Concetti Chiave
- La lirica di Montale esplora il "male di vivere" attraverso immagini naturali simboliche, come il ruscello ostacolato, la foglia secca e il cavallo stremato, rappresentando la sofferenza universale.
- Il "male di vivere" è contrapposto all'unico "bene" possibile, ovvero l'indifferenza divina simboleggiata da una statua, una nuvola e un falco, elementi che suggeriscono distacco e serenità.
- Montale utilizza il correlativo oggettivo per dare un significato universale alle immagini, collegando esperienze personali a una condizione esistenziale comune a tutta l'umanità.
- La struttura della poesia, con due quartine di endecasillabi e l'uso di figure retoriche come l'anafora e l'anastrofe, accentua la dicotomia tra sofferenza e indifferenza.
- La contrapposizione fonetica tra i suoni aspri della prima quartina e quelli più fluidi della seconda sottolinea il passaggio dal malessere alla calma distaccata.
E. Montale: Spesso il male di vivere ho incontrato – parafrasi ed analisi testuale
La lirica appartiene alla raccolta Ossi di seppia. Il tema fondamentale è lè esemplificazione del male di vivere, cioè della sofferenza universale di ogni essere umano, soprattutto dell’uomo contemporaneo, e non solo del poeta (correlativo oggettivo)
Parafrasi
Indice
Parafrasi del testo
Spesso ho incontrato del sofferenza del vivere
era il ruscello che trovando un ostacolo al suo fluire gorgoglia
era la foglia accartocciata
come bruciata dal gran caldo, era il cavallo caduto a terra dalla fatica
Nella vita, non ho mai conosciuto altro bene, eccetto il miracolo
che genera la divina Indifferenza
[che si trova] nella statua immersa nella sonnolenza
Del pomeriggio [estivo], nella nuvola e nel falco che si staglia alto nel cielo.
Analisi
Analisi del male di vivere
La riflessione del poeta.sul male di vivere che attanaglia l’uomo contemporaneo si articola in due momenti:
La prima quartina è incentrata sul malessere esistenziale presente nelle situazioni quotidiane.
Montale trae alcuni esempi dalla realtà naturale, nel regno inanimato, animale e vegetale: "il rivo", "la foglia", "il cavallo", colti in un momento di precarietà e dolore, come sottolineano gli aggettivi ad essi collegati: "strozzato", "riarsa", "stramazzato": il ruscello che non può più scorrere, la foglia che si accartoccia, il cavallo che è stroncato dalla fatica. E’ la constatazione che gli aspetti più umili, quotidiani ed anche insignificanti costituiscono un male di vivere per tutti gli uomini (correlativo oggettivo) e quindi con carattere universale.
Correlativo oggettivo e simbolismo
Già titolo della raccolta Ossi di seppia è un esempio di correlativo oggettivo: gli ossi di seppia sono oggetti simbolici abbandonati su una spiaggia sotto il sole a picco evocano sensazioni di morte e di abbandono. A differenza del simbolo, il cui significato viene spiegato nel testo a cui appartiene, il correlativo oggettivo ha un significato che non viene esplicitato direttamente dall'autore. Le immagini non hanno semplicemente un valore soggettivo e quindi individuale: il poeta infatti riesce a conferire loro un significato universale (e quindi oggettivo) e a rappresentare una condizione esistenziale di tutta l’umanità
Contrapposizione tra male e bene
Nella seconda quartina, in opposizione al "male di vivere", Montale afferma che l'unico "bene" per l'uomo consiste nell'atteggiamento di "indifferenza" per tutto ciò che è segnato dal male e dal dolore.
Ai tre simboli del "male di vivere" (ruscello , foglia e cavallo) si contrappongono, in modo perfettamente simmetrico, tre esempi concreti di questa specie di "bene" (correlativi oggettivi): "la statua", "la nuvola" e il "falco": la statua si caratterizza per la sua fredda e marmorea insensibilità; la nuvola e il falco perché si levano alti al di sopra della miseria del mondo e vista l’altezza e la lontananza rispetto allo sguardo umano sembrano essere immobili. Il bene che scaturisce dalla divina Indifferenza viene definito “prodigio”, come si trattasse di una conquista talmente al di sopra delle possibilità umane da rendere l’uomo simile ad una divinità e quindi un miracolo.
Struttura e figure retoriche
Struttura e figure retoriche
La lirica si compone di due quartine di endecasillabi, tranne l'ultimo verso che è un settenario doppio o ipermetro e quindi più esteso degli altri, questo per rendere tangibile lo slancio del volo nel falco. Da notare anche due figure retoriche:: era….era = anafora che consiste nel ripetere una parola all’inizio di versi successivi per insistere sul concetto di sofferenza insito anche nelle cose pi quotidiane
“Bene non seppi, fuori del prodigio” = anastrofe, cioè l’ordine abituale delle parole viene capovolto
Dal punto di vista fonetico, nella poesia è presente la contrapposizione tra i versi chiari quasi discorsivi della seconda quartina (in sintonia con l’immagine dell’indifferenza e del distacco) e i suoni invece più aspri della prima quartina (in sintonia con l’immagine aspra del mal di vivere) qual r+ consonante, ss, zz, str
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale della lirica "Spesso il male di vivere ho incontrato"?
- Come viene rappresentato il male di vivere nella prima quartina?
- Cosa si intende per "correlativo oggettivo" nel contesto della poesia?
- Qual è l'unico "bene" contrapposto al male di vivere secondo Montale?
- Quali figure retoriche sono utilizzate nella lirica e qual è il loro effetto?
Il tema principale è l'esemplificazione del male di vivere, ovvero la sofferenza universale dell'essere umano, in particolare dell'uomo contemporaneo.
Il male di vivere è rappresentato attraverso immagini naturali e quotidiane come il ruscello, la foglia e il cavallo, che simboleggiano precarietà e dolore.
Il "correlativo oggettivo" si riferisce a immagini che, pur non esplicitando direttamente il loro significato, rappresentano una condizione esistenziale universale, come gli ossi di seppia.
L'unico "bene" è l'atteggiamento di "indifferenza" verso il male e il dolore, rappresentato da simboli come la statua, la nuvola e il falco.
Sono utilizzate l'anafora e l'anastrofe, che enfatizzano la sofferenza e il distacco, mentre la contrapposizione fonetica tra le quartine sottolinea il contrasto tra male e bene.