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GLORIA: Dropout
GLORIA: Dropout? Intendi quel ragazzo Eddie? Sì, è un cretino.
JAY: GLORIA: No, il dropout. Dove lasci i bambini a scuola. Intende "drop-off".
MANNY: È quello che ho detto.
GLORIA: Nella traduzione è ovviamente necessario cambiare le parole in modo da rendere lo stesso effetto. La parola erroneamente utilizzata da Gloria fa pensare automaticamente a Jay a un ragazzo (Eddie) che, probabilmente, ha lasciato la scuola, e infatti lui commenta "è un cretino". Ciò che Gloria ha sbagliato è la preposizione associata a "moron". Drop-in, drop-out, drop-off, in questo caso, non è che uno sbaglio comprensibile per chi non conosce la lingua. Vediamo come è stata resa la versione italiana:
GLORIA: Ciao Jay.
JAY: Dove sei?
Sto portando Manny e il suo amico all'ingrosso, poi torno.
GLORIA: All'ingrosso? Pensavo che dovessi portarli a scuola.
È quello che ho appena detto, li lascio
“grifone”.MANNY:GLORIA: Lo he dicho infatti.Il dialogo viene tradotto letteralmente senza problemi; l’unica parola che“gargoyle”, “grifone”,cambia è che viene sostituita da anche qui perrispettare il sincronismo labiale (entrambe le parole iniziano per /g/); danotare come ancora una volta Gloria utilizzi molte espressioni spagnole“dicho”)(“voy”, che non compaiono nel dialogo originale.In alcuni casi, la pronuncia di Gloria suscita confusione negli altripersonaggi. Nella prossima scena, Luke è in soffitta a cercare addobbi diNatale e Gloria lo guarda dalla scala dandogli indicazioni:GLORIA: Luke!LUKE: At what?What do you mean, “at what”? I said “Luke”.GLORIA:LUKE: I am looking!GLORIA: I know you are. 33Ancora una volta la marcata flessione straniera di Gloria è l’origine della“look” “Luke”,battuta: non riesce a diversificare la pronuncia di e come
è possibile notare che "Luke" e "look" suonano molto simili. Questo crea confusione nella comunicazione tra Luke e Gloria. Luke pensa che Gloria gli stia chiedendo di guardare qualcosa, mentre in realtà Gloria sta cercando di chiamare l'attenzione di Luke sul fatto di fare attenzione a dove sta andando. Dopo un po', Gloria si rende conto dell'equivoco e spiega a Luke che ogni volta che dice "Luke", lei pensa che stia dicendo "look". Luke ammette di non sentire la differenza tra le due parole. Gloria gli fa notare che una delle parole è il suo nome, mentre l'altra significa "guarda". Alla fine, Luke capisce l'errore e si scusa per la confusione.Potrebbero sembrare esattamente uguali. Addirittura, quando Luke esclama "Juan is my name", a causa dell'assonanza fra le parole "one" e "Juan". Solamente quando pronuncia "look" "Luke" insieme capisce il motivo della confusione di Luke. Questo gioco di parole in italiano non può funzionare. Osserviamo il dialogo:
GLORIA: Luke!
LUKE: Sei diventata inglese?
GLORIA: Ma che stai dicendo, ho detto Luke!
LUKE: E io sto guardando!
GLORIA: Lo so tesoro.[...]
GLORIA: Luke cosa fai?
Non parlare inglese! Oh... hai detto "Luke, cosa fai"
LUKE: Vero?
GLORIA: Sì.
Ogni volta che dici "Luke" sembra che dici "look".
LUKE:
GLORIA: Io non la capisco la differentia.
LUKE: Non è difficile. Uno è il mio nome.
GLORIA: Uno non è il tuo nome. Smettila de scherzare, tu ti chiami Luke! Ay, ho capito... "look" vuol dire
“mira” eninglese!LUKE: Sì, grazie a Dio. Sono tre anni che mi porto questo peso.Per rendere le due espressioni simili, si è scelto di modificare leggermente lafrase; Luke, quindi, pensa che Gloria stia parlando inglese. Tuttavia, questosarebbe alquanto improbabile in un contesto reale (in questa versione Gloriaha problemi a parlare l’italiano, figuriamoci l’inglese) e la battuta perdeparte della sua ilarità. Anche il gioco di parole “one – Juan” perde di valore,“uno”.e la parola rimanePer concludere, i tratti prosodici di questa serie sono stati resi, tuttosommato, in modo soddisfacente, anche se nell’adattamento si sonoinevitabilmente perse alcune delle battute più importanti.3.3 Brevi dialoghi a confronto: versione originale e versione doppiata.Abbiamo già visto come, talora, nell’adattamento in un’altra lingua idialoghi possano essere modificati, in alcuni casi quasi
impercettibilmente, in altri in modo estremo, con evidenti conseguenze sul piano dellacomprensione. In alcuni casi, la traduzione letterale non è la scelta migliore. Un esempio particolare compare nel primo episodio "Pilot" della serie. Si tratta di acronimi utilizzati nel linguaggio gergale giovanile che possono costituire una grande difficoltà durante il processo di doppiaggio. Vediamo la battuta: "I'm the cool dad, that's my thing. I surf the internet, IPHIL:text. LOL, laugh out loud. OMG, oh my God. WTF, why the face". Nel linguaggio dei texts si utilizzano comunemente queste sigle, che sono conosciute non solo dai giovani, ma in misura sempre maggiore anche dagli adulti, e che sono entrate a far parte anche della lingua comune, non solo scritta. Phil sbaglia ingenuamente il significato dell'ultimo acronimo: "WTF" significa, infatti, letteralmente "what the fuck" e non "why the face", nonostante le
iniziali siano le stesse. Da qui, l'ilarità della battuta, inquanto tutti conoscono il significato dell'acronimo, che non è affatto quello che dice Phil. La traduzione italiana presenta, però, degli evidenti problemi: "Sono un padre fico, sono fatto così. Sono alla moda, PHIL: navigo in Internet, mando SMS. RAC, rido a crepapelle. OMD, oh mio Dio. PQF, perché questa faccia".
In questo caso, la traduzione letterale non funziona: questi acronimi, infatti, non vengono affatto utilizzati nella lingua italiana dei messaggi (si preferisce usare le espressioni inglesi con lo stesso significato, senza tradurle) e lo spettatore può restare perplesso, chiedendosi il significato di queste sigle. Inoltre, essendo proprio lo sbaglio di Phil a costituire l'aspetto comico della scena, traducendo letteralmente solo si perde completamente il significato della battuta.
Un altro caso di errata traduzione letterale
È presentato nella prossima scena, in cui Phil parla del suo rapporto con il suocero Jay. Vediamo entrambi i dialoghi, in versione originale e tradotta:
PHIL: Jay and I are buds, for sure. But with kind of an invisible asterisk. He’s not, uh, he’s not a talker. Or, or a hugger.
PHIL: Io e Jay siamo amici, di sicuro. Ma con una specie di invisibile asterisco. Lui non è un gran parlatore. O un abbracciatore.
Nella lingua inglese il suffisso è utilizzato, in genere, per nominalizzare i verbi. Una persona che beve molto sarà, quindi, un drinker, una che mangia molto un eater, è costituito dal suffisso -tore/-trice: quindi un "eater" sarà un "mangiatore", un "drinker" un "bevitore" e, in questo caso, un "talker" un "parlatore" e un "hugger" un "abbracciatore". Tuttavia, queste parole,
Pur essendo grammaticalmente corrette, sono molto rare e non vengono utilizzate correntemente in italiano: "persona che abbraccia/parla molto spesso". Per questo si preferisce una frase che suona strana all'orecchio di un italiano ed è subito evidente la traccia lasciata dal processo di adattamento e doppiaggio.
Andando avanti nell'analisi, parliamo di come nel doppiaggio si possano perdere delle espressioni idiomatiche tipiche della lingua inglese. Nel terzo episodio della terza stagione, dal titolo "Phil on wire" ("Cammi