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Concetti Chiave

  • Il poema "Spesso il male di vivere ho incontrato" di Eugenio Montale è un esempio di correlativo oggettivo, dove la parola è legata agli oggetti che nomina.
  • Montale utilizza elementi naturali per rappresentare il "male di vivere", identificandolo con oggetti materiali che simboleggiano dolore e sofferenza.
  • Il poeta descrive il "male di vivere" attraverso immagini del regno minerale, vegetale e animale, come il rivo strozzato, la foglia riarsa e il cavallo stramazzato.
  • L'indifferenza, opposta al male di vivere, è vista come divina e rappresentata da immagini come la statua, la nuvola e il falco, simboleggiando un distacco dalla miseria.
  • Montale esprime sfiducia nella poesia, riflettendo il contesto storico della dittatura fascista e il senso di impotenza degli intellettuali del tempo.

Indice

  1. Il Correlativo Oggettivo di Montale
  2. Il Male di Vivere nella Natura
  3. L'Indifferenza Divina
  4. La Sfiducia nella Poesia

Il Correlativo Oggettivo di Montale

Il componimento “Spesso il male di vivere ho incontrato”, tratto dalla raccolta “Ossi di seppia”, rappresenta il perfetto esempio del correlativo oggettivo, ossia del rapporto che la parola stabilisce con gli oggetti da essa nominati.

I singoli oggetti rappresentano per Montale il doppio di un concetto, di un’idea, di uno stato d’animo; in questo caso per la descrizione del male di vivere, il poeta adotta proprio degli elementi del mondo naturale.

Il Male di Vivere nella Natura

Infatti, il «male di vivere» si identifica direttamente con le cose materiali che lo rappresentano, nei quali si rivelano il dolore e la sofferenza.

Esso è colto nella natura, in modo particolare attraverso tre esempi tratti rispettivamente dal regno minerale, dal regno vegetale e dal regno animale:

«Il rivo strozzato che gorgoglia»

«L’incartocciarsi della foglia riarsa»

«Il cavallo stramazzato»

L'Indifferenza Divina

In opposizione al male di vivere, che si manifesta negli aspetti più comuni della natura (rivo strozzato, foglia riarsa, cavallo stramazzato), vi è l’indifferenza, che viene considerata divina, questo perché essa è propria della divinità, che è dunque decisamente lontana dalla miseria del mondo.

Secondo Eugenio Montale l’indifferenza rappresenta l’unica alternativa alla sofferenza che tormenta tutti gli esseri e che si manifesta nelle cose più comuni. Anche in questo caso compare la poetica degli oggetti, infatti ci sono tre immagini che sono il “correlativo” tangibile dell’indifferenza: la statua per via della sua fredda e marmorea sensibilità; la nuvola e il falco, questo perchè essi si trovano in alto, staccati dalla miseria del mondo.

(La poetica degli oggetti e la poetica del correlativo oggettivo rimandando all’autore inglese ELIOT, con il quale ci sono vari punti in comune).

La Sfiducia nella Poesia

Il tema centrale del componimento è l’arsura dei sentimenti del mondo interiore, allora la poesia non può trasmettere un messaggio positivo, motivo per cui Eugenio Montale non ha fiducia nella poesia, questa sfiducia nella poesia va storicizzata, in quanto il contesto è rappresentato dalla dittatura fascista, e il conseguente senso di impotenza degli intellettuali, che non possono che rifugiarsi nella solitudine. (a differenza dei simbolisti e di Giuseppe Ungaretti che vedevano nella parola la possibilità di svelare i segreti delle cose).

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del "correlativo oggettivo" nel contesto della poesia di Montale?
  2. Il "correlativo oggettivo" in Montale rappresenta il legame tra le parole e gli oggetti che esse nominano, utilizzato per esprimere concetti, idee o stati d'animo, come il male di vivere attraverso elementi naturali.

  3. Come si manifesta il "male di vivere" nella natura secondo Montale?
  4. Il "male di vivere" si manifesta attraverso oggetti naturali che rappresentano dolore e sofferenza, come il rivo strozzato, la foglia riarsa e il cavallo stramazzato, simboli tratti dai regni minerale, vegetale e animale.

  5. Perché Montale esprime sfiducia nella poesia?
  6. Montale esprime sfiducia nella poesia perché, nel contesto della dittatura fascista, la poesia non può trasmettere un messaggio positivo e gli intellettuali si sentono impotenti, rifugiandosi nella solitudine.

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