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Concetti Chiave

  • L'endecasillabo è una metrica poetica italiana con accento ritmico sulla decima sillaba, usata da molti poeti famosi.
  • Jacopo da Lentini, della Scuola Siciliana, è stato uno dei primi a usare l'endecasillabo nella poesia italiana.
  • Poeti celebri come Dante Alighieri e Francesco Petrarca hanno impiegato l'endecasillabo nelle loro opere principali.
  • Torquato Tasso ha utilizzato l'endecasillabo nella "Gerusalemme liberata", impiegando l'ottava di endecasillabi.
  • Nel Novecento, poeti come Salvatore Quasimodo e Guido Gozzano hanno adottato l'endecasillabo per rinnovare lo stile poetico.

Indice

  1. Che cos’è un endecasillabo
  2. Liriche che adottano l’endecasillabo

Che cos’è un endecasillabo

L’endecasillabo, nell’ambito della poesia, è una figura metrica molto importante a cui sono ricorsi tantissimi poeti nell’ambito dei loro componimenti principali. In questi importanti e noti versi l’accento che ha una cadenza ritmica e anche di tipo tonico tende a cadere nella decima sillaba. Lo si ritrova nelle liriche più importanti dei principali poeti italiani e ricorre nelle varie strofe, nelle varie strutture metriche; viene anche usato nell’ambito di componimenti in cui si utilizza tanto l’artificio metrico del cosiddetto endecasillabo sciolto.


Nel corso della storia della letteratura italiana il primo grande poeta che l’ha utilizzato è stato Jacopo da Lentini, uno degli esponenti più importanti della nota Scuola Siciliana. Nell’ambito della poesia italiana, l’endecasillabo segue uno schema fisso: oltre ad essere accentata la decima sillaba, risulta essere accentata anche la quarta e talvolta anche la sesta sillaba nell’ambito di un componimento poetico. Ad utilizzare l’endecasillabo non è soltanto Jacopo da Lentini, ma anche poeti ancora più famosi come ad esempio Dante Alighieri che lo ha utilizzato in particolar modo nell’ambito della sua opera letteraria più importante, ossia la Divina Commedia. Lo stesso Guido Guinizzelli, nell’ambito delle sue liriche, ha fatto uso dell’endecasillabo, il cui più noto si chiama “Al cor gentil rempaira sempre amore”, in cui si discute tantissimo di argomenti di natura filosofica. Anche Francesco Petrarca ha fatto uso dell’endecasillabo nell’ambito dei suoi componimenti poetici con lo scopo prevalentemente di descrivere i suoi stati d’animo.
Gli endecasillabi a cui è ricorso il Petrarca tendevano a dare una qual certa cadenza e lentezza all’intera composizione poetica.

In periodi più recenti esistono degli altri intellettuali che sono ricorsi all’utilizzo dell’endecasillabo: ad esempio Torquato Tasso lo ha adoperato tantissimo nel suo capolavoro letterario, la Gerusalemme liberata. Quest’opera letteraria del Tasso ha come particolarità il fatto di ricorrere all’uso della cosiddetta ottava di endecasillabi. Non solo Torquato Tasso adopera questo elemento, hanno fatto ricorso all’uso dell'endecasillabo anche altri intellettuali di secoli successivi, come ad esempio il poeta recanatese Giacomo Leopardi che lo ha adoperato ad esempio nell’ambito della sua celebre opera “Le Ricordanze“, in cui si è servito dell’elemento della strofa libera composta da endecasillabi sciolti.

Poesia in endecasillabi articolo

Nel corso del Novecento è stato inserito sotto forma di terzine di endecasillabi anche nell’ambito delle liriche di Salvatore Quasimodo. ( le terzine di endecasillabi sono state inserite nell’ambito dei versi della celebre raccolta poetica nota con il titolo "Giorno dopo giorno")
Il celebre poeta lo ha usato in particolar modo per effettuare un cambiamento dal punto di vista stilistico nell’ambito delle sue liriche. E’ come se Quasimodo, con questo genere di scelta, volesse discostarsi dalla corrente letteraria ermetista per scegliere un genere poetico più attuale. Guido Gozzano invece è ricorso frequentemente all’uso di sestine di endecasillabi.

Liriche che adottano l’endecasillabo

da Ultimo Canto di Giovanni Pascoli:

“amor comincia con canti e con suoni
e poi finisce con lacrime al cuore.” (endecasillabo)

dall’Inferno, I, 1-2, Dante Alighieri:

“Nel mezzo del cammin di nostra vita (endecasillabo a maiore)
mi ritrovai per una selva oscura...” (endecasillabo a minore)

Erano i capelli d’oro a l’aura sparsi, Francesco Petrarca:

Erano i capei d’oro a l’aura sparsi (endecasillabo a maiore)
che ’n mille dolci nodi gli avolgea, (endecasillabo a maiore)
e ’l vago lume oltra misura ardea (endecasillabo a minore)
di quei begli occhi, ch’or ne son sì scarsi; (endecasillabo a minore)

da La signora Felicità, Guido Gozzano

“M’apparisti così come in un cantico / del Prati, lacrimante l’abbandono / per l’isole perdute nell’Atlantico”.

per approfondimenti, vedi anche:
Poesia con metafore
Poesia lirica e civile
Poesia, metrica, significati e versi
Poesia d'amore
Origini della poesia

Domande da interrogazione

  1. Che cos'è un endecasillabo?
  2. L'endecasillabo è una figura metrica fondamentale nella poesia italiana, caratterizzata da un accento ritmico sulla decima sillaba, spesso usata da poeti come Dante e Petrarca.

  3. Quali poeti famosi hanno utilizzato l'endecasillabo?
  4. Poeti come Jacopo da Lentini, Dante Alighieri, Guido Guinizzelli, Francesco Petrarca, Torquato Tasso, Giacomo Leopardi e Salvatore Quasimodo hanno utilizzato l'endecasillabo nelle loro opere.

  5. In quale opera Dante Alighieri ha utilizzato l'endecasillabo?
  6. Dante Alighieri ha utilizzato l'endecasillabo nella sua opera più importante, la Divina Commedia.

  7. Come ha utilizzato l'endecasillabo Francesco Petrarca?
  8. Francesco Petrarca ha usato l'endecasillabo per descrivere i suoi stati d'animo, conferendo una cadenza e lentezza alle sue composizioni poetiche.

  9. Qual è l'importanza dell'endecasillabo nel Novecento?
  10. Nel Novecento, l'endecasillabo è stato usato da poeti come Salvatore Quasimodo per apportare cambiamenti stilistici e distaccarsi dalla corrente ermetista, adottando un genere poetico più attuale.

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