melody_gio
Genius
7 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • L'opera "Orlando Furioso" di Ludovico Ariosto utilizza figure retoriche per evocare nuovi significati e livelli di lettura complessi, come l'adynaton che esprime situazioni impossibili da realizzare.
  • Le allitterazioni nel poema creano effetti musicali attraverso la ripetizione di suoni, come nel verso I,19 con la ripetizione del suono "S".
  • L'anafora è usata per enfatizzare concetti attraverso la ripetizione di parole all'inizio delle frasi, come nel verso XXXIV, 85 con la parola "altri".
  • L'iperbato, presente nei versi XIV, 65, inverte l'ordine delle parole per creare effetti poetici e attirare l'attenzione del lettore.
  • Figure retoriche come la litote, la metafora, la personificazione e la similitudine sono ampiamente utilizzate per esprimere giudizi, creare immagini simboliche e relazionare eventi.
In questo appunto di letteratura italiana andremo a individuare e approfondire le principali figure retoriche presenti nell’opera “Orlando furioso” di Ludovico Ariosto, il poema cavalleresco pubblicato per la prima volta dall’autore nel 1516 a Ferrara. Ispirato alle tematiche del ciclo carolingio e del ciclo bretone, il poema è composto da quarantasei canti in ottave che narrano l’amore disperato di Orlando per la principessa Angelica.
Figure retoriche nell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto articolo

Indice

  1. La pazzia di Orlando, figure retoriche
  2. Allitterazione, anafora e iperbato
  3. Litote, metafora, personificazione e similitudine

La pazzia di Orlando, figure retoriche

Come in tutti i poemi di natura cavalleresca e in generale come in tutti i testi poetici, nell’Orlando Furioso viene fatto largo uso di figure retoriche.

Quest’ultime infatti, specialmente nella composizione poetica, aiutano moltissimo ad evocare suoni e significati nuovi e originali, e a conferire al testo livelli di lettura più profondi e complessi. Andremo ora a identificare e ad approfondire alcuni esempi di figure retoriche presenti all’interno del componimento dell'”Orlando Furioso”, come ad esempio quello dell’”adynaton”, figura retorica che deriva dal greco ἀδύνατον e che significa “mancanza”, “privazione” e da δύναμαι che significa "cosa impossibile". L'”adynaton” è una figura retorica che consiste per la precisione nel citare una situazione non facile da realizzare (“che di pietà potrian fermare il sole”) per confrontarla con un'altra situazione, suscitando un parallelo iperbolico e paradossale. Ad esempio la figura retorica dell’adynaton è presente nel canto primo (I, 47) dell'Orlando Furioso, dove il testo recita:
"Stato era in campo, e inteso avea di quella
rotta crudel che dianzi ebbe re Carlo:
cercò vestigio d’Angelica bella,
né potuto avea ancora ritrovarlo.
Questa è dunque la trista e ria novella
che d'amorosa doglia fa penarlo,
affligger, lamentare e dir parole
che di pietà potrian fermare il sole."
Per ulteriori approfondimenti su Ludovico Ariosto vedi qui

Allitterazione, anafora e iperbato

Un altro esempio di figura retorica all’interno del componimento di Ariosto è ad esempio la presenza di un’allitterazione, figura retorica presente nei testi poetici che consiste nella ripetizione di uno o più suoni e lettere, che possono essere completamente uguali o simili, e trovarsi all'inizio di una o due parole successive, creando un effetto musicale di omofonia. Ad esempio nei versi I,19 troviamo la ripetizione del suono “S” (sassi, spine, saggia e ancora aspra, solinga, insopita, selvaggia):
“Tra duri sassi e folte spine gìa
Ruggiero intanto invêr la fata saggia,
di balzo in balzo, e d'una in altra via
aspra, solinga, inospita e selvaggia;
tanto ch'a gran fatica riuscia
su la fervida nona in una spiaggia
tra 'l mare e 'l monte, al mezzodì scoperta,
arsiccia, nuda, sterile e deserta.”
Altra figura retorica che ritroviamo nell'opera dell'Ariosto è senz'altro l'anafora che consiste nella ripetizione di uno o più vocaboli all'inizio delle frasi oppure di verbi successivi per dare l'idea di un determinato e specifico concetto (XXXIV, 85). In questo caso a ripetersi è la parola “altri” presente per tutta la strofa:
"Altri in mar lo perde, altri in onori,
altri in cercar, scorrendo il mar, richezze;
altri ne le speranze de' signori,
altri dietro alle magiche sciocchezze;
altri in gemme, altri in opre di pittori,
et altri in altro che più d'altro aprezze."
Altra importante figura retorica utilizzata nel poema è il cosiddetto iperbato che consiste nell'effettuare una vera e propria inversione o anche una trasposizione dell'ordine solito di una frase presente all'interno di un testo poetico come accade nei versi XIV, 65:
"e mi ritorna dove il moresco stuolo
assorda di rumor Francia e di grida."
Per ulteriori approfondimenti sull’Orlando furioso vedi qui

Litote, metafora, personificazione e similitudine

Altre figure retoriche molto diffuse sono presenti nel poema. Ad esempio la litote, che consiste nell'emettere un determinato giudizio facendo uso di una negazione o di una determinata espressione che presenta un senso contrario, come vediamo nel canto XXXI, 69:
"I cavallier, di giostra ambi maestri,
che le lance avean grosse come travi,
tali qual fur nei lor ceppi silvestri,
si dieron colpi non troppo soavi."
Nel canto X, 6 troviamo invece una metafora, figura retorica che consiste nel sostituire un termine proprio con uno di tipo figurato successivamente ad una trasposizione di immagini di tipo simbolico:
"E acciò che meglio il vero io ti denudi,
perché costor volessero far scempio
degli anni verdi miei contra ragione"
Nel canto XIV, 94 troviamo invece la personificazione, che consiste nell'attribuire determinati comportamenti umani, tratti ed anche pensieri a qualcosa che non presenta nulla di umano, come accade per lo “smemorato oblio”:
"Lo smemorato Oblio sta su la porta:
non lascia entrar, né riconosce alcuno;
non ascolta imbasciata, né riporta;
e parimente tien cacciato ognuno.
Il Silenzio va intorno, e fa la scorta:
ha le scarpe di feltro, e 'l mantel bruno;
et a quanti n'incontra, di lontano,
che non debban venir, cenna con mano."
Figure retoriche nell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto articolo
La similitudine, anch'essa contenuta all'interno del canto II, 5, consiste nel relazionare in un rapporto di somiglianza due determinati eventi o anche successioni di pensieri. Può essere introdotta o da "come" o da "così" e lo troviamo ben evidente in questi versi:
"Come soglion talor duo can mordenti,
o per invidia o per altro odio mossi,
avicinarsi digrignando i denti,
con occhi bieci e più che bracia rossi;
indi a' morsi venir, di rabbia ardenti,
con aspri ringhi e ribuffati dossi:
così alle spade e dai gridi e da l'onte
venne il Circasso e quel di Chiaramonte."
Per ulteriori approfondimenti sulle figure retoriche vedi qui

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza delle figure retoriche nell'"Orlando Furioso"?
  2. Le figure retoriche nell'"Orlando Furioso" sono fondamentali per evocare suoni e significati nuovi, conferendo al testo livelli di lettura più profondi e complessi.

  3. Cos'è l'adynaton e come viene utilizzato nell'opera di Ariosto?
  4. L'adynaton è una figura retorica che consiste nel citare una situazione impossibile per creare un parallelo iperbolico. Nell'"Orlando Furioso" è usato per esprimere situazioni paradossali, come nel canto primo.

  5. In che modo l'allitterazione contribuisce all'effetto musicale del poema?
  6. L'allitterazione, attraverso la ripetizione di suoni simili, crea un effetto musicale di omofonia, come si vede nei versi I,19 con la ripetizione del suono "S".

  7. Qual è la funzione dell'anafora nell'"Orlando Furioso"?
  8. L'anafora, attraverso la ripetizione di parole all'inizio delle frasi, sottolinea concetti specifici e crea un ritmo incalzante, come nel canto XXXIV, 85.

  9. Come vengono utilizzate la litote e la metafora nel poema?
  10. La litote esprime giudizi attraverso negazioni, mentre la metafora sostituisce termini propri con figurati, arricchendo il testo di significati simbolici, come nei canti XXXI, 69 e X, 6.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community