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CONFRONTO TRA LE DIVERSE TIPOLOGIE DI SMART BETA

Nei primi anni del terzo millennio si è assistito alla nascita di una nuova classe di fondi a gestione semi-passiva che ha abbinato le basse commissioni richieste dal manager del fondo passivo alla possibilità di ottenere un extra-rendimento tipico della gestione attiva. Questo fondo si basa sulla concezione d'inefficienza degli indici tradizionali ponderati per la capitalizzazione di mercato: questi fondi, denominati ETF "Smart Beta" o "Strategic Beta", infatti non legano il proprio rendimento ad un indice classico, ma ad indici alternativi ponderati per valori diversi, definiti fattori, in modo da avere un'esposizione differente e quindi da migliorarne la prestazione.

Questi indici sono stati istituiti sostanzialmente solo per essere replicati dagli ETF Smart Beta e per la maggior parte vengono estrapolati dagli indici tradizionali, come per esempio dall'indice EUROSTOXX 50.

(indice cap-weighted) vienericavato l'EUROSTOXX50 LOW VOLATILITY HIGH DIVIDEND il quale hacome fattori la volatilità e i dividendi distribuiti.

Secondo R.Kahn and M.Lemmon l'introduzione degli ETF smart beta è statauna "disruptive innovation" in quanto permette agli investitori di ottenererendimenti superiori rispetto agli ETF passivi a costi e commissioni drasticamenteinferiori rispetto ai tradizionali ETF attivi; in effetti l'innovazione più importantedi questo tipo di strategia viene attribuita essenzialmente all'approccio semi-passivo tipico di questa categoria di ETF, in quanto tali titoli vengo offerti agliinvestitori in modo trasparente, comportando quindi l'esonero del manager dallaresponsabilità in caso di underperformance poiché è l'investitore che sceglie illivello di esposizione a tali fattori in base al proprio profilo di rischio e alrendimento richiesto.

Questa esenzione di responsabilità comporterà secondo gli stessi studiosi una separazione all'interno della gestione attiva tra l'esposizione in smart beta a basse commissioni e il management pure alpha con alte commissioni poiché in seguito all'introduzione di questi strumenti a replica semi-attiva i fondi attivi sono obbligati ad offrire prestazioni superiori e quindi ad alzare il livello di analisi e composizioni di portafoglio.

2.2. FACTOR INVESTING

L'attributo "smart" si riferisce all'obiettivo dell'ETF manager di ottenere un extra-rendimento seguendo svariate strategie passive basate su numerosi fattori, tali strategie sono molteplici e Morningstar tenta di classificarle sulla base dell'obiettivo prefissato in 3 differenti categorie:

  1. Return-Oriented, ovvero orientata all'ottimizzazione del rendimento, al suo interno possiamo distinguere varie tipologie come Value, Growth, Size, Momentum, Quality, Dividend Screened/Weighted.

EarningWeighted, Expected Returns

2. Risk-Oriented, ovvero strategie orientate alla modifica del profilo di rischio rispetto al benchmark, al suo interno troviamo strategie orientate alla ponderazione di tale indice sulla base di volatilità, varianza, β e deviazione standard

3. Other, nella quale rientrano tutte le strategie non comprese nelle prime due, come le strategie Equal-Weighted, Nontraditional Fixed, Multiasset e Nontraditional Commodity.

Nonostante la continua crescita degli ETF SB Risk-Oriented, l'industria degli ETF è rappresentata maggiormente da ETF con strategia Return-Oriented, nello specifico prenderemo in considerazione gli ETF che hanno all'interno della strategia gestionale parametri come valori relativi a Value, Size, Momentum, Quality, Low Volatility e Dividend.

Un singolo ETF smart beta può essere, inoltre, costruito combinando più fattori, usando anche modelli multifattoriali esistenti, come gli ETF basati sul modello Fama-French.

In generale non esiste un ETF "perfetto", ma la scelta rimane a discrezione dell'investitore, in base alle sue aspettative di mercato e al rischio che è disposto a correre. i. VALUE Gli ETF che replicano l'indice tradizionale secondo il "valore" dei titoli contenuti al suo interno ponderano tali titoli in base a combinazioni di Price to book value, Price to forward earnings e price earning ratio, ovvero tutti i fattori che indicano una sottovalutazione di tali titoli rispetto al valore fondamentale, in modo tale che l'indice avrà un trend positivo almeno fin quando i valori di queste non saranno più sottovalutati. Tale strategia si basa sull'idea proposta da Basu nel 1983 il quale, attraverso un'analisi empirica analizzò la relazione che intercorre tra E/P, capitalizzazione dell'impresa e rendimenti dei titoli: tale analisi evidenziò che le imprese classificate come "imprese caratterizzate da un

alto E/P" avevano, inmedia, un rendimento maggiore rispetto alle imprese a basso E/P e che quindi lacapitalizzazione dell'impresa sia solamente un effetto secondario e indiretto.

Il portafoglio basato su fattori "value" è stato indicato anche dagli economisti Fama e French all'interno del loro modello trifattoriale all'interno del quale individuarono nella dimensione value la possibilità di ottenere un extra-rendimento.

Basu (1983) 17 l'ISHARES EDGE MSCI WORLD VALUE FACTOR è L'ETF Smart Beta Value con la maggior capitalizzazione del mercato degli ETF con un capitale gestito pari a 1.548 milioni di euro.

L'XTRACKERS MSCI WORLD VALUE FACTOR UCITS ETF 1C è un ulteriore ETF il quale, nonostante la dimensione sia nettamente inferiore, pari a 269 milioni di euro ha consegnato agli investitori performance migliori.

Entrambi questi Smart Beta sono ETF "Cash Based" cioè replicano

Il l'indice alternativo MSCI World Enhanced Value secondo un campionamento di titoli componenti l'indice, il quale viene effettuato sulla base di una selezione di quelli presenti all'interno dell'MSCI WORLD in base a tre coefficienti: prezzo/valore contabile, prezzo/utili attesi e valore aziendale/flusso di cassa operativo, mentre i relativi pesi riprendono fedelmente quelli interni all'indice tradizionale. Grafico 2.1 [msci.com] L'Indice MSCI World Enhanced Value pondera i titoli in base ai criteri elencati sopra, cioè attraverso un modello z-score attraverso il quale combina i 3 coefficienti sopra riportati. Infatti, come si può vedere dalla composizione dello stesso, egli attribuisce una quota del 4,64% alle azioni di Intel Corp, il quale presenta un rapporto prezzo-valore contabile pari a 2,63. Per un 3,42% le quote di AT&T e per valori pari a 2,47% e 2,22% è composto rispettivamente da azioni di IBM Corp e Micron Technology. Come si

può notare tutti i valori più alti appartengono all'industria informatica in quanto compone il 19,79% dell'indice, dove tutte le maggiori quote provengono da aziende americane infatti l'unico titolo non americano che presenta una quota superiore al 2% (precisamente 2,06%) è la Toyota Motor Corp.

Invesco S&P 500 Enhanced Value ETF replica l'indice S&P 500 Enhanced Value Index, ovvero un indice composto dai 100 titoli che offrono una performance migliore all'interno dell'indice S&P 500 basata su rapporti come Earning/Price, Market Value/Price, Sales/Price.

Grafico 2.2 invesco.com

Questo indice a differenza dell'MSCI World Enanched Value presenta una residuale esposizione alle aziende del settore tecnologico pari al 2,1% mentre ne presenta una importante nel settore finanziario (39,6%) il quale comprende quote di Bank of America e Citigroup Inc. mentre la seconda quota di ponderazione più alta risulta essere quella del

settore Health Care la quale compone l'indice per unamisura pari al 13,6% 19ii.

Gli ETF Smart Beta Dividend mirano ad una gestione Return-Orientedottimizzando l'indice tradizionale sulla base di migliori titoli sotto il profilo dei dividendi, cioè le società che hanno distribuiti maggiori utili nel periodo di riferimento, questi rappresentano una grande quota dell'industria degli ETF.

Marshall E. Blume attraverso un analisi dei dividendi fino al 1967 identificò una relazione positiva tra i rendimenti ponderati per il rischio realizzati sulle azioni ordinarie e i dividendi attesi; questo risultato aiutò a razionalizzare i risultati dell'indagini secondo le quali i soggetti erano più propensi ad un aumento dei dividendi piuttosto di un rendimento di capitale nonostante considerazioni fiscali suggeriscano il contrario in quanto la tassazione sulla cessione di un titolo è sempre inferiore rispetto alla tassazione sulla

distribuzione degli utili sotto forma di dividendi.

Grafico 2.3 SPDR S&P US Dividend Aristocrats UCITS ETF replica l'indice S&P High Yield Dividend Aristocrats ovvero una selezione di titoli azionari dell'indice S&P Composite 1500 che hanno aumentato i dividendi di anno in anno per almeno 20 anni consecutivi, ha una capitalizzazione di 1.959 milioni di euro ed è classificato come "Cash Based" in quanto la replica avviene fisicamente e integralmente.

Tale indice detiene titoli di People's United Financial Inc e Franklin Resource Inc nel settore finanziario, il quale lo compone per il 17,8% rispetto al settore industriale che copre il 18,5%.

QUALITY

L'ETF SB che pondera l'indice tradizionale sulla base della qualità dei titoli che lo compongono deve identificare le società più efficienti sulla base della redditività, stabilità dei rendimenti, livelli di indebitamento e

Tutto ciò che distingue un'azienda sana da una in difficoltà è "Buying high quality assets without paying premium prices is just as much value investing as buying average quality assets at discount prices" (Novy-Marx, R., 2013. The other side of value: The gross profitability premium. Journal of Financial Economics).

A tal proposito occorre distinguere "qualità" e "valore" in quanto i titoli di qualità tendono ad essere costosi, mentre i titoli di valore possono essere anche di bassa qualità. Il fattore è basato essenzialmente su 3 variabili principali: il ROE, la leva finanziaria e la variabilità degli EPS negli ultimi 5 anni ai quali si aggiungono ulteriori indici "secondari" al fine di identificare azioni "quality" come il ROA, l'Operating Cash Flow, numero di azioni, ecc. (Robert Nov).

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
45 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Phattonio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Pacati Claudio.