Concetti Chiave
- I temi ricorrenti nelle opere di Eugenio Montale includono il muro come simbolo di un limite insormontabile e di prigionia.
- Il varco rappresenta l'unica speranza di superare il muro, simboleggiando un miracolo o uno spiraglio di luce.
- L'immagine della "maglia rotta nella rete" indica una possibilità di fuga, mentre l'anello simboleggia l'apertura di una catena.
- Montale utilizza il correlativo oggettivo per collegare stati emotivi umani ad oggetti fisici, evidenziando una condizione di chiusura e immobilità.
- Montale esprime una visione pessimistica della vita e scetticismo verso la poesia, distanziandosi dalla tradizione dei poeti laureati.
Indice
Il Muro e la Prigionia
Tra i temi ricorrenti nelle opere del famoso poeta Eugenio Montale, occorre fare riferimento al muro: “muraglia, che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia”.
Il muro è qualcosa di insormontabile che pone un limite e costringe alla prigionia l'uomo.
Frequente è anche il tema della frantumazione dell'io, della perdita di identità (tema già ricorrente in Italo Svevo e in Luigi Pirandello). Questo muro può essere anche lo scalcinato muro, questo perché gli ossi di seppia indicano dei detriti, allora questo muro che imprigiona l'uomo è un muro scalcinato.Il Varco e la Speranza
Altro tema di notevole rilevanza è il varco: l’unica speranza per superare questo muro è infatti il varco che simboleggia un miracolo. Occorre fare riferimento anche al tema della maglia rotta nella reta, la quale indica e sta a simboleggiare uno spiraglio di luce, una speranza. Tra i temi bisogna annoverare anche il tema dell’anello, l’anello è inteso come un anello d'una catena che si apre.
La Condizione Umana e gli Oggetti
Per indicare questa condizione di progione e di limite ci sono oggetti che la rendono bene: muro, varco, maglia, anello (si ritrova dunque la poetica degli oggetti e il correlativo oggettivo, secondo cui ad una condizione umana corrisponde un oggetto).
L'Immoto Andare e la Memoria
L’uomo vive in una condizione di chiusura, e i minuti trascorrono sempre uguali, quindi il cammino dell'uomo è definito immoto andare (ossimoro) cioè camminare senza camminare.
Neanche la memoria può essere dunque un’ancora di salvezza, perché è vero che l’infanzia è l’età privilegiata però Il ricordo non da salvezza e speranza infatti si dice che la memoria è “poca nebbia”.
Visione Pessimistica della Vita
“Spesso il male di vivere ho incontrato”
“il rivo strozzato che gorgoglia”
“l'incartocciarsi della foglia riarsa”, si fa riferimento a ciò che è secco, arso, impoverito.
“il cavallo stramazzato”, si fa riferimento a ciò che è caduto al suolo
Visione pessimistica della vita, in quanto Montale è influenzato da Schopenhauer.
La Parola Poetica e la Tradizione
Eugenio Montale non ha fiducia nella parola poetica tanto che afferma rivolgendosi al lettore: “non chiederci la parola che squadri da ogni lato l'animo nostro informe”;
“possiamo dirti solo chi non siamo, solo che cosa non vogliamo”.
C’è un’enorme distanza dai poeti laureati, cioè poeti della tradizione elevati. Qui infatti si fa riferimento alla poesia delle piccole cose (si riconosce un’estrema vicinanza a Giovanni Pascoli).
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del "muro" nelle opere di Eugenio Montale?
- Cosa simboleggia il "varco" nella poetica di Montale?
- Come viene descritta la condizione umana attraverso gli oggetti?
- Qual è la visione della vita secondo Montale?
Il "muro" rappresenta un limite insormontabile che costringe l'uomo alla prigionia e alla perdita di identità, simboleggiando una condizione di chiusura e frantumazione dell'io.
Il "varco" simboleggia l'unica speranza di superare il muro, rappresentando un miracolo e uno spiraglio di luce, come una maglia rotta nella rete o un anello che si apre.
La condizione umana è rappresentata da oggetti come il muro, il varco, la maglia e l'anello, che fungono da correlativi oggettivi per esprimere la prigionia e i limiti dell'esistenza umana.
Montale ha una visione pessimistica della vita, influenzata da Schopenhauer, evidenziata da immagini di sofferenza e decadimento come "il rivo strozzato", "la foglia riarsa" e "il cavallo stramazzato".