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I metodi migliori per ridurre i rischi di contaminazione, è quello di adottare misure preventive
e garantire un corretto e costante monitoraggio degli impianti, sia in contesti aziendali che
pubblici e privati.
1.1.4 Bonifica della Legionella nei vari impianti idrici e la normativa vigente
negli ambienti di lavoro
La Legionella rappresenta un serio problema per la salute pubblica in tutti gli impianti idrici
nella loro complessità di costruzione e varietà di habitat, visto che, come già citato, può
proliferare in qualsiasi contesto umido. Il miglior modo per evitare che le impiantistiche idriche
possano sviluppare il germe, prevede un costante monitoraggio delle condizioni igieniche ed
attuare pronti interventi di manutenzione. La normativa vigente in termini di salute e sicurezza
delle lavoratrici e dei lavoratori nei luoghi di lavoro, sono strettamente regolate da un unico
testo normativo.
In particolare, sia la Legionella pneumophila e le rimanenti specie di legionelle patogene per
l’uomo (Legionella spp.) sono classificate quali agente biologico del gruppo 2 ossia, come
definito nell’articolo 268 (classificazione biologici) un “agente che può causare
degli agenti
malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori è poco probabile che si
di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche”.
propaghi nella comunità; sono
ha l’obbligo di valutare il rischio legionellosi presso ciascun sito
Per tanto, il datore di lavoro
di sua responsabilità, secondo l’Art 271.
Le linee guida atte alla prevenzione e il controllo della legionellosi, emendate dal Ministero
della Salute prevedono due tipologie di misure preventive/eradicazione, in particolare una nel
nel lungo termine
breve termine e l’altra (Linee guida Ministero della salute-Allegato 13).
Nel breve termine:
In assenza di interventi strutturali, per prevenire la contaminazione, vengono applicate buone
manutenzione dell’impianto idrico,
pratiche di come:
• Decalcificazione degli elementi usurati, come rubinetti e soffioni, attraverso
l’immersione in soluzioni acide (acido solfammico, acido acetico) seguita da una
disinfezione in acqua fredda con cloro libero (50mg/L per almeno 30 minuti).
• Sostituzione di giunti, filtri e tubi flessibili usurati, in funzione della qualità dell’acqua
(l’acqua dura accelera la formazione di calcare). 8
Tutte le operazioni devono rispettare il D.lgs. 81/2008 per garantire la sicurezza degli operatori
e degli utenti (Linee guida Ministero della salute-Allegato 13).
Nel lungo termine:
• Microfiltrazione: Va a rimuovere la Legionella dall'acqua al punto di utilizzo, mediante
filtri con una barriera meccanica da 0,2 µm. Questo sistema è facile da installare e
richiede sostituzioni regolari a causa dell'intasamento progressivo del filtro. È
particolarmente utile in ambienti ad alto rischio, come ospedali.
• Trattamento termico: Il riscaldamento dell'acqua a temperature tra 50 e 55°C inibisce
la proliferazione di Legionella. Temperature superiori a 60°C (pastorizzazione)
riducono il numero di colonie in funzione del tempo di esposizione. I metodi di
disinfezione termica comprendono lo shock termico e la disinfezione termica.
• Irraggiamento UV: La luce ultravioletta a 254 nm inattiva i batteri dimerizzando la
timina nel DNA, impedendone la replicazione. È un metodo di disinfezione efficace
vicino al punto di applicazione, ma non ha effetto residuo. Pertanto, non è adatto come
unica soluzione per trattare un intero edificio, poiché il batterio può persistere nel
biofilm, nei punti morti e nelle aree stagnanti dell'impianto.
• Clorazione: Il cloro, un agente ossidante, è efficace nel controllo igienico-sanitario delle
acque potabili e nell'inattivazione di Legionella pneumophila. Per eliminare il batterio,
è necessaria una concentrazione costante di cloro tra 1 e 3 mg/L. Esistono due
approcci di disinfezione: Iperclorazione shock, che prevede un aumento rapido della
l’iperclorazione
concentrazione di cloro e continua, che invece va a mantenere una
concentrazione costante nel tempo. Questi metodi aumentano anche la
concentrazione di cloro residuo e dei sottoprodotti di disinfezione. La concentrazione
ottimale dipende dalle caratteristiche chimiche e fisiche dell'acqua e dalla struttura
dell'impianto. Inoltre, poiché l'attività biocida del cloro diminuisce in ambiente alcalino,
è importante mantenere il pH tra 6 e 7 per garantirne l'efficacia.
• Disinfezione con biossido di cloro: il biossido di cloro è efficace nel controllo della
contaminazione da Legionella, utilizzato inizialmente in acquedottistica e poi anche
negli impianti per la produzione di acqua sanitaria. Rispetto al cloro, ha il vantaggio di
essere più attivo contro il biofilm. La sua efficacia varia a seconda dei materiali delle
tubazioni: è più efficace sulla gomma rispetto alla plastica, mentre non sembra adatto
per tubazioni in rame (Linee guida Ministero della salute).
1.2 Storia del genere Legionella
furono scoperti nel 1976, quando si verificò un’epidemia di
I batteri del genere legionella
polmonite grave, tra i partecipanti al raduno dei veterani della Legione Americana al Bellevue
Stratford Hotel di Philadelphia, la fonte di contaminazione fu identificata nel sistema di aria
9
condizionata. Quell’anno l'America celebrava il bicentenario della separazione dalla Gran
Bretagna e di 200 anni come nazione libera, in quella occasione più di 200 persone si
ammalarono e 34 morirono. Questi casi di infezione destarono delle osservazioni scettiche,
prima dell’estate era stato prodotto un bollettino, dove si citava la scoperta di una nuova
poco
malattia, spesso fatale, chiamata Pantosomatite, che si stava diffondendo negli stati uniti
orientali. Ma in realtà, questi casi, non erano connessi a questa malattia.
scatenante dell’epidemia,
Inizialmente nessun test di laboratorio riuscì a scoprire la causa ma
passarono mesi e mesi di indagini e analisi, per portare Joseph McDade alla individuazione
l’agente
di un nuovo batterio, poi chiamato Legionella Pneumophila, come eziologico di questa
“malattia del legionario” o
misteriosa epidemia, da cui successivamente presero nome la
“legionellosi” i due tipi di infezioni. Venne isolato per la prima volta dai tessuti polmonari di una
delle vittime (Paula H. Vance, et al. 2015).
Studi successivi, hanno poi dimostrato, che in realtà questo microrganismo era presente in
precedenza, all’interno di
più diverse fonti ambientali, come anche citato in sistemi idrici
artificiali, tubature degli impianti vari, ma che soprattutto, la trasmissione avviene attraverso
l’inalazione di aerosol contaminato (Paula H. Vance, et al. 2015). 10
Foto dall’alto del Bellevue Stratford Hotel di Philadelphia 1976
Figura 4:
Dopo la scoperta del batterio, si comprese che non era nuovo agente patogeno, ma piuttosto
St.Elizabeth’s
di un organismo misconosciuto. Nel 1965 presso il Hospital, un ospedale
psichiatrico di Washington DC, 81 pazienti iniziarono a manifestare sintomi da malattia
causa dell’infezione venne
respiratoria, per cui purtroppo 14 di essi morirono. La attribuita alla
dell’ospedale,
polvere contaminata, alzatasi da uno scavo nel cortile che con il vento venne
nell’aria
diffusa (Thacker, SB, Bennett, et al 1978).
Attualmente, la legionellosi è considerata una patologia endemica in numerose aree del
mondo, con focolai sporadici che continuano a destare preoccupazioni. L’elevata capacità di
adattamento del batterio a differenti ambienti e la crescente complessità dei sistemi idrici
moderni costituiscono sfide significative per la gestione della salute pubblica. 11
1.3 Legionella spp. descrizione di alcuni ceppi conosciuti
Attualmente al genere Legionella appartengono circa 64 specie diverse, suddivise in oltre 70
sierogruppi, di cui oltre la metà sono dichiarate patogene opportuniste, ovvero capaci di
causare l’infezione in individui che hanno un sistema immunitario compromesso, che
presentano delle difese indebolite e non invece, in individui sani e immunocompetenti
Alcune delle specie più conosciute, in grado di causare la legionellosi, includono:
• Legionella pneumophila, la specie più comune e patogena, responsabile della
maggior parte dei casi di legionellosi. Include 16 sierogruppi, dove il sierogruppo 1
è stato considerato il responsabile del focolaio epidemico di Filadelfia del 1976
(Jamie Bartram, WHO 2007).
• Legionella longbeachea, isolata la prima volta nel 1980, da un paziente con
polmonite a Long Beach, California, USA. Il sequenziamento del genoma ha
rilevato caratteristiche uniche rispetto ad altre specie di Legionella, il che potrebbe
dimostrare la presenza di differenze nelle modalità di infezione e virulenza. Un'altra
specie, è l’habitat di ritrovamento, poiché
caratteristica che la differenzia dalle altre
la Legionella longbeachea è spesso ritrovata nei suoli e nei compost, rendendo
rischiosa la manipolazione di questi terreni per le persone: Questo cambia tutte le
metodologie e le procedure riguardanti la prevenzione e il controllo delle infezioni
rispetto alle altre specie. Tuttavia, la modalità di infezione non cambia, avviene
sempre tramite l’inalazione di aerosol contaminati (Whiley & Bentham, 2011).
• Legionella bononiensis, specie scoperta nel 2019 dal laboratorio di Microbiologia
dell’università di Bologna, durante un’attività di
ambientale e biologia molecolare
sorveglianza ambientale in una struttura alberghiera in Emilia-Romagna. Anche
questa specie ha mostrato una forma a bastoncello e dei flagelli temporanei, con
temperature di crescita ottimale nel range tra 32°C e 37°C, avendo come terreni
l’agar con estratto
preferiti per la coltivazione, di lievito e carbone tamponato con
L-cisteina. (Girolamini, L 2022).
I ricercatori continuano a ricercare specie nuove, in modo da poterne studiare la patogenicità,
l’infettività la resistenza agli antibiotici, considerando tutti i potenziali impatti sulla salute
pubblica e per sviluppare strategie di prevenzione. 12
1.4 Malattie provocate dalla Legionella e sintomi della Legionellosi
Dopo il focolaio del 1976, sono state documentate numerose altre epidemie, soprattutto in
ambienti ospedalieri, hotel, navi da crociera e altre strutture con sistemi idrici complessi.
Le infezioni causate da Legionella pneumophila si presentano con manifestazioni cliniche di
diversa gravità, in particolare una forma più leggera, detta anche la febbre di Pontiac ed una
più gra