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Concetti Chiave

  • Leopardi's early ideological and literary formation was influenced by Enlightenment rationalism and family religious education, favoring elegance and rhetoric over ancient and modern poetry.
  • During 1816-1819, Leopardi transitioned from erudition to appreciation of classical and romantic literature, adopting negative romantic ideals while valuing imaginative over sentimental poetry.
  • Leopardi's original poetics emphasized the poetic nature of the infinite and indefinite, with poetry expressing sentiment and imagination rather than pure narration.
  • His pessimism evolved through personal, historical, and cosmic phases, stemming from painful life experiences and a conflict between Enlightenment doctrines and romantic sentiment.
  • Leopardi's idyls represent serene contemplation of inner worlds through nature, with an evolution from immediate experiences to reflective memories, expressed in a simple yet sophisticated poetic language.

I Canti (1818 - 1836), le Operette Morali (1824 - 1832), lo Zibaldone

(1817 - 1832) pubblicato postumo, i Pensieri (1833 - 1837)

> Per delineare il pensiero e la poetica dell'autore si rende necessaria

un'analisi del processo di formazione ideologica e letteraria del giovane

Leopardi, che è antecedente al 1819 e ha il suo periodo più significativo

nel triennio 1816 - 1819.

PRIMA DEL 1816

CAMPO LETTERARIO: formazione tipicamente '700,

prevalentemente esteriore e retorica (forma scritta) con preferenza per

l'eleganza e disattenzione alla grande poesia degli antichi e dei moderni.

Studio filosofico ed erudito di autori minori (studio di lingue antiche

quali latino, greco, ed ebraico).CAMPO FILOSOFICO: aderisce al pensiero

illuministico (razionalismo meccanicista) che cerca, però, di adattare

all'educazione religiosa improntatagli dalla famiglia.CAMPO POLITICO: segue

le idee del padre Monaldo (dispotismo illuminato) e afferma che è meglio

un'Italia divisa ma pacifica e quieta.CAMPO RELIGIOSO: segue la tradizione

familiare ma soprattutto nelle manifestazioni esteriori.

1816 - 1819CAMPO

LETTERARIO: si verifica la conversione dall'erudito al bello cioè la

scoperta dei grandi classici e dei romantici. L'incontro col Romanticismo

l'avvio al progressivo maturarsi in Leopardi di un nuovo gusto letterario

premessa per una poetica originale.CAMPO FILOSOFICO: si ve

> 1) Adesione ai postulati negativi della scuola romantica. Leopardi: Tra Romanticismo e Pessimismo, un Viaggio nella Poetica articoloFin dall'inizio

il Leopardi accoglie i postulati negativi, nel senso che critica anch'egli

il concetto di imitazione, rifiuta cioè le regole imposte dai generi

letterari codificati.

> 2) Adesione ai postulati positivi della scuola romantica. Successivamente

Leopardi afferma il valore suggestivo e poetico del sentimento, noto anche

ai popoli antichi, i quali però lo usavano con sobrietà ottenendo risultati

migliori che non le moderne e romantiche ostentazioni sentimentali.

> Ben presto Leopardi fa sua la distinzione (teorizzata da altri pensatori

romantici) fra poesia di immaginazione e poesia di sentimento: la prima è

propria delle civiltà antiche, la seconda di quelle moderne. Vera poesia è

quella di immaginazione, nutrita di fantasia, ma non è più ripetibile, al

punto che i tentativi moderni diventano imitazione: quindi al poeta non

rimane che fare poesia di sentimento facendo prevalere del romanticismo gli

aspetti legati all'intimità e all'immediatezza del sentimento.

Indice

  1. Poetica Leopardiana e Pessimismo
  2. Leopardi e il Romanticismo
  3. Idilli Leopardiani: Evoluzione e Stile

Poetica Leopardiana e Pessimismo

> 3) L'originale poetica Leopardiana. Dopo il 1819 il concetto di poesia in

Leopardi coincide con L'infinito e le sue "Rimembranze" dove, in particolare

il termine infinito coincide con il termine indefinito e di immenso: il

remoto, l'oscuro, l'immenso sono di per sé poetici, come il fantasticare dei

fanciulli che è senza limiti, vago naturale e non razionale. "Ciò che è

sommamente vago - dice Leopardi - è sommamente poetico": per questo ogni

poesia si esplicita in una rimembranza in un ritorno a quel mondo

fanciullesco tutto fatto di remote e sognanti fantasie.

> La poesia è sempre più tale quanto più si allontana dalla pura narrazione

e quanto più si accosta alla musica e non rappresenta ma esprime la vita del

sentimento nella sua immediatezza: quanto meno imita, quanto meno narra,

tanto più canta.

> Donde il titolo delle poesie leopardiane: i Canti.

> Gli elementi che spiegano il sorgere del pessimismo in Leopardi sono:

> 1. l'esperienza dolorosa della vita

> 2. l'accettazione delle dottrine illuministiche

> 3. la lettura di opere preromantiche

> Per quanto concerne il primo punto, essa giunge al suo apice nel 1819 in

una lettera al Giordani parla di un crescente travaglio fisico e spirituale,

di un'orrida malinconia, della fatica dello studio, dell'odio contro la

famiglia e Recanati (sentiti come ambienti soffocatori).

> Per quanto concerne il secondo punto, bisogna ricordare Leopardi si formò

nella sua giovinezza sotto l'influenza delle dottrine illuministiche, che

sentì consone alla mente (ragione), ma ostili alle ansie del cuore

(sentimento). In altre parole il pessimismo non sarebbe sorto in lui se le

conclusioni dell'Illuminismo non si fossero scontrate con un animo

romantico: era infatti quell'ultimo che lo induceva a chiedersi i "perché" e

i "fini" delle leggi dell'universo, piuttosto che limitarsi a conoscerle.

> Una risposta soddisfacente non poteva essere di ordine razionalistico o

scientifico ma andava ricercata in una filosofia diversa da quella

illuministica. La sua era una posizione che non poteva condurre che al

mistero: "l'uomo non è nulla, non sa nulla, non può nulla". È

l'individualismo romantico che soffre per la nullità del suo essere di

fronte alla natura onnipresente (l'uomo non è) è l'individualismo romantico

che cerca una luce e trova il mistero (l'uomo non sa) è ancora

l'individualismo romantico che, chiuso in una morsa di limiti insuperabili,

che non può sperare di superarli ne ora ne mai (l'uomo non può sapere

nulla).

> Ne consegue che la vita appare un cammino faticoso che non ha altro scopo

che quello di precipitare nel nulla. Questa legge è valida per tutti gli

uomini, per gli animali, per gli astri, per tutto l'universo. La natura fa

esistere gli essere soltanto per attuare il suo cieco e misterioso ciclo del

nascere, del vivere e del morire. Tra gli esseri il più infelice è l'uomo,

perché la sua infelicità è soprattutto coscienza dell'infelicità stessa e

non c'è illusione che riesca a far tacere questa verità.

Leopardi e il Romanticismo

> Il pessimismo leopardiano, dunque, può essere definito come la convinzione

ferma, costante e assoluta che ogni essere ubbidisce ad una legge di dolore,

alla quale è impossibile contrastare.

> Gli studiosi parlano di tre fasi del pessimismo leopardiano: dapprima

personale, poi storico, in fine cosmico. Si tratta di tre momenti non

completamente cronologici, ma ideali del dolore, nel senso che a volte il

Leopardi sentì esclusivamente la propria tristezza personale in mezzo ad un

mondo di felicità, a volte gli parve che la tristezza fosse di tutti gli

uomini, a volte di ogni essere esistente. In sostanza queste sono tre

diverse maniere con cui reagisce sentimentalmente, non filosoficamente alle

dottrine illuministiche. Nell'ultimo periodo della sua esistenza quando vive

a Napoli, Leopardi approda ad una quarta posizione che potremmo definire del

pessimismo eroico. Questa nuova posizione sembra testimoniare una reazione

"attiva" all'accettazione delle dottrine illuministiche: partendo da un

profondo amore di conoscenza, riconoscendo che se l'intelligenza dell'uomo è

causa di infelicità è anche principio di libertà, Leopardi giunge alla

conclusione che anche se all'uomo è negat

> Per quanto concerne la lettura di opere preromantiche, Leopardi apprende

da Vico l'idea dell'antica giovinezza dei popoli, e da Rousseao il dualismo

Natura - Ragione.

> Seguendo l'insegnamento di Rousseao il poeta considera la Natura benigna,

fonte di vita, ispiratrice di poesia, creatrice di sogni, di illusione, di

entusiasmi, mentre la Ragione è fonte di miseria, rivelatrice dell'orrido

vera dissacratrice dell'entusiasmo, chiarificatrice della morte. Sia la

storia dell'umanità sia quella di ogni individuo è reale decadenza

dell'inconsapevole infelicità della fanciullezza ad una conclusione di

consapevole dolore.

> Questa posizione iniziale cambia con le Operette morali (1824), in cui il

concetto intorno alla Natura viene sottoposto ad analisi e gradatamente è

scoperto l'aspetto ingannevole della sua benignità. La Natura appare a

Leopardi nella sua vera essenza di matrigna perché intenta a perseguitare

col dolore le sue stesse creature in quanto le crea col desiderio della

felicità e al tempo stesso nega loro la possibilità di realizzarla.

> Conseguenza diretta di tali meditazioni fu la solitudine del poeta:

mancando una fede mancava l'azione, perciò il giovane Leopardi rimane sempre

ai margini della vita sociale, pur desiderando vivamente di farne parte.

> Il motivo della sua solitudine, appare ne "Il passero solitario" come

incapacità di vivere con gli altri, ne "La sera del dì di festa" come

esclusione dagli affetti, nel "Canto notturno di un pastore errante

nell'Asia" come solitudine del pastore e dell'umanità tutta, è

nell'"Infinito" come realtà fisica che conduce alla religiosa scoperta

dell'illimitato.

IL ROMANTICISMO DEL LEOPARDI

> Questo presenta un aspetto comune a tanti altri spiriti nel tempo cioè la

ribellione del cuore e del sentimento alle leggi della materia

trasformatrice e demolitrice dell'individuo, ma presenta anche altri aspetti

caratteristici di Leopardi; in particolare

> 1. la malinconia determinata dall'impossibilità di raggiungere i propri

ideali;

> 2. un atteggiamento polemico e coraggioso contro il destino, accompagnato

da rifiuto di ogni conforto religioso;

> 3. il suo rifiuto di una concezione borghese della vita, che gli permette

di sentirsi al disopra di ogni spirito comune e mediocre che con la vita

scende a patti e che facilmente si accontenta;

> 4. le forme e la tecnica del suo poetare che si distaccano

progressivamente dalla tradizione classicheggiante;

> 5. il linguaggio, dal tono quotidiano e semplice non però popolare ma

nobile e dignitoso con ricorso di parole difficili.

Idilli Leopardiani: Evoluzione e Stile

GLI IDILLI LEOPARDIANI

> L'idillio leopardiano può essere definito una raffigurazione serena e

contemplativa del proprio mondo interiore attraverso le immagini della

natura: una storia intima affidata alle immagini del paesaggio.

> Per ciò l'idillio leopardiano non può essere una confessione

autobiografica e neppure una semplice descrizione: si conclude che l'idillio

è assunzione della natura con forma poetica di una storia interiore.

> Nella stesura dei Canti (che sono appunto gli idilli) si può osservare

un'evoluzione poetica e positivista dei contenuti da parte del poeta; in

particolare:

> 1) negli idilli maggiori si ritrova la stessa materia dei minori

(costituita dagli aspetti familiari a Leopardi: i piccoli aspetti della vita

quotidiana interiori ed esteriori), ma nei minori tale materia è vissuta

quasi sempre in forma immediata e presente, cioè nel momento stesso

dell'esperienza, mentre nei maggiori riappaiono nel ricordo, come se il

poeta li contemplasse da un mondo lontano;

> 2) la materia, poi, nei minori si presenta in forme brevi e schematiche,

mentre nei maggiori si estende in un disegno poetico più ampio e complesso;

> 3) negli idilli maggiori il contrasto tra la felicità sognata e l'amarezza

dell'inganno è collocato in una lontananza senza impeti e senza fremiti,

cosa che non sempre avviene nei minori;

> 4) il ricordo è espresso, negli idilli maggiori attraverso toni di

tenerezze e non di impeto o di ribellione: una tenerezza che non investe

soltanto le persone, le cose rievocate, ma anche le parti riflessive;

> 5) il linguaggio poetico si accorda col modo semplice, col sogno e con la

contemplazione usata nei vari idilli; è un linguaggio che realizza

l'incontro fra il famigliare ed il raro, fra il semplice e l'elegante, fra

la novità e la preziosità: l'impressione però che resta non è quella di un

linguaggio accademico ma famigliare e spontaneo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il periodo più significativo nella formazione ideologica e letteraria di Leopardi?
  2. Il periodo più significativo nella formazione ideologica e letteraria di Leopardi è il triennio 1816-1819.

  3. Come si evolve la poetica di Leopardi dopo il 1819?
  4. Dopo il 1819, la poetica di Leopardi si evolve verso il concetto di "Infinito" e "Rimembranze", dove l'infinito coincide con l'indefinito e l'immenso, esprimendo la vita del sentimento nella sua immediatezza.

  5. Quali sono le tre fasi del pessimismo leopardiano?
  6. Le tre fasi del pessimismo leopardiano sono: personale, storico e cosmico, che rappresentano diversi momenti ideali del dolore.

  7. In che modo Leopardi si distacca dalla tradizione classicheggiante nel suo poetare?
  8. Leopardi si distacca dalla tradizione classicheggiante attraverso un linguaggio quotidiano e semplice, ma nobile e dignitoso, e una tecnica poetica che si allontana progressivamente dalla tradizione.

  9. Come si caratterizzano gli idilli leopardiani?
  10. Gli idilli leopardiani sono una raffigurazione serena e contemplativa del mondo interiore attraverso le immagini della natura, esprimendo una storia intima con forma poetica.

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