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A seguito della decisione dell’azienda di eseguire la strategia di rebranding, necessaria
dopo un lungo periodo di gestione del brand, è essenziale esaminare le fasi che tale
azienda dovrà avviare. ‘rebranding mix’
Il processo di rebranding, definito anche è composto da 4 fasi:
8
repositioning, renaming, redesign e relaunch.
1) Repositioning o riposizionamento
Si riferisce alla fase di determinazione degli obiettivi in cui viene presa la
decisione, da parte dell’azienda, di creare una posizione totalmente nuova nella
mente dei propri stakeholders, dei propri concorrenti e soprattutto dei propri
clienti.
8 Muzellec Laurent, Doogan Manus e Lambkin Mary, Corporate rebranding-an exploratory review, Dublino, Mercury
Publications, Irish Marketing Review, Vol. 16 No. 2 pp. 31-40, 2003
16
Il brand positioning è un processo dinamico ed incrementale, il quale necessita di
essere disciplinato regolarmente al fine di essere in armonia con le instabili
tendenze del mercato, con la concorrenza ed eventuali altri eventi esterni.
2) Renaming o ridenominazione
Si riferisce al nome, quale rilevatore cardine del brand nelle relazioni tra azienda
e stakeholders, supporto della brand awareness e della comunicazione.
Un forte brand name è una risorsa molto importante, pertanto il renaming è
valutato come metodo tramite cui l’azienda recapita un forte avviso agli
stakeholders del fatto che essa sta modificando la propria strategia o
rifocalizzando la propria attività.
Solitamente, i nomi si distinguono in tre categorie: nomi descrittivi (i quali
semplificano la comunicazione), nomi associativi (i quali trasmettono
associazioni del value che il brand offre) e infine nomi astratti o inventati (i più
forti).
3) Redesign o riprogettazione
Si riferisce al logo, il quale insieme al nome e allo slogan è uno degli elementi che
in materia individuano un unico ‘simbolo’
formano i brand elements. Gli esperti
riunire l’articolata
in cui realtà del brand (filosofia aziendale, attributi caratteristici
del prodotto, ecc..). La riprogettazione non viene realizzata solamente sul logo ma
pertinenza dell’azienda, come ad esempio il sito web, le
su tutti gli elementi di
brochure e i delivery trucks. Tali fattori sono delle chiare espressioni della nuova
posizione ambita dalla società.
4) Relaunch o rilancio
È la fase finale del processo e si collega alla campagna pubblicitaria che gira
attorno alla nuova concezione del brand. Si riferisce al piano di comunicazione
del rebranding e stabilisce il riscontro che avrà sui consumatori.
all’introduzione
In relazione del nuovo brand, agli stakeholders interni (azionisti,
collaboratori,ecc..) esso può essere portato a loro conoscenza tramite workshop,
brochure o in occasione di una riunione. Agli stakeholders esterni (fornitori,
clienti, concorrenti,ecc) può essere annunciato tramite comunicati stampa e
pubblicità, al fine di catturare l’attenzione e determinare la loro approvazione in
riferimento alla nuova identità del brand.
17
1.2.4 Criticità del Rebranding
Nonostante il rebranding sia una strategia molto utilizzata dalle imprese, presenta criticità
non irrisorie.
Il rebranding è una procedura dispendiosa ed impegnativa ma al contempo è necessario
per la redditività dell’azienda alcune volte.
La variabile costo è da monitorare scrupolosamente poiché risulta elevato che per piccoli
cambiamenti effettuati.
Tuttavia, bisogna prestare attenzione anche alle associazioni mentali che i clienti
conferiscono al brand, perché un cambiamento di questo tipo è destabilizzante e i clienti
l’attuazione di tali strategie e
potrebbero non cogliere il ragionamento che sta dietro
perciò non reagire nella maniera prevista dall’azienda.
A causa di un rebranding inadeguato vi è il rischio di distruggere la brand equity e
vanificare tutti gli sforzi compiuti nel tempo. Fondamentale è analizzare con cautela la
scelta, confrontando costi e rischi con i potenziali benefici
Per fare rebranding è necessario rispettare una logica razionale e conforme al target che
si vuole coinvolgere. Mentre il numero delle operazioni di rebranding aumenta, il tasso
9
di fallimento è alto comparato al tasso di successo.
9 Stuart Helen e Muzellec Laurent, Corporate makeovers: Can a hyena be rebranded?, New Milford, Henry Stewart
Publications, The Journal of Brand Management. Vol. 11 pp. 472-482, 2004
18
Capitolo 2
Il caso Tavernello
Tavernello è un marchio della cooperativa vinicola Caviro, leader in Italia nel settore
l’imballaggio
vitivinicolo. Tavernello ha come elemento distintivo in brik ed è il vino più
consumato in Italia, scelto da oltre 5 milioni di famiglie.
Nel corso di questo capitolo analizzeremo il caso Tavernello partendo con una breve
descrizione della nascita del brand, esplorando i prodotti offerti, concludendo con una
analisi del processo di rebranding, intrapreso da Caviro, per riposizionare il brand e
abbattere i pregiudizi da sempre associati al marchio.
2.1 La storia
2.1.1 Come è nato 10
La storia del brand Tavernello inizia da una opportunità lavorativa mancata.
Nel 1980 l’esercito italiano aveva richiesto all’enologo Giordano Zinzani, allora
venticinquenne, del vino che i soldati potessero portare facilmente negli zaini durante i
loro spostamenti. Infatti, si era da tempo in cerca di un’alternativa alle classiche
confezioni in vetro poiché difficili da smaltire e stoccare. all’opera
Zinzani e la cooperativa Corovin (diretta da Alfeo Martini) si misero subito per
progetto l’Università all’azienda
assecondare tale richiesta, coinvolsero nel di Bologna e
svedese Tetra Pak, creando così un vino bianco in brik.
Dopo due anni di sperimentazioni scoprirono che anche dopo 18 mesi il vino nel brik non
perdeva le sue caratteristiche. Tuttavia, al tempo, la legge consentiva di usare come
imballaggio solamente vetro, legno, ceramica o terracotta; dovettero perciò attendere le
autorizzazioni necessarie per poter proseguire. Nell’attesa di ottenere tali autorizzazioni
l’esercito cambiò opinione e ritirarono la richiesta di vino. Zinzani, dunque, si trovò con
10 Ferraro Luciano, Brunello e Amarone, la rivincita del Signor Tavernello, Corriere della Sera, 10 giugno 2017, ultima
consultazione 10 settembre 2021https://divini.corriere.it/2017/06/10/brunello-e-amarone-la-rivincita-del-signor-
tavernello/ 19
tutti gli studi sulla conservazione del vino già eseguiti ma senza un cliente a cui
interessasse la proposta.
l’enologo
Tuttavia, era deciso a proseguire il suo lavoro, infatti, credeva molto in tale idea
e perciò, appena ottenuto il permesso ministeriale, dalle 9 cantine consorziate di Corovin
l’uva
arrivò di Trebbiano per iniziare a produrre vino bianco da conservare nei nuovi brik.
Per il lancio sul mercato mancava solamente un nome. Inizialmente Zinzani si rivolse a
l’imprenditore
delle agenzie di Milano, tuttavia le proposte non convincevano che decise,
Imola. L’idea
in seguito, di affidarsi ad un gruppo di giovani ragazzi di che ha ispirato la
creazione del marchio si basava sul richiamo della tradizione e di taverna come luogo di
semplicità e convivialità.
Nacque così, nel 1983, il Tavernello, primo prodotto vinicolo in Italia ad essere
confezionato in Tetra Pak. Il primo ordine fu firmato da Standa, all’ora nota catena di
supermercati italiana.
Con i primi guadagni Zinzani e i soci acquistarono delle ore per la pubblicità in TV con
l’obiettivo di spiegare Tavernello, “un vino onesto, per le famiglie”.
Figura 2.1: Prima versione del Packaging di Tavernello Rosso in Brik (1983)
Fonte: Redazione di Largo Consumo, CAVIRO: Tavernello compie 30 anni e si conferma il più
apprezzato da oltre cinque milioni di famiglie italiane, Largo Consumo, novembre 2013, ultima
consultazione 10 settembre 2021,
https://www.largoconsumo.info/112013/CaviroTavernelloVinoPackagingTetraPakChardonnaySyrahCabe
rnet47-1113.pdf
20
Nel 1984 Corovin, consorzio detentore del marchio Tavernello, si fonde con Caviro, la
cooperativa agricola leader in Italia nel settore vitivinicolo.
Caviro è stata fondata nel 1966 a Faenza ed è a capo di una filiera costituita da 27 cantine
d’Italia
sociali, in cui lavorano 12.400 viticoltori localizzati in 7 regioni (Veneto, Emilia-
Sicilia). L’azienda produce vini sotto
Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo, Puglia e
diversi marchi ma grazie al Tavernello, si posiziona come primo produttore italiano di
11
vino di tavola.
2.1.2 Prodotti e sostenibilità
Partendo dalla versione classica, Tavernello con gli anni ha ampliato la sua gamma
attraverso nuovi lanci per adeguare l’offerta rispetto alle nuove esigenze dei
prodotti
consumatori. 12
Infatti, tra i prodotti attualmente venduti da Tavernello troviamo:
• Tavernello Classico: vino nelle sue versioni Bianco, Rosso e Rosato;
• Tavernello Gold: vino ottenuto da vitigni tradizionali accuratamente selezionati
(Pinot Bianco e Sangiovese Merlot);
• Tavernello Bio Organic: vino Bianco e Rosso ottenuto da agricoltura biologica;
• Tavernello Frizzante: vino Bianco e Rosato proposto in bottiglie di vetro;
• d’Italia
Tavernello Vitigni: vini in bottiglia per celebrare la tradizione vitivinicola
(Syrah Cabernet, Chardonnay, Montepulciano D’Abruzzo DOC, Trebbiamo
Chardonnay Rubicone IGT, Sangiovese Merlot Rubicone IGT, Pignoletto DOC e
Lambrusco Emilia IGT);
• Tavernello Sunlight: vino privo di conservanti e con solfiti sviluppati
naturalmente in quantità inferiore a 10mg/l per gli intolleranti dei solfiti
(Sangiovese Rubicone IGT e Trebbiano Rubicone IGT);
• Tavernello Bag in Box: vino proposto in un box con il rubinetto per lo spillaggio.
l’imballaggio,
Scelta che consente di ridurre ottimizzare il trasporto, stoccaggio e
d’Abruzzo
lo smaltimento dei rifiuti (Montepulciano DOC, Trebbiamo
11 Gruppo CAVIRO, Bilancio di Sostenibilità, Gruppo CAVIRO, edizione II, 2020, ultima consultazione 10 settembre
2021, https://www.caviro.com/wp-content/uploads/2021/03/Caviro-Bilancio-Sostenibilita-2020-1.pdf
12 Tavernello, Sito web ufficiale, ultima consultazione 10 settembre 2021, https://www.tavernello.it/
21
Chardonnay Rubicone IGT, Sangiovese Merlot IGT, Rosso da tavola, Bianco da
tavola). l’impegno dell’ambiente.
Una caratteristica fondamentale di Tavernello è verso il rispetto
In famoso brik in Tetra Pak, elemento distintivo del Tavernello, è anche suo punto di
forza. Il Tetra Pak è un ottimo materiale