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Concetti Chiave

  • Gabriele D'Annunzio's life is marked by his pursuit of an aesthetically pleasing existence, heavily influenced by his experiences with luxury, romantic escapades, and eventually, a transition to superomism inspired by Nietzsche.
  • D'Annunzio's literary works transition from early poetry reflecting classical influences and panism to narratives that explore themes of aestheticism and later, superomism, embodying a shift towards aristocratic ideals.
  • The Futurism movement, led by Filippo Tommaso Marinetti, is characterized by a rejection of past traditions, an embrace of modernity, and the glorification of speed and technology as symbols of progress.
  • Futurism's political stance includes a critique of past art forms, advocating for "words in freedom" and a new, rapid style of language that reflects the dynamic changes in society.
  • D'Annunzio's poetry, such as "La pioggia nel pineto," captures his affinity for nature and demonstrates his linguistic prowess in creating musicality through the poetic form, aligning with decadentism principles.

Indice

  1. La giovinezza di D'Annunzio
  2. Vita da esteta e relazioni
  3. Carriera politica e dannunzianesimo
  4. Fuga in Francia e ritorno
  5. Ritiro al Vittoriale
  6. Esordio letterario e panismo
  7. Opere narrative e poetiche
  8. Il piacere e l'estetismo
  9. Superomismo e teatro
  10. Le laudi e il panismo
  11. Futurismo e avanguardie
  12. Manifesto futurista e innovazione
  13. Il vero è tutto
  14. Andrea Sperelli e il decadentismo
  15. Polemica contro la società
  16. Manifesto tecnico futurista
  17. Poesia e amore per Eleonora

La giovinezza di D'Annunzio

Gabriele D'Annunzio nasce nel 1863 a Pescara, da una famiglia borghese. In gioventù frequenta il prestigioso collegio Cicognini di Prato, nel 1879 scrive la sua prima raccolta di versi intitolata primo vere (all'inizio della primavera).

Terminati gli studi liceali, si trasferisce a Roma. Abbandona gli studi universitari e intraprende la professione di giornalista, conducendo una vita da esteta fatta di lussi, duelli e avventure galanti, fino a divenire uno dei protagonisti della vita della cronaca mondana nazionale.

• D'Annunzio vuole fare della propria vita un'opera d'arte, il che lo porterà a spettacolarizzare in ogni suo aspetto la propria esistenza, rispettando il principio dell’estetismo.

D'Annunzio diventa un modello da imitare da parte della piccola borghesia italiana, che si rispecchia nelle sue trasgressioni e nelle sue stravaganze.

Per sfuggire ai creditori, negli anni 90 si trasferisce a Napoli, qui continua la sua vita da esteta pubblicando opere narrative e versi dal contenuto, a volte, ritenuto scandaloso per l’epoca.

Vita da esteta e relazioni

A vent'anni si sposa con la duchessa Maria Hardouin da cui avrà tre figli, e ciò non gli impedirà di avere molteplici relazioni tra cui la più importante sarà quella con l'attrice Eleonora Duse (che sarà la sua musa per buona parte della sua vita) e con cui nel 1895 si ritirerà nella villa della Capponcina in Toscana presso Settignano, Dove condurrà una vita da principe rinascimentale tra lusso e raffinatezza.

Questa relazione durerà per circa 10 anni e segnerà profondamente non solo la vita del poeta ma anche la sua opera.

• D'Annunzio vuole vivere una vita inimitabile, e ciò lo porta ad abbandonare la fase dell'esteta per abbracciare quella superomistica sulle orme del filosofo tedesco Nietzsche.

Carriera politica e dannunzianesimo

Tra gli anni 80 e 90 si impegna in politica passando dall'estrema destra nel 1897 allo schieramento di sinistra nel 1900.

Nei primi anni del novecento la sua fama raggiunge l'apice, nasce il mito del dannunzianesimo, un vero e proprio fenomeno di divismo di massa (uomo copertina).

Il dannunzianesimo viene considerata una moda letteraria ma anche un vero e proprio fenomeno di costume.

Fuga in Francia e ritorno

Nel 1910, fugge in Francia a causa dei debiti e farà ritorno in Italia (interventista) allo scoppio della grande guerra, dove si arruola volontariamente ed entra in corpi d'Elite come l'aviazione e la marina, questo perché anche la guerra diventa un'esperienza estetica, compiendo azioni clamorose e anche in questo caso fuori dall’ordinario (volo su Vienna, beffa di Buccari).

Nel dopo guerra, lega il suo nome all'impresa di fiume (1919): quando all'Italia viene negata l'annessione di alcuni territori promessi dagli accordi con le potenze dell'intesa, D'Annunzio si fece interprete dei rancori che fermentavano tra i reduci per questa vittoria mutilata. Verso la fine del 1919 si mise a capo di una marcia di volontari sulla città di Fiume, dove instaurò un dominio personale sfidandolo stato italiano. Egli sperava di proporsi come duce ma fu scalzato da Benito Mussolini.

D'Annunzio, pur essendo un simpatizzante del fascismo delle origini, se ne allontana perché il fascismo travolge tutto, anche la massa, da cui D'Annunzio vuole prendere la distanza.

Ritiro al Vittoriale

Nel 1921 si ritira a Gardone Riviera sul lago di Garda nella villa detta il Vittoriale degli italiani, circondato dai suoi cimeli di guerra, dalle sue raccolte di libri, dalle sue opere d'arte raffinate, esclusive e insolite proprie dell'esteta e del superuomo che per tutta la sua esistenza aveva voluto interpretare. Muore a Gardone Riviera nel 1938.

Gabriele D’Annunzio - opere

Esordio letterario e panismo

Per il suo esordio letterario D'Annunzio sceglie di seguire il modello dei due scrittori che stavano dominando il panorama letterario italiano:

Oltre alla raccolta poetica primo vere (1879), ricordiamo canto novo (1882), raccolta classicheggiante che si spira al Carducci, in cui viene celebrato il rapporto vitale tra uomo e natura proprio della tradizione classica pagana che preannuncia il tema del panismo che troveremo in alcune delle opere successive.

Il panismo è l'annullarsi dell'uomo nel tutto cosmico, divenendo parte integrante della natura. Il termine riprende anche il nome del Dio greco della poesia (Apollo), pan in greco, che nella mitologia greca appariva nell'ora meridiana sconvolgendo coloro che lo incontravano, facendoli sprofondare non a caso nel panico.

Opere narrative e poetiche

Per quanto riguarda le opere in prosa, D'Annunzio scrive nel 1882 la raccolta di novelle terra vergine in cui, da un lato sembra riprendere i modelli veristi (Verga) circa la descrizione di una natura caratterizzata dalla presenza del primitivo, il barbarico e della violenza. Dall'altro lato a livello di tecnica narrativa è invece tradizionale con la presenza del narratore onnisciente.

Simili a terra vergine, sono le novelle della Pescara (1902) in cui confluiscono le raccolte precedenti il libro delle vergini e San Pantaleone.

Il piacere e l'estetismo

Dalla fase dell'estetismo di fine anni 80 e inizio anni 90 dell'ottocento, fanno parte le opere poetiche Intermezzo di rime, Isotteo, la chimera (insiste su temi di sensualità perversa che si concretizzano in immagini di donne fatali e distruttrici) in cui il poeta riprende esperienze della tradizione letteraria precedente e soprattutto di quella del decadentismo francese.

L'opera principale della fase dell'estetismo è il piacere (1889).

Il piacere è sostanzialmente un ritratto psicologico della figura dell'esteta, infatti tutta l'opera ruota intorno alle suggestioni estetiche che vive il protagonista, contemplando le bellezze della Roma barocca e papalina.

La fase estetica può essere riassunta dalla formula "il verso è tutto", intesa come la celebrazione dell'arte, soprattutto dalla parola poetica al di sopra di tutto, compresi i valori morali del bene e del male il nome del bello accessibile a pochi eletti.

Come spesso accade nell'opera dannunziana, a una posizione ideologica del poeta corrisponde una fase della sua produzione artistica è una serie di personaggi dei suoi romanzi.

All'origine della fase dell'estetismo viene in D'Annunzio una profonda contraddizione: da un lato, il rifiuto sdegnoso da parte del poeta della società borghese del suo tempo e dei suoi valori; dall'altro, l'estremo bisogno di essere accettato se vuole il successo e la fama necessari per condurre quella vita inimitabile cui da sempre aspira.

Simbolo di questa contraddizione è Andrea Sperelli, il protagonista del romanzo il piacere, AlterEgo del poeta, che rappresenta le crisi dell'esteta, incapace di incidere sulla realtà e infine condannato a una sconfitta esistenziale senza possibilità di redenzione. D'Annunzio si rende conto che l'estetismo del suo rifiuto della realtà presente, ritenuta volgare e prosaica, ne esce irrimediabilmente sconfitto. Tale consapevolezza si riflette ne “il piacere”.

Il protagonista Andrea Sperelli, pensa di potersi opporre all'ascesa della borghesia con il suo sdegnoso isolamento, ma in realtà è il simbolo di una posizione che in un altro effetto che certificarne la crisi.

Il romanzo ruota intorno all'indagine psicologica della personalità del protagonista è una particolare attenzione alle suggestioni estetiche che sono sottesi alla descrizione della Roma barocca e papalina, metafora della sconfitta morale sociale dell’esteta.

Superomismo e teatro

Il superomismo è un concetto del filosofo tedesco Nietzsche, il quale contrappone allo spirito apollineo (la fredda razionalità), quello dionisiaco, lo slancio vitale razionale che porta l'uomo alla piena realizzazione di sé grazie al rifiuto del conformismo borghese e di quei valori morali basati sulla rinuncia e sacrificio, proprio dell'etica cristiana che, a detta del filosofo tedesco, non permettono all'uomo di vivere gioiosamente la propria esistenza.

D'Annunzio modifica questi concetti e li interpreta in una chiave tutta antidemocratica e antiegualitaria, esaltando l'affermazione di una nuova stirpe di aristocratici che sappia imporsi sulla massa il nome della propria superiorità. Il superuomo in D'Annunzio diviene l'uomo eccezionale dal vitalismo sconfinato, legittimato a imporsi sulla massa esaltando l'affermarsi di uno Stato autoritario che faccia propria l'eredità imperiale dell'antica Roma.

Da questo momento D'Annunzio assumerà il ruolo di poeta vate, di profeta, di guida della nazione verso un futuro imperialista e coloniale.

- il trionfo della morte

- Le vergini delle rocce

- Il fuoco

- Forse che sì, forse che no

All'interno della fase del superuomo rientra la produzione teatrale, infatti D'Annunzio ritiene che il teatro possa meglio diffondere il messaggio superomistico (la tragedia la città morta, la figlia di Iorio).

Le laudi e il panismo

Le laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi è un'opera incompiuta, doveva essere formata da sette libri: i primi cinque Maya, Elettra, alcione, merope, asterope, sono compiuti, mentre Taigete e Celeno non vennero mai scritti. Ciascun libro prende il titolo dal nome delle singole stelle che formano la costellazione delle Pleiadi.

- maya, poema di 8000 versi, sottotitolo Laus Vitae, celebra la pienezza vitale attraverso la fusione del poeta con la natura (panismo). La prima parte descrive un viaggio in Grecia di D'Annunzio sulle orme di Ulisse; la seconda parte celebra la modernità del vitalismo delle nuove metropoli industriali anche se trasfigurate dal mito.

- Elettra celebra il passato medievale e rinascimentale delle città italiane i personaggi della storia romana e risorgimentale in chiave nazionalistica.

- Alcione, formato da 88 liriche, e il libro dedicato alla stagione estiva colta nella sua forza vitale, nella sua sensualità e nella sua bellezza. È il libro più autentico delle laudi in cui D'Annunzio adotta uno stile poetico musicale e un linguaggio fortemente analogico.

- Merope è dedicato alla conquista della Libia nel 1912.

- Asterope è una raccolta di liriche dedicate alla prima guerra mondiale.

Futurismo e avanguardie

Il fondatore di questo movimento artistico dei primi anni del 900 è Filippo Tommaso Marinetti (1879-1944).

Rientra tra quelle che verranno definite le avanguardie storiche della nostra letteratura nazionale, ovvero nuove forme espressive e nuovi linguaggi in netta rottura con la tradizione.

Manifesto futurista e innovazione

Il primo manifesto futurista è di Filippo Tommaso Marinetti e sarà pubblicato su “Le Figaro” (giornale anti-dannunziano) a Parigi nel 1909.

Il futurismo è il primo movimento artistico letterario, fieramente antidannunziano, che farà largo uso dei manifesti programmatici, che non solo saranno vere e proprie dichiarazioni di poetica da parte dei futuristi, ma rappresenteranno anche il meglio della produzione letteraria di questa nuova corrente artistica.

È un movimento che si pone contro la retorica di D'Annunzio e che rifiuta la cultura letteraria italiana a cavallo tra ottocento e inizio 900, avvertita come passatista e per nulla attuale. Da qui deriva il termine futurismo, scelto per indicare questa nuova idea di poesia tutta entusiasta del progresso, della tecnica e del trionfo della società capitalistica industriale del primo novecento.

I futuristi sono molto sensibili alle suggestioni alle seduzioni che la moderna civiltà industriale esercita su di loro attraverso quello che ne è per eccellenza il simbolo stesso: la macchina in tutte le sue possibili forme (automobile, aereo ecc).

La velocità, la macchina, la metropoli industriale con le sue fabbriche, la guerra, l'azione fine a se stessa, il gesto violento, quali manifestazioni dell'aggressiva affermazione della propria individualità, saranno i temi cari ai futuristi.

Il futurismo risente anche dell'influenza del pensiero superomista ma, a differenza del superuomo dannunziano, quello futurista e in tutto e per tutto omologato e a proprio agio nella società industriale a lui contemporanea e abbandona qualsivoglia forma di distacco dalla società.

Il futurismo accetterà in maniera fin troppo critica ed entusiasta lo spirito della società capitalistico industriale del novecento, che aveva fatto dell'aggressività e della competitività il proprio credo. I futuristi si porranno di fronte alla modernità senza avvertire alcuna necessità di analizzare e problematizzare un cambiamento così profondo quale fu quello dell'affermarsi della società di massa nel XX secolo.

L'arte per i futuristi deve glorificare la tecnica e il progresso.

I futuristi nella loro furia celebrativa dei successi della tecnica coglieranno della modernità novecentesca gli aspetti più superflui e appariscenti, per esempio, vedranno nella guerra nulla più che lo spettacolo estetico per eccellenza.

- il futurismo è contro l'arte del passato e contro le tradizioni.

- Il futurismo si batte per la distruzione della sintassi, per l'affermazione delle cosiddette parole in libertà, così da inserire la velocità anche nel linguaggio, privilegiando l'immagine all'ordine verbale della comunicazione.

- Il futurismo si batterà anche per l'immaginazione senza fili, ovvero la libertà assoluta di collegare fra loro immagini senza la necessità di utilizzare alcun nesso logico (simultaneità).

Altri autori importanti del futurismo oltre a Marinetti sono Palazzeschi e Govoni; per quanto riguarda il futurismo russo Majakovskij.

Il futurismo perderà la sua carica innovativa e trasgressiva nell'assumere in definitiva una posizione perfettamente in linea con il conformismo presente nella società capitalistico industriale del tempo. Il futurismo però contribuito ad aprire la via a un nuovo modo di intendere la poesia eliminando moduli, forme e retaggi.

Il vero è tutto

Il vero è tutto. In questa pagina del Piacere (1889) D'Annunzio esprime un concetto base del decadentismo: la concezione della vita fondata sull'estetismo, sul valore supremo riconosciuto all’arte. Il brano esprime il punto di vista di Andrea Sperelli, il protagonista del romanzo, il quale pone tutta la sua esistenza sotto il segno dell’arte. Nel brano il verso

poetico è esaltato in quanto capace di esprimere l'infinito e l'assoluto; la poesia affonda le sue radici in una zona oscura dell'essere umano e della lingua e Dalì si congiunge con l'anima stessa delle cose e della natura.

Il verso è tutto e può tutto. Può definire l'indefinibile e dire l'ineffabile (ovvero ciò che non può essere spiegato dalla ragione). Il verso restituisce alla parola la sua funzione evocativa e di formula magica che apre crea mondi (Mallarmé).

Andrea Sperelli e il decadentismo

Il protagonista è Andrea Sperelli (AlterEgo dell'autore), un Jovi in signore di un'antica famiglia nobile che vive a Roma in un ambiente raffinato e molto ricercato. Da un lato è un uomo dei gusti elevati, che predilige gli studi insoliti ed è un esteta, dall'altro è senza alcun freno morale. Avuto una relazione con l'affascinante Elena Muti, donna fatale incarna l'erotismo lussurioso e che dopo un po' si stufa di lui e se ne vada Roma.

Abbandonato, Andrea cerca inutilmente di sostituire la passione per Elena con altri piaceri e numerosi avventure, passando da un amore all’altro. Alla fine si butta in una serie di vicende amorose fino a quando l'amante geloso di una donna che corteggia, lo sfida a duello. Andrea durante il duello colpisce l'avversario ma viene a sua volta colpito. Abbandona Roma e va a trascorrere la convalescenza in campagna dalla cugina dove spera di trovare pace e riconquistare la perduta purezza morale.

- l'elemento di grande importanza di questo romanzo è dato dal fatto che con esso viene introdotta, in Italia, la figura dell'eroe decadente. Infatti Andrea Sperelli è l'incarnazione dell'eroe decadente: raffinato, aristocratico, freddo e cultore del bello.

- Sono presenti elementi che appartengono al naturalismo come il narratore esterno onnisciente e altri elementi lontani dal naturalismo come l'utilizzo del discorso indiretto libero, l'analisi psicologica dei personaggi, il ricorso al flash back ecc...

- Lo stile utilizzato è molto ricercato, l'italiano utilizzato e ricco e raffinato, infatti lo scrittore sceglie con grande accuratezza parole rare e preziose, nomi esotici, termini liturgici e aulici, che sono intenzionalmente non alla portata di tutti.

- Vengono utilizzate molto le figure retoriche come antitesi, analogie, allitterazioni, similitudini, metafore.

La voce che narra e quella del protagonista stesso, Claudio Cantelmo, E l'orazione viene presentata con un tono solenne e vagamente profetico, che rivela la chiara intenzione dell'eroe di modificare la realtà oggettiva attraverso la parola. Il linguaggio e aulico, pieno di riferimenti eruditi, di allusioni difficili da cogliere. Si fa un ampio uso di metafore paragoni e del sarcasmo.

Lista orazione del narratore mira a proporre un programma politico per il nuovo intellettuale-superuomo. L'artista per D'Annunzio deve gettarsi nella lotta, finalizzare il proprio impegno concreto alla trasformazione della realtà. L'estetismo non è negato ma recuperato e inserito in una struttura ideologica nuova.

Polemica contro la società

La polemica contro la società contemporanea

L'esposizione del programma politico è preceduta da una parte polemica dove il protagonista con toni sarcastici descrive la realtà sociale a cui intende opporsi con la sua azione, società caratterizzata dallo spirito speculativo dall'ossessione per il denaro. Critica la democrazia e respinge gli ideali di uguaglianza che avevano guidato la borghesia dalla rivoluzione francese sostenendo che essi minacciano di appiattire l’umanità.

Egli sostiene che l'aristocrazia debba riconquistare il suo antico predominio sulla società intera e lo Stato deve favorire l'elevazione della classe privilegiata verso una superiore forma di esistenza.

La parola inoltre deve essere usata come un'arma per distruggere la società borghese.

Il manifesto un significato soprattutto ideologico, in quanto enuncia i principi fondamentali della rivoluzione futurista. Giocano un ruolo fondamentale la velocità, la macchina, la vita frenetica, l'aggressività e la violenza, l'esaltazione della guerra.

Manifesto tecnico futurista

Manifesto tecnico della letteratura futurista - Filippo Tommaso Marinetti

Marinetti nel testo precedente indicava la portata ideologica della sua operazione mentre qui fa un appunto più tecnico; i procedimenti su cui intende basarsi la nuova letteratura futurista si incentrano:

- Sulla distruzione della sintassi che rende possibile la trasmissione e la ricezione della stessa comunicazione letteraria.

- L'uso del verbo all'infinito, l'eliminazione dell'aggettivo e dell'avverbio, i segni matematici in quanto simulano il movimento, la velocità e la simultaneità.

- Trionfo dell'immaginazione senza fili e all'intelligenza viene sostituita la divina intuizione.

Poesia e amore per Eleonora

È una lirica composta nel 1902 e inserita nella raccolta alcione, sezione dell'opera più grande delle laudi. Il metro è libera e la tematica dominante è quella del pan Ismo, ovvero della completa fusione dell'uomo con la natura.

Il tema centrale della poesia è quello dell'amore del poeta per Eleonora Duse (Ermione). Qui la donna amata accompagna il poeta durante una passeggiata estiva in campagna finché un temporale non li sorprende, lasciandoli soli e intimi nel pineto, sotto l'acqua che cade e che crea un'atmosfera surreale.

D'Annunzio grazie alla sua straordinaria abilità linguistica mira a trasformare la parola in musica, in linea con i principi fondamentali della poetica decadente. Sempre secondo la visione decadente vi è una rispondenza profonda tra la parola poetica e la realtà oggettiva; la parola poetica è collegata con l'essenza stessa, misteriosa e segreta, delle cose, ed è la formula magica in grado di svelarla.

La metrica è estremamente libera così come le rime che non seguono alcuno schema fisso. Sono presenti numerose figure retoriche come l'anafora, l'epifora, le allitterazioni.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono stati i primi passi nella carriera letteraria di Gabriele D'Annunzio?
  2. Gabriele D'Annunzio ha iniziato la sua carriera letteraria nel 1879 con la pubblicazione della sua prima raccolta di versi intitolata "Primo vere". Ha frequentato il prestigioso collegio Cicognini di Prato e, dopo aver abbandonato gli studi universitari a Roma, ha intrapreso la professione di giornalista.

  3. Come si è evoluta la vita personale e artistica di D'Annunzio?
  4. D'Annunzio ha vissuto una vita da esteta, caratterizzata da lussi e avventure galanti. Si è sposato con la duchessa Maria Hardouin e ha avuto una relazione significativa con l'attrice Eleonora Duse. La sua vita personale ha influenzato profondamente la sua opera, portandolo a passare dall'estetismo al superomismo.

  5. In che modo D'Annunzio ha influenzato la politica e la cultura del suo tempo?
  6. D'Annunzio ha avuto un ruolo attivo in politica, passando dall'estrema destra alla sinistra. Ha creato il mito del dannunzianesimo, un fenomeno di divismo di massa. Durante la Grande Guerra, ha compiuto azioni clamorose e ha guidato l'impresa di Fiume, sfidando lo stato italiano.

  7. Qual è il significato del "panismo" nelle opere di D'Annunzio?
  8. Il panismo, presente nelle opere di D'Annunzio, rappresenta l'annullarsi dell'uomo nel tutto cosmico, diventando parte integrante della natura. Questo tema è celebrato in opere come "Le laudi", dove il poeta si fonde con la natura, esprimendo una pienezza vitale.

  9. Qual è stata la relazione tra D'Annunzio e il movimento futurista?
  10. Il futurismo, fondato da Filippo Tommaso Marinetti, si è posto in netta rottura con la tradizione dannunziana, rifiutando la cultura letteraria italiana del tempo. Sebbene il futurismo condividesse alcune influenze superomistiche, si distaccava dall'estetismo di D'Annunzio, abbracciando la modernità e la società industriale.

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