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La commutazione di codice: il code-switching e il code-mixing

L'attenzione dei linguisti ha cominciato a rivolgersi in maniera non episodica all'alternanza di sistemi linguistici diversi nel discorso da parte dello stesso parlante da non molto più di un quarto di secolo, soffermandosi in un primo tempo soprattutto sugli aspetti pragmatici e sociolinguistici della questione (condizioni e funzioni della commutazione, interrelazioni fra questa e altre manifestazioni del bilinguismo, valori comunicativi e sociali da essa veicolati, ecc.), e venendo poi ad interessarsi anche dei caratteri linguistici interni della commutazione (leggi che regolino il passaggio da una lingua all'altra, modalità e restrizioni strutturali della commutazione, rapporti fra i sistemi linguistici in gioco e fra le loro grammatiche, ecc.). Secondo il linguista tedesco Weinreich "il bilingue ideale passa da una lingua all'altra a seconda degli appropriati mutamenti nella situazione".

più parole. Questo fenomeno può essere osservato in diverse situazioni, come ad esempio durante una conversazione tra interlocutori bilingui o durante un discorso in cui vengono affrontati argomenti che richiedono l'utilizzo di più lingue. Secondo Weinreich (1974:107), la commutazione di codice non avviene in una situazione linguistica immutata e certamente non all'interno della stessa frase. Tuttavia, oggi è chiaro che il comportamento bilingue che si manifesta nella commutazione di codice è diffuso in molte comunità di parlanti bilingui ed è considerato del tutto normale. Inoltre, si configura come una caratteristica peculiare del "bilingue ideale" e come una modalità specifica di discorso a disposizione dei parlanti bilingui. In generale, la commutazione di codice, nota anche come code switching e alternanza linguistica, è un termine linguistico che indica il passaggio da una lingua all'altra o da un dialetto a una lingua e viceversa da parte di parlanti poliglotti. Questo fenomeno avviene sempre all'interno dello stesso discorso e può riguardare solo poche frasi o addirittura una singola frase, una o più parole.addirittura più volte. Questo fenomeno è presente soprattutto nelle comunità bilingui, nelle famiglie bilingui e nell'incontro di parlanti bilingui. Per esempio, se i membri di una famiglia sono appena immigrati in un paese in cui si parla una lingua diversa dalla loro lingua madre, nella fase di apprendimento del nuovo codice, alterneranno continuamente le due lingue, anche per mancanza di competenze linguistiche appropriate ad ogni contesto. Ad un certo punto, con l'aumento delle abilità linguistiche la commutazione potrebbe cominciare a diminuire, non essendo più indispensabile a colmare le lacune linguistiche più urgenti per la comunicazione. Spesso lo stesso parlante può essere bilingue in diversi modi, se intrattiene un colloquio con un monolingue (es. italofono), che induce il parlante ad usare lo stesso codice dell'interlocutore, invece in un colloquio con un bilingue che condivide gli stessi codici, questo induce entrambi.

i parlanti ad alternare le due varietà di lingue anche all'interno della stessa frase, facendo ricorso se necessario a prestiti. Considerando l'enorme libertà che appare nella combinabilità di elementi di lingue diverse in una frase, non vi sono restrizioni grammaticali nella commutazione. Essa ammetterebbe tutte le costruzioni che sono ammesse dalla somma delle grammatiche delle due lingue, cioè che compaiano in almeno una delle due lingue ("l'insertion d'éléments d'une langue dans un message qui a été commencé dans une autre langue peut avoir lieu à un point quelconque [...], pourvu [...] que la position de l'élément inséré soit admissible dans au moins une des deux langues" (Berruto 2000:72-73). Al fine di non interrompere la comunicazione i bilingui, mettono in atto particolari strategie, che consentono loro di adattare istantaneamente

italiano con quella del paese di origine. L'alternanza di codice può avvenire anche all'interno di una stessa frase o di un discorso, e può essere influenzata da fattori come l'argomento della conversazione, il contesto sociale e l'interlocutore. L'alternanza di codice può essere considerata come una strategia comunicativa utilizzata dai bilingui per adattarsi alle diverse situazioni linguistiche in cui si trovano. Questa capacità di alternare tra due o più lingue richiede una certa flessibilità cognitiva e una buona conoscenza delle regole linguistiche di entrambe le lingue. Inoltre, l'alternanza di codice può anche essere un segno di identità culturale e di appartenenza a una determinata comunità linguistica. Infatti, l'uso del dialetto può essere considerato come un modo per preservare le tradizioni e la cultura di un determinato gruppo etnico o regionale. In conclusione, l'alternanza di codice è un fenomeno comune tra i bilingui e rappresenta una forma di adattamento linguistico alle diverse situazioni comunicative. Questo fenomeno ci offre interessanti spunti di riflessione sulle capacità cognitive dei bilingui e sulle dinamiche sociali e culturali legate all'uso delle diverse lingue.loro paese d'origine, il relativo dialetto e la lingua del paese straniero, in relazione ai diversi domini. 2.2.2. Commutazione di codice Ancora più frequente dell'alternanza è la commutazione di codice. Si verifica quando una conversazione si apre con una lingua base, ma, nel corso dell'interazione stessa, il parlante passa da un codice all'altro, anche ripetutamente. All'interno del cambio di codice distinguiamo tre tipi di commutazione: code switching, code mixing, prestito e calco. Bisogna, tuttavia, ricordare che non esistono regole sempre valide e universali, ma è possibile descrivere e studiare quei comportamenti linguistici che ricorrono con maggiore frequenza. 2.2.3. Code switching Con questo termine si indica il passaggio da un codice linguistico a un altro all'interno di uno stesso evento comunicativo. Dal punto di vista sintattico il code switching è prevalentemente interfrasale, in quanto la commutazione avviene.quasisempre al confine tra una frase e l'altra. Dal punto di vista della funzionalità, il code switching è connesso a diverse funzioni che variano da caso a caso. Essendo qualsiasi elenco delle funzioni sempre parziale e relativo solo a determinate situazioni, è impossibile compilarne uno che sia valido come punto di riferimento e che comprenda tutte le funzioni cui il code switching può essere correlato. Un esempio di code switching è: "Ich spreche mit ihr in Deutsch. When I don't know something I'll talk to her in English". 2.2.4. Code mixing Il termine indica il passaggio da un codice linguistico ad un altro all'interno della stessa frase. Dal punto di vista sintattico è detto intrafrasale e dà luogo a enunciati mistilingui. A differenza del code switching, il code mixing di norma non è intenzionale e non ha una specifica funzione comunicativa. Tuttavia, la differenza tra code mixing e code switching è molto.

sottile dal punto divista funzionale, le due definizioni tendono piuttosto a sovrapporsi. Adoperando ilcriterio sintattico e il criterio funzionale per distinguere i due tipi di commutazionelinguistica, si dovrebbero considerare code switching tutte le commutazioni interfrasalie funzionali, e code mixing tutte le commutazioni intrafrasali e non funzionali. Maquesta distinzione, molto rigida e schematica, non rispecchia fedelmente la realtà. Infattiin alcuni casi il code mixing può avere una specifica funzionalità comunicativa. Unesempio di code mixing è: "Con un click puoi visitare la mia homepage e fare unclick, homepage e downloaddownload delle informazioni", dove sono terminiinglesi usati in una frase in italiano e il cambio di codice avviene all'interno dello stessosintagma.

2.2.5 PRESTITO E CALCOSpesso avviene nella comunicazione l'uso di prestiti e calchi, soprattutto da parte diparlanti bilingui, in cui questo fenomeno

è più frequente avendo un repertorio linguistico più ampio. Il prestito avviene in quei casi in cui il parlante prende una parola dall’altro codice e la inserisce nel suo discorso, per lo più adattandola fonologicamente e morfologicamente al codice che sta usando in genere introducendo un prestito quando non trova, nel suo codice, un termine altrettanto adatto. Non sempre però, il prestito viene adattato fonologicamente e morfologicamente alla lingua d’arrivo. Come nota Paolo D'Achille, "il fenomeno del prestito, comune a tutte le lingue, è dovuto a fattori extralinguistici": può infatti essere causato da contiguità territoriale tra due lingue, da movimenti migratori, da vicende socio-politiche, da rapporti economici e culturali. L'occasione dell'affermarsi di un prestito è data dalla presenza di parlanti bilingui. Un prestito può essere “adattato” o “acclimato”.

prestito si dice "adattato" (o "integrato" o anche "adeguato") quando la lingua che lo accoglie ne modifica la forma per adeguarlo al proprio sistema morfologico o fonologico. Si dice invece "integrale" (o "acclimatato" o anche "non adattato") quando il materiale fonico non viene modificato o viene modificato solo inconsapevolmente sul piano intonativo oppure, se trasmesso attraverso la lingua scritta, viene modificato per via della pronuncia abituale della lingua che riceve (così gli italofoni usano la parola inglese relax, ma non la pronunciano come gli anglofoni). Ogni cultura ha un atteggiamento particolare nei confronti dei prestiti linguistici. In alcune società si dà per scontato che è necessario usare parole straniere per le cose nuove, come in inglese. L'inglese, infatti, ha sempre preso in prestito parole straniere provenienti dalle culture con cui è entrato in contatto e viceversa ha

influenzato altre lingue, come nell'ambito informatico in cui la maggior parte dei termini è strettamente di origine inglese. Altre società, invece, preferiscono creare equivalenti descrittivi, basati su propri modelli grammaticali o di formazione della frase, come in tedesco e spagnolo. Al termine inglese "computer" gli spagnoli hanno preferito il termine "ordenador". Il calco, invece, è un procedimento di formazione delle parole che si basa su termini esistenti in un'altra lingua. Esso consiste nel coniare nuovi termini riprendendo le strutture della lingua di provenienza. Si tratta di una forma particolare di prestito, spesso utile per colmare lacune lessicali (soprattutto nel campo della scienza e della tecnologia); altre volte si tratta di fenomeni spontanei, privi di una funzione vera e propria, dato che il termine sarebbe già disponibile. Carol Myers-Scotton presuppone una continuità tra i fenomeni della commutazione e del prestito, basata sulla frequenza.

d'uso dei relativi fenomeni. La frequenza di un prestito sarà maggiore di quella di una commutazione.

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
18 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Nikoazrael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di glottologia e linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Perta Carmela.