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ATTIVO PASSIVO

Immobilizzazioni (impianti, macchinari...)

Magazzino

Debiti a lungo termine (debiti scadenti oltre l'anno)

Liquidità differite

Fondi TFR

Liquidità immediate

Debiti a breve termine (debiti verso fornitori, debiti bancari...)

Fonte: elaborazione personale

Siccome non esiste un determinato livello di indebitamento ottimale che può o deve sostenere un'azienda, l'analisi dello Stato Patrimoniale finanziario consente di verificare se la scadenza media dell'attivo è consona o sincronica alla scadenza media del passivo. Avevo già, inoltre, posto in evidenza ad inizio del paragrafo una serie di problematiche legate all'elevato livello di indebitamento tipico delle aziende italiane, quale il ricorso al debito bancario di breve termine per l'acquisto di immobilizzazioni. Fatte queste premesse, ritengo utile fornire alcuni indicatori che aiutano a capire se ci si trova di fronte ad un'azienda.

Con una buona o pessima struttura finanziaria. Seppur l'indebitamento consente, come già detto, di dedurre fiscalmente gli oneri finanziari, è tuttavia possibile sostenere che una situazione ideale potrebbe essere costituita da un'assenza di indebitamento (o comunque avere una percentuale di debito bassa) che si può verificare quando una società leader del mercato di riferimento riesce a reinvestire gli utili formatisi (e non distribuiti) nei precedenti esercizi, operando grazie all'autofinanziamento.

Il primo margine da osservare è il margine di struttura secco, dato dalla differenza tra il patrimonio netto e le immobilizzazioni nette (ovvero, al netto degli ammortamenti). Come conseguenza delle politiche finanziarie adottate in passato, in molte società viene riscontrata una certa "sottocapitalizzazione". Anche se fosse apprezzabile un valore positivo di questo margine, è tollerabile un valore anche negativo.

se quantomeno il margine di struttura allargato è positivo.

Margine di struttura allargato = Patrimonio Netto + Passività consolidate (debiti a lungo termine e Fondi TFR) Immobilizzazioni nette

Il margine di struttura allargato deve essere quindi, per motivi finanziari, necessariamente positivo, pena un evidente squilibrio finanziario perché non sarebbe ammissibile finanziare le immobilizzazioni con debiti contratti a breve termine.

Un ulteriore margine da considerare è quello di tesoreria, dato dalla somma delle liquidità immediate e differite, tolte le passività a breve termine. Esso rappresenta la liquidità disponibile e, comunque, facilmente liquidabile. Per questo motivo non viene considerato il valore del magazzino, in quanto vi è una reale difficoltà nel renderlo liquidabile.

Constato che è possibile indebitarsi, pur non potendo definire a priori un determinato quantitativo, bisogna sempre mantenere un certo focus.

La struttura finanziaria dell'impresa è un argomento di grande importanza. Tuttavia, non si può affrontare questo argomento senza fare riferimento agli studi compiuti dai Nobel per l'economia Modigliani & Miller. Essi dimostrarono che, in assenza di imposte, i manager non possono modificare il valore di un'impresa semplicemente modificando la struttura finanziaria. Quando questa teoria fu proposta alla fine degli anni Cinquanta, sembrava essere estremamente rivoluzionaria. Tuttavia, le evidenze empiriche hanno permesso di ottenere un consenso sempre più ampio.

Anche se il debito potrebbe sembrare meno costoso dell'equity, la teoria di Modigliani & Miller afferma che il costo complessivo del capitale non può essere ridotto sostituendo il debito al capitale proprio. Questo perché, nel momento in cui aumenta il debito, il capitale proprio diventa automaticamente più rischioso. Di conseguenza, all'aumentare del rischio, aumenta anche il costo del capitale azionario.

L'incremento del costo del capitale proprio rimanente controbilancerà direttamente il risparmio di costo legato al finanziamento di una parte di impresa attraverso il debito. Modigliani e Miller dimostrarono, perciò, che i due effetti si compensano: sia il valore totale dell'impresa sia il costo complessivo del capitale non possono dipendere dalla leva finanziaria.

Come migliorare il rapporto banca-impresa?

Per una serie di motivi già discussi, non è facile avere un pieno controllo del rapporto con gli istituti bancari, soprattutto se non si tratta di un'impresa di grandi dimensioni. Tra i vari motivi a rendere difficoltoso il rapporto, vi sono sicuramente le scelte sbagliate effettuate nel passato che influenzano le scelte presenti e future.

Per ottenere, quindi, dei prestiti bancari a costi modesti è opportuno sapere che, innanzitutto, le banche li concedono a fronte di buoni rating e che in passato il sistema premiante non si basava

sul rischio ma sul volume erogato. Questo motivo dovrebbe, già, bastare ad acquisire consapevolezza in merito alla necessità di migliorare il proprio rapporto con la banca anche perché avere un rating basso comporta un effetto sulle pratiche per richieste presentate da un'azienda con delega creditizia; pertanto, rating basso devono seguire un iter di approvazione più complesso ed oneroso in termini di tempo: invece che essere approvate dal direttore di filiale vengono (eventualmente) approvate dal capo area o dalla direzione crediti. Inoltre, per poter finanziare i propri progetti alle aziende è richiesto, almeno una volta all'anno, il bilancio d'esercizio, dal quale viene esaminato, almeno parzialmente, il rating. Nelle piccole e medie imprese, in genere, la redazione dei documenti componenti il bilancio d'esercizio viene completamente delegata al commercialista: aspetto da non sottovalutare perché è possibile, nella

realtà contribuire alla redazionestessa. Vi è quindi la possibilità, ad esempio, di compilare una Nota Integrativa che siaesaustiva e completa per facilitare il lavoro degli analisti e per fornire una serie diQuest’ultimo resta uninformazioni qualitative che possono incidere sul rating.importante motivo per cui vale la pena impegnarsi nella stesura della Nota Integrativa,integrando il lavoro fatto dal professionista. Nelle grandi imprese, infatti, la redazionedel bilancio non è mai affidata solamente a professionisti esterni: c’è sempre un ufficiodedito e ciò consente di ottenere dei benefici, se non direttamente, quantomenoindirettamente per via delle migliori informazioni dal punto di vista qualitativo.44Nella comunicazione tra banca e impresa ritengo sia opportuno tenere presente che,come avviene per altri fornitori strategici, i livelli comunicativi debbano suddividersi in:banca e impresa dialogano dell’operatività

(i temi trattati possono- operativo:riguardare bonifici, pagamenti, operazioni di anticipo fatture ecc.); - programmatico: a questo livello viene discussa la struttura dei finanziamenti, icosti, il rating, il rinnovo degli affidamenti ecc.; - strategico-relazionale: vengono presentati i risultati per riesaminare i fidi o perdiscutere di un importante finanziamento. Una volta fatta questa premessa bisogna ricordarsi che le figure che operano nei diversilivelli sono: l'impiegato amministrativo, il responsabile amministrativo ed, infine, iltitolare per l'ultimo livello. E' importante diversificare i ruoli nell'impresa perché,diversamente, la banca potrebbe "leggere" in modo del tutto negativo la condotta delleimprese di operare con una sola persona per tutti i livelli. Inoltre, per gestire al meglio il rapporto con la propria banca è opportuno evidenziarequanto siano importanti i piani finanziari. Conoscere il proprio cliente e i suoi

Pianifuturi rappresenta un importante obiettivo della banca anche per ridurre il rischio nelle sue valutazioni. La preparazione di questi piani, che devono essere almeno triennali, dovrebbe, infatti, iniziare a diventare una buona prassi di gestione aziendale. Nella preparazione dei piani finanziari è fondamentale operare con una certa ragionevolezza e non dimenticare di preparare dei piani di riserva, utili nel caso in cui il piano A dovesse "fallire".

Un altro fenomeno tipicamente italiano che affligge le PMI è quello del multiaffidamento, ovvero il ricorso a rapporti con diverse banche, ciascuna delle quali ha concesso all'impresa l'apertura di una linea di credito. Le aziende che agiscono in questo senso mirano alla frammentazione del rischio ma ciò non è sempre vero anche perché questo fenomeno è "spinto" dalle stesse banche e, talvolta, serve solo per ottenere un maggior numero di finanziamenti contemporaneamente.

Si tratta, in genere, di un errore perché, in presenza di rapporti con differenti istituti, ognuno ha una scarsa conoscenza dell'impresa e quindi, come già detto, il potere contrattuale di quest'ultima con le banche si riduce. Nel caso di multiaffidamento è necessario servirsi di un cruscotto di controllo, strumento che consente di monitorare le seguenti variabili: - la qualità e la quantità del credito; - il rating; - il costo del finanziamento; - la qualità del rapporto tra l'impresa e la singola banca. L'elaborazione del cruscotto può portare ad importanti benefici in quanto visualizzare tutte le informazioni sopracitate in una tabella permette tutta una serie di considerazioni: questo piano d'azione strategico permette di individuare prontamente con chi conviene mantenere un rapporto e con chi sarebbe bene cessarlo in caso di rating basso oppure in caso di servizi non soddisfacenti offerti dalla banca. Prima di

Concludere questo argomento, così complesso, voglio rimarcare gli strumenti che sono correttamente utilizzabili per sostenere il normale sfasamento che ci può essere tra il ciclo delle vendite e degli acquisti:

  • L'anticipo-fatture: è uno strumento a rischio modesto in quanto gli incassi futuri si considerano quasi certi. L'anticipo viene quindi concesso per l'80% dell'importo della fattura;
  • Lo sconto di ricevute bancarie: è uno strumento molto usato dalle imprese perché le Ri.Ba rappresentano un'operazione appetibile per le banche in considerazione del sistema di segnalazione interbancario;
  • Il factoring: è un servizio attraverso cui il factor offre al cedente una certa quantità di servizi a fronte di una commissione. Il factoring può avvenire con la clausola "pro soluto" se il factor si assume il rischio totale di insolvenza dei "pro solvendo" se il rischio di crediti ceduti.
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Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher daghez93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Montani Damiano.
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