Concetti Chiave
- Eugenio Montale, nato nel 1896, ha avuto un'adolescenza difficile a causa di problemi di salute e ha partecipato alla guerra come ufficiale di fanteria.
- Montale è stato redattore del "Corriere della Sera" e riconosciuto per il suo contributo alla cultura, divenendo senatore a vita e vincendo il Premio Nobel per la letteratura nel 1975.
- La sua poesia si distingue per l'uso del "correlativo-oggettivo", rappresentando oggetti reali come simboli del destino umano, spesso con una forte concentrazione formale.
- Montale ha evoluto il suo stile dalle influenze simboliste a un allegorismo umanistico e cristiano, riflettendo sulle sofferenze e la salvezza individuale e collettiva.
- Le sue opere, come "Ossi di seppia" e "La bufera e altro", esprimono una visione negativa della vita, utilizzando un linguaggio essenziale e preciso, ricco di riferimenti tradizionali e dialettali.
Indice
Infanzia e carriera di Montale
Nasce nel 1896 da una famiglia agiata e per problemi di salute ebbe un'adolescenza difficile che non gli permise gli studi regolari.
Partecipa a delle operazioni di guerra come ufficiale di fanteria e dopo qualche anno firma il manifesto degli intellettuali antifascisti.
Successivamente verrà assunto come redattore del “Corriere della Sera” e riconosciuto come esempio di cultura, civiltà e discrezione, nel '67 viene nominato senatore a vita e nel '75 riceve il premio Nobel per la letteratura. Muore nel 1981.
Montale e la poesia internazionale
Visse distaccato dalla società borghese: per questo i suoi studi furono motivati da interessi personali e non dall'appartenenza a una scuola, permettendo a Montale di aprirsi verso una dimensione internazionale ampliata agli aspetti della letteratura e del pensiero europei che mancavano al clima italiano. Si avvicinò anche alla poesia francese, come ad Eliot e Pound. Questo gli permise di comprendere gli autori italiani come Saba e Svevo, disprezzati dalla critica.
Influenze letterarie e poetiche
Il primo autore italiano che “attraversa” è D'Annunzio, al quale rovescia il linguaggio e la tendenza al sublime, Leopardi invece rappresenta il maestro di un pensiero negativo che egli sente proprio; si confronterà anche con Foscolo, Dante e Petrarca.
Secondo Montale il rischio per la poesia è quello di diventare pesante perché piena di parole, suoni, immagini: reagisce rifacendosi a una poesia tradizionale non realistica e non romantica, che definisce metafisica e che ha in Baudelaire il suo caposcuola.
Tecnica poetica e stile di Montale
Questa tecnica poetica, molto evidente in Occasioni e Bufera, è stata definita “correlativo-oggettivo” e consiste nel rappresentare gli oggetti della realtà concreta come emblemi del destino dell'uomo e della sua condizione esistenziale, presentando una forte concentrazione formale e a volte a un'oscurità di significato che lo assocerà, erroneamente, agli ermetici.
Evoluzione stilistica e tematica
Per comprendere la poesia di Montale è richiesta al lettore una conoscenza dell'ambiente storico e culturale del periodo poichè egli tende, fin dalle origini, a specificarsi nella forma giudicante ed esplicativa dell'allegoria. Il suo stile nelle prime tre raccolte evolve dal simbolismo (Ossi di seppia) all'allegorismo umanistico (Occasioni -> possibile salvezza individuale del poeta e dei pochi che sono in grado di riconoscere il valore incarnato da Clizia, la donna angelo) a un allegorismo religioso e cristiano (Bufera -> 2GM, le sofferenze della guerra fredda -> salvezza “per tutti” come il messaggio cristiano del quale la donna diventa portatrice). Nelle poesie successive Montale perderà la speranza di potersi salvare, fino ad arrivare a non averla più.
Confronto con D'Annunzio e linguaggio
Nella raccolta Ossi di Seppia il confronto con D'Annunzio si risolve nel rifiuto di qualsiasi esaltazione supero mistica, si ha la ricerca di un linguaggio essenziale aperto a termini di uso tecnico. Si è alla ricerca di un nuovo stile personale, di tradizione/innovazione.
La poetica dell'oggetto
La poetica dell'oggetto che si vede in Bufera e Occasioni comporta che la parola che lo descrive non possa essere vaga ma debba essere estremamente precisa e siccome ogni poesia rappresenta un oggetto questo deve essere unico e irripetibile. Il linguaggio possiede una ricchezza e un'articolazione che rendono le sue poesie uniche nel Novecento con termini presi dalla tradizione italiana (Dante) e si trovano accanto termini anche in dialetto ligure.
Concezione negativa della vita
Spesso il male di vivere ho incontrato (Ossi di seppia): il poeta ha una concezione negativa della vita e della poesia, può solo riportare i fatti che avvengono, senza offrire nessuna soluzione esistenziale definitiva. Il linguaggio è scarno ed essenziale.
La bufera e significati esistenziali
La bufera (La bufera e altro): rivolgendosi a Clizia ovvero Irma Brandeis, il poeta descrive una tempesta primaverile facendo assumere significati esistenziali e metafisici alle parole, rallentando verso la fine della poesia. E' presente un continuo alternare di sensazioni. Tratta di guerra ma anche di disagio sentimentale per la donna che lo ha abbandonato.
Domande da interrogazione
- Quali sono stati i principali eventi della vita di Montale che hanno influenzato la sua carriera?
- Come si è sviluppata la poetica di Montale in relazione alla poesia internazionale?
- Quali sono le influenze letterarie principali nella poesia di Montale?
- In che modo Montale utilizza la tecnica del "correlativo-oggettivo" nella sua poesia?
- Qual è la concezione della vita espressa da Montale nelle sue poesie?
Montale nacque nel 1896 in una famiglia agiata, ebbe un'adolescenza difficile a causa di problemi di salute e partecipò alla guerra come ufficiale di fanteria. Firmò il manifesto degli intellettuali antifascisti, lavorò come redattore per il "Corriere della Sera", fu nominato senatore a vita nel 1967 e ricevette il premio Nobel per la letteratura nel 1975.
Montale si distaccò dalla società borghese e si aprì a una dimensione internazionale, influenzato dalla letteratura e dal pensiero europei. Si avvicinò alla poesia francese e agli autori come Eliot e Pound, il che gli permise di comprendere meglio autori italiani come Saba e Svevo.
Montale fu influenzato da D'Annunzio, Leopardi, Foscolo, Dante e Petrarca. Rifiutò il linguaggio sublime di D'Annunzio e si ispirò al pensiero negativo di Leopardi, mentre la sua poesia si rifà a una tradizione metafisica con Baudelaire come caposcuola.
Montale utilizza il "correlativo-oggettivo" per rappresentare gli oggetti della realtà concreta come emblemi del destino umano e della condizione esistenziale, con una forte concentrazione formale e a volte oscurità di significato, che lo ha erroneamente associato agli ermetici.
Montale ha una concezione negativa della vita, come espresso in "Ossi di seppia", dove il male di vivere è un tema ricorrente. La sua poesia riporta i fatti senza offrire soluzioni esistenziali definitive, utilizzando un linguaggio scarno ed essenziale.