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Concetti Chiave

  • Il primo Novecento è caratterizzato dalla seconda rivoluzione industriale e dalla politica imperialista, culminando nella prima guerra mondiale e in un desiderio artistico di rottura con il passato.
  • Le avanguardie artistiche (1904-1920) negano la tradizione e si concentrano su un'arte soggettiva e provocatoria, con movimenti come Espressionismo, Futurismo, Dadaismo e Surrealismo.
  • In Italia, il Futurismo è l'unico movimento d'avanguardia, fondato a Milano da Marinetti, enfatizzando la modernità, la velocità e una rottura con le istituzioni culturali tradizionali.
  • Il Modernismo, correlato alle avanguardie, cerca un rinnovamento consapevole senza abbandonare completamente le tradizioni, con autori come Ungaretti e Montale che introducono nuovi temi e tecniche.
  • Il Manifesto del Futurismo di Marinetti, pubblicato nel 1909, promuove la modernità, la tecnologia e la velocità, proponendo una radicale distruzione della tradizione e un linguaggio letterario innovativo.

Indice

  1. L'inizio del Novecento e le avanguardie
  2. L'Italia e l'età Giolittiana
  3. Le avanguardie artistiche e culturali
  4. Il futurismo e Marinetti
  5. Marinetti e il manifesto del futurismo
  6. Il manifesto del futurismo
  7. La poesia di Guido Gozzano

L'inizio del Novecento e le avanguardie

Il primo Novecento si apre con la seconda rivoluzione industriale ed è caratterizzato dalla politica imperialista degli Stati europei. Le tensioni tra gli Stati esplodono nella prima guerra mondiale. Al termine del conflitto la situazione è ancora instabile. L’arte esprime un desiderio di rottura con il passato che prende due direzioni: da una parte, tra il 1904 e il 1920, si sviluppano le avanguardie; dall'altra si afferma una tendenza più ampia: il Modernismo. La seconda rivoluzione industriale si sviluppa in Occidente fra il 1895 il 1913.

L'Italia e l'età Giolittiana

Anche l'Italia entra in una fase di decollo industriale. Nasce in questo periodo, anche nel nostro paese, una moderna società di massa; il momento di svolta in tal senso si ha con il governo Zanardelli-Giolitti (1901 1903). Comincia l'età Giolittiana che caratterizza quasi tutto il primo quindicennio del secolo, sino allo scoppio della guerra europea nel 1914. La prima guerra mondiale è il prodotto delle contraddizioni fra le diverse potenze imperialistiche. L'imperialismo era nato negli anni 70 dell'ottocento come politica espansionistica. All'inizio del 900, alla competizione coloniale in Africa, Asia e America si aggiunse quella in Europa scatenando, così, la guerra del 1914 1918. L'imperialismo e la guerra coinvolgono tutto il pianeta e creano una pesante situazione di instabilità, di crisi economica, sociale e demografica. Il 1903 è l'anno in cui Giolitti diviene capo del governo e da avvio a quella politica democratica di massa che contribuisce a trasformare profondamente la società civile italiana. Il 1903 è una data importante anche per la letteratura del nostro paese: in questo anno nascono le riviste Leonardo e il Regno, che segnano la prima affermazione dei giovani della nuova generazione.

Le avanguardie artistiche e culturali

In campo artistico, il periodo che va dal 1904 al 1920 è quello delle avanguardie. Le avanguardie sono movimenti intellettuali e culturali nati in Europa in risposta ai movimenti del Decadentismo e del Naturalismo con lo scopo di ricercare una nuova arte. Esse nascono da una profonda esigenza di rinnovamento culturale. Gli artisti d'avanguardia *negano la tradizione*, la memoria, il gusto e soprattutto i valori della società di massa. Sostenevano invece un'arte che esprimesse l'inconscio, *la rottura col passato e l'accelerazione verso la modernità. I principali movimenti d’avanguardia furono: l'Espressionismo, il Futurismo, il Dadaismo, il Surrealismo. I caratteri comuni della cultura delle avanguardie sono:

- rifiuto di Naturalismo e Decadentismo, cioè la volontà di rompere con la tradizione ottocentesca;

- la concezione dell’arte come di qualcosa che non deve e non può rispecchiare la realtà, in quanto non esiste una realtà oggettiva; la creazione artistica si focalizza sulla soggettività e sceglie la provocazione come mezzo di rinnovamento;

- la vecchia concezione di arte prodotta da una sola persona viene annullata dalla nuova concezione di arte come attività di gruppo; l’arte diventa attività totale, che rifiuta di considerarsi attività “separata;

- l’attività artistica delle avanguardie diventa internazionale e interartistica, raggruppa, cioè, autori di diversi paesi di tutte le arti, dalla pittura al teatro, dal cinema e dalla musica alla letteratura;

- lo scrittore d’avanguardia critica il mercato culturale rendendolo colpevole di aver trasformato l’opera d’arte in merce; l’opera avanguardista deve risultare poco comprensibile, quasi illeggibile e deve avere un intento dichiaratamente provocatorio.

In Italia nasce e si sviluppa un solo movimento d'avanguardia, sorto a Milano: il futurismo. La tendenza alle avanguardie è però evidente nei crepuscolari e nei vociani. I poeti crepuscolari nascono in contrapposizione a D’Annunzio, sono disgustati dalla sua figura e dalla sua poesia e per porsi in contrasto con lui, riportano scene di vita quotidiana in provincia. Il termine crepuscolarismo accomuna una serie di poeti che non formano una scuola unitaria ma che esprimono un medesimo gusto malinconico. I crepuscolari introducono nuovi temi e nuovi registri espressivi segnati da un lessico basso e colloquiale. Portano sulla scena nuovi paesaggi, nuovi personaggi e nuovi oggetti. Questi oggetti non vengono innalzati a simboli, ma colti con un distacco ironico e una nota di umorismo. Ai contenuti nobili della tradizione contrappongono gli oggetti umili della vita quotidiana. Il poeta crepuscolare è isolato e emarginato rispetto alla società borghese e il pubblico ha quindi un atteggiamento di indifferenza nei sui confronti. Gli scrittori vociani si chiamavano così perché gravitano intorno alla rivista culturale fiorentina “La Voce”, diretta da Prezzolini dal 1908 al 1914. Anche loro condividono alcuni tratti comuni:

- il moralismo;

- il rifiuto delle forme tradizionali

- la tendenza all’espressionismo.

I narratori vociani avvertono fortemente il bisogno di una espressione immediata della soggettività; ciò li porta a rifiutare i generi letterari del romanzo e della novella per adottare il genere del frammento, in cui prosa e poesia si fondono. Il frammento diventa la forma privilegiata dei vociani dove si mescolano momenti lirici e riflessivi. Lo stile del frammento è denso e carico di espressionismo. I maggiori poeti vociani sono:

Le avanguardie rientrano nel modernismo. Il Modernismo è una tendenza letteraria che si afferma nei primi trent’anni del Novecento e include le attività di coloro che sentivano le forme tradizionali di arte, architettura, letteratura, filosofia, fede religiosa come obsolete rispetto al nuovo ambiente economico, sociale e politico cambiato con la seconda rivoluzione industriale e con la prima guerra mondiale. Quindi, il Modernismo copre un'area cronologica di quasi quarant'anni, collocata tra il Decadentismo e il Neorealismo; in Italia troviamo importanti poeti modernisti come

Pur condividendo lo stesso clima culturale delle avanguardie, questi scrittori non perseguono una rottura drastica con la tradizione del passato, ma mirano a un rinnovamento consapevole della propria funzione. Inoltre, mentre gli autori delle avanguardie fanno gruppo e scrivono manifesti comuni, gli scrittori modernisti seguono traiettorie individuali. Gli autori modernisti, anche se lavorano in maniera isolata, si attengono ad alcuni principi comuni che mirano a trasformare i contenuti e le forme tradizionali senza però rifiutarle completamente. Questo rinnovamento presenta alcuni elementi costanti:

1. i modernisti si oppongono al vecchio mandato sociale dell’intellettuale, cioè l’immagine tradizionale dell’artista con l’ “aureola”;

2. un nuovo rapporto con la verità elaborando un'immagine della realtà fortemente innovativa, soggettiva e non oggettiva;

3. il rinnovamento di un repertorio tematico, narrativo e poetico; nella letteratura modernista entrano nuovi temi, come la scissione dell’io e la rappresentazione della vita quotidiana.

4. una nuova percezione dei concetti di tempo e di spazio;

5. l’utilizzo dei procedimenti della psicoanalisi, entrati con forza anche grazie agli studi di Freud;

6. la descrizione dei personaggi senza qualità, lontanissimi dagli eroi descritti nel secolo precedente;

7. la ricerca di nuove tecniche di scrittura; ad esempio, nella narrativa le trame non sono lineari e presentano, spesso, un finale aperto. Il narratore, spesso, è interno alla vicenda raccontata ed è inattendibile perché mescola verità e menzogna.

Il futurismo e Marinetti

Marinetti e il manifesto del futurismo

Il Futurismo fu un movimento d’avanguardia italiano e venne fondato nel 1909 a Parigi da Filippo Tommaso Marinetti, quando pubblica il “primo Manifesto del Futurismo” sul giornale francese Figaro, affermando la necessità di abolire i musei, le accademie e le biblioteche, in quanto istituzioni che intendono salvaguardare i valori della tradizione e del passato. La nuova arte deve partire dal presente, dalla realtà industriale, dalla vita della grande città moderna, deve capire di esaltare la bellezza della velocità e della macchina. Il Futurismo si può dividere in tre fasi:

1. la prima fase va dal 1909 al 1912. In essa è ancora molto forte l'influenza del Simbolismo e la parola d'ordine e quella del verso libero;

2. una seconda fase del movimento va dal 1912 al 1915 ed è segnata da una serie di manifesti che pongono l'accento sul rivoluzionamento delle tecniche espressive e sulla proposta di un nuovo tipo d'uomo, del tutto meccanizzato. La svolta avviene con il Manifesto tecnico della letteratura futurista del 1912;

3. già all'avvicinarsi della prima guerra mondiale si apre una terza fase del Futurismo che va dal 1915 al 1920.

I futuristi vedono nella guerra un modo positivo di promuovere l'invenzione di nuove macchine, di selezionare i popoli e le narrazioni più forti. Subito dopo la guerra i futuristi si organizzano in partito politico, oscillando tra posizioni anarchiche, democratiche, antimonarchiche, ma la maggior parte dei futuristi aderì al fascismo sostenendone le tendenze violente. Il Futurismo, come tutte le altre avanguardie del Novecento, sottopone a critica l’arte: l’arte umanistica lascia il posto ad un’arte omogenea alla nuova società industriale. Pertanto, i futuristi propongono di abolire gli insegnamenti classici nelle scuole, o addirittura di abolire le scuole stesse. La personalità centrale del Futurismo italiano è Filippo Tommaso Marinetti. Nato ad Alessandria d’Egitto nel 1876 da una ricca famiglia di origine ligure; compie gli studi superiori tra Parigi e Genova, dove si laurea in Legge. Vive tra Parigi e Milano e si impegna per la diffusione del Futurismo elaborando numerosi programmi e manifesti, e organizzando mostre. Nel 1909 pubblica il Manifesto del Futurismo. Partecipa alla prima guerra mondiale e, poi, aderisce al movimento fascista, dal quale riceve la nomina di accademico d’Italia.

Il manifesto del futurismo

Questo manifesto steso da Marinetti e apparso in francese sul “Figaro” il 20 febbraio 1909, fu poi presentato in italiano sulla rivista “Poesia”. Il Manifesto del futurismo stila in tredici punti i principi generali e l’ideologia del movimento. È incentrato sull’esaltazione della modernità, dell’industrializzazione, della macchina, della tecnologia e delle rivoluzioni urbane. Allo stesso modo, illustra un’ideologia improntata allo spirito critico-negativo di Nietzsche che celebra gli istinti, i giovani, l’amore per la guerra, l’aggressività.

Sul piano culturale ed artistico, se da un lato si celebra provocatoriamente la distruzione della tradizione e del passato, delle accademie, delle biblioteche e dei musei, dall’altro si afferma un nuovo criterio di bellezza, che trova le sue radici nel mondo moderno e dunque nella velocità, nella macchina, nella tecnologia. I periodi sono fatti di frasi brevi e coordinate tra loro e di affermazioni successive, prive di sviluppo logico. Si tratta di uno stile-azione, di una scrittura che riproduce il gesto violento e il tono polemico nei confronti della tradizione letteraria e artistica precedente. Marinetti mise in pratica il suo proposito rivoluzionario, l’uso del verso libero, rinnovando e stravolgendo il linguaggio letterario tradizionale. Il suo scopo era quello di creare uno stile esplosivo ed esuberante denso di allegorie, metafore, onomatopee, suoni e rumori senza alcun nesso logico. Abolendo avverbi e aggettivi, Marinetti crea un punto di rottura nella sintassi così da rendere la comunicazione più fluida e scorrevole, esaltando l’essenzialità del sostantivo, la modernità e la bellezza della velocità.

La poesia di Guido Gozzano

Pubblicata sulla “Nuova Antologia” il 16 marzo 1909, questo poemetto è uno dei testi più noti di Guido Gozzano. Esso narra l’idillio tra il poeta e una giovane donna di provincia che vive con il padre in un'antica villa, nel Canavese, una zona nord di Torino. Semplice, ingenua, priva di cultura, la signorina Felicità incarna un ideale di vita elementare e sana, lontana dal mondo dell'arte del poeta; ella si offre come una possibile alternativa all'aridità sentimentale cui Gozzano era costretto dalla formazione culturale dalla malattia. Tuttavia l'idillio sentimentale nato tra il poeta e Felicità viene bruscamente interrotto perché al poeta viene negato l'abbandono ai facili sentimenti romantici. Versi 73-84 : Felicita, nel suo aspetto quasi dimesso, non è né bella né fascinosa, ma i suoi tratti hanno la genuina compostezza delle donne nordiche ritratte in tanti quadri fiamminghi mentre si apprestano alle cure domestiche. Gozzano in questi versi fa una descrizione dettagliata di Felicita:

- i capelli biondi attorcigliati in piccolissime treccine;

- la bocca rossa e sempre con il sorriso;

- il volto con le sopracciglia appena accennate e tutto cosparso di piccole lentiggini;

- gli occhi dallo sguardo fermo e sincero, sono di un azzurro simile a quello dello stoviglie.

Versi 308-326: Il loda con tenerezza l’ignoranza della signorina Felicita che è il motivo stesso della sua spontanea e ingenua vitalità; l’aver poco studiato, il non avere problematiche di tipo filosofico è ciò che rende la signorina Felicita preferibile rispetto alle donne colte della città. L’ esaltazione dell’ignoranza viene fatta con sfumature ironiche: la signorina Felicita non solo non medita su Nietzsche, ma certamente non lo ha neanche letto; lei taglia la stoffa per farne camicie. Gozzano, in questi versi, esalta il grande filosofo tedesco dell’Ottocento Nietzsche. Gozzano si rivolge a Felicita e dice: “tu non conosci questo male che penetra in noi, la letteratura, e vivi i tuoi giorni semplici, tutta beata nelle tue occupazioni. Mi piaci e penso che tu, leggendo questi miei versi, non li comprenderai...e a me piace che tu non li comprenda”. In questi versi, quando l’autore parla di “male che s’apprende in noi” non parla solo dell'intellettualismo arido che, come una malattia, si insinua nella vita dei letterati, ma parla anche della sua malattia: la tubercolosi. Continua: “ed io non voglio più essere una persona raffinata e gelida ma voglio vivere nel tuo paese e vivere le piccole conquiste quotidiane facendo il commerciante”.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali caratteristiche delle avanguardie artistiche del primo Novecento?
  2. Le avanguardie artistiche del primo Novecento si caratterizzano per il rifiuto della tradizione, della memoria e dei valori della società di massa, esprimendo l'inconscio e la rottura col passato. Tra i movimenti principali troviamo l'Espressionismo, il Futurismo, il Dadaismo e il Surrealismo, che condividono la volontà di rompere con la tradizione ottocentesca e la concezione dell’arte come attività di gruppo, internazionale e interartistica.

  3. In che modo il Futurismo si distingue dalle altre avanguardie in Italia?
  4. Il Futurismo, unico movimento d'avanguardia nato in Italia, si distingue per la sua enfasi sulla modernità, la velocità, la macchina e la tecnologia, oltre che per la sua fase politica che lo vede avvicinarsi al fascismo. Fondato da Filippo Tommaso Marinetti, il Futurismo propone una radicale rottura con il passato e le istituzioni culturali tradizionali, come musei e accademie.

  5. Qual è l'importanza dell'anno 1903 per la cultura e la politica italiana?
  6. L'anno 1903 segna un momento cruciale per la cultura e la politica italiana, con l'inizio del governo Zanardelli-Giolitti che introduce una politica democratica di massa, trasformando profondamente la società civile italiana. Inoltre, è l'anno di nascita delle riviste Leonardo e il Regno, che rappresentano la prima affermazione dei giovani della nuova generazione letteraria.

  7. Come si relaziona il Modernismo con le avanguardie e quali sono i suoi tratti distintivi?
  8. Il Modernismo, pur condividendo il clima culturale delle avanguardie, non persegue una rottura drastica con la tradizione del passato, ma mira a un rinnovamento consapevole. I modernisti, lavorando in maniera isolata, si oppongono al vecchio mandato sociale dell’intellettuale e introducono un nuovo rapporto con la verità, un rinnovamento tematico e narrativo, e nuove tecniche di scrittura, mantenendo però alcuni legami con le forme tradizionali.

  9. Quali sono i principi espressi nel Primo manifesto del Futurismo e chi ne è l'autore?
  10. Il Primo manifesto del Futurismo, scritto da Filippo Tommaso Marinetti e pubblicato nel 1909, esprime principi di esaltazione della modernità, dell'industrializzazione, della velocità e della tecnologia, proponendo una radicale distruzione della tradizione e del passato. Marinetti, attraverso questo manifesto, propone un nuovo criterio di bellezza radicato nel mondo moderno e introduce uno stile di scrittura rivoluzionario, mirato a rinnovare il linguaggio letterario tradizionale.

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