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CAP. 5 IL VIAGGIO IN AMERICA E LO STUDIO DI SE STESSO: L’IMMAGINE

COME CENTRO DELLA RICERCA pag. 29

5.1 AUTOBIOGRAFIA SCIENTIFICA pag. 32

5.2 IL RAPPORTO TRA LUOGO E TEMPO pag. 36

5.3 EVENTO E CAMBIAMENTO pag. 39

CAP. 6 CONCLUSIONI pag. 41

BIBLIOGRAFIA pag. 44

3

CAPITOLO 1: PREMESSA

Perché scegliere Aldo Rossi?

Egli viene definito un neostoricista, purista e postmodernista, ma chi è in

realtà?

Non è tanto importante capire a che corrente artistica appartenne, ma piuttosto

come si pose all'interno del contesto culturale del tempo in cui visse e operò.

Egli rappresenta uno dei maggiori protagonisti dell'architettura italiana. Ha

portato avanti la necessità di un ritorno alla architettura aderente alle tradizioni

culturali delle varie realtà geografiche ed ha proposto, nella sue elaborazioni

teoriche, elementi divenuti basilari per la corrente del neorazionalismo, esplicitati

attraverso il movimento denominato "Tendenza" di cui è stato il caposcuola.

Il neorazionalismo, sviluppatosi a partire dal 1960-70, si era diffuso in alcuni

paesi europei, tra cui l'Italia, ed anche negli Stati Uniti ed in Giappone ed aveva nel

tempo raccolto al suo interno, diverse scuole di pensiero architettonico. Si tendeva

a recuperare la cosiddetta "forma pura" nell'intento di promuovere una architettura

che, pur tenendo conto della funzionalità, rifiutasse il principio che "dalla funzione

discenda la forma".

Di sicuro l’atteggiamento di Rossi contrastava l'idea di movimento moderno

come icona dell'architettura in quanto, nonostante la sua indiscussa valenza, il

funzionalismo non rappresentava la sola scelta possibile.

“L’architettura postmoderna propone la fine del proibizionismo, l’opposizione

al funzionalismo, la riconsiderazione dell’architettura quale processo estetico non

esclusivamente utilitario, ritorno all’ornamento e affermazione di un diffuso

edonismo…mescolanza di classico e vernacolare è una strada per l’uso di un

ornamentazione simbolica e un ritorno ad una architettura antropomorfica e più

umanistica”(Paolo Portoghesi, architetto, saggista e docente).

Il mezzo attraverso cui Aldo Rossi operò fu il passato.

Riprendere il passato voleva dire raccogliere i resti di un'architettura antica, al

fine di ricostituirli dando loro una forma insolita, con un carico di contenuti

evidentemente differente: sarà proprio la frammentazione delle sue opere a dare 6

loro omogeneità.

Egli utilizza il viaggio come riaffioramento di memorie, utilizzando forme

pure (talvolta anche oggetti quotidiani) ripetute ossessivamente per darne atto.

Attraverso le sue opere letterarie, in particolare con “L’Architettura della città”,

ma anche con “Autobiografia scientifica” del 1981 e “I quaderni azzurri 1968 -

1992”, Rossi getta quelle che sono divenute le basi dell’architettura del futuro,

portando al centro del dibattito il “grande tema della forma” e l’importanza dello

“studio della città”, non solo nei suoi aspetti economici e politici ma soprattutto in

quelli architettonici e formali. 7

CAPITOLO 2: CENNI BIOGRAFICI 8

Aldo Rossi (Milano, 3 maggio 1931 – Milano, 4 settembre 1997) è stato un architetto, tra

i più influenti del XX secolo. È stato il primo italiano a vincere il Premio Pritzker, seguito

anni dopo solo da Renzo Piano.

Nel 1955 ha cominciato a collaborare come redattore

alla rivista di architettura "Casabella - Continuità",

diretta da Ernesto Nathan Rogers. La collaborazione

termina nel 1964 quando la direzione della rivista

passa a Gian Antonio Bernasconi. La sua pratica

giornalistica continua però all'interno delle redazioni di

" Società" e "Il contemporaneo", che fanno di Rossi uno

dei partecipanti più attivi all’acceso dibattito culturale.

I primi articoli riguardano architetti come Alessandro

Antonelli, Mario Ridolfi, Auguste Perret ed Emil

Kaufmann, molti dei quali saranno presenti nel suo

secondo libro, “Scritti scelti sull'architettura e la città”, 1956-1972. Nel 1965 viene

nominato professore al Politecnico di Milano e l'anno seguente, nel 1966, pubblica

“L'architettura della città”, presto diventato un classico della letteratura architettonica;

nel 1971 vince il concorso di progettazione per l’ampliamento del cimitero San Cataldo

a Modena che gli donerà la fama internazionale. Nel 1981 pubblica “Autobiografia

scientifica”, un'opera in cui l'autore, "in discreto disordine", riporta ricordi, oggetti, luoghi,

forme, appunti di letteratura, citazioni, e cerca di ripercorrere le cose o le impressioni,

descrivere, o cercare un modo di descrivere.

Una particolarità di Aldo Rossi sono i suoi schizzi, da cui si rimane affascinati,

un concentrato unico di ironia e di studio profondo. A questo proposito si può citare

Paolo Portoghesi, che quando assegnò il progetto del Teatro del Mondo di Venezia

a Rossi, vedendolo disegnare citò una poesia di Libero de Libero:

“dal nulla che ero,

mi facesti dono

d’essere uno che ti guardava” 9

Aldo Rossi, Teatro del Mondo, Venezia, 1979

Il Teatro venne costruito in un bacino di Fusina, un piccolo porto della laguna,

su di una chiatta. Fu rimorchiato a Venezia ed ormeggiato sul Canal Grande, di

fronte a Piazza San Marco.

L'edificio era costituito da una struttura portante in tubi di acciaio rivestita da

un tavolato di legno e raggiungeva un'altezza di 25 metri. Il corpo principale era

costituito da un parallelepipedo a base quadrata. Sulla sua sommità un tamburo

ottagonale sosteneva una copertura a falde in zinco.

Il Teatro poteva accogliere fino a 400 spettatori di cui 250 seduti. Al termine

delle manifestazioni della Biennale, il Teatro del Mondo attraversò l’Adriatico per

raggiungere Dubrovnik. Nel 1981 l’opera è stata smontata.

Nel 2004 è stato ricostruito a Genova come una delle installazioni delle

celebrazioni di “Genova Capitale Europea della Cultura”.

Rimandando al classicismo Palladiano, il Teatro gli sembrava un luogo dove

finisce l’architettura e inizia il mondo dell’immaginazione, ed gli piaceva per il suo

‘saper stare nella città’.

Egli è sempre stato affascinato dai teatri e in particolar modo dal teatro del

‘700 dove ha osservato nel dettaglio il rapporto tra i palchi come luoghi isolati e lo

spazio complessivo del teatro. Nel teatro il tempo non coincide con il tempo

misurato dall’orologio e così anche i sentimenti si ripetono ogni sera sul

palcoscenico con una puntualità impressionante. 10

Per Rossi il teatro è una passione, una costruzione misurabile e convertibile

in un sentimento spesso impercettibile.

Analizzando alcuni suoi progetti ci si è soffermati, poi, sul Cimitero di Modena e sul

progetto per una Casa dello

studente a Chieti. Nel 1971 Rossi

subisce un grave incidente d’auto

vicino a Belgrado, e nell’ospedale lì

vicino dice di aver oltrepassato la

giovinezza e per questo motivo

decide di porre parte del suo

interesse nei confronti della morte,

iniziando e dedicandosi al

progetto per il Cimitero di Modena.

Cimitero di San Cataldo, Modena, Aldo Rossi, 1971 – 1976

Il cimitero di Modena, per il suo stesso tema rappresenta forse la liquidazione della

giovinezza e l’interesse per la morte.

Il secondo progetto, la casa dello studente di Chieti, è una ricerca di felicità come

condizione di maturità.

Egli ha osservato e tratto memorie dalle cabine sulle spiagge italiane (soprattutto

dell’isola d’Elba) che sempre lo

hanno attratto, considerandole

come un’architettura perfetta,

capace di innestarsi ovunque;

da qui arriva la terminologia

della piccola casa, dimensione

minima del vivere. Le cabine

sono concepite come “case colorate” dimensionate secondo vincoli e funzioni della sua

architettura, rivelando una capacità di recuperare forme elementari e soluzioni

costruttive più semplici. 11

ELENCO DELLE OPERE ARCHITETTONICHE

1960 Villa ai Ronchi in Versilia

1964 Ponte della Triennale a Milano

1965 Fontana monumentale di Segrate

1967 Quartiere Gallaratese insieme all’architetto Aymonino

1968 Progetto del palazzo comunale a Scandicci

1971-84 Ossario e Cimitero di San Cataldo a Modena

1972 Progetto per il nuovo Municipio di Muggiò

1972 Scuola elementare di Fagnano Olona

1973 Realizzazione del documentario di montaggio Ornamento e delitto per la Triennale

di Milano

1974 Progetto per il Palazzo della Regione ed il per una Casa dello studente a Trieste

1976 Progetto per una casa dello studente a Chieti

1977 Progetto per un centro direzionale a Firenze

1978 Teatrino scientifico

1979 Il Teatro del Mondo ed il portale d’ingresso realizzati per la Biennale di Venezia

1982 Centro Direzionale di Fontivegge a Perugia

1983 Progetto del municipio comunale di Borgoricco

1984-1987 Casa Aurora, sede del Gruppo Finanziario Tessile GFT, Torino

Allestimento per Pitti-Uomo a Firenze 12

1985 Allestimento per uno stand per il GFT

1986 Palazzo Hotel a Fukuoka, Giappone

1989 Appartamenti De Lamel all’ Aja, Paesi Bassi

Piano urbanistico per l’area Cosmopolitan Pisorno a Tirrenia (Pisa)

1990-1992 Edificio residenziale e terziario area ex sogema Città di Castello

1990-1993 Club House del Golf Club Cosmopolitan a Tirrenia (Pisa)

Complesso sociosanitario in via Canova a Firenze

1991 Centro di Arte Contemporanea sull’isola di Vassivière a Beaumont-du-Lac, Francia

Recupero dell’area industriale ex cotonificio Cantoni a Castellanza quale sede del

campus dell’Università Carlo Cattaneo

Ufficio postale e appartamenti vicino alla Città della Musica a Parigi (19e), Francia

1992 Ricostruzione del Teatro Carlo Felice a Genova

1993 Armadio Mobile fiorentino per Bruno Longoni

1995 Museo Bonnefanten e Museo d’Arte Moderna a Maastricht, Paesi Bassi

Recupero dell’area ex Kursaal a Montecatini

1996 Complesso per un periodico a Berlino, Germania

1997 Centro Commerciale “Terranova”, Olbia 13

CAPITOLO 3: LA COLLABORAZIONE CON CASABELLA E LA SUA

POSIZIONE SULL’ARCHITETTURA MODERNA 14

Ernest Nathan Rogers aveva animato la cultura architettonica, facendo il

professore e il critico e fondando la rivista Casabella. Si era formato nella

tradizione moderna, era un architetto razionalista degli anni ’30 che aveva vissuto il

periodo mussoliniano ed era stato costretto a scappare, essendo ebreo, e a

collaborare con l

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
52 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/14 Composizione architettonica e urbana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lavypieri di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Composizione architettonica 3 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trieste o del prof Fraziano Giovanni.