Concetti Chiave
- Il dialogo tra un lettore di umanità e Sallustio esplora la divergenza tra i valori moderni e quelli antichi, mettendo in discussione la rilevanza di concetti come libertà e onore rispetto a intrattenimento e bella vita.
- Leopardi, ispirato dai moti carbonari napoletani, evidenzia il contrasto tra eroismo passato e opportunismo presente, mostrando un'umanità priva di eroismo e più incline al calcolo personale.
- Nel dialogo tra un cavallo e un toro, viene affrontata la critica all'antropocentrismo, illustrando l'arroganza umana e la loro illusione di centralità universale.
- Il dialogo tra un cavallo e un bue continua il tema della scomparsa umana a causa della propria corruzione e infelicità, con gli animali che percepiscono la Terra come loro dominio.
- Le conversazioni tra animali sottolineano l'infelicità dell'umanità e la sua incapacità di vivere naturalmente, accelerando la propria estinzione, accompagnate da riflessioni sulle specie estinte come i mammut.
Indice
Il dilemma dell'insegnante
Un insegnante non riesce a trasmettere il significato più adeguato di un brano di Sallustio, in cui lo scrittore riporta una predica di Catilina, nel quale i soldati vengono spronati a ricordarsi della patria, della libertà, della gloria, dell’onore e della ricchezza. L’insegnante crede infatti che la disposizione gerarchica di questo elenco non corrisponda ai criteri moderni, in quanto il popolo è ormai degenerato, e quindi nella lista dovrebbero rientrare altri elementi, come l’intrattenimento o la bella vita.
Il dialogo si sviluppa su una rigida tensione tra il mondo contemporaneo e l’antichità, fatto che venne notato da Leopardi stesso e che probabilmente lo convinse ad escludere l’operetta.Leopardi e l'opportunismo
Brano che venne pubblicato in seguito alla sua morte, per la sua stesura Leopardi si ispirò ai moti carbonati napoletani, evidenziando però come nel mondo presente, l’uomo tenda a spogliarsi di ogni eroismo, favorendo il trionfo dell’opportunismo. Leopardi inoltre, dà qui spazio alle reazioni della gente dopo la morte di Cesare, il filosofo non dimostra alcuna afflizione, in quanto ai suoi occhi egli si dimostrava l’incarnazione di un tiranno, il popolo tuttavia esprime la propria incertezza alternando momenti di gioia ad altri di opposizione ai congiurati. Il senatore Murco, che informa il filosofo della situazione, si mostra invece rammaricato, non per Cesare, ma per se stesso, preoccupato del fatto che la situazione potesse ripercuotersi sulla sua persona, dunque non resta che schierarsi con i vincitori e mescolarsi ai congiurati.
Antropocentrismo e disillusione
Leopardi predilige il tema dell’antropocentrismo, che vede quindi l’uomo nella sua superba convinzione di essere il centro dell’universo, ma risulta solo come disilluso, in quanto destinato a scomparire senza che nessuno ne venga compromesso. Precisamente, riscontriamo un cavallo e un toro che discorrono di una vecchia razza di animali che popolavano la Terra, ossia gli uomini, a loro parole scontenti: “Non viveva già naturalmente, e come tutti gli altri, ma in mille modi loro propri. E perciò avevano questa particolarità curiosa che non potevano mai esser contenti né felici”. Con la loro arroganza, gli uomini erano anche convinti che tutto fosse stato creato per loro, curiosamente i due animali però dichiarano di credere che fosse fatto per lor: “come se non fosse fatto per li tori […] non sai ch’è fatto per li cavalli?”.
Corruzione e scomparsa umana
Collegato all’operetta precedente, prolunga il tema della corruzione che ha portato gli uomini alla scomparsa. Un cavallo e un bue conversano infatti, anche in questo caso, dell’estinzione della razza umana: “Era una sorta di bestie da quattro zampe come siamo noi altri, ma stavano ritti e camminavano con due sole come fanno gli uccelli e con le altre due s’aiutavano a strapazzare la gente”. Gli uomini risultavano infelici per la loro condizione, affrettando ingenuamente la propria fine. I due animali, ugualmente ai protagonisti precedenti, credono che la Terra ruoti a loro favore: “come se non fosse fatto per li buoi. Diavolo chi non sa ch’è fatto per li cavalli?”. Il dialogo venne anche accompagnato da una nota, che fornisce le possibili ipotesi circa la scomparsa della specie umana, seguita da un ulteriore appunto su una specie animale estinta, i mammut, di cui sono stati ritrovati i resti.
Domande da interrogazione
- Qual è il dilemma affrontato dall'insegnante nel testo?
- Come Leopardi interpreta l'opportunismo nel contesto dei moti carbonari napoletani?
- Qual è la visione di Leopardi sull'antropocentrismo?
- In che modo viene trattato il tema della corruzione e della scomparsa umana?
- Quali ipotesi vengono fornite sulla scomparsa della specie umana?
L'insegnante non riesce a trasmettere il significato adeguato di un brano di Sallustio, poiché ritiene che i valori elencati da Catilina non corrispondano ai criteri moderni, evidenziando una tensione tra il mondo contemporaneo e l'antichità.
Leopardi evidenzia come l'uomo moderno tenda a spogliarsi di ogni eroismo, favorendo l'opportunismo, e descrive le reazioni della gente dopo la morte di Cesare, mostrando incertezza e opportunismo.
Leopardi critica l'antropocentrismo, mostrando l'uomo come disilluso e destinato a scomparire, mentre animali come cavalli e tori discutono della presunta centralità dell'uomo nell'universo.
Il tema della corruzione è collegato alla scomparsa umana, con un dialogo tra un cavallo e un bue che discute l'estinzione degli uomini, considerati infelici e responsabili della propria fine.
Il dialogo tra gli animali è accompagnato da una nota che fornisce ipotesi sulla scomparsa umana, menzionando anche una specie animale estinta, i mammut, di cui sono stati ritrovati i resti.