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CAPITOLO 3 - UN MODELLO VINCENTE DI LEADERSHIP: “IL CASO FIAT”.
40 L’azienda Fiat.
3.1 La storia dell’azienda.
3.1.1
La Fiat, nasce alla fine dell’Ottocento, come un'azienda destinata a diventare, in
poco tempo, uno dei maggiori gruppi industriali al mondo. Più precisamente l’11
luglio del 1899 viene firmato l’atto di nascita della FIAT (acronimo di Fabbrica
Italiana Automobili Torino), dando vita a quello che sarebbe diventato il più
importante gruppo finanziario e industriale privato italiano del ventesimo secolo,
oltre il fatto che divenne la prima holding del Paese, e dal punto di vista del settore
automobilistico, la maggior casa produttrice del continente europeo e terza a
livello mondiale per un ventennio, dopo la General Motors Co. e Ford Motor Co.,
fino allo scoppio della crisi iniziata alla fine degli anni ottanta. L'azienda nacque da
un gruppo di aristocratici, imprenditori e professionisti torinesi con l’idea di fondare
una fabbrica per la produzione di automobili. La FIAT iniziò la costruzione del
primo stabilimento, denominato Lingotto, nel 1916 e lo fece entrare in funzione nel
1923. Dopo un primo periodo di difficile sviluppo, segnato da diverse
ricapitalizzazioni e da modifiche nella composizione del capitale azionario, la
proprietà della casa automobilistica viene totalmente da Giovanni Agnelli,
imprenditore politico italiano, che resterà a capo dell'azienda sino al termine della
seconda guerra mondiale. La Fiat divenne società per azioni nel 1942 e poi si
tramuto in holding polisettoriale a carattere multinazionale. Dopo aver rischiato di
̀
perdere la proprietà dell'azienda per la propria compromissione con il regime
fascista, Agnelli passa il comando a Gianni Agnelli. La gestione di Gianni Agnelli
incrementò notevolmente il profitto dell’azienda. La crescita, aiutata anche dal
cosiddetto "boom economico" degli anni sessanta, fu rilevante sia in campo
nazionale che nei mercati esteri. Quest’ultimo divenne presidente della FIAT nel
1966 fino al 1996 in cui la carica viene assunta prima dall'ex amministratore
delegato Cesare Romiti e poi successivamente dal genovese Paolo Fresco, in
arrivo dagli Stati Uniti, ex vicepresidente della General Electric.
La crisi del gruppo porta il fratello Umberto alla presidenza nel 2003,
successivamente dopo la morte di Umberto Agnelli vengono nominati ai vertici del
41
Gruppo come presidente Luca Cordero di Montezemolo, Vice Presidente John
Elkann e Amministratore Delegato Sergio Marchionne.
Sergio Marchionne nasce a Chieti il 7 giugno del 1952. Si laurea in Filosofia e in
Legge a Toronto, poi in Economia e Commercio a Windsor, in Canada, dove
consegue anche un Master in Business Administration.
A trentun anni entra nell’area fiscale della società di revisione Deloiette,
successivamente diventa executive vice president di Glenex Industries. Nel 2002
diventa amministratore delegato del gruppo Sgs (Société Générale de
Surveillance di Ginevra, che nel 2004 è partecipata da Ifil, la finanziaria della
famiglia Agnelli.
Questa partecipazione azionaria mette in relazione Marchionne con la Fiat Spa,
che nel maggio del 2003 lo nomina consigliere di amministrazione.
Negli Stati Uniti, patria del management, Marchionne è delineato come un
innovatore alla maniera di Steve Jobs, ma ovviamente per quel che riguarda
l’ambito automobilistico. Sbarcò alla fiat il 1 giugno del 2004, anni in cui la Fiat era
sull’orlo del baratro, disastrata dai conti; in pochi mesi Marchionne risolse a favore
di Torino la prima grande sfida, quella con General Motors, e nel 2005 riportò
l’azienda all’utile per la prima volta dopo cinque anni. Dal 1 gennaio del 2011 è
operativa la scissione del Gruppo Fiat in due entità distinte: Fiat spa, che riunisce
le attività legate al settore auto, e Fiat Industrial, in cui confluiscono Iveco e CNH.
Successivamente viene nominato presidente del Gruppo americano Chrysler del
2011. Negli ultimi anni Fiat e Chrysler insieme vendono all’anno più di 4 milioni di
vetture, diventando il settimo costruttore mondiale di auto. Le attività e le strategie
della Fiat, con il passare del tempo e a causa dei mutamenti di mercato, hanno
portato a una diversificazione in molti settori. Il gruppo ha al momento attività in
una vasta gamma di settori dell'industria e nei servizi finanziari. Si tratta del
maggiore gruppo aziendale italiano, che vanta inoltre notevoli attività anche
all'estero, dove è presente in 61 nazioni con 1063 aziende che impiegano oltre
223.000 persone, 111.000 delle quali al di fuori dell'Italia. Al giorno d’oggi non ha
più senso parlare della Fiat come azienda italiana o europea. La Fiat di adesso è
una multinazionale.
42 Valutazioni sullo stile di leadership del Dottor Marchionne.
3.1.2
Il Dottor Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, ha tenuto una
conferenza, presso L’ Alma Graduate School di Bologna, tesa a spiegare
l’importanza della leadership nel contesto aziendale, citando tali parole: “Abbiamo
abbandonato il modello di leadership che puntava su un uomo del destino, che
aveva a lungo caratterizzato la Fiat, e abbiamo affermato una cultura dove a tutti è
richiesto di mettere in atto un comportamento da leader. Il mio lavoro – continua-
non consiste tanto nel prendere le decisioni che riguardano il business, quanto
nello stabilire gli obiettivi e nell’aiutare i nostri manager a trovare il modo di
raggiungerli”.
La vecchia Fiat, ci spiega il dottore, aveva un problema di leadership, poiché tutte
le decisioni importanti erano prese dall’amministratore o capo, cosa che
probabilmente poteva funzionare come modello di leadership negli anni ’50. Per il
Dottore la leadership è un modo di essere. Per il successo professionale, ma
anche affinché la vita acquisti davvero significato. È l’arte di guidare verso il
raggiungimento di risultati eccellenti, ma anche la capacità di fare crescere
individui e gruppi in modo da consentire a ciascuno di esprimere al meglio le
proprie potenzialità.
Al giorno d’oggi Marchionne sostiene di dover dare maggior autonomia alle
persone e maggior spazio ai Leaders. “Da una parte do alle persone maggiore
autonomia, ma chiedo anche a loro maggiore responsabilità. Un leader che manca
un obiettivo deve avere qualche tipo di conseguenza, ma non penso che mancare
un obiettivo sia la fine del mondo, se sbagli da una parte puoi compensare da
un’altra. Tuttavia, se vuoi sviluppare dei Leaders, non puoi permettere che scuse,
spiegazioni, e giustificazioni siano uno stile di vita; una caratteristica della vecchia
Fiat che abbiamo lasciato alle spalle.”
Attraverso questo, l’amministratore delegato della Fiat ci vuole spiegare come oggi
egli stesso richiede ai suoi stessi leader di avere una “leadership più umana”,
ovvero, saper fare squadra con i propri collaboratori condividendo vittorie e
sconfitte.
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Non basta avere un leader forte ai piani alti, ma servono anche leader ai livelli più
bassi della gerarchia aziendale. Le caratteristiche richieste da un leader, secondo
Marchionne, sono secondo due dimensioni: la capacità di guidare il cambiamento
e il guidare le persone. Marchionne li definisce come parte integrante della sua
filosofia aziendale e inoltre aggiunge: lo spirito competitivo, l’affidabilità, l’integrità,
la velocità di decisione, passione ed energia nel raggiungere i risultati sono alla
base di una leadership moderna. Inoltre trasparenza, senso di responsabilità,
condivisione delle informazioni e dei meriti, impegno a far crescere gli altri, sono
l’elenco che racchiude i valori essenziali che dovrebbero possedere tutti i leader
per la gestione del personale. Marchionne dichiara: “Solo l’insieme di queste
qualità, può definire un leader” Aggiunge inoltre: “Io passo personalmente
l’equivalente di un mese all’anno per valutare circa 1000 leader e impostare la loro
carriera, perché credo nell’importanza della leadership in modo viscerale e
religioso.”
Nella leadership del Dottore, fondamentali sono l’apertura mentale, la disponibilità
nei confronti del nuovo, del diverso, nell’essere pronti a cambiare in ogni
momento, e a guardare al di là delle mura di un ufficio.
Riflettere sulla leadership impone di andare oltre i confini aziendali e di adottare
appunto una visione più ampia. In ogni organizzazione, le persone giuste- i giusti
leader- contano molto più delle giuste procedure. Per “giusti Leader” il Dottore
intende, coloro che hanno il coraggio di sfidare l’ovvio, di seguire strade mai
percorse, di rompere i cosiddetti vecchi schemi. Sono persone affidabili, che
mantengono sempre le promesse fatte. Sono questi gli uomini e le donne che oggi
gestiscono la Fiat. Secondo Marchionne: “Queste persone sono i protagonisti del
processo di trasformazione dell’azienda ma sono anche i protagonisti di un
processo di crescita personale” qui possiamo ricollegarci al concetto di coaching,
ricordando che un leader deve essere anche un coach ovvero sapere guidare le
persone dal punto di vista lavorativo ma conoscendole anche da punto di vista
personale.
Inoltre ci spiega, che oggi più che mai, bisogna “correre ed evolvere”, con questa
espressione Marchionne vuole dirci che bisogna cambiare anche quando si sta
andando bene, poiché tutto ciò è più facile e meno costoso. Il cambiamento è visto
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dal dottore, come una necessità e che il destino dell’azienda dipende da noi
stessi, da ciò che facciamo e come lo facciamo.
Anche in Fiat Marchionne spiega di aver perseguito lo sforzo di mettere al centro
un management formato da individui che non subiscono il cambiamento ma lo
cercano e spesso lo stimolano. Uomini e donne che hanno la capacità
straordinaria di far emergere il meglio dalle persone e che favoriscono la
formazione di grandi squadre.
La nuova realtà della Fiat si fonda sul concetto di competizione, perché è alla
19
base della sopravvivenza di un’azienda o società. Mantenere le posizioni acquisite
o conquistare nuove quote di mercato non è affatto un compito facile.
Questo è un degli obiettivi di fondamentale importanza per la Fiat e costituisce il
tessuto che tiene insieme il Gruppo e che motiva le persone a rispondere e a
spronarsi.
Precisa il dottore: “Per quanto ci riguarda, abbiamo lavorato e stiamo ancora
lavorando intensamente, dal punto di vista organizzativo e industriale, per
garantire