Anteprima
Vedrai una selezione di 27 pagine su 128
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 1 Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 2
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 6
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 11
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 16
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 21
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 26
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 31
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 36
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 41
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 46
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 51
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 56
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 61
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 66
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 71
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 76
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 81
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 86
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 91
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 96
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 101
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 106
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 111
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 116
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 121
Anteprima di 27 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesi Magistrale. Il business europeo e globale del calcio professionistico: il Modello Red Bull Pag. 126
1 su 128
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

(USA);

- Liverpool Football Club (Inghilterra) acquistata nel 2010 da Jonh W. Henry

(USA);

- Manchester City Football Club (Inghilterra) acquistata nel 2008 da Mansour

bin Zayed Al Nahyan (Emirati Arabi); 31

- Association Sportive de Monaco Football Club(Francia) acquistata nel 2011 da

Dmitrij Rybolovlev (Russia)

- Paris Saint-Germain Football Club (Francia) acquistata nel 2011 da Hamad

Bin Khalifa al Thani (Qatar)

- Associazione Sportiva Roma (Italia) acquistata nel 2011 da Thomas

DiBenedetto (USA);

- Football Club Internazionale Milano (Italia) acquistato nel 2013 da Erick

Thohir (Indonesia).

Nonostante la crisi economica, l’interesse per questo settore dell’economia

continua a crescere. Le prime divisioni dei campionati degli allora 53 Paesi

membri della UEFA (oggi sono 55 i paesi membri) hanno visto i ricavi crescere

tra il 2006 e il 2010 da 9 a 12.7 miliardi di euro per un incremento medio del

9,1%. Anche durante il periodo tra il 2008 e il 2010, che ricordiamo è stato

caratterizzato dalla forte crisi economica, la crescita media è stata superiore al

6%.

Confrontando tali dati con l’andamento generale dell’economia ci si accorge

immediatamente della sproporzione in essere. Difatti, la crescita del PIL

(Prodotto Interno Lordo) dei Paesi dell’Unione Europea ha registrato una

crescita media pari allo +0.81% nel periodo tra il 2006 e il 2010 (rispetto al

9.1% del settore calcistico UEFA) evidenziando un trend negativo nel triennio

2008-10 pari allo 0.84% (rispetto alla crescita media dello 6% nel settore

calcistico UEFA) .

Il problema maggiore che la Commissione Europea, la UEFA e le federazioni

europee si trovano e troveranno con sempre maggiore urgenze ad affrontare è

legato alla redistribuzione di questo enorme fatturato. Come per l’intera

32

economia in Europa esistono nazioni economicamente forti e nazioni al loro

cospetto quasi insignificanti. Mentre il PIL delle cinque maggiori nazioni

(Spagna, Inghilterra, Germania, Italia e Francia) raggiunge circa il 50% del PIL

totale dell’intera Unione Europea, nel calcio il prodotto di queste 5 nazioni

supera abbondantemente i 2/3 della torta a disposizione.

Questo indica una maggiore concentrazione in questo settore dell’economia

rispetto al totale delle attività. Parlando esclusivamente del settore legato al

calcio si può notare come questo squilibrio emerga nelle competizioni europee,

in UEFA Europa League, ma soprattutto in UEFA Champions League.

33

1.3 Il settore calcistico in Italia

Come abbiamo visto, il campionato professionistico italiano rientra fra le

famose “Big-5”, le cinque leghe professionistiche più influenti a livello

europeo, non solo dal punto di vista sportivo, ma soprattutto dal punto di vista

economico.

L’organo di controllo ed organizzazione del calcio in Italia è la Federazione

Italiana Giuoco Calcio (F.I.G.C.), la quale controlla e coordina le leghe che

organizzano i campionati professionistici (Lega Serie A, Lega B e Lega Pro).

La F.I.G.C. è l’unica federazione sportiva italiana riconosciuta dal Comitato

Olimpico Nazionale Italiano (CONI), dall’UEFA e dalla FIFA, per ogni aspetto

riguardante il gioco del calcio in campo nazionale e internazionale.

Il documento che raccoglie tutte le informazioni e i dati relativi al business

calcistico italiano è il ”Report Calcio”. Questo documento viene elaborato ogni

anno dal Centro Studi,Sviluppo ed Iniziative della FIGC, in collaborazione con

l’Agenzia di Ricerche e Legislazione e PwC. Il Report Calcio fornisce un

quadro esaustivo di tutto il calcio italiano ( non solo professionistico ma anche

dilettantistico), esaminando in modo dettagliato gli aspetti strutturali,

organizzativi e mediatici ed effettuando un confronto con i principali competitor

europei. Al fine di comprendere meglio la situazione attuale del calcio italiano,

il report fornisce informazioni utili sulla situazione economica globale,

9

effettuando confronti con l’andamento parallelo del mondo del calcio .

I dati esposti nel “Report Calcio” rendono dunque necessario il perseguimento

di criteri di efficienza, con effetti positivi sulla stabilità finanziaria dei club.

9 Nel report è presente un benchmarking internazionale che ha come obiettivo quello di

riassumere i principali dati relativi allo scenario calcistico internazionale, da un punto di vista

economico, infrastrutturale e demografico. 34

1.3.1 Storia del settore calcistico italiano

Così come nel resto d’Europa e del mondo, anche in Italia le società di calcio

ebbero origine quale semplice fenomeno aggregativo di soggetti impegnati nella

pratica sportiva, quindi, in forma associazionistico-ricreativa; queste venivano

concepite come strutture associative ispirate allo schema giuridico tipico delle

associazioni non riconosciute. Esse operavano senza il perseguimento di finalità

lucrative, erano prive di personalità giuridica e venivano finanziate mediante

l’apporto di beni da parte degli associati, costituendo un fondo di garanzia verso

terzi.

Lo scopo di queste associazioni non era altro che la semplice attività sportiva e

la connessa pratica atletico-agonistica dei propri membri; in tal modo,

però, queste associazioni calcistiche erano poco regolamentate, non vi erano

norme fondamentali riguardanti chiarezza e trasparenza, anche se in quel

periodo le cifre che giravano intorno al fenomeno calcio erano contenute.

Tuttavia, già a partire dagli anni ’60, la progressiva diffusione del calcio e

l’aumento di interesse intorno al settore calcio, resero le associazioni sportive

consapevoli del fatto che il semplice ed esclusivo contributo finanziario degli

associati non sarebbe stato più sufficiente a sostenere spese, sempre crescenti, in

quanto il numero dei partecipanti aumentava in rapida progressione e anche il

tasso tecnico delle competizioni si era vertiginosamente alzato.

Con il passare del tempo, lo spettacolo calcistico divenne un servizio che, grazie

anche alla diffusione dei mezzi di informazione, doveva essere remunerato dal

pagamento di un prezzo commisurato alla qualità dell’offerta e alla misura della

35

domanda. Pian piano, alla figura dell’atleta praticante-associato cominciò a

sostituirsi quella di sportivo professionista, che rendeva la propria prestazione

dietro il pagamento di un compenso.

Il crescente peso della gestione sempre più onerosa e l’avvento del

professionismo indussero le associazioni calcistiche a rivolgersi al mercato nel

tentativo di intercettare l’interesse degli imprenditori e avvicinarli al progetto

sportivo: stava nascendo la figura del c.d. “mecenate sportivo” che investe

risorse nel settore, con l’aspettativa di trarne vantaggi a beneficio della propria

impresa.

<<Si riscontrava quindi l’esigenza di una radicale modificazione normativa, dati

i nuovi ed evidenti aspetti imprenditoriali che stavano assumendo sempre

maggiore rilevanza e che necessitavano di una più adeguata regolamentazione

giuridica.>> (Caira, 1995). Fu così che con la delibera della Federazione

Italiana Gioco Calcio del 16 settembre 1966, si stabilì lo scioglimento delle

vecchie associazioni militanti nei campionati professionistici (Serie A e Serie

B), con contestuale nuova costituzione in veste di società commerciali, munite

di personalità giuridica, individuata come condizione imprescindibile per

l’iscrizione al campionato di calcio relativo alla stagione sportiva 1966/1967.

A questa delibera ne fece seguito una seconda, del 16 dicembre 1966, che

prevedeva l’adozione di uno statuto-tipo che tutte le società calcistiche,

obbligatoriamente, avrebbero dovuto adottare, con l’espresso divieto di

perseguire fini di lucro, o meglio, di ridistribuire gli utili di bilancio

eventualmente realizzati ai soci, in quanto tali utili avrebbero dovuto essere

destinati a favorire la migliore attuazione della finalità sportiva e a sostenerla in

maniera più incisiva . 36

Con l’imposizione della forma societaria si rendevano applicabili ai club una

serie di disposizioni legislative, principalmente quelle sulla formazione e sulla

pubblicità del bilancio, che avrebbero dovuto assicurare una più cauta e

trasparente amministrazione, nonché la possibilità di controllo da parte delle

autorità sportive competenti. L’obiettivo della riforma del ‘66 era quello di

risanare le posizioni debitorie dei club, di far convivere le finalità sportive con

l’esigenza di un’ordinata gestione economica ed, infine, di far rispettare le

disposizioni in materia societaria e fiscale; obiettivo che però non fu raggiunto

in quanto il bilancio complessivo delle squadre di serie A e B passò da un

passivo di 18 miliardi di lire nel 1972 ad uno di 86 miliardi nel 1980.

Occorreva, dunque, procedere ad una nuova riforma, questa volta con

l’intervento diretto del Parlamento. Il 23 marzo del 1981 con l’emanazione della

Legge n. 91 il legislatore ordinario disciplina in maniera organica per la prima

volta la materia calcistica, fissando una serie di principi di ampio respiro, tra

cui prevale quello secondo cui l’attività sportiva è libera, seppur entro i limiti

imposti dalla legge. La normativa stabilisce in maniera chiara i criteri in base ai

quali distinguere l’attività sportiva dilettantistica da quella professionistica e

regolamenta i rapporti tra atleti professionisti e società sportive con una

particolare attenzione all’aspetto tributario. Vengono stabiliti, inoltre, i requisiti

essenziali per la costituzione, il controllo della gestione e la liquidazione delle

società, oltre a fissare le caratteristiche e le competenze delle federazioni. La

legge esamina la rilevanza, ai fini dell’imposizione e dell’imposta sul valore

aggiunto dei contratti tra ente ed atleta e fissa le modalità di applicazione delle

imposte per l’operazione di trasformazione delle associazioni in società di

capitali. 37

L’intervento normativo del 1981, con i suoi pregi e i suoi difetti, rappresenta

ancora oggi, nonostante le ripetute rettifiche ed integrazioni, la legge base per la

regolamentazione del settore calcistico in Italia.

Un ultimo passaggio storico sia per il calcio Italiano, ma anche per quello

internazionale, fu quello del 1996, anno ricordato sia per la sentenza Bosman

(che abbiamo visto in precedenza), sia per il decreto di legge n. 485 del 20

settembre 1996 che prevedeva la possibile quotazione in Borsa dei club

calcistici e consentiva anche alle società sportive il perseguimento dello scopo

di lucro, riconducendo il loro regime giuridico all’interno della disciplina

comune in materia societ

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
128 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elcatif92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e management e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Bollino Carlo Andrea.