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(SSRI).
Purtroppo non è ancora noto alcun farmaco efficace nella sindrome cerebellare.
Un'osservazione interessante è l'apparente esacerbazione temporanea
4
dell'atassia a causa del fumo di sigaretta . L'esatto meccanismo d'azione della
nicotina non è chiaro, ma è probabile un'azione diretta sul sistema nervoso
centrale; è noto che la nicotina aumenta il rilascio di acetilcolina in numerose
aree del cervello e probabilmente anche quello di noradrenalina, dopamina, 5-
idrossitriptofano e altri neurotrasmettitori. Quindi il sistema nicotinico
potrebbe giocare un ruolo nella funzione cerebellare e dei trials clinici con
nicotino-antagonisti potrebbero essere utili per il trattamento dei sintomi
cerebellari.
La fisioterapia, la terapia occupazionale, e la logopedia possono rivelarsi molto
utili e possono fornire un beneficio sostanziale nelle attività della vita
quotidiana: i fisioterapisti possono insegnare al paziente a girarsi e spostarsi in
modo sicuro, riducendo il rischio di cadute, aiutando a mantenere la mobilità e
prevenire le contratture; i terapisti occupazionali possono modificare
l’ambiente domestico e possono valutare la necessità di un adatto modello di
sedia a rotelle prima che esista il serio pericolo di cadute; i logopedisti possono
dare suggerimenti sull’eloquio, la deglutizione, la dieta ed il respiro e fornire
ausili per la comunicazione. Questi ultimi aspetti saranno approfonditi nella
parte che riguarda il trattamento riabilitativo. 21
2.PECULARIETA' DEL PAZIENTE CEREBELLARE
2.1 Fisiopatologia del sistema cerebellare
Il cervelletto e i nuclei della base svolgono un importante ruolo funzionale
16
nell'integrazione motoria . Essi ricevono informazioni sensoriali e prendono
parte ai processi che regolano la successione temporale delle diverse fasi del
movimento e la formazione della sua traiettoria. Queste strutture sono
essenziali perché l'esecuzione dei movimenti sia accurata e scorrevole. Il
cervelletto è dunque implicato nel processo d'avvio e nello svolgimento
temporale del movimento. Il controllo del movimento ad opera del cervelletto e
dei nuclei della base è mediato dai nuclei motori del tronco dell'encefalo e del
talamo. Le lesioni del cervelletto provocano l'insorgenza di deficit motori
caratteristici. Lesioni cerebellari ritardano l'inizio dei movimenti e ne alterano
lo svolgimento temporale e la traiettoria rendendo difficile anche l'esecuzione
di movimenti semplici come quello di portare a contatto tra di loro gli indici
delle due mani.
Il cervelletto contribuisce a far aumentare il grado di precisione del movimento
confrontando i comandi motori discendenti con informazioni relative all'azione
motoria realmente eseguita. Esso svolge questa funzione agendo sul tronco
dell'encefalo e sulle aree corticali motorie che proiettano direttamente al
midollo spinale, controllando sia la loro attività che i segnali sensoriali a feed-
back che ricevono dalla periferia.
Numerosi studi sottolineano l'importanza del cervelletto nelle funzioni
cognitive, specie fronto-esecutive, in relazione alle sue connessioni con le
strutture sovratentoriali. La recente letteratura scientifica sottolinea il ruolo del
cervelletto dal punto di vista cognitivo e la sua influenza nell’apprendimento,
linguaggio, problem solving, capacità di raccogliere e organizzare le
17
informazioni. Courchesne e Allen in un loro lavoro descrivono come una
delle funzioni principali del cervelletto quella di predire e predisporre tutte le
condizioni necessarie per l’espletamento di un determinato compito. 22
18
Bloedel afferma che il ruolo del cervelletto nell'apprendimento motorio può
essere considerato una funzione sia cognitiva che esecutiva, ma tale ruolo
dipende dal compito specifico che deve essere appreso.
Da numerosi studi dell’ultimo ventennio si deduce che la percezione sensoriale
è una delle più importanti attività del cervelletto e proprio l’alterazione di
questa funzione contribuirebbe in una parte determinante ai deficit motori
cerebellari. Shimansky in uno studio pubblicato nel 1997 ha rilevato la ridotta
capacità dei soggetti con danno cerebellare di riconoscere e confrontare
19
informazioni cinestesiche . Se il movimento è un mezzo di comunicazione con
il mondo, l’alterazione della capacità di acquisire informazioni dall’esterno
comporta l’inadeguatezza della risposta motoria diretta al mondo stesso. Gao e
20
Parsons nel 1996 ipotizzarono che il cervelletto ha la funzione di garantire
un’appropriata acquisizione dei dati sensoriali da parte delle aree corticali
somestesiche modulando il sistema di controllo motorio in modo da
predisporre adeguatamente le diverse superfici recettoriali esploranti. Secondo
21
Bower il cervelletto organizzerebbe la superficie recettoriale al fine di
ottimizzare la raccolta di informazioni. Egli affermò che è difficile distinguere
in modo non ambiguo fra il controllo del comportamento motorio attraverso
l’uso delle informazioni sensoriali e il controllo delle informazioni sensoriali
attraverso l’uso del comportamento motorio; in entrambe le funzioni sembra
essere implicato il cervelletto, nel suo studio del 1997, Bower parlò anche del
coinvolgimento del cervelletto nel problem solving: l’attivazione del
cervelletto durante compiti che presentano problemi conoscitivi
corrisponderebbe all’aumento della richiesta, anticipata da parte di altre regioni
cerebrali, di controllare la qualità dei dati sensoriali che devono essere utilizzati
per poter risolvere tali compiti.
22
Pascual-Leone e collaboratori , nel 1993, confrontando le prestazioni di un
gruppo di pazienti parkinsoniani con quelle di un gruppo di pazienti con atrofia
cerebellare, dimostrarono che i primi ottenevano un miglioramento delle
prestazioni con il procedere dei tentativi, mentre ai pazienti cerebellari la
ripetizione del compito non portava alcun miglioramento e ricadevano sempre
negli stessi errori. 23
23
Nel 1998 Peterson e collaboratori hanno osservato delle modificazioni
apprendimento-dipendenti dell’attivazione cerebellare con una diminuzione
dell’attivazione della corteccia cerebellare man mano che i soggetti in esame
imparavano un compito; anche Lacourse e collaboratori nel 2004 hanno
studiato l’evoluzione dell’attivazione cerebrale e cerebellare in seguito
24
all’apprendimento di un compito motorio , il loro studio dimostrò che il
miglioramento della prestazione, quindi l’apprendimento, era accompagnato da
un aumento dell’attività delle aree cerebrali motoria primaria e sensitiva
primaria e dello striato, associato a un decremento dell’attività del cervelletto
bilateralmente, valutati mediante risonanza magnetica funzionale. A partire da
tali i studi è stato ipotizzato che il cervelletto sia quindi coinvolto più nelle fasi
iniziali dell’apprendimento che non successivamente, e di fronte a un nuovo
compito più che nello svolgimento di un compito abituale.
25
Le e Hu in un loro studio dimostrarono l’attivazione cerebellare durante
compiti di spostamento rapido dell’attenzione anche senza componente
26
motoria; anche Allen e collaboratori giunsero alla stessa conclusione
dimostrando mediante risonanza magnetica funzionale che il cervelletto si
attivava in compiti attentivi indipendentemente dal coinvolgimento motorio.
27
Nel 1998 Schmahmann e Sherman hanno evidenziato come alcuni tipi di
lesione cerebellare si associano ad alterazioni nella velocità, nella consistenza,
e nella proprietà dei processi cognitivi producendo una sorta di “dismetria del
pensiero”, si configura così una sindrome cognitivo-affettiva cerebellare
caratterizzata da disturbi delle funzioni esecutive quali pianificazione, set-
shifting, ragionamento astratto, working memory, fluenza verbale;
compromissione dell’organizzazione e della memoria visivo-spaziale;
modificazioni personologiche come disinibizione, comportamento
inappropriato o appiattimento affettivo, e difficoltà di linguaggio ( disprosodia,
agrammatismo e lieve anomia).
Semeiologicamente la sindrome cerebellare si caratterizza per la presenza
variamente composita dei seguenti sintomi:
atassia
disequilibrio
24
dismetria
asinergia
adiadococinesia
tremore intenzionale
ipotonia muscolare
nistagmo
disartria
deficit cognitivi
Una patologia unilaterale del cervelletto determina anomalie motorie negli arti
omolaterali alla lesione stessa.
Tra i sintomi elencati l'atassia è il sintomo più rilevante, essa indica la
complessa alterazione della coordinazione delle singole parti di un movimento,
determinante disarmonia e ridotta efficacia della sua funzione.
2.2 Profilo di un paziente cerebellare
Le numerose funzioni in cui è implicato il sistema cerebellare si ripercuotono
sul comportamento del paziente affetto da disfunzione cerebellare. Quella
descritta è una breve analisi dei possibili comportamenti patologici, la cui
individuazione è utile al fine di definire le priorità riabilitative ed elaborare il
programma riabilitativo adatto ad ogni specifico paziente. Nel paziente
cerebellare, ancor più che in altri, è importante notare non tanto se è in grado di
svolgere un certo compito, quanto le modalità con cui lo esegue, infatti essendo
il sistema cerebellare un sistema che ottimizza le prestazioni, non provoca
quasi mai la perdita completa di una prestazione, ma ne determina
un'esecuzione meno armonica e precisa. Anche gli aspetti cognitivi che
interessano il cervelletto sono importanti dal punto di vista riabilitativo in
quanto coinvolti nella programmazione del movimento inteso come azione
finalizzata all’attribuzione di significato. Gli aspetti del paziente da indagare
28
sono : come si muove;
come costruisce le informazioni;
25
come usa il linguaggio;
come apprende;
come immagina;
come usa l'attenzione.
La motricità del paziente atassico è strettamente legata alla sua capacità di
conoscere e di organizzare le conoscenze. In stazione eretta, oltre che nella
marcia, è particolarmente evidente il disequilibrio: il paziente manifesta
evidenti difficoltà a mantenere i piedi su base ristretta, con presenza di
oscillazioni più o meno ampie nelle varie direzioni. Nella deambulazione è
particolarmente evidente l'atassia: il paziente cerebellare deambula su base
allargata, con movimenti incoordinati, andamento incerto e improvvisi
sbandamenti; mantiene g