Rosabianca 88
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Concetti Chiave

  • L'enjambement è una figura retorica che crea discontinuità tra la fine di un verso e la fine del suo senso compiuto, tipica della poesia ma presente anche in prosa.
  • In Foscolo, l'enjambement è utilizzato per spezzare espressioni tra versi, come nel sonetto "A Zacinto", evidenziando una sintassi che trabocca nel verso successivo.
  • Nella Divina Commedia di Dante, l'enjambement è usato per creare un ritmo ampio e per sottolineare termini significativi, contribuendo all'espressione poetica.
  • Gli enjambements in Dante, come nei versi dell'Inferno, enfatizzano parole chiave legate al buio, alla terra, alla solitudine e alla metaforica "guerra" del viaggio infernale.
  • Oltre a Foscolo e Dante, l'enjambement svolge una funzione ritmica e semantica fondamentale, collegando strettamente due versi e mettendo in evidenza termini importanti.

In questo appunto di lingua italiana si approfondisce lo studio dell’enjambement (dal francese “scavalcamento”, “spezzatura”), una figura retorica della sintassi che consiste nella discontinuità tra la fine della frase e la fine del suo senso compiuto. L’enjambement è la figura retorica tipica della poesia, ma è possibile trovarla anche in prosa, e per questo verranno riportati degli esempi reali tratti dalla tradizione poetica italiana, in particolare esempi dalle poesie di Foscolo e Dante. Enjambement: figura retorica della sintassi articolo

Indice

  1. Enjambement: cos’è e come funziona
  2. Enjambement in Foscolo
  3. L’enjambement in Dante

Enjambement: cos’è e come funziona

L'enjambement (tradotto in italiano "inarcatura” o “spezzatura") è una figura retorica della sintassi e si realizza quando l’unità metrica non coincide con l’unità sintattica, cioè la fine di un verso non coincide con la fine di una frase di senso compiuto.

Come scrive il filosofo Giorgio Agamben: “un fatto sul quale non si rifletterà mai abbastanza che nessuna definizione del verso sia perfettamente soddisfacente, tranne quella che ne certifica l'identità rispetto alla prosa attraverso la possibilità dell'"enjambement".

Né la quantità, né il ritmo, né il numero delle sillabe − tutti elementi che possono occorrere anche nella prosa − forniscono, da questo punto di vista, un discrimine sufficiente: ma è senz'altro poesia quel discorso in cui è possibile opporre un limite metrico a un limite sintattico”. L’enjambement divide i gruppi sintattici in modi diversi, può infatti “spezzare”:

  • sostantivo e aggettivo (e viceversa);
  • sostantivo e complemento di specificazione;
  • soggetto e verbo;
  • verbo e complemento oggetto;

Per ulteriori approfondimenti sulle figure retoriche come l’anafora vedi qui

Enjambement in Foscolo

Come leggiamo dalle parole del filosofo italiano Giorgio Agamben, l’enjambement viene utilizzato molto in poesia, dove la rigidità metrica spesso costringe a spezzare l’espressione su più versi. Come vediamo ad esempio nell’ultima terzina del sonetto “A Zacinto” di Ugo Foscolo:
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra, a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.

Mentre nel verso 1 la pausa primaria coincide con una pausa sintattica e produce una interruzione nel fluire dei suoni (evidenziata anche dalla virgola), nel verso 2 questo non avviene: la pausa primaria, infatti, cade fra il predicato verbale (prescrisse) e il soggetto (il fato). Troviamo un esempio di enjambement tra complemento oggetto e verbo anche nei versi 154-155 della poesia “Dei Sepolcri” di Foscolo:
che le ricetta. Io quando il monumento
vidi ove posa il corpo di quel grande»
Questo fenomeno, per cui la sintassi non coincide con la misura del verso ma per così dire “trabocca” nel verso successivo, si definisce con il termine francese “enjambement” che indica appunto l’atto di “scavalcare, andare oltre”. L’enjambement svolge una funzione fondamentale, non solo sul piano ritmico, ma anche sul piano semantico:

  • sul piano ritmico annulla l’effetto della pausa primaria;
  • sul piano semantico crea uno stretto collegamento tra due versi e mette in evidenza alcuni termini particolarmente significativi.

Per ulteriori approfondimenti sulla poesia di Foscolo vedi qui

L’enjambement in Dante

Nella Divina Commedia, scritta magistralmente dal sommo poeta Dante, troviamo moltissimi esempi di figure retoriche, che sono del resto espressione di maestria poetica. Tanti sono anche gli esempi di enjambement, come vediamo ad esempio, in Dante. Un esempio di enjambement tra aggettivo e sostantivo lo ritroviamo nei versi 73-74 del primo canto dell’Inferno, dove il poeta scrive:
«Poeta fui, e cantai di quel giusto
figliuol
d'Anchise che venne di Troia»
Nelle terzine con cui inizia il secondo canto dell’Inferno di Dante,poi, in soli sei versi ne troviamo ben quattro:
Lo giorno se n’andava, e l’aere bruno
toglieva gli animai che sono in terra
da le fatiche loro; ed io sol uno
m’apparecchiava a sosterier la guerra
sì del cammino e sì della pietate,
che ritrarrà la mente che non erra.

Enjambement: figura retorica della sintassi articolo
In queste due terzine sono presenti quattro enjambements (vv. 1-2; 2-3; 3-4; 4-5) che, come dicevamo, sul piano ritmico contribuiscono a creare un andamento ampio e disteso. Sul piano semantico invece richiamano l’attenzione su alcune parole particolarmente significative:

  • bruno: che indica il buio della sera, ma anche dell’inferno che attende Dante in procinto di compiere il suo viaggio nelle tenebre;
  • terra: che rappresenta il luogo familiare che Dante sta per abbandonare pieno di dubbi e di incertezze;
  • ed io sol uno: sottolinea l’antitesi tra tutti gli altri uomini che, giunti a sera, si possono abbandonare al riposo, e Dante, che si appresta ad affrontare il più terribile ed eccezionale dei viaggi, non solo per salvare se stesso attraverso la presa di coscienza del male, ma anche per giovare con la sua testimonianza a tutti gli altri uomini;
  • guerra: la metafora della guerra mette in evidenza non solo la difficoltà e la fatica, ma anche il dolore che attende Dante nel suo viaggio attraverso l’Inferno.

Infine, ma ce ne sono molti, un altro esempio che vorremmo riportare riguarda i versi 71-72 del XXXII canto del Purgatorio, nei quali c’è un esempio di enjambement tra sostantivo e complemento di specificazione
“e dico ch'un splendor mi squarciò ‘l velo
del sonno, e un chiamar: "Surgi: che fai?".”

Per ulteriori approfondimenti sulla poesia di Dante vedi qui

Domande da interrogazione

  1. Cos'è l'enjambement e come funziona?
  2. L'enjambement è una figura retorica della sintassi che si verifica quando l'unità metrica non coincide con l'unità sintattica, creando una discontinuità tra la fine di un verso e il senso compiuto della frase.

  3. Come viene utilizzato l'enjambement nelle poesie di Foscolo?
  4. Foscolo utilizza l'enjambement per spezzare l'espressione su più versi, come nell'ultima terzina del sonetto "A Zacinto", dove la pausa metrica non coincide con la pausa sintattica, creando un collegamento semantico e ritmico tra i versi.

  5. Qual è l'importanza dell'enjambement nella Divina Commedia di Dante?
  6. Nella Divina Commedia, l'enjambement contribuisce a creare un andamento ampio e disteso sul piano ritmico e richiama l'attenzione su parole significative, come nei versi iniziali del secondo canto dell'Inferno.

  7. Quali sono alcuni esempi di enjambement in Dante?
  8. Esempi di enjambement in Dante includono i versi 73-74 del primo canto dell'Inferno e i versi 71-72 del XXXII canto del Purgatorio, dove l'enjambement crea collegamenti tra aggettivo e sostantivo o tra sostantivo e complemento di specificazione.

  9. Quali effetti produce l'enjambement sul piano ritmico e semantico?
  10. Sul piano ritmico, l'enjambement annulla l'effetto della pausa primaria, mentre sul piano semantico crea un collegamento tra versi e mette in evidenza termini significativi.

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