Concetti Chiave
- Giovanni Pascoli's poetic vision stems from the traumatic event of his father's murder, which deeply affected his perception of the world as irrational and malevolent.
- Pascoli's poetry seeks to uncover the universe's secret pulse through small things, reflecting his retreat into a modest family existence to escape a world dominated by evil.
- He nurtures his inner child, believing it capable of understanding the secret language of things, with poetry providing fleeting liberation from a malevolent world.
- Pascoli's education at the University of Bologna, under the influence of Carducci, led him to embrace poetry as a primary tool for exploring life's mysteries.
- Throughout his life, Pascoli worked as a teacher in various cities in central Italy, ultimately passing away in 1912 in the home he shared with his sisters.
Indice
L'origine del sentimento di angoscia
La particolare concezione poetica di Giovanni Pascoli ha origine nel tragico episodio che egli vive da bambino: il padre, incaricato di gestire un’attività agricola, viene assassinato dai suoi contadini nel 1867, per i dissapori che erano sorti tra lui e questi ultimi. La vicenda segna profondamente il giovane Pascoli e dà origine al sentimento di angoscia che lo lega indissolubilmente alla famiglia d’origine.
Egli concepisce la vita come un fatto irrazionale e illogico; vede un mondo determinato dal male, dalla violenza e dal materialismo e ritiene l’individuo solo. Diversamente da Leopardi, Pascoli vive in un’epoca di forti incertezze e ormai distante dal razionalismo illuminista, perciò coltiva il sentimento angoscioso della morte del mistero.La poesia come strumento di indagine
Gli studi condotti presso l’università di Bologna (dove insegna Carducci) e la concezione irrazionale della vita inducono Pascoli ad adottare la poesia come strumento primario per l’indagine dei suoi misteri. Attraverso le cose piccole, i fiori, gli uccelli, i fili d’erba, gli alberi, gli insetti, la poesia di Pascoli ricerca il palpito segreto dell’universo nella speranza di abbarbicarsi nel “nido” della modesta esistenza famigliare. L’autore coltiva la parte infantile di sé, l’unica che ritiene in grado di comprendere il linguaggio segreto delle cose. Per il “fanciullino” la poesia è una sorta di liberazione improvvisa e fuggevole dal mondo governato dal male.
La vita adulta e la morte di Pascoli
Una volta adulto, Pascoli diventa a sua volta insegnante ed occupa diverse cattedre in diverse città dell’Italia centrale. Muore nel 1912 presso la cosa in cui ancora vive con le sorelle.