Concetti Chiave
- Giosuè Carducci, figura di spicco del secondo Ottocento, fu professore e poeta, noto per la sua partecipazione alla vita culturale dell'epoca.
- La poesia "Pianto Antico" di Carducci esplora il tema del contrasto tra la rinascita della natura e la morte umana, ispirata dalla perdita del figlio Dante.
- La lirica usa la metafora del melograno per rappresentare la vita del figlio, evidenziando il ciclo naturale opposto all'irreversibilità della morte umana.
- Il lessico contrappone immagini luminose di vita e crescita a quelle cupe di morte e desolazione, sottolineando il contrasto centrale del poema.
- Metrica dell'ode anacreontica: quattro strofe di versi settenari, con una struttura di rime specifica che contribuisce al ritmo del componimento.

Indice
Il punto sull'autore: Giosuè Carducci
Carattere energico e battagliero, Giosuè Carducci fu professore e studioso, partecipando alla vita culturale e civile del suo tempo.
Acclamato o contestato dai contemporanei e indicato a lungo dai critici come una delle figure di spicco della poesia del secondo Ottocento, Carducci deve la sua fama anche alla scuola, che lo ha incluso tra i “grandi” della nostra letteratura. Anche se il valore delle sue opere è stato drasticamente ridimensionato dalla critica recente, in quanto riassume in sé emblematicamente il gusto e la mentalità dell’epoca in cui visse. L'autore nasce nel 1835, trascorrendo l'infanzia in Maremma, dove il padre era andato in esilio a causa delle idee politiche. Si trasferisce con la famiglia a Firenze e si laurea all'età di 21 anni. Ottiene poi la cattedra di Letteratura italiana a Bologna, avendo come allievo anche Giovanni Pascoli. Nel 1906 sarà il primo italiano a ricevere il Premio Nobel per la Letteratura. Muore a Bologna nel 1907.
Le opere principali dell'autore sono:
- Giambi ed Epodi
- Levia Gravia
- Odi Barbare
- Rime e Ritmi
- Rime nuove
- Juvenilia
- A Satana
Si ispirò al mondo classico, perchè vedeva nella Roma antica il massimo esempio del senso della vita e della capacità di rinnovamento. Venne considerato il poeta vate, simbolo della nazione italiana. Reagì al Romanticismo, proponendo i modelli classici proprio per la nitidezza e la fluidità che offrivano alla lingua italiana. Il linguaggio, infatti, è colto e classico, lontano dal parlato e costruito sapientemente attraverso lo studio proprio di quegli autori del tempo passato. Secondo l'autore, il poeta deve confortare gli uomini, che sono oppressi dall'antitesi tra gli ideali e la dura realtà, proprio attraverso il bello e l'armonia. Il poeta deve anche accendere gli ideali patriottici e religiosi e rifiuta quella poesia che poco segue le regole mediche. Fu anche un ottimo prosatore, infatti scrisse numerosi discorsi celebrativi e saggi critici, che lo rendono particolarmente attivo e partecipe alle vicende storiche dell'epoca storica in cui era immerso. La sua poesia, tuttavia, non diede alcun apporto nuovo, visto che la sua impostazione letteraria non arrecò alcun cambiamento di rotta letterario, ma è importante, perchè interpreta e si fa interprete di un periodo storico molto particolare e difficile.
Testo originale
L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,
nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora
e giugno lo ristora
di luce e di calor.
Tu, fior de la mia pianta
percossa e inaridita
tu de l’inutil vita
estremo unico fior,
sei nella terra fredda
sei nella terra negra
nè il sol più ti rallegra
nè ti risveglia amor.
Parafrasi della poesia
Quell’albero a cui tu [quando eri in vita]/ porgevi la tua piccola mano,/ quell’albero di melograno/ che si ricopre di fiori rossi,/ ora, nell’orto solitario e silenzioso [perché non ci sono più le grida del bambino mentre sta giocando]/ si è ricoperto di foglie verdi ed il mese di giugno,/ con la sua luce ed il suo calore,/ gli trasmette una nuova vita. Tu, invece, simile ad un fiore della mia pianta percossa e diventata arida [perché svuotata da ogni capacità di vivere per la sofferenza],/ tu, ultimo (= estremo) fiore [Dante era l’ultimo figlio del poeta] della mia vita ormai inutile,/ sei nella terra fredda,/ nella terra nera /ed il sole non ti può più rendere gioioso e nemmeno l’amore [di coloro che sono rimasti] ti potrà più risvegliare./
Commento: tematiche, termini significativi
Nel novembre 1870, Carducci ha un grave lutto: la morte del figlio Dante, di soli 3 anni. Il titolo “Pianto antico” significa che il dolore del padre per il figlio scomparso prematuramente non è soltanto del poeta; esso è primordiale, cioè è sempre esistito ed è antico quanto è antica l’umanità. L’anno successivo, scrive questo componimento poetico per ricordare il tragico evento. La lirica è costruita su di una metafora: il fiore che nasce dal melograno è come il piccolo Dante che è l’ultimo frutto del poeta perché ultimo figlio.
La poesia si apre con un ricordo: l’immagine del piccolo bambino che tende la mano verso l’albero di melograno ricoperto di frutti rossi. Ogni anno, con l’arrivo della primavera, la pianta si ricopre di nuove foglie perché il ciclo della vita continua. Ma non è così per il bambino, ultimo figlio del poeta, che è sepolto nella scura terra senza poter essere riscaldato dal sole e quindi rinascere, come invece avviene per la natura. Il tema centrale della poesia, quindi, è il contrasto fra la vita della natura che rinasce con l’arrivo della bella stagione e la morte del bambino il cui corpo giace ormai nella fredda terra, senza che il sole lo possa riscaldare o che l’amore del padre lo possa risvegliare.
Le prime due strofe, pur venate dal ricordo doloroso, ci danno un’immagine di gioia: la primavera, la luce, il bambino che gioca nel giardino e che vorrebbe prendere un melograno dal colore rosso, un colore che si associa alla vita. La terza e la quarta strofa, invece, ci presentano l’immagine della morte, richiamata dell’immobilità e della terra fredda e scura. Il poeta vuole sottolineare il fatto che l’esistenza dell’uomo è unica e una volta interrotta non si può tornare più indietro, mentre la natura si rinnova ogni anno, sempre più rigogliosa.
Aspetti principali: lessico usato e metrica
I termini utilizzati richiamano l’opposizione fra morte e vita, fra luce e tenebre:
- Prima e Seconda strofa: verde melograno, fiori vermigli, luce e calore, tutte immagini luminose che esprimono gioia di vivere
- Terza e Quarta strofa: terra fredda, terra scura, l’immagine del poeta percossa e inaridita dal dolore, tutte immagini cupe e piene di desolazione che si ricollegano alla morte
Dal punto di vista metrico, il componimento è un’ode anacreontica, chiamata così da Anacreonte, un poeta greco, vissuto nel IV secolo a.C.
È composta da 4 strofe di quattro versi settenari. In ogni strofa:
- il 2° e il 3° verso sono in rima,
- il primo non è in rima,
- il 4° è sempre in rima con l’ultimo di ogni strofa.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale della poesia "Pianto Antico" di Giosuè Carducci?
- Chi era Giosuè Carducci e quale fu il suo contributo alla letteratura italiana?
- Come viene rappresentato il contrasto tra vita e morte nella poesia?
- Quali sono le caratteristiche metriche della poesia "Pianto Antico"?
- Qual è il significato del titolo "Pianto Antico"?
Il tema principale della poesia è l'opposizione tra vita e morte, rappresentata attraverso il contrasto tra la rinascita della natura e la morte del figlio del poeta.
Giosuè Carducci era un poeta e professore italiano, noto per il suo carattere energico e battagliero. Fu il primo italiano a ricevere il Premio Nobel per la Letteratura nel 1906 e contribuì alla letteratura italiana con opere che riflettevano il gusto e la mentalità del suo tempo.
Il contrasto è rappresentato attraverso immagini luminose e gioiose della natura che rinasce in primavera, contrapposte a immagini cupe e desolate della morte del figlio, sepolto nella terra fredda e scura.
La poesia è un'ode anacreontica composta da 4 strofe di quattro versi settenari. In ogni strofa, il 2° e il 3° verso sono in rima, il primo non è in rima, e il 4° è sempre in rima con l’ultimo di ogni strofa.
Il titolo "Pianto Antico" indica che il dolore del padre per la perdita del figlio non è solo personale, ma è un dolore primordiale e universale, antico quanto l'umanità stessa.