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Canicattì – Dalle origini ai nostri giorni – Uomini illustri – Notizie storiche

P. Candiano, e curiosità, Grafiche Fama, Caltanissetta 1980, pp. 53-54

Successivamente, tra il XIV ed il XV secolo, si ebbe uno sviluppo urbano che saturò la zona compresa tra i due nuclei originali quasi a formare un triangolo.

L’arrivo dei Bonanno portò innovazioni alla struttura urbana basti pensare che furono ferventi cattolici e favorirono l’insediamento a Canicattì degli Ordini Mendicanti, primi fra tutti i Francescani Conventuali e i Carmelitani i quali in un primo momento eressero nel XVI secolo le loro chiese favorendo il consolidamento del potere mistico e religioso della città, portando ad un ampliamento urbanistico proprio attorno a quei nuclei.

Fig. 1.4 – Vista del centro storico verso la chiesa Matrice

Altro punto di sviluppo urbano si è avuto attorno alla Matrice portando al formarsi dell’omonimo quartiere (v. fig.

1.4).La dinamica urbane del XVI secolo è infatti legata alla costruzione delle chiese le quali permisero l'individuazione della città cinquecentesca.Tra la fine del XVI secolo e gli inizi del XVII secolo a Canicattì arrivarono anche le Benedettine, i Frati Minori Osservanti e i Domenicani, anche questi ordini mendicanti patrocinati dalla stessa famiglia Bonanno.Nel 1612 venne costruita la casa di Predicatori Domenicani, nel 1633 il convento annesso alla chiesa di Santo Spirito nella parte estrema settentrionale dell'abitato.Nel 1650 sorse il monastero benedettino, oggi ubicato nel cuore del centro storico, ma come gli altri complessi conventuali, originariamente posto ai margini della città. Anche i Francescani che già si erano stanziati a sud del castello iniziarono la costruzione del proprio convento. Queste innovazioni architettoniche incentivarono la formazione di nuovi poli di aggregazione urbana per lo sviluppo di nuovi quartieri abitativi.

Il paese aveva una consistenza urbanistica che comprendeva da un lato il progetto del Castello (v. fig. 1.5), dall'altro il pendio che dagli orti del Convento dei Carmelitani saliva fino a Borgalino, alla destra di questo si era già sviluppato un quartiere molto popolato che dopo la costituzione della chiesa omonima (primi del 600), fu chiamato "quartiere di San Biagio" che si espandeva fino alla piccola chiesa di San Calogero, (da cui la nuova zona prese il nome) e fino al "quartiere Corbo" il quale alla fine del XIX secolo sarà chiamato "quartiere di Sant'Eduardo".

Vista del centro storico dal Castello

A sud di Borgalino nacque il "quartiere della Badia" (1670), che si articolava dalla parte iniziale dell'asse attuale Via Lepanto, lungo la quale successivamente sorsero, nel XVII e XVIII secolo, i quartieri "della Madonna della Rocca" e di "San Nicolò" e sul suo prolungamento,

Che coincide con l'attuale Via Milano, nascerà il "quartiere di Santa Lucia" adiacente al già esistente "quartiere di San Domenico" e con il quale successivamente arriverà a fondersi.

La città presentava già nel XIX secolo (v. fig. 1.6, 1.7, 1.8) un aspetto definitivo ed è un periodo di grandi interventi territoriali che contribuiscono a completare la morfologia urbana verso sud e verso ovest.

Nel 1876 con l'inaugurazione della linea ferrata Caltanissetta-Canicattì e successivamente nel 1880 la Canicattì-Favarotta e l'Aragona Caldare-Canicattì, la città rafforzò il suo ruolo strategico di comunicazione di tutta la zona.

Se Canicattì alla fine del XIX secolo era considerato uno dei più importanti comuni della provincia di Agrigento, all'inizio del nuovo secolo divenne un vero e proprio punto focale su cui confluivano molti paesi del circondario.

Fig. 1.6 -

Territorio di Canicattì del 1860, tratto da www.canicatti/centrodoc.it Con l'inaugurazione della ferrovia si accentua il ruolo di polo strategico della città e vengono realizzati stabilimenti industriali e mulini che incrementarono il commercio come lo stabilimento "Trinacria" del 1897, quello "Acquanuova", il mulino "Santa Lucia", e lo stabilimento "Laterizi".
Mappa del Catasto Borbonico del 1880
Fig. 1.7 - Mappa del Catasto Borbonico del 1880
Stralcio planimetrico del 1884
Fig. 1.8 - Stralcio planimetrico del 1884, tratto da www.canicatti/centrodoc.it
Nel Novecento Canicattì continua ad essere un importante snodo stradale e ferroviario di collegamento, la cui economia continua a basarsi sull'agricoltura, specializzandosi nella coltivazione dell'uva da tavola. Tra le realizzazioni architettoniche e urbanistiche del XX secolo emergono opere come il Teatro Sociale, progettato nel 1905 da Ernesto Basile, il quale progetta nel 1901 la facciata della chiesa.Madre (1906-1908), la villa comunale del 1925, la Torre civica del 1930 e il cineteatro Odeon del 1952. Fino alla prima metà del XX secolo lo sviluppo della città (v. fig. 1.9) è avvenuto all'interno del territorio racchiuso dalla zona collinare a nord-ovest e dall'asse viario-ferroviario Agrigento-Caltanissetta a sud-est, formando una sorta di conca semisferica dove la principale direttrice è costituita da Corso Regina Margherita, asse che attraversa la città da nord-est a sud-ovest, partendo dalla chiesa di San Diego fino al confine del centro abitato. Fig. 1.9 – Stralcio planimetrico del 1925, tratto da www.canicattì/centrodoc.it I principali quartieri della città sono: il Borgalino, e la Badia, siti nel centro storico nella parte alta della città; Acquanuova, situato attorno al punto in cui si trova l'omonima fontana che serviva da abbeveratoio; Rovitelli, vicino al largo Aosta, che costituisce la principale.

piazza delcomune. Canicattì, negli anni che vanno dal 1960 al 1990, vede unaconsistente espansione edilizia. La crescita economica del dopoguerraha determinato un’intensa urbanizzazione avvenuta senza tenere contodi qualsiasi regolamentazione urbana, su aree spesso accidentate, conpochi spazi pubblici, strade strette e assenza di aree destinate ai servizi,dando vita ad una periferia di scarsa qualità.

1.3 I principali monumenti storici

Teatro Sociale: realizzato tra il 1889-1908 dall’architetto ErnestoBasile, è ispirato ad elementi caratteristici Liberty. La pianta presentauna parte centrale quasi rettangolare, ed un’altra, quella confinante conla chiesa del Carmelo, a forma di esedra semicircolare. L’edificiopresentava una tribuna centrale e delle piccole balconate laterali, aventiaccesso indipendente attraverso un’entrata posteriore. Nel prospettoprincipale (v. fig. 1.10) si possono vedere tre corpi, il centrale chesporge rispetto

Il teatro Sociale è caratterizzato da lesene doriche che delimitano tre alte porte rettangolari. Ai lati dell'ingresso si trovano delle finestre rettangolari sormontate da timpani, in corrispondenza del secondo ordine vi sono due nicchie. Nei corpi laterali vi sono finestre con arco a tutto sesto caratterizzanti la parte bassa, mentre nel secondo ordine vi sono due finestre architravate. Subì una profonda trasformazione nel 1959 per un riadattamento ad uso cinematografo. Nel 2004 cominciarono i restauri e nel 2006 il teatro fu aperto al pubblico.

Fig. 1.10 - Teatro Sociale

Ex Casa del Fascio: realizzata nel 1936, ad opera dell'architetto Serafino Tavella e dell'ingegnere Luigi Portalone, su ciò che rimaneva del convento dei carmelitani, dopo la soppressione dell'ordine. Oggi sede della caserma della Guardia di Finanza (v. fig. 1.11), che utilizzano parti dell'interno come uffici e parti come appartamenti.

Le decorazioni tuttora presenti sono di stampo classico, infatti vi sono semicolonne e timpani che sormontano le aperture. È ancora visibile il segno dei "fasci" apposti sul prospetto.

Cinema Teatro Odeon: la costruzione di quest'opera comincia nel 1949 ad opera dell'architetto Salvatore Caronia Roberti, fu una delle prime opere costruite subito dopo l'ultimo conflitto bellico. Il cinema ha una pianta rettangolare, al centro vi è la sala proiezione con tribune disposte su tre piani, e piccole balconate sui lati. Nel prospetto principale (v.fig. 1.12) sono state inserite sei maschere in cemento armato ad opera dello scultore Antonino Balistreri. I cinema-teatro furono inaugurati nel 1952.

Cinema Teatro Odeon

Torre Civica

Torre Civica (Torre dell'orologio): nasce nella seconda metà del 600 su una collina poco distante dal Castello Bonanno, si pensa che in origine fu fatta costruire da un componente della stessa famiglia.

Leggende narrano che quel luogo vide la prigionia e la morte del figlio del re, ma non se ne conosce la storia, altre dicono che era il campanile della chiesa Madre. Ma cosa certa è che per i canicattinesi la torre dell'orologio è uno degli elementi di riconoscimento della città. Nel 1929 fu abbattuta perché pericolante e fu ricostruita in pochissimo tempo dall'ingegnere capo dell'ufficio tecnico Luigi Portalone, secondo i disegni dell'architetto Serafino Tavella, anch'egli facente parte dello stesso ufficio. La torre (v. fig. 1.13) ha una pianta quadrata, al suo interno trovano posto le scale che conducono alla sommità dove è stata sistemata una campana, il cui tocco, prima dell'espansione urbana, arrivava fino alle campagne. All'esterno invece sui quattro lati della torre ci sono delle bifore, finestre ad oculi e lo stemma (oggi in parte cancellato) del fascismo.

Chiesa Maria SS. Degli Agonizzanti: la Piazza XXIV

Maggio è comunemente nota come "Chianu di l'Agurzanti", perché vi si erge la chiesa di Maria SS. degli Agonizzanti (v. fig. 1.14), presso cui svolgeva il suo apostolato l'omonima confraternita, fondata nel 1634 con il compito di assistere i moribondi. L'attuale chiesa, però, è posteriore a tale data, essendone stata iniziata la costruzione nel 1763. Prima c'era un oratorio, nello spazio contiguo, ora di proprietà privata, ultimato nel 1655, anno in cui i confrati vi si trasferirono dalla Matrice. Dentro l'attuale chiesa fanno bella vista due tele del pittore canicattinese Francesco Guadagnino, una è di Maria SS. degli Agonizzanti e l'altra dell'Addolorata.

Fig. 1.14 – Chiesa Maria SS. Degli Agonizzanti

Fig. 1.15 – Chiesa della Badia

Chiesa della Badia: la chiesa (v.

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
21 pagine
SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-IND/35 Ingegneria economico-gestionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ArchSofia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Laboratorio tesi di laurea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Angelico Walter.