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XX).
27 Sem
mpre nella al
a romanzo, si
s noti l’intim
mo travaglio de
ell’autore: ‹‹Q
Quando comin
nciai a
Pr
resentazione
scrive
ere storie in cu
ui non entravo
o io, tutto pre
se a funzionar
re: il linguagg
gio, il ritmo, i
il taglio erano esatti,
soddisfazion
funzio
onali; più lo facevo oggett
tivo, anonimo
o, più il racco
onto mi dava ne […] Comin
nciai a
capire
e che un racc
conto, quanto più era ogge
ettivo e anon
nimo, tanto pi
iù era mio. Q
Quando comin
nciai a
svilup
ppare un racco
onto sul perso
onaggio d'un ragazzetto
r par
rtigiano che av
vevo conosciu
uto nelle band
de, non
pensa
avo che m'avr
rebbe preso più
p spazio degli
d altri. Pe
erché si trasf
formò in un romanzo? Pe
erché -
compr
resi poi - l'id
dentificazione
e tra me e il protagonista era diventata
a qualcosa di
i più comple
sso. Il
rappo
orto tra il per
rsonaggio del n e la guerra
a partigiana corrispondeva
c a simbolicame
ente al
bambino Pin
rappo
orto che con la
l guerra part
tigiana m'ero trovato ad av
vere io. L'infe
feriorità di Pin
n come bamb
bino di
fronte
e all'incompre
ensibile mondo
o dei grandi corrisponde
c a quella che ne
ella stessa situ
uazione prova
avo io,
come borghese. […
…] Cosi, data questa
q chiave ni - ma fu sol
o una chiave a posteriori […
…] che
di trasposizio
ervì in seguito
o a spiegarmi
i cos'avevo sc
critto - la stor
ria in cui il m
mio punto di vista persona
ale era
mi se
bandit
to ritornava ad
d essere la mi
ia storia›› (Ivi,
, p. XX).
28 ino. Si
Mo
olti elementi su
uggeriscono una
u se non tot
tale, quantome
eno forte sovr
rapposizione f
fra Pin e Calv
confro
ontino, ad ese
empio, ‹‹la neb
bbia di solitud
dine›› che atta
anaglia Pin ne
i suoi vagabon
ndaggi e l’int
ervista
de ‹‹L
L’Approdo›› allo scrittore nel gennaio 1968 che si n ‹‹Sono stat molto
m a
apriva con un o bambino
lungo
o›› e si chiude
eva con un ‹‹H
Ho avuto una dell’infanzia
d p
piuttosto solita
aria. […] And
dare da
prima parte
un pu
unto a un altro superando de
eterminate diff
ficoltà. Questo
o è piuttosto solitario››.
s
18
una grande villa
a d'inglesi requisita, perché
p nella
a vecchia fo
ortezza sul porto i ted
deschi
29
hann la contraer
no piazzato rea››, non più
p il buio Carrugio
C Lu
ungo pros
stituitosi com
me la
sorel
lla di Pin ai tedeschi, ma
m le valli, dalla
d cui so
ommità si do
omina l’inte
ero marasm
ma con
30
un ra
assicurante senso
s di sup
periorità e controllo
c .
L’arramp
mpicata fino
o all’ultima
a asperità (il Passo della
Mezzalu
una, ‹‹un pr
rato concav
vo dai cont
torni svanit
ti, tra
31
due elev
vamenti di r
occia circon
ndati da ane
elli di nebbi
ia›› )
ha il sa
apore del co
ompimento di un iter
r conoscitiv
vo, di
32
riscopert
ta, di matu
urazione . Il piccolo
o protagoni
ista è
salito ra
apidamente attraverso oliveti, ter
rreni gerbid
di ed
oscuri boschi
b di pin
ni; si è fatt
to strada ne
el ‹‹mare di
i felci
del sotto
obosco›› e fra
f ‹‹prati is
spidi di ricc
ci e stagni secchi
s 33
pieni di foglie dure›
››; ha fatto scoperte
s col
lorate nuov
e .
Un sentiero di Pin pe
er la Mezzaluna
29 In una
u delle desc
crizioni più riu
uscite dell’int
tero libro, Cal
vino descrive così l’habitat
t di Pin: ‹‹Sce
endono
diritti
, i raggi del sole,
s giù per le
l finestre me
esse qua e là sui muri, e ce
espi di basilic
co e di
in disordine
origan fatto a
no piantati de
entro pentole ai
a davanzali, e sottovesti st
tese appese a corde; fin giù
ù al selciato,
gradin
ni e a ciottoli, con una cune
etta in mezzo per
p l'orina dei p.
p 3).
muli›› (Ivi,
30 Qu
uesta sensazio ne traspare nei
n commenti ri dei partigia
ani: ‹‹Ogni ta
anto sulle mon
ntagne
e nei pensier
passan
no gli aeropla
ani e si può st
tare a guardar
re la loro panc
cia senza scap
ppare nelle ga
allerie come in
n città.
Poi si sente il suono
o cupo delle bombe
b scarica
ate lontano, ve
erso il mare, e gli uomini pe
ensano alle lor
ro case
già in maceri
ie […] La Citt
tà Vecchia in quel moment
to si sta svuot
tando e la pov
vera gente s’a
accalca
forse f
fanghiglia del
lla galleria›› (I
Ivi, p. 97).
nella
31 Rob
berto Bertoni
, in nota
Int'abrigu
u int'ubagu: discorso
d su a
lcuni aspetti dell'opera di Italo Calvino
o,
come i personagg
gi si muovano
o non solo ne anche tra sim
mboli››
‹‹nel l realismo de l vissuto, ma
o
Sentier
no, Tirrenia s
stampatori, 19
993, p. 21). la Mezzaluna Olimpo sosp
peso a
(Torin Il Passo dell , dunque, un
mezz’
’aria, è uno de
ei simboli più
ù potenti del ro
omanzo. Fatte
e le debite pro
oporzioni, ha l
la stessa valen
nza del
Parad
diso per Dante
, impegnato in
n un nella
itinerariu
um mentis in deum
d Co
ommedia.
32 Lin
no Gabellone
, in conferma che ‹‹Il tema
a della fuga non è un mo
odo di
Aporie del
d raccontar
re,
difend
dersi dal mon
ndo, e tanto meno
m un espe
ediente indivi
iduale o moti
ivo rapsodico . Fuga vuol dire
d in
Calvin
no trasformaz
zione della sc
crittura in esp
plorazione di territori, in s ne cartografi
ica del
perimentazion
possib
bile: in altre parole,
p è un modo
m di attraverso la
l letteratura››
› (in ‹‹Nuova corrente››, a cura
c di
divenir
re
Mario
o Boselli, XXX
XIV, 99, genn
naio-giugno 19
987, p. 125).
33 Cla
audio Milanini
i, ne os
sserva che ‹‹g
gli spostament
ti fisici
L'utopia discontinua: lo Calvino,
saggio su Ita
del pe
ersonaggio pri
incipale, e di fra
f scenari dai
i confini impl acabilmente definiti
d
conseguenza dell’azione,
si acc
compagna co
on spostament
ti ideali che fanno appar
ire, oltre lo acconto, altri
i spazi
spazio del ra
19
E ora è uno spirito libero e solitario. Liberatosi dall’eccitazione di un’adolescenza
precoce e bruciante, Pin può per la prima volta guardarsi attorno e riflettere
pacificamente (‹‹è seduto sulla cresta della montagna, solo: rocce pelose d'arbusti
scendono a picco ai suoi piedi, e s'aprono vallate, fin giù nel fondo dove scorrono neri
fiumi. Lunghe nuvole salgono per i versanti e cancellano i paesi spersi e gli alberi››).
La città, dove la sorella s’è venduta anima e corpo ai tedeschi, ora rantola dilaniata dalle
bombe; l’osteria degli inetti, a cui Pin andava ad elemosinare attenzione, è ridotta ad un
cumulo di macerie; il carrugio è deserto ormai.
Il piccolo partigiano ha un subitaneo moto di ribellione verso tutto ciò, ma divenuto
34
ormai uno spirito libero, sfuma la rabbia in indifferenza, seguendo i suoi sentieri
fantastici e guardando l’orizzonte con sarcastica consapevolezza:
Il mare che ieri era un torbido fondo di nuvola ai margini del cielo, si fa una striscia d'un
cupo sempre più denso ed ora è un grande urlo azzurro al di là d'una balaustra di colline e
35
case .
immaginari che si incastrano nei primi›› (Milano, Garzanti, 1990, p. 15). Effettivamente, il “nastro” che
registra i pellegrinaggi di Pin sui monti scorre sempre a velocità doppia, saltando talvolta addirittura
fotogrammi completi che stravolgono la linearità realistica temporale.
34 L’accostamento fra “guerra” e “rabbia” è un altro degli elementi che tendono all’identificazione fra Pin
e Calvino. Eugenio Scalfari racconta un episodio sintomatico immediatamente precedente all’addio a
Sanremo nel ‘43, con co-protagonista Calvino: ‹‹Andammo al deposito della Marina […] C’erano
soltanto quattro marinai […] Domandammo se c’erano esplosivi. Risposero: “Esplosivi no […] Qui ci
sono le munizioni di riserva”. Noi dicemmo che le prendevamo in consegna per conto del Comune […]
Lavorammo per tre ore a portar su i proiettili e a gettarli sugli scogli. Pesavano un bel po’ e ne buttammo
a mare la metà. Non sapevamo perché stessimo facendo quella fatica assolutamente inutile e priva di
senso. Probabilmente fu il nostro modo di esprimere smarrimento e rabbia›› (Eugenio Scalfari, L’uomo
cit., pp. 31-32).
che non credeva in Dio,
35 Italo Calvino, cit., p. 152.
Il sentiero dei nidi di ragno, 20
2.3. Poesie inedite scritte ‹‹sottoterra›› e riesumate da ‹‹Belfagor›› nel 2006
Nel tentativo di ricostruire gli itinerari di guerra di Italo Calvino, Claudio Milanini si è
recentemente imbattuto in due manoscritti inediti, due poesie che recano entrambe
l’indicazione in calce ‹‹scritta sottoterra››.
Col nullaosta della vedova Esther Singer Calvino, la loro pubblicazione ha avuto luogo
su ‹‹Belfagor›› (LXI, 1, 31 gennaio 2006, pp