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Concetti Chiave

  • Gli agrofarmaci includono pesticidi e fitofarmaci usati per combattere malattie delle piante, parassiti e infestanti.
  • L'uso di agrofarmaci rappresenta un rischio per la salute umana, la biodiversità e l'ambiente, contaminando falde acquifere e catene alimentari.
  • La persistenza degli agrofarmaci varia tra leggeri (1-12 settimane) e pesanti (fino a 5 anni), influenzata da diversi fattori ambientali.
  • Conoscere la persistenza è cruciale per stabilire l'intervallo di sicurezza tra l'uso del fitofarmaco e la raccolta delle colture.
  • Ridurre l'uso di pesticidi e promuovere l'agricoltura biologica sono strategie per minimizzare rischi ambientali e sanitari.

Indice

  1. Definizione e rischi degli agrofarmaci
  2. Persistenza e impatto ambientale
  3. Tipologie di agrofarmaci

Definizione e rischi degli agrofarmaci

Con il termine agrofarmaci si intendono tutti quei prodotti di natura sintetica o naturale utilizzati per combattere le principali avversità; delle piante. Gli agrofarmaci sono i pesticidi e i prodotti fitosanitari o fitofarmaci utilizzati per combattere le malattie infettive, i parassiti, i fitofagi e le piante infestanti.

Persistenza e impatto ambientale

L'utilizzo di questo tipo di prodotti comporta perciò dei seri rischi per la salute umana ma anche per la biodiversità e per l'ambiente. Gli agrofarmaci sono responsabili della contaminazione delle falde acquifere di conseguenza entrano in tutta la catena alimentare e della biosfera e purtroppo anche nell'acqua destinata al consumo umano. In base alla persistenza nell'ambiente la natura di un pesticida può essere di tipo leggero o di tipo pesante. Nel primo caso il tempo di permanenza, se facilmente biodegradabile, varia da 1 a 12 settimane; nel secondo caso quelli persistenti rimangono nell'ambiente per tempi molto lunghi generalmente da un mese fino a 5 anni. La persistenza di un fitofarmaco non solo dipende dalla sostanza attiva ma anche dal tipo di pianta a cui è stato applicato, dalle caratteristiche dal terreno e dall'umidità ambientale. Per stabilire l'intervallo di sicurezza ciò; il tempo che deve intercorrere tra l'ultimo trattamento e la raccolta è fondamentale conoscere la persistenza del fitofarmaco. I pesticidi sono dotati di tossicità acuta oppure cronica per questo motivo le misure volte a ridurre il loro impiego e a favorire la conversione delle aziende agricole verso il biologico sono la giusta strada per ridurre i rischi per l'uomo e per l'ambiente.

Tipologie di agrofarmaci

In base al loro impiego i principali agrofarmaci sono:

-Acaricidi: contro acari e ragnetto rosso.

-Anticrittogamici o fungicidi: per combattere gran parte dei funghi responsabili di malattie delle piante.

-Erbicidi o diserbanti: utilizzati per impedire la crescita delle specie vegetali indesiderate.

-Insetticidi: per combattere insetti e per difendere le colture e i prodotti stoccati.

-Molluschicidi: agiscono soprattutto contro le lumache che si nutrono della vegetazione a foglia verde.

-Nematocidi: per combattere piccoli vermi.

-Rodenticidi: impiegati contro i roditori nei campi o nei magazzini soprattutto topi.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i rischi associati all'uso degli agrofarmaci?
  2. Gli agrofarmaci comportano seri rischi per la salute umana, la biodiversità e l'ambiente, inclusa la contaminazione delle falde acquifere e dell'acqua destinata al consumo umano.

  3. Come si determina la persistenza di un fitofarmaco nell'ambiente?
  4. La persistenza dipende dalla sostanza attiva, dal tipo di pianta trattata, dalle caratteristiche del terreno e dall'umidità ambientale, influenzando l'intervallo di sicurezza tra trattamento e raccolta.

  5. Quali sono le categorie principali di agrofarmaci e i loro usi?
  6. Le categorie principali includono acaricidi, anticrittogamici, erbicidi, insetticidi, molluschicidi, nematocidi e rodenticidi, ciascuno mirato a specifici parassiti o problemi delle colture.

Domande e risposte

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