Concetti Chiave
- Leopardi nacque a Recanati nel 1798 e morì a Napoli nel 1837, influenzato dalla cultura religiosa a causa della sua famiglia.
- Iniziò il suo percorso dai classici agli illuministi, grazie anche ai contatti con intellettuali come Pietro Giordani.
- Il passaggio dal bello al vero segnò la sua evoluzione verso una rappresentazione reale del mondo, senza obblighi educativi.
- Le sue opere principali includono i Piccoli Idilli, le Operette Morali e i Grandi Idilli, riflettendo il suo pensiero e pessimismo.
- Leopardi vedeva il piacere come effimero e il progresso dannoso, mentre la natura era percepita come madre o distruttrice.
Indice
Infanzia e influenze religiose
Nacque nel 1798 a Recanati e muore nel 1837 a Napoli. Recanati era parte dello stato Pontificio per cui, grazie anche alla presenza della madre, fu influenzato dalla cultura religiosa. Studiò nella sua biblioteca monotematica poiché i genitori non gli permettevano la lettura dei testi non concordi con le linee dettate dalla Chiesa.
Nel 1816 scappa di casa ma il padre lo fa tornare.Passaggio dall'erudito al bello
Tra il 1815 e il 1816 avviene il suo passaggio dall'erudito al bello e inizia così a studiare gli illuministi, e classici e Dante. In questo periodo ha contatti con Pietro Giordani, intellettuale illuminista, amico di Manzoni. Giordani gli fornisce contatti con l'editore Stella e con suoi amici in grado di mantenerlo; tutto ciò lo porterà via da Recanati. Si distacca dalla religione; il suo è un ateismo radicale: non credeva infatti nella vita dopo la morte ma credeva che si potesse continuare a vivere nella mente di chi lo ricordava.
Dal bello al vero
Tra il 1816 e il 1817 c'è il passaggio dal bello al vero: scopre che il bello è effimero. Il vero indica per Leopardi la rappresentazione più reale del mondo, quella che non ha l'obbligo di rispettare fini educativi.
Durante il passaggio dal bello al vero soffre di una cecità momentanea dovuta probabilmente al suo "studio matto e disperato" e in questa fase riesce a cogliere la profondità delle cose.
Produzione letteraria e cambiamenti
Nel 1818-19 inizia la produzione dei Piccoli Idilli, piccoli bozzetti su varie tematiche. Tra il 1822 e il 1828 non scrive poesia ma si dedica alle stesura delle Operette Morali, importanti per noi per cogliere il cambiamento del pensiero di Leopardi, il pessimismo storico e cosmico.
Intorno al 1827 vive tra Milano e Firenze e l'editore Stella decide di tagliare il loro rapporto per una scarsa produzione da parte dell'autore, per cui è costretto a tornare a Recanati dove scrive i Grandi Idilli.
Ultimi anni e pensiero filosofico
Nell'ultima fase della sua vita vive a Firenze col suo amico Ranieri con il quale si trasferisce a Napoli nel 1834. Li muore nel 1837.
Nell'intero arco della sua vita è impegnato nella scrittura dello Zibaldone, un diario in cui affronta temi di vario genere.
Per Leopardi il piacere assoluto non esiste; la vita è infatti un susseguirsi di piaceri effimeri, poiché l'uomo tende sempre a volere qualcosa in più; il vero piacere è l'aspettative, il desiderio.
Leopardi non possiede una vera e propria filosofia ma le sue opere seguono un distinto pensiero. Per lui il progresso è dannoso per l'uomo poiché non permette di cogliere le cose più piccole della vita.
Rifiuta il suicidio, poiché esso non risolve i problemi e non da esempio ai posteri.
La natura (di cui parla specialmente nelle Operette Morali) è vista come una madre (se letta attraverso il pessimismo storico), come distruttrice (se letta attraverso il pessimismo cosmico).
Domande da interrogazione
- Quali influenze religiose ha avuto Leopardi durante la sua infanzia?
- Come avviene il passaggio di Leopardi dall'erudito al bello?
- Cosa rappresenta il passaggio dal bello al vero per Leopardi?
- Quali sono le opere principali di Leopardi e come riflettono il suo cambiamento di pensiero?
- Qual è la visione di Leopardi sulla natura e sul progresso?
Leopardi è stato influenzato dalla cultura religiosa a causa della sua nascita a Recanati, parte dello stato Pontificio, e dalla presenza della madre. Studiò in una biblioteca monotematica poiché i genitori non gli permettevano di leggere testi non allineati con la Chiesa.
Tra il 1815 e il 1816, Leopardi inizia a studiare gli illuministi, i classici e Dante, grazie anche ai contatti con Pietro Giordani, che lo aiutano a distaccarsi dalla religione e a sviluppare un ateismo radicale.
Tra il 1816 e il 1817, Leopardi scopre che il bello è effimero e il vero rappresenta una visione più reale del mondo, non vincolata da fini educativi. Durante questo periodo, soffre di cecità momentanea che lo aiuta a cogliere la profondità delle cose.
Tra il 1818 e il 1828, Leopardi scrive i Piccoli Idilli e le Operette Morali, che mostrano il suo passaggio al pessimismo storico e cosmico. I Grandi Idilli vengono scritti dopo il suo ritorno a Recanati.
Leopardi vede la natura come una madre o una distruttrice, a seconda del suo pessimismo storico o cosmico. Crede che il progresso sia dannoso perché impedisce di apprezzare le piccole cose della vita. Rifiuta il suicidio, considerandolo inutile e non esemplare.