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Concetti Chiave

  • La prima raccolta di Montale, "Ossi di seppia" (1925), utilizza un paesaggio costiero per esprimere il "male di vivere", combinando tradizione poetica e linguaggio prosaico.
  • La tecnica del correlativo oggettivo, simile a quella di T.S. Eliot, associa oggetti e paesaggi a emozioni, evidenziata anche in "Le occasioni" (1939).
  • In "Le occasioni", l'ambientazione si sposta al paesaggio fiorentino, con elementi simbolici come il girasole e la figura angelicata di Clizia.
  • Lo stile di Montale diventa più enigmatico e criptico, con influenze ermetiche, mentre esplora il tema del ricordo senza idealizzare il passato.
  • "La bufera e altro" (1956) riflette la guerra come metafora, accentuando il pessimismo senza lasciarsi condizionare dalla transitorietà del conflitto.

Indice

  1. La nascita di Ossi di seppia
  2. Il linguaggio innovativo di Montale
  3. Le occasioni e il paesaggio toscano
  4. La bufera e altro: metafora della guerra

La nascita di Ossi di seppia

La prima raccolta di liriche fu pubblicata nel 1925, anche se 3 anni prima era uscita una piccola serie di testi poetici che recava il titolo di "Accordi", ricordando la predilezione di Montale per il mondo della musica e del canto. Il titolo della raccolta, Ossi di seppia, simboleggia la condizione esistenziale dell'uomo attraverso un'immagine scarnificata e desolante che richiama il paesaggio costiero delle cinque terre.

Proprio l'ambientazione marina, assolata e pomeridiana rappresenta quasi un cliché delle poesie di tale raccolta. Si tratta di un paesaggio anti-naturalistico e connotativo che spesso rappresenta una icastica allegoria del "male di vivere" che è, a sua volta,una delle tematiche principali del primo Montale.

Il linguaggio innovativo di Montale

Innovativo appare il linguaggio in cui gli echi della tradizione poetica italiana convivono con termini che abbassano il livello e il tono della sintassi anche perchè Montale, inizialmente, guarda con grande ammirazione al poeta crepuscolare Guido Gozzano, capace di "far cozzare l'aulico con il prosaico". Molto utilizzata è la tecnica del correlativo oggettivo che avvicina sorprendentemente i risultati di Montale a quelli ottenuti nello stesso periododa Thomas Stearn Elliot, autore del poemetto " The Waste Land". Tale metodo permette di associare ai diversi oggetti ed immagini che popolano i paesaggi descritti dal poeta a delle emozioni o sentimenti.

Le occasioni e il paesaggio toscano

Si tratta di un elemento che ritroveremo in "Le occasioni", pubblicate nel 1939 in cui, se è possibile, poetica oggettuale diventa ancora più inesistente. In tale opera si assiste ad un passaggio dal paesaggio scosceso ed aspro della Riviera di Ponente alla campagna toscana dal momento che Montale negli anni '30 vivrà a Firenze dove ricoprirà l'incarico di direttore dello storico gabinetto Viesseux e frequenterà il bar delle Giube Rosse all'interno del quale saranno soliti incontrarsi grandi intellettuali del tempo( poeti ermetici, Saba, Gadda...). Legata al paesaggio fiorentino è l'immagine del girasole che rinvia al mito di Apollo, protettore dei poeti, e alla figura di Clizia, il nome con cui il poeta designa Irma Brandeis, una dantista americana di origine ebraica. Proprio la donna rappresenterà un'ancora di salvezza per il poeta, assumendo quà e là i connotati di una figura angelicata prossima alla tradizione stilnovistica e petrarchesca. Quanto allo stile, è opportuno rilevare come il lessico diventi sempre più enigmatico e criptico, tanto che molti critici superficiali hanno ravvisato delle analogie tra il Montale de "Le occasioni" e la coeva poesia ermetica. Al centro della raccolta si ritrova il tema del ricordo che richiama il motivo della rimembranza leopardiana. Il recupero della memoria , tuttavia, non è nè agevole nè fecondo di piaceri in quanto Montale non crede nella possibilità di un recupero proustiano di un tempo perduto, ne ritiene che il passato, come in Leopardi, possa dedurre piacevoli sensazioni evocative.

La bufera e altro: metafora della guerra

La terza raccolta, La bufera e altro, comparve soltanto nel 1956, ma già negli anni del secondo conflitto mondiale il poeta aveva elaborato gran parte dei testi inclusi nell'opera finale. Montale affermerà che molte poesie non vennero pubblicate se non clandestinamente ai tempi della guerra, non perchè contenessero esplicite posizioni di contrasto al regime vigente, ma per motivi di opportunità. La bufera del titolo è metafora della guerra: lo scontro armato vero e proprio , quindi, non viene mai descritto in presa diretta, anche se molti componimenti furono realizzati nel periodo bellico e pubblicati nel '43 a Lugano da Gianfranco Contini. Se, per quanto concerne lo stile, non avvertiamo profonde differenze con le raccolte precedenti, sul piano del contenuto si riscontra un'accentuazione della tendenza pessimistica ma Montale, in una celebre intervista, affermò che la guerra, trattandosi di un avvenimento transitorio, non poteva condizionare più di tanto la felicità o infelicità dell'artista che rappresenta qualcosa di assoluto e atemporale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del titolo "Ossi di seppia"?
  2. Il titolo "Ossi di seppia" simboleggia la condizione esistenziale dell'uomo attraverso un'immagine scarnificata e desolante, richiamando il paesaggio costiero delle cinque terre e rappresentando il "male di vivere".

  3. In che modo Montale ha innovato il linguaggio poetico?
  4. Montale ha innovato il linguaggio poetico combinando echi della tradizione italiana con termini che abbassano il livello e il tono della sintassi, utilizzando la tecnica del correlativo oggettivo per associare oggetti e immagini a emozioni o sentimenti.

  5. Qual è il ruolo del paesaggio toscano in "Le occasioni"?
  6. In "Le occasioni", il paesaggio toscano rappresenta un passaggio dal paesaggio della Riviera di Ponente alla campagna toscana, con l'immagine del girasole legata al mito di Apollo e alla figura di Clizia, simbolo di salvezza per il poeta.

  7. Come viene rappresentata la guerra in "La bufera e altro"?
  8. In "La bufera e altro", la guerra è rappresentata metaforicamente come una bufera, senza descrizioni dirette dello scontro armato, con un'accentuazione della tendenza pessimistica nei contenuti.

  9. Qual è la visione di Montale sulla memoria e il ricordo in "Le occasioni"?
  10. Montale non crede nella possibilità di un recupero proustiano del tempo perduto e ritiene che il passato non possa evocare piacevoli sensazioni, differenziandosi dalla rimembranza leopardiana.

Domande e risposte

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