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RN
PNm
Dove RN indica il reddito netto e PNm indica il patrimonio netto medio.
38 A. BUBBIO, Strategia aziendale e redditività di impresa, Academia Universa Press, Milano, 2010;
A. CAPOCCHI, La redditività aziendale, Franco Angeli, Milano, 2009.
39 B. IACCARINO, A. ROMANO, La gestione del costo del capitale, Liguori Editore, Napoli, 1986.
30
L’indice esplicita il rendimento del capitale proprio investito in azienda e quindi la
convenienza da parte dei soci a effettuare investimenti a titolo di capitale proprio in
azienda.
In genere, si ricava un tasso percentuale, il quale dovrà essere moltiplicato per 100.
L’investimento, per essere conveniente, deve fruttare almeno quanto gli investimenti
privi di rischio, maggiorati di una percentuale a titolo di copertura del rischio del
settore e della specifica azienda. 40
La redditività operativa, denominata Roi , return on investiments, accerta la
convenienza ad investire da parte di tutti mezzi finanziari in azienda. La formula è
cosi esplicitabile:
Ro
totale attivit à medie
Va segnalato che il concetto di redditività operativa può essere assunto con significati
diversi secondo le caratteristiche del numeratore e del denominatore. Per le aziende
che non hanno core business o che sono capogruppo di società, il Roi può non aver
significato poiché molti frutti possono pervenire dalla gestione delle partecipazioni.
41
In questi casi, il Roi viene sostituito dal Roa (return on assets). Tale indice è così
rappresentabile:
Ro+ Paf
Tam
in cui Ro indica il reddito operativo, Paf indica i proventi atipici e finanziari e Tam
indica il totale attività medie.
Per quanto riguarda il Roi ci sono diverse questioni sul capitale investito:
- il capitale investito è dato da tutte le attività. In questo caso l’indice è denominato
roa;
40 L. PICCARI, A. SANTORI, U. SANTORI, Analisi della redditività, Il sole 24 ore, Milano, 2009.
41 L. LOMBARDI, M. PENNICA, Manuale di finanza:per manager non finanziari, Franco Angeli,
Milano, 2012. 31
- il capitale investito è dato dalle sole attività caratteristiche, escludendo quelle
accessorie. In questo caso si parla di Rona (return on net assets) o di Roi
tradizionale;
- il capitale investito è rappresentato da tutte le attività al netto delle passività non
onerose;
- il capitale investito è rappresentato dalle attività operative, al netto delle passività
correnti, ossia di quelli che sono definiti i finanziamenti spontanei;
- il capitale investito è rappresentato dalle attività operative al netto delle passività
non onerose, ossia di quelli definiti i finanziamenti a tasso zero.
Nelle prime due ipotesi si parla di Roi in senso esteso, poiché è un indice di
economicità operativa complessiva, cioè che riguarda tutti i finanziamenti,mentre per
le altre tre ipotesi si parla di Roi in senso stretto poiché esprime la redditività
operativa rispetto al capitale investito al netto delle fonti di finanziamento spontanee.
La redditività delle vendite, Ros, return on sales, è un indice operativo utilizzato per
valutare la capacità commerciale dell’azienda. Dà l’opportunità di conoscere in modo
molto approfondito le caratteristiche dell’azienda stessa e la possibilità o la necessità
di interventi. In formula il Ros è così esprimibile:
Ro
vendite
L’indice segnala la resa in termini di reddito operativo delle vendite effettuate.
Questo indice è usato principalmente nelle analisi interne perché consente di
determinare la redditività comparata dei vari prodotti e di decidere i vari interventi
correttivi. 42
Il costo del denaro per l’azienda è dato dall’indebitamento aziendale e consiste
nell’attingere fonti di finanziamento di terzi onerose o non onerose. Si possono allora
determinare il costo medio del denaro acquisito (con riferimento alle soli fonti
onerose) e il costo medio di tutte le fonti. Nel primo caso si determina il tasso i,
42 L. CIMBOLINI, A. MORICONI, V. TATO’, Il finanziamento degli investimenti. Indebitamento ed
altre modalità, Maggioli Editore, Ravenna, 2010; A. DEL POZZO, Indebitamento e rischio
finanziario, Aracne, Roma, 2005. 32
43
mentre nel secondo caso il rod . Il rod per il costo medio di tutte le fonti è
esplicabile come segue:
Of
Cd
in cui Of indica gli oneri finanziari e Cd indica il capitale di debito.
44
La leva finanziaria , leverage, esprime il tasso di indebitamento dell’azienda La
formula espressiva di tale indice è il reciproco del tasso di indipendenza dai terzi. In
formula è data da
Pc Pf
+
Cn
dove Pc indica le passività correnti, Pf le passività fisse e Cn il capitale netto.
Se il leverage assume valore pari a 1 significa che l'azienda non ha fatto ricorso a
capitale di terzi (non ha debiti); se il leverage assume valori compresi fra 1 e 2
significa che il capitale proprio è maggiore del capitale di terzi; se il leverage assume
valori superiori a 2 significa che il capitale di terzi è maggiore del capitale proprio.
Nel caso in cui il rapporto assume valori compresi fra 1 e 2 l'impresa è in uno stato di
corretto equilibrio nell'ambito delle fonti di finanziamento, mentre se il rapporto
assume valori superiori a 2 l'impresa è da considerarsi sottocapitalizzata (capitale
proprio insufficiente), per cui occorre effettuare un processo di ricapitalizzazione
(aumento del capitale di rischio, cioè emissione di azioni).
45
La leva operativa è legata all’esistenza di costi fissi in aziendali, cioè di costi che
non variano al variare delle quantità prodotte o vendute. Si può affermare che
un’azienda con una struttura rigida, ha molti costi fissi, sicuramente sarà esposta
maggiormente al rischio che deriva dalla variazione delle quantità di prodotti
collocati sul mercato.
43 F. BARTOLI, Tecniche e strumenti per l’analisi economiche, Franco Angeli, Milano, 2008.
44 R. CHIONNE, Leva finanziaria e leva operativa, Guerra Edizioni, Milano, 1998.
45 C. INTRISANO, Il rischio finanziario, Aracne Editrice, Roma, 2005. 33
Un’azienda rigida rischia, potrebbe avere un reddito operativo negativo se non
colloca una certa quantità di prodotti finiti sul mercato.
In formula la leva operativa sarà data dal rapporto tra i costi fissi e i costi variabili,
ovvero:
Cf
Cv
in cui Cf rappresentano i costi fissi e Cv i costi variabili.
Il rinnovamento è definito come la capacità dell'azienda di produrre mezzi propri
(autofinanziamento), finanziati attraverso la gestione, per effettuare investimenti
senza dover dipendere da fonti esterne.
Il calcolo indiretto dell'autofinanziamento può essere effettuato sommando all'utile di
esercizio i costi e i ricavi privi di valenza monetaria; in senso stretto il rinnovamento
è calcolato, indirettamente, aggiungendo al risultato (positivo) di esercizio i soli
ammortamenti. Gli indici utilizzabili per accertare questo aspetto, possono essere i
seguenti: 46
- il rapporto tra ammortamenti e immobilizzazioni lorde, che segnala la velocità di
trasformazione indiretta degli investimenti in denaro. L'ammortamento, difatti, è il
processo attraverso il quali i mezzi monetari investiti nelle immobilizzazioni si
trasformano di nuovo in denaro: più è rapido questo processo e prima si ottengono
nuovamente i mezzi monetari investiti. Chiaramente il tasso di ammortamento,
dipende dalla tipologia di immobilizzazione;
- il tasso di rinnovamento, inteso come la capacità dell’azienda di svilupparsi per
effetto della capacità di creare risorse finanziarie al suo interno, in formula è dato da:
nuove immobilzzazioni
attivit à finanziarie medie lord e
Indica la velocità con la quale l'azienda procede al rinnovo delle immobilizzazioni
tecniche;
46 C. UNGARO, Gli ammortamenti, Maggioli Editore, Ravenna, 2010; C. ONETO, Gli
ammortamenti, Buffetti, Roma, 2002; C. ONETO, La gestione degli ammortamenti, Buffetti, Roma,
1998. 34
- l'autofinanziamento non è un indice, ma un dato rappresentato dalla somma tra utile
e ammortamenti. L'importanza della sua valutazione quantitativa è dovuta al fatto
che esso rappresenta l'entità delle risorse finanziarie procurate dalla gestione e
utilizzabili per effettuare nuovi investimenti;
- il concorso dell'autofinanziamento ai nuovi investimenti è il rapporto più
importante, dato dal rapporto tra autofinanziamento e nuove immobilizzazioni.
Maggiore è il concorso dell'autofinanziamento al finanziamento di nuovi
investimenti e minori sono i problemi finanziari dell'azienda. Infatti, un'azienda che
può procurare al suo interno le risorse finanziarie necessarie per intraprendere nuovi
investimenti, non ha problemi di liquidità.
Agli indici di redditività, intesi in senso ampio, appartengono quelli di efficienza.
47
L'efficienza , ovvero l'impiego razionale delle risorse, è la condizione che implica la
redditività interna di un'azienda. Normalmente è indicata dal rapporto tra output e
input; la crescita nel tempo di una serie di indici che segnala il miglioramento
dell'efficienza aziendale. Tali indici sono:
- il fatturato pro capite dato dal rapporto tra vendite e numero dipendenti medio;
- il rendimento dei dipendenti dato dal rapporto tra vendite e costo del personale;
- il rendimento delle materie dato dal rapporto tra vendite e costo delle materie
consumate.
Tali indici sono anche denominati indici di resa, quando il numeratore è
rappresentato non dai ricavi, ma dai risultati fisici ottenuti. Sono favorevoli gli indici
che hanno un andamento crescente nel tempo. Si possono utilizzare, gli indici
48
reciproci, chiamati di impiego o di consumo.
L'efficienza si verifica anche mediante il controllo di budget, confrontando i dati dei
consumi effettivi con quelli standard.
47 P. MELLA, C. DEMARTINI, Efficienza aziendale e gestione della performance, Pavia University
Press, Pavia, 2011; G. MARBACH, Previsione e misure di efficienza aziendale, Carocci Editore,
Roma, 1999.
48 B. FORNARI ,Gli indici aziendali. Come prepararli e impiegarli per controllare l'andamento
aziendale e per leggere e capire i bilanci, Franco Angeli, Milano, 2001. 35
11. L’analisi di bilancio per margini.
L’analisi di bilancio per margini si svolge tramite la contrapposizione di
raggruppamenti di voci dell’attivo e del passivo dello stato patrimoniale
riclassificato,che portano ad evidenziare