retoriche utilizzate da Leopardi?
    Leopardi nell’infinito utilizza in prevalenza l’Enjambement per creare un senso di continuità nella lirica, sono presenti anche assonanze, iperbati e allitterazioni, importante sottolineare la metafore presente nell’ultimo verso
  • Quali sono i temi dell’Infinito?
    Giacomo Leopardi nasce e trascorre la propria giovinezza a Recanati, che si trova ai piedi del monte Tabor, il poeta spesso sale sul colle per rifugiarsi, da qui però la sua vista viene bloccata da una siepe, questo ostacolo visivo porta il poeta a immaginare, lui viaggia con la mente verso ciò che potrebbe esserci oltre l’orizzonte, lui immagina spazi infiniti e una pace assoluta, ma il vento lo riporta alla realtà e naufraga in quel mare che è l’immaginazione.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del colle e della siepe nel componimento "L'Infinito"?
  2. Il colle e la siepe delimitano lo spazio fisico in cui si trova il poeta, rappresentando un ostacolo visivo che stimola l'immaginazione di Leopardi verso spazi infiniti.

  3. Perché Leopardi utilizza il passaggio dal passato remoto al presente nei primi versi?
  4. Leopardi passa dal passato remoto al presente per creare una tensione tra passato e presente, culminando in un climax ascendente che si estende anche al futuro.

  5. Quali sensazioni sono coinvolte nel processo di immaginazione descritto da Leopardi?
  6. Nel processo di immaginazione sono coinvolte la vista, che osserva lo spazio circostante, e l'udito, che percepisce il vento e immagina il silenzio oltre la siepe.

  7. Qual è la funzione dello stormire del vento nel componimento?
  8. Lo stormire del vento risveglia l'immaginazione del poeta, riportandolo alla realtà e facendolo riflettere sulle stagioni passate e presenti.

  9. Quali figure retoriche utilizza Leopardi ne "L'Infinito"?
  10. Leopardi utilizza principalmente l'enjambement per creare continuità, insieme ad assonanze, iperbati, allitterazioni e una metafora nell'ultimo verso.

Domande e risposte

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