Concetti Chiave
- Giovanni Pascoli è influenzato dal positivismo, evidente nell'uso preciso di terminologie scientifiche, ma mantiene dubbi sulla scienza come strumento di conoscenza.
- La natura nei suoi componimenti è rappresentata in modo veristico, con elementi bucolici e georgici, e attraverso un linguaggio che integra termini appropriati e gergali.
- Pascoli esplora una dimensione metarazionale della natura, vista come un mistero arcano e inconoscibile, comunicato tramite figure retoriche e intuizioni del "fanciullino".
- Il suo approccio alla natura è spirituale e simbolico, cercando di svelare misteri psicologici in un'atmosfera inquietante e senza speranza.
- La percezione del mondo è onirica e visionaria, con una realtà caotica e disgregata dove gli oggetti sfumano l'uno nell'altro, acquisendo significati umani.
Indice
Influenze positiviste e spiritualistiche
Pascoli vive in un clima positivista che lo influenzerà come dimostra l’ossessiva precisione nell’uso della nomenclatura ornitologica e botanica e la lettura di testi di astronomia ispirati alle convinzioni scientifiche del tempo da cui prende ispirazione per lo sviluppo di temi astrali.
Il suo, però, non è un positivismo puro in quanto è influenzato da tendenze spiritualistiche e idealistiche e sente in lui il dubbio riguardo la scienza come strumento di conoscenza e ordinamento del mondo.
Concezione veristica della natura
La natura, infatti, che lui analizza e contempla per i suoi componimenti ha in sé una concezione di verismo che riprende il Verga.
Viene colta negli aspetti più bucolici e georgiche. In essa i
personaggi sono attori di un vero e proprio romanzo georgico. Tutto ciò è caratterizzato da termini appropriati linguisticamente e da termini gergali.
Elementi linguistici e retorici
Si parla, secondo il critico Cartini, di elementi pregrammaticali che appartengono ai bambini e sono onomatopeici e gli elementi postgrammaticali che appartengono ai contadini (dialetti, idiomi romagnoli e toscani).
Mistero e simbolismo nella natura
E’ anche un velame di una condizione misteriosa metarazionale che comunica con il mondo dei fenomeni attraverso atmosfere sospese rese linguisticamente con l’addensarsi di figure retoriche, le analogie e le intuizioni del fanciullino. La natura, quindi, è un arcano, un enigma, un mistero ignoto e inconoscibile verso cui l’anima è protesa ansiosa cercando di captare i messaggi enigmatici, non traducibili logicamente. La natura, però, non è matrigna poiché il male è al di là di essa.
Questa spinta verso l’ignoto che parte dall’oggetto concreto non porta a una fede religiosa positiva si cerca di andare spiritualmente oltre l’oggetto in senso spirituale, allusivo e simbolico per entrare nei misteri della psiche trovando un’atmosfera luttuosa, ctonia, inquietante, senza speranza, triste in cui compaiono esseri misteriosi, fantasmi, morti nostalgicamente portati in vita senza godere delle gioie di essa.
Visione onirica e antropomorfizzazione
Tutto è caotico e disgregato dal momento che le componenti del mondo si allineano in maniera casuale, senza seguire alcun tipo di gerarchia di importanza (ciò che è trascurabile potrebbe essere il soggetto di maggiore attenzione) dando un’impressione momentanea della realtà.
Si ha una percezione onirica e visionaria: il mondo è visto attraverso il velo del sogno perdendo ogni consistenza oggettiva, le cose sfumano le une nelle altre per creare legami segreti.
Le cose reali acquisiscono una fisionomia antropomorfizzata e si caricano di significati umani.
La conoscenza del mondo avviene attraverso mezzi non razionali.
Domande da interrogazione
- Quali influenze caratterizzano il pensiero di Pascoli?
- Come viene rappresentata la natura nei componimenti di Pascoli?
- Qual è il ruolo del mistero e del simbolismo nella natura secondo Pascoli?
- In che modo Pascoli descrive la visione del mondo?
Pascoli è influenzato da un clima positivista, evidenziato dalla precisione nell'uso della nomenclatura scientifica, ma anche da tendenze spiritualistiche e idealistiche che lo portano a dubitare della scienza come unico strumento di conoscenza.
La natura è vista attraverso una concezione veristica, simile a quella di Verga, e viene rappresentata nei suoi aspetti bucolici e georgici, con personaggi che agiscono come in un romanzo georgico.
La natura è percepita come un arcano e un enigma, comunicando attraverso atmosfere sospese e figure retoriche, con un'anima protesa verso l'ignoto, cercando di captare messaggi enigmatici e simbolici.
Pascoli descrive il mondo come caotico e disgregato, percepito attraverso una visione onirica e antropomorfizzata, dove le cose perdono consistenza oggettiva e si caricano di significati umani, conoscendo il mondo attraverso mezzi non razionali.