Concetti Chiave
- Gabriele D'Annunzio nacque a Pescara nel 1863 in una famiglia borghese e iniziò la sua carriera letteraria pubblicando il suo primo libro di versi a sedici anni.
- La sua carriera giornalistica si sviluppò durante gli anni universitari, scrivendo per importanti giornali come "La Tribuna" di Roma e "Il Mattino" di Napoli.
- Figura controversa, D'Annunzio divenne noto per la sua vita scandalosa e le opere letterarie che esploravano temi estetici e il concetto di superuomo ispirato a Nietzsche.
- Nella sfera politica, partecipò attivamente alla Prima Guerra Mondiale e fu protagonista di episodi come la "beffa di Buccari" e il volo su Vienna.
- Oltre a poesie e romanzi, D'Annunzio si dedicò al teatro, influenzato dall'attrice Eleonora Duse, con opere come "La figlia di Iorio" e "Il martirio di San Sebastiano".

Indice
I primi anni di Gabriele D’Annunzio
Gabriele D'Annunzio è nato a Pescara nel 1863 in un contesto familiare borghese.
Il vero cognome di Gabriele D’Annunzio è in realtà “Rapagnetta”, ma lo scrittore ha deciso di adottare il cognome di “D'Annunzio” da uno dei suoi zii, in quanto gli sembrava più degno per le sue ambizioni.
Gabriele D’Annunzio ha studiato in una delle scuole più aristocratiche dell'Italia del tempo.
All’età di soli sedici anni ha esordito con un libretto di versi intitolato “Primo vere”. In seguito, all’età di diciotto anni lo scrittore è trasferito a Roma per frequentare l'Università, tuttavia, non ha portato a termine gli studi.
La carriera letteraria di Gabriele D’Annunzio: il giornalismo e la poetica
Durante il periodo degli studi universitari, Gabriele D’Annunzio ha iniziato a dedicarsi al giornalismo, che divenne ben presto la sua professione. Nello specifico, lo scrittore ha collaborato con il giornale “La Tribuna” di Roma. In un secondo momento, si è trasferito a Napoli nei primi anni Novanta e, in questo periodo, scrisse per il “Mattino”, un importante giornale fondato dal poeta italiano Scarfoglio e da Matilde Serao, che è stata la prima donna ad aver fondato e diretto un quotidiano.
Gabriele D’Annunzio ha ottenuto sin da subito una grande fama in campo letterario, sia per la sua vita scandalosa, sia per la produzione di versi e di opere narrative, che spesso suscitavano scandalo per i contenuti erotici. Durante questo periodo, lo scrittore Gabriele d'Annunzio crea la maschera dell'esteta, vale a dire di colui che pone al di sopra di tutto il conseguimento della bellezza, l'unica morale a cui il poeta deve sottostare. In altre parole, per l’esteta, non vi sono leggi al di sopra della ricerca della bellezza.
Durante questi anni, lo scrittore ha attraversato una crisi che ha avuto importanti conseguenze anche nella sua produzione letteraria. Nello specifico, trovò un nuovo mito, quello del superuomo, ispirato alle teorie del filosofo Friedrich Nietzsche, dal quale prendeva concetti interpretandoli a suo uso e consumo. In particolare, Gabriele D’Annunzio riprese il concetto del superuomo intendendolo come libertà di dare sfogo al suo vitalismo, mettendo da parte la classe dominante, la borghesia.
Per ulteriori approfondimenti sulla filosofia di Friedrich Nietzsche vedi anche qua
Il ruolo di Gabriele D’Annunzio nella politica
Dopo essersi interessato alla politica e aver fatto parte sia dello schieramento di destra, sia dello schieramento di sinistra, Gabriele D’Annunzio si arruolò volontario quando scoppiò la Prima guerra mondiale. Lo scrittore attirò l'attenzione su di sé con due imprese la “beffa di Buccari” e il volo su Vienna.
La beffa di Buccari è stata condotta dai MASS ed è stata un'incursione militare contro la flotta navale austriaca. Invece, durante il volo su Vienna sono stati gettati migliaia di volantini tricolori sui quali era scritta una poesia che spiegava l'impresa italiana.
Nel dopoguerra, Gabriele D’Annunzio si fece interprete dei rancori per la “vittoria mutilata”. È morto nel 1938, dopo aver trasformato la villa di Gardone in un mausoleo chiamato da lui stesso il “Vittoriale degli Italiani”.
Per ulteriori approfondimenti sulla vita di Gabriele D’Annunzio vedi anche qua
Le principali opere di Gabriele D’Annunzio
Gabriele D’Annunzio ha una vasta produzione letteraria, che comprende sia opere poetiche sia opere in prosa sia opere teatrali.
Dopo l’esordio con “Primo vere”, Gabriele D’Annunzio scrisse molte altre opere poetiche, tra le quali ricordiamo:
- ”Canto novo”;
- “Elegie romane”;
- “Laudi del cielo, della terra, del mare e degli eroi”;
- “Elettra”;
- “Alcyone”;
- “Merope”;
- “Asterope”.
Gabriele D’Annunzio vanta anche una vasta produzione teatrale, alla quale si avvicinò grazie all’influenza dell’attrice Eleonora Duse, che divenne in seguito una sua compagna. Tra le opere teatrali dannunziane ricordiamo: “Il Sogno di un mattino di primavera e Sogno d'un tramonto d'autunno”; “La città morta”; “Il martirio di San Sebastiano”; “La crociata degli innocenti”; “La figlia di Iorio”.
I romanzi e le raccolte di racconti comprendono:
- “Terra vergine”, che è stato pubblicato nel 1882;
- “San Pantaleone”, che è stato pubblicato nel 1886;
- “Le novelle della Pescara”, che è stato pubblicato tra il 1884 e il 1886;
- “Il piacere”, pubblicato nel 1889;
- “L’innocente”, pubblicato nel 1892;
- “Il trionfo della morte”, che è stato pubblicato nel 1894;
- “Le vergini delle rocce”, pubblicato nel 1895;
- “Il fuoco”, che è stato pubblicato nel 1900;
- “Forse che sì forse che no”, pubblicato nel 1910
Domande da interrogazione
- Qual è il vero cognome di Gabriele D’Annunzio e perché lo ha cambiato?
- In che modo Gabriele D’Annunzio ha iniziato la sua carriera letteraria?
- Quali sono le influenze filosofiche che hanno caratterizzato la poetica di D’Annunzio?
- Quali sono state le imprese militari di D’Annunzio durante la Prima guerra mondiale?
- Quali sono alcune delle principali opere letterarie di Gabriele D’Annunzio?
Il vero cognome di Gabriele D’Annunzio è "Rapagnetta", ma ha scelto di adottare il cognome "D'Annunzio" da uno zio, ritenendolo più adatto alle sue ambizioni.
Gabriele D’Annunzio ha iniziato la sua carriera letteraria a soli sedici anni con un libretto di versi intitolato “Primo vere” e successivamente si è dedicato al giornalismo.
La poetica di D’Annunzio è stata influenzata dalle teorie di Friedrich Nietzsche, in particolare dal concetto del superuomo, che interpretava come libertà di esprimere il suo vitalismo.
Durante la Prima guerra mondiale, D’Annunzio ha partecipato alla "beffa di Buccari" e al volo su Vienna, dove furono lanciati volantini tricolori con una poesia.
Tra le principali opere di D’Annunzio ci sono "Primo vere", "Il piacere", "Il trionfo della morte", "La figlia di Iorio" e "Laudi del cielo, della terra, del mare e degli eroi".