L’esperienza di volontariato all’estero.
La vita contemporanea è all’insegna dei grandi viaggi e dei grandi spostamenti, all’insegna, insomma, della mobilità. Siamo abituati ad ogni tipo di viaggio: nello spazio, in fondo agli abissi del mare, all’interno del corpo umano e, persino, all’ultimo minuto dove l’unica certezza è sapere che partirai, ma la destinazione dipenderà dal posto libero offerto dall’agenzia di viaggi, ed è secondaria. Come abbiamo scritto, all’inizio di un viaggio, spesso, c’è un sogno: un nome che stimola la fantasia, un richiamo della strada, delle montagne, del mare, del deserto o un desiderio che risiede da tempo nel nostro cuore e che, quando si realizza, dona una grande gioia. A volte capita, attraverso un determinato viaggio, di dar voce ad una parte di sé che chiedeva di venir fuori, la sola in grado di spiegare il perché in quel determinato momento della vita ci si trova in quella determinata terra, a fare quelle determinate cose, ad incontrare quelle determinate persone. Ogni giorno della nostra vita si è chiamati a compiere delle scelte che, in qualche modo, sono determinanti per il proprio futuro. A volte sembra tutto complicato perché, lo vediamo di continuo, le piccole avversità quotidiane ci portano facilmente a infrangere le regole del buon vivere; altre volte ci sembra tutto più facile. Ci sono scelte che portano a fare esperienze che, in qualche modo, ci cambiano la vita, conferendo alla nostra stessa esistenza un nuovo significato. Talvolta, vivere una malattia grave, fare un particolare incontro, realizzare un determinato sogno, ci possono aprire a prospettive insolite sul nostro futuro, trasformandoci, “scombussolandoci”, stravolgendo i nostri stili di vita per conferircene altri, creandoci interrogativi ai quali abbiamo l’urgenza di dare risposte che non possono più aspettare. Tali esperienze colpiscono, stupiscono, aprono all’Incontro e
non ci fanno più chiudere le braccia, la mente e il cuore al mondo; sono esperienze che danno una forte “scossa” alla persona e introducono al viaggio più importante: quello della vita. Partire e realizzare un viaggio verso le terre più povere può essere sinonimo di quanto appena detto e può essere considerato espressione del cosiddetto “turismo responsabile”.
Infatti, le caratteristiche principali del turismo responsabile sono almeno quattro:
1. Avvia o rafforza un dialogo tra le culture.
2. Massimizza l’impatto economico verso l’economia semplice, familiare, informale e verso la piccola impresa.
3. Rispetta e protegge l’ambiente.
4. Ispira e rafforza la voglia di solidarietà e ne sperimenta alcune micro-realizzazioni.
Tale genere di viaggio lo può realizzare ognuno di noi e può fare in modo di scoprire meraviglie di cui non esistono ancora né videocassette né cartoline. Sono esperienze che toccano la parte più intima della nostra essenza e, se vissute in pienezza, ci permettono di scoprite la nostra segreta, grandissima e meravigliosa voglia di amare il mondo e l’umanità che ci vive attorno. Quella voglia di amare è una meraviglia del mondo di cui non esisteranno mai guide per scoprirla perché ognuno può scoprire e visitare solo la sua. Ma, che cosa significa partire verso i paesi poveri? Cosa vuol dire andare in missione o realizzare un’esperienza estiva di volontariato all’estero? Perché si va in missione? A tale interrogativi il cardinale Jozef Tomko risponde che ci sono cento modi per descrivere la missione, anche perché oggi l’evangelizzazione (che è un altro nome della missione) è un’attività molto ricca e variegata nelle sue forme. La missione, secondo il cardinale, è la gioia di credere nella “buona novella” portata ai poveri pastori e di continuare la sua diffusione; è la gioia di conoscere Dio come Padre e come amore e annunziare agli altri, come gli Apostoli, la persona e l’opera di Gesù Cristo, il Figlio unigenito del Padre; è credere che Gesù è morto e poi risorto; la missione è portare la luce che è Gesù Cristo, l’acqua che dà la vita; è dare la vita “per la salvezza del mondo”; in una parola molto espressiva e sintetica la missione è, secondo il cardinale, una Persona: Gesù sorgente di vita per tutti.