Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
INDICE
INTRODUZIONE………………………………………………………………………..5
PRIMO CAPITOLO: Fenomenologia e ontologia……………………………………….9
1.1. La fenomenologia di Sartre oltre Husserl……………………………………………………9
1.2. L’intenzionalità della coscienza……………………………………………………………10
1.3. Il cogito preriflessivo e la trascendenza dell’Ego…………………………………………..13
2.1. L’ontologia di Sartre……………………………………………………………………….17
2.2. Il per-sé: strutture immediate e circuito dell’ipseità……………………………………….18
SECONDO CAPITOLO: La critica a Freud ed alla psicologia empirica………………22
2.1. La malafede………………………………………………………………………………...22
2.2. L’inconscio…………………………………………………………………………………25
2.3. Il desiderio………………………………………………………………………………….28
TERZO CAPITOLO: La psicoanalisi esistenziale……………………………………..33
3.1. Dall’ontologia all’etica…………………………………………………………………….33
3.2. Psicoanalisi esistenziale e psicoanalisi delle cose…………………………………………38
CONCLUSIONE……………………………………………………………………….44
BIBLIOGRAFIA……………………………………………………………………….49
2 A coloro che si sono
sempre sentiti sbagliati
e ancora faticano a trovare
un loro posto nel mondo.
3 L’uomo si fa uomo per essere Dio.
Jean-Paul Sartre, L’essere e il nulla.
4
INTRODUZIONE
Jean-Paul Sartre (1905-1980) è stato senza ombra di dubbio uno dei protagonisti del secolo
scorso. Instancabile scrittore, brillante filosofo e accanito attivista, ma, allo stesso tempo, figura
controversa - a tratti ambigua -, contraddittoria e al centro di una delle relazioni romantiche più
discusse dell’epoca, quella con Simone de Beauvoir, sua compagna dall’università fino alla
morte ed a cui, tra l’altro, è dedicato L’essere e il nulla (1943).
Nel corso della sua vita, il pensatore francese è stato testimone attivo, e spesso anche
partecipante diretto, degli eventi emblematici del ‘900: dal clima di benessere ostentato che si
respirava nella Parigi del primo decennio, ai due conflitti mondiali, fino ad arrivare alla Guerra
Fredda ed alla Primavera di Praga, di cui per altro è stato sostenitore in prima fila. Sartre ha
attraversato la sua epoca anche con il suo pensiero: icona ed immagine dell’esistenzialismo, i
suoi contributi scuotono la coscienza umana da ogni lato, restituendo, per così dire, l’uomo
all’uomo. In L’esistenzialismo è un umanismo (1945) riconosciamo infatti una specie di
manifesto filosofico, una sintesi divulgativa dell’immenso lavoro compiuto con il tomo del ‘43,
ed in cui le barbarie della seconda Guerra Mondiale e dei regimi totalitaristici europei fungono
da grido di risveglio per la coscienza assopita e degenerata dell’Occidente, dirigendosi quindi
verso la formulazione di un “esistenzialismo umanistico”, capace cioè di riportare l’essere
umano nell’effimera contingenza della sua situazione, alla consapevolezza della sua libertà e
responsabilità, che sono proprio ciò che lo rendono “umano”.
Umanismo, perché noi ricordiamo all’uomo che non c’è altro legislatore che lui e che proprio
nell’abbandono, egli deciderà di se stesso; e perché noi mostriamo che, non nel rivolgersi verso se stesso,
1
ma sempre cercando fuori di sé uno scopo [...], l’uomo si realizzerà precisamente come umano .
Con l’esigenza primaria di ricongiungere l’uomo con il suo stesso essere nasce tra le pagine
dell’Essere e il nulla il progetto di una “psicoanalisi esistenziale”, una rivisitazione più o meno
sostanziale, di alcuni degli assunti della psicoanalisi di matrice freudiana, integrati con i principi
cardine dell’esistenzialismo. L’intento del presente lavoro è stato proprio quello di ricostruire le
fondamenta teoretiche su cui poggia l’originale proposta psicoanalitica del filosofo francese.
Attraversando infatti l’evoluzione del suo pensiero, dai suoi primi contributi fino
all’Esistenzialismo è un umanismo, il nostro obiettivo è stato quello di esaminare questo
processo speculativo, emergendoci progressivamente verso la più completa formulazione della
pratica psicoanalitica. Per questo motivo abbiamo diviso questo saggio in tre capitoli principali,
a cui seguirà una conclusione finale.
Nel primo di questi capitoli, il più corposo, il focus è stato soprattutto sull’influenza che ha
esercitato Edmund Husserl tanto nei primi lavori sartriani, dov’è più evidente, quanto nella
rivisitazione più in chiave ontologica della sua fenomenologia nel capolavoro del ‘43. Il rapporto
tra Sartre ed il filosofo tedesco non è mai stato diretto, tuttavia, sappiamo che spesso l’amico
Raymond Aron gli passasse molti suoi libri, arrivando
Jean-Paul Sartre, L’esistenzialismo è un umanismo, (1945), Armando editore, Roma, 2006, cit. pp. 78-79.
1 5
addirittura a raccomandarlo per un soggiorno a Berlino, in cui si sarebbe dedicato ad un lavoro
2
di ricerca a tempo pieno sui classici di Husserl . Nella prima parte di questo capitolo è posta
particolare rilevanza sui due concetti di intenzionalità e cogito, i quali gettano le fondamenta
non solo del primo pensiero sartriano ma ricevono anche una speciale inflessione all’interno di
esso. Nel concetto di intenzionalità riconosciamo il proseguimento delle orme del maestro
tedesco,
Sartre la ripresenta quale unica legge della coscienza nella famosa formula “essere coscienza di
qualcosa” ma ne ribadisce anche l’essenziale “praticità”: è infatti attorno all’intenzionalità che
ruota il legame di reciproca costituzione tra la coscienza ed il mondo, inteso come insieme dei
fenomeni, e che inquadra la coscienza non come un contenitore vuoto dotato di interno ed
esterno ma piuttosto come il termine fondamentale di una relazione che è a tutti gli effetti la
vera protagonista. In Husserl Sartre vede innanzitutto un autore di cui ammirare i risultati teorici,
malgrado infatti la tradizione filosofica cartesiana, il pensatore tedesco è riuscito nella sfida di
non inghiottire il mondo nella coscienza, preservando l’integrità e la “sensibilità” dei fenomeni.
Nonostante ciò, Sartre non condivide l’idea di un soggetto nel campo del trascendentale e
proprio con l’intento di prendere le distanze dalle modificazioni che Husserl apporta alla sua
fenomenologia nelle Ideen (1913), che il filosofo parigino pubblica il suo primo saggio: La
trascendenza dell’Ego (1936). Lo scopo di Sartre è qui argomentare a sostegno dell’idea di un
cogito irriflessivo quale unico detentore del dominio del trascendentale e mostrare di
conseguenza l’appartenenza dell’Ego all’insieme degli oggetti del mondo. Il perno del suo
discorso è dato dalla riformulazione di ciò che si intende per “riflessione”: Sartre sostiene che
si tratti di un’attività di secondo grado e non primaria come aveva descritto la tradizione
cartesiana. Il cogito è in grado di mostrarci soltanto che l’intenzionalità rappresenta il rapporto
originario tra la coscienza ed il mondo ma solo in un secondo momento questa relazione genera
l’Io quale illusione unitaria delle attività psichiche della coscienza. Riflettere è conoscere e
conoscere è porre un oggetto dinanzi al soggetto. Sartre non discute mai l’importanza
dell’esperienza conoscitiva per la coscienza ma ne mette in discussione l’essenzialità,
restituendo la preminenza dell’attività e del pathos non solo all’uomo ma anche contro quelle
“filosofie alimentari”, tanto idealistiche quanto realistiche, che ne avevano disperso e cancellato
3
le tracce .
Gli studi sul soggetto e la coscienza incontreranno la loro più esaustiva sistematizzazione
nell’ontologia fenomenologica proposta nell’Essere e il nulla. Di questo testo nello specifico ci
siamo soprattutto occupati e, con la seconda parte del primo capitolo, ci siamo preoccupati di
introdurre e condensare l’impresa titanica intentata da Sartre con il suo capolavoro,
concentrandoci in particolar modo sull’essere-per-sé, proprio della coscienza, e della sua
relazione con l’essere-in-sé, quello dei fenomeni. Se l’essere-in-sé è, nel senso di essere identico
a se stesso, l’essere-per-sé esiste, è contraddizione d’essere, non ha dunque un’essenza
prestabilita ma a posteriori, un libro senza la trama che si scopre solo vivendolo. L’Essere e il
<