Anna___04
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Concetti Chiave

  • Giovanni Boccaccio nasce a Certaldo nel 1313 e si trasferisce a Napoli nel 1327, dove viene influenzato dalla vita borghese e dalla letteratura cortese e classica.
  • Il fallimento dell'azienda paterna riporta Boccaccio a Firenze nel 1340, influenzando il suo lavoro più celebre, il Decameron, con l'esperienza della peste del 1348.
  • Boccaccio stringe amicizia con Francesco Petrarca, che lo spinge verso una letteratura più solenne e raffinata.
  • Dopo una crisi religiosa, Boccaccio si ritira a Certaldo, dove vive una vita solitaria, ma riprende poi i contatti con il circolo umanistico fiorentino.
  • Boccaccio muore a Certaldo nel 1375, dopo un'esistenza segnata da alti e bassi, influenze letterarie e amicizie significative.

Indice

  1. Giovanni Boccaccio e Napoli
  2. Ritorno a Firenze e la peste
  3. Amicizia con Petrarca e crisi religiosa

Giovanni Boccaccio e Napoli

Giovanni Boccaccio nasce a Certaldo nel 1313. Figlio di mercante, nel 1327 si reca a Napoli in seguito a necessità lavorative del padre ed entra in contatto con la borghesia e la vita agiata napoletana. In questo contesto sviluppa una vocazione per la letteratura cortese e classica. Oltre allo studio dei classici Boccaccio nutre una stima per i poeti stilnovisti e per Francesco Petrarca.

L’influenza petrarchesca, infatti, significa per Boccaccio una formazione eterogenea e composita.

Ritorno a Firenze e la peste

Il fallimento dell’azienda paterna obbliga Boccaccio ad abbandonare l’agiatezza e la borghesia napoletana e a fare ritorno a Firenze nel 1340. Nel 1348 vive l’esperienza dell’epidemia di peste, che sarà inserita nella sua opera più importante: il Decameron.

Amicizia con Petrarca e crisi religiosa

Negli ultimi anni della sua vita ha dei contatti con Petrarca, con cui stringe una forte amicizia. Ciò porta il poeta a coltivare un tipo di letteratura più solenne e raffinato.

Dopo essere divenuto chierico, una crisi religiosa lo porta a vedersi preclusa la possibilità di partecipare alla vita politica. Per questo motivo fa ritorno a Certaldo, la sua città natale, dove trascorre una vita appartata e solitaria. Dopo aver riconquistato la possibilità di partecipare alla vita pubblica ha dei contatti con il circolo Umanistico fiorentino. Muore a Certaldo nel 1375.

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