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CORSI DI FORMAZIONE PER IL CONSEGUIMENTO DELLA
SPECIALIZZAZIONE PER LE ATTIVITÀ DI SOSTEGNO
DIDATTICO AGLI ALUNNI CON DISABILITÀ SCUOLA
SECONDARIA DI PRIMO GRADO
ELABORATO DI APPROFONDIMENTO TEORICO SU
I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Candidato
CHIARA DEL PIANO
Matricola
AD1003232
Anno Accademico 2023/2024
1
Indice……………………2/3
Introduzione…………………4
Capitolo I: Fondamenti Teorici e Concettuali dei BES
1.1 Genesi Storica e Sviluppo Concettuale………………………………………4
1.1.1 Le radici storiche del cambiamento di paradigma……………………….4
1.1.2 Il Warnock Report: una svolta paradigmatica……………………………4
1.1.3 La diffusione internazionale e l'evoluzione nel contesto italiano…………5
1.2 Definizione e Delimitazione Concettuale……………5
1.2.1 Verso una definizione multidimensionale…………5
1.2.2 La complessità delle dimensioni coinvolte……………5
1.2.3 La natura relativa e contestuale dei BES…………………6
1.3 Quadro Epistemologico e Modelli Teorici di Riferimento………………6
1.3.1 Il modello bio-psico-sociale dell'ICF……………………………6
1.3.2 Applicazione del modello ICF in ambito educativo………6/7
1.3.3 La teoria delle intelligenze multiple…………………………7
1.3.4 Apprendimento situato e cognizione distribuita……………...7
1.4 Tipologie e Classificazioni dei BES……………………………7/8
1.4.1 Sfide metodologiche nella classificazione……………………7
1.4.2 Prima categoria: studenti con disabilità certificata………………8
1.4.3 Seconda categoria: studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento…8
1.4.4 Terza categoria: svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale……8
1.4.5 Limiti e flessibilità della classificazione……………8/9
1.5 Principi Pedagogici Fondamentali………9
1.5.1 Il principio della personalizzazione ………9
1.5.2 Il principio dell'inclusione…………………9
2
1.5.3 Il principio della partecipazione attiva……..9/10
1.5.4 Il principio della collaborazione……………..10
1.5.5 Il principio della flessibilità…………………….10
Implicazioni per la Ricerca e la Pratica Educativa…..11/13
Capitolo II: Quadro Normativo e Strumenti Operativi
2.1 L'Evoluzione Normativa: Dalla Direttiva 2012 alle Disposizioni Attuali…13/14
2.2 Strumenti di Inclusione: Dal PEI al PDP……………14/15
2.3 Individualizzazione versus Personalizzazione: Approcci Complementari…15/17
Capitolo III: Organizzazione Territoriale e Governance dell'Inclusione
3.1 Il Gruppo di Lavoro per l'Inclusione (GLI): Governance Scolastica dei BES…17/18
3.2 I Centri Territoriali di Supporto: Reti per l'Inclusione…………….18-20
CONCLUSIONI: Prospettive Future dell'Inclusione Educativa…. 19/25
BIBLIOGRAFIA……………………………………………………….26
3
I Bisogni Educativi Speciali
Un Approccio Inclusivo nell'Educazione Contemporanea
Capitolo I - Fondamenti Teorici e Concettuali dei BES
L'evoluzione del concetto di Bisogni Educativi Speciali rappresenta una delle trasformazioni più
significative e profonde nel panorama educativo contemporaneo, segnando il passaggio da un
approccio medico-deficitario tradizionale verso una visione inclusiva, olistica e centrata sulla persona
che riconosce la complessità multidimensionale dei processi di apprendimento e sviluppo umano.
Questa rivoluzione concettuale non costituisce semplicemente un aggiornamento terminologico o una
moda pedagogica temporanea, ma rappresenta un cambio di paradigma epistemologico fondamentale
che ridefinisce completamente il modo in cui concepiamo le differenze individuali, l'apprendimento,
l'insegnamento e il ruolo stesso dell'istituzione scolastica nella società contemporanea.
1.1 Genesi Storica e Sviluppo Concettuale
1.1.1 Le radici storiche del cambiamento di paradigma
La nascita del concetto di Bisogni Educativi Speciali affonda le sue radici in un processo storico
complesso e articolato che attraversa diversi decenni di ricerca, sperimentazione e riflessione
pedagogica, psicologica e sociologica. Le origini di questa elaborazione teorica possono essere
rintracciate negli anni Settanta del Novecento, quando il mondo educativo anglosassone, e in
particolare quello britannico, iniziò a mettere in discussione le categorie diagnostiche rigide e i
modelli di classificazione tradizionali che tendevano a etichettare e segregare gli studenti in base alle
loro difficoltà o disabilità.
1.1.2 Il Warnock Report: una svolta paradigmatica
Il termine "Special Educational Needs" fu formalmente introdotto nel sistema educativo britannico
attraverso il Warnock Report del 1978, un documento rivoluzionario che propose una concezione
radicalmente diversa delle difficoltà di apprendimento. Questo rapporto, frutto del lavoro di una
commissione presieduta da Mary Warnock, rappresentò una pietra miliare nella storia dell'educazione
speciale, introducendo per la prima volta l'idea che le difficoltà educative non dovessero essere
4
concepite come caratteristiche intrinseche e immutabili dell'individuo, ma piuttosto come il risultato
dell'interazione complessa tra le caratteristiche personali dello studente e le condizioni ambientali,
didattiche e sociali in cui si trova ad operare.
La portata innovativa del Warnock Report non si limitò alla semplice ridefinizione terminologica, ma
propose una rivoluzione concettuale che spostava l'attenzione dal "deficit" dell'individuo alla
"risposta educativa" del sistema. Questa prospettiva riconosceva che tutti gli studenti, in momenti
diversi del loro percorso formativo, possono sperimentare difficoltà nell'apprendimento che
richiedono risposte educative particolari, personalizzate e flessibili. Il rapporto stimava che circa il
20% degli studenti avrebbe potuto necessitare, nel corso della propria carriera scolastica, di interventi
educativi speciali, una percentuale significativamente superiore rispetto alle tradizionali categorie
della disabilità certificata.
1.1.3 La diffusione internazionale e l'evoluzione nel contesto italiano
Questa visione innovativa si diffuse gradualmente in altri contesti nazionali e internazionali, subendo
adattamenti e reinterpretazioni che riflettevano le specificità culturali, legislative e organizzative dei
diversi sistemi educativi. In Italia, l'introduzione del concetto di BES avvenne in modo più tardivo
ma altrettanto significativo, attraverso un processo di elaborazione normativa e pedagogica che
culminò con la Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 e la successiva Circolare Ministeriale n.
8 del 6 marzo 2013, documenti che ufficializzarono l'adozione di questa prospettiva nel sistema
scolastico nazionale.
1.2 Definizione e Delimitazione Concettuale
1.2.1 Verso una definizione multidimensionale
La definizione di Bisogni Educativi Speciali presenta una complessità intrinseca che riflette la natura
multidimensionale e dinamica del fenomeno educativo stesso. Secondo l'elaborazione teorica
consolidata, si considerano studenti con BES quegli alunni che, per motivi fisici, biologici, fisiologici,
psicologici, sociali, culturali, linguistici o ambientali, manifestano difficoltà nell'apprendimento e
5
nella partecipazione sociale che richiedono una risposta educativa individualizzata, flessibile e
temporalmente definita.
1.2.2 La complessità delle dimensioni coinvolte
Questa definizione, apparentemente semplice, racchiude in realtà una molteplicità di dimensioni e
sfumature che richiedono una attenta analisi e comprensione. Il concetto di "difficoltà
nell'apprendimento" non si limita alle prestazioni cognitive tradizionalmente misurate attraverso test
standardizzati, ma abbraccia una concezione ampia e multidimensionale dell'apprendimento che
include dimensioni cognitive, metacognitive, motivazionali, emotive, sociali, comportamentali e
relazionali. Similmente, il concetto di "partecipazione sociale" riconosce che l'educazione non è solo
acquisizione di conoscenze e competenze individuali, ma è anche e soprattutto un processo di
costruzione dell'identità personale e sociale, di sviluppo di relazioni significative e di preparazione
alla cittadinanza attiva e consapevole.
1.2.3 La natura relativa e contestuale dei BES
La caratteristica fondamentale che distingue i BES dalle tradizionali categorie della disabilità risiede
nella loro natura relativa, contestuale e dinamica. I bisogni educativi speciali non sono caratteristiche
intrinseche e permanenti dell'individuo, ma emergono dall'interazione tra le caratteristiche personali
dello studente e le condizioni del contesto educativo, sociale e familiare in cui si trova ad operare.
Questo significa che lo stesso studente può manifestare bisogni educativi speciali in alcuni contesti e
non in altri, in alcuni momenti della sua carriera scolastica e non in altri, in relazione ad alcune
discipline o attività e non ad altre.
1.3 Quadro Epistemologico e Modelli Teorici di Riferimento
1.3.1 Il modello bio-psico-sociale dell'ICF
La concettualizzazione dei BES si fonda su un quadro epistemologico complesso che integra
contributi provenienti da diverse discipline e tradizioni di ricerca. Il modello teorico di riferimento
principale è rappresentato dal modello bio-psico-sociale dell'ICF (International Classification of
6
Functioning, Disability and Health) dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che propone una
visione multidimensionale e interattiva del funzionamento umano.
Secondo questo modello, il funzionamento di una persona risulta dall'interazione dinamica e reciproca
tra le condiz