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Gabriele D’Annunzio: biografia, poetica e pensiero Pag. 1
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Sintesi
Questo appunto di Italiano tratta la vita e le opere di Gabriele D’Annunzio, uno dei principali esponenti dell'Estetismo italiano. Dopo una panoramica biografica, vengono trattati sinteticamente il pensiero, lo stile e la poetica dell’autore.



La biografia e le opere di Gabriele D’Annunzio


Gabriele D’Annunzio nasce a Pescara nel 1863 in una famiglia dell’agiata borghesia.
All’età di 16 anni viene pubblicata la sua prima opera, intitolata “Primo Vere”. In seguito, l’autore iniziò a lavorare come giornalista a Roma presso “La Tribuna” e divenne mediatore della cultura europea. Infatti, D’Annunzio era un grande conoscitore di autori internazionali quali:Émile Zola, Stéphane Mallarmé, Charles Pierre Baudelaire e Oscar Wilde.
Nel 1889 viene pubblicato il primo romanzo e uno dei più noti romanzi dannunziani: “Il Piacere”. Due anni dopo, lo scrittore dovette fuggire a Napoli a causa delle difficoltà economiche. In seguito, pubblicò anche altre opere, nello specifico: nel 1898 viene pubblicato il romanzo “L’Innocente”; tra il 1892 e il 1893 vengono pubblicate le raccolte poetiche “Elegie romane” e “Odi navali”.
Durante gli anni Novanta, Gabriele D’Annunzio si lega a Eleonora Duse, grazie alla quale inizierà la sua opera di scrittore teatrale. In questo periodo, l’autore scopre e studia il pensiero filosofico di Friedrich Nietzsche. L’etica del superuomo di Nietzsche influenzò notevolmente i romanzi dannunzianiIl trionfo della morte” (pubblicato nel 1894) e “Le vergini delle rocce” (pubblicato nel 1895).
In questo periodo, Gabriele D’Annunzio inizia la carriera politica, seguendo l'idea del “pensiero che si fa azione” e decide di arruolarsi con l'estrema destra. Tuttavia, l’autore mantiene un atteggiamento ambiguo: da un lato disprezza le masse, mentre dall’altro lato si pone come poeta vate con l’obiettivo di istruire le masse, di cui cerca sempre il consenso.
Negli anni successivi, Gabriele D’Annunzio pubblico anche altre opere:

  • Il fuoco”: una trasposizione in prosa delle avventure con Eleonora Duse, che è stata pubblicata nel 1900;

  • Nel 1904 pubblicò “Maya”, il primo libro delle “Laudi”;

  • Nel 1904 pubblicò l’opera teatrale “La figlia di Iorio”, che ebbe un gran successo ma che segnò la fine del rapporto con la Duse.


Nuovamente in difficoltà economiche e assediato dai creditori, nel 1910, Gabriele D’Annunzio fuggì a Parigi. Tornò in Italia per arruolarsi durante la Prima Guerra Mondiale, in quanto considerava la guerra una forza vitalistica dell’uomo. In questo periodo venne ferito ad un occhio e durante la convalescenza iniziò a scrivere un’opera in prosa lirica, il “Notturno”.
Un momento molto importante fu l’impresa di Fiume nel 1919, dopo la quale, D’Annunzio si ritirò presso il Vittoriale. Muore nel 1938.

Per approfondimenti sulle opere di D’Annunzio vedi anche qua

Il pensiero di Gabriele D’Annunzio: la vita come opera d’arte


Gabriele D’Annunzio è diventato una vera e propria icona di stile e modello di dandy italiano.
L’elemento centrale del pensiero dannunziano è l’autobiografismo decorato, legato al concetto di vita come opera d’arte. In altre parole, D’Annunzio sostiene l’esistenza di un “intimo connubio dell’arte con la vita”: la vita deve farsi arte e, contemporaneamente, l’arte deve farsi vita. Infatti, le opere dannunziane da una parte sono una trasposizione dei momenti massimi di vitalità dell’autore; dall’altra, la vita di D’Annunzio è arricchita di momenti esaltanti e di gioia di vivere.
Di seguito sono elencati gli elementi più importanti del pensiero dannunziano sotto forma di mappa concettuale, D’Annunzio:

  • Esalta il dilettantismo, vale a dire la collezione di momenti di estrema vitalità, che consentono di attribuire un valore estetico alla propria vita;

  • Sostiene il principio di ricerca del piacere, del bello;

  • Esprime un nuovo ruolo dell’arte, che diventa un valore centrale in un periodo di crisi. L’arte viene infatti considerata la nuova fonte di verità di fronte alla necessità umana di creare miti che sopperiscano alla mancanza di fede. In questa concezione, l’arte diventa un nuovo mito, esperienza totalizzante in cui Natura e Uomo si reincontrano.

  • Riprende alcuni elementi della filosofia di Friedrich Nietzsche, arrivando quasi a banalizzarla. Ad esempio, riprende l’etica del superuomo e la distinzione tra apollineo e dionisiaco: l’apollineo rappresenta la ragione e il logos; mentre il dionisiaco si riferisce alla vitalità, all’ebbrezza e alla gioia di vivere.


Per approfondimenti sul pensiero di D’Annunzio vedi anche qua.



I principali elementi stilistici delle opere di Gabriele D’Annunzio


Dal punto di vista stilistico, le opere di Gabriele D’Annunzio sono caratterizzate dai seguenti elementi:

  • Rinuncia all’impersonalità del narratore, similmente alle opere veriste e naturaliste;

  • Unione di arte e vita, ad esempio, i personaggi spesso sono degli alter ego di D’Annunzio;

  • Cambiamento dell’organizzazione della trama, nello specifico: il tessuto narrativo lascia spazio alla descrizione; assumono molta importanza i ricordi e i flashback; il tempo perde la connotazione oggettiva e tende ad essere più dilatato.

  • Utilizzo della tecnica wagneriana del leit motiv, tale per cui il ricordo è generato dal medesimo oggetto che compare in più parti del testo. La scelta di questa tecnica stilistica tende a generare un disordine cronologico della narrazione.

La poetica dannunziana si basa sull’unione tra l’uomo e le cose: attraverso gli oggetti esperiti con il proprio corpo si possono sublimare le sensazioni soprattutto quelle di vitalità e gioia. L’unione oggetto-uomo passa anche attraverso il luogo e lo spazio: l’uomo dannunziano è in grado di farsi partecipe delle sensazioni del luogo (naturalizzazione dell’elemento umano) e carica il luogo delle proprie impressioni (antropomorfismo dell’ambiente naturale). In questo senso, si parla di antropormorfismo spiritualizzato, vale a dire che l’uomo e natura diventano un tutt’uno.
Estratto del documento

GABRIELE D’ANNUNZIO (1863-1935): la vita come opera d’arte

- nasce a Pescara nel 1863 da famiglia dell’agiata borghesia

- a 16 anni, esce la sua prima opera “primo vere”: D’Annunzio mette in scienza la sua morte

per far pubblicità a se stesso.

- lavora come giornalista a Roma presso “La Tribuna” e si fa mediatore della cultura

europea grande conoscitore di Zola, Mallarmè, Baudelaire, Wilde e i preraffaelliti.

- nel 1889 esce il suo primo romanzo “il Piacere”

- a causa di difficoltà economiche ed essendo perseguitato dai creditori, nel 1891 fugge a

Napoli

- nel 1898 esce “l’Innocente”

- tra il ’92 e il ’93 vengono pubblicate le “elegie romane” e le “odi navali”

- negli anni ’90:

si lega ad Eleonora Duse grazie alla quale inizierà la sua opera di scrittore teatrale

o giunge a conoscenza della filosofia di Nietzsche

o

- 1894: “Il trionfo della morte” influenzate dall’etica del superuomo di Nietzsche

1895: “La vergine delle rocce”

- inizia la carriera politica secondo l’ottica del “pensiero che si fa azione” e si arruola tra le

fila di estrema dx; mantiene però un atteggiamento ambiguio:

• da un lato disprezza le masse

• dall’altro si pone come poeta vate istruttore

delle masse

cercherà sempre il consenso delle masse

- 1900: “il fuoco”: trasposizione in prosa delle avventure con la Duse

- 1903: inizia la pubblicazione delle “Laudi” con il primo libro “Maya”

- 1904: opera teatrale “la figlia di Iorio” di gran successo ma che segna la fine del rapporto

con la Duse

- 1910: assediato dai creditori, fugge a Parigi

- allo scoppio della Prima Guerra Mondiale si arruola come volontario in Italia vedendo nella

Guerra la forza vitalistica dell’uomo e seguendo i dettami della parola che si fa azione

- viene ferito ad un occhio a durante la convalescenza inizierà a scirvere i Cartigli che

diventeranno i Notturni

- 1918: volo su Vienna

- 1919: impresa di Fiume

- dopo Fiume, si ritirerà presso il Vittoriale che con gli anni diventerà il mausoleo della sua

personalità

- atteggiamento ambivalente nei confronti di Mussolini che, temendo la grande forza

demagogica di D’Annunzio, lo relega ad un ruolo marginale

- muore nel 1938

PERSONALITA’ E PENSIERO

- D’Annunzio fa leva sulla forza demagogica sulle masse per promuovere se stesso tanto da

diventare icona di stile e modello di dandy italiano

- D’Annunzio si pone nel periodo di fine secolo dovuto all’aumento del benessere e

dell’industrializzazione: il progresso porta a:

1. nuova concezione del BELLO all’interno di una società medio-alta

che inizia a dedicarsi all’arte

2. incertezza e crisi: la fruizione del’arte è però fruizione fine a se stessa

in cui l’attenzione per la materia non è accompagnata a risvolti morali

e filosofici: è fruizione solamente estetica

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