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ORVIGNO

storici minori, p. 15,

http://www.fedoa.unina.it/9347/1/TERREMOTO%20E%20RICOSTRUZIONI%20IN%20IRPINI

A.pdf (url consultato il 27/03/2025).

46 Ibid. 15

47

fiume Calore, si insedia in tali zone. La derivazione del nome è incerta.

Secondo alcune fonti – tra cui Plinio e Strabone – deriva dalla parola osca

«hirpus» che significa lupo, animale sacro a Marte e guida fondamentale

48

per questa tribù. La storia di tale popolo ( sec. – sec. a.C.) è nota

VI II

soprattutto per le numerose battaglie combattute contro Roma per la

supremazia sull’Italia, emergendo come una colonia tenace nella difesa dei

propri territori. Una difesa, quella degli irpini, durata fino al sec. a.C.,

I

anno in cui Silla marcia su questa terra costringendo la popolazione alla

49

resa. Perdendo la propria autonomia e venendo aggregata all’Apulia e alla

Calabria, l’Irpinia conosce un periodo di progresso e prosperità, soprattutto

grazie alla costruzione di due strade: la via Appia, che andava da Capua a

Benevento, e la via Traiana, che collegava Benevento a Brindisi facilitando

50

la comunicazione e gli scambi commerciali. Questo benessere, poi, si

affievolisce con l’invasione dei barbari. I periodi storici più importanti sono

quelli dei Longobardi e dei Normanni: l’Irpinia prima fa parte del

Principato di Benevento che, nel secolo d.C., viene diviso in tre

IX

principati (Benevento, Salerno e Capua) e poi, nel secolo d.C., con i

XII 51

Normanni è scisso in Principato di Capua e nel Ducato di Puglia. Nel XIII

secolo d.C. il territorio irpino viene diviso ulteriormente in due principati –

52

Ulteriore e Citeriore –, rimanendo così fino all’Unità d’Italia. A partire dal

47 C. C , l’Irpinia. Terra e vita, p. 6, supplemento a ECONOMIA IRPINA Aut. Tribunale di

APONE

Avellino n.58 del 15.11.1960,

https://av.camcom.it/sites/default/files/contenuto_redazione/Statistica/irpinia_terra_e_vita.pdf (url

consultato il 27/03/2025).

48 V. C , Terremoto e ricostruzioni in Irpinia. Il restauro e i piani di recupero dei centri

ORVIGNO

storici minori cit., p.16.

49 https://araldicairpina.jimdofree.com/appunti-di-storia-irpina/ (url consultato il 28/03/2025).

50 V. C , Terremoto e ricostruzioni in Irpinia. Il restauro e i piani di recupero dei centri

ORVIGNO

storici minori cit., p.16.

51 Ivi, p.17.

52 Ibid. 16

1861 inizia a costituirsi dal punto di vista istituzionale la regione Campania,

tuttavia essa si trova ad affrontare problemi significativi come

53

l’emigrazione e la povertà. Negli ultimi decenni del sec. d.C.,

XX

54

l’analfabetismo e le scarse condizioni economiche descrivono questa terra

come arretrata e abbandonata, occupando nell’indice statistico sul reddito

55

provinciale una delle ultime posizioni del territorio di Avellino. È solo

con il tragico sisma irpino del 1980 che si scopre un pezzo d’Italia che, per

molti versi, l’Italia stessa aveva ignorato.

2.2. Dalla scossa alla ricostruzione

È il 7 dicembre del 1980 quando sul settimanale «L’Espresso» viene

pubblicato un articolo intitolato Ho visto morire il sud di Alberto Moravia,

in cui, dopo aver sorvolato in elicottero l’Irpinia frantumata dal sisma,

scrive: […] Guardo e cerco di capire, di riflettere; e ad un tratto la verità

brutale ristabilisce il rapporto tra me e la realtà. Quei nidi di vespe

sfondati sono case, abitazioni, o meglio lo erano; adesso sono macerie

53 https://irpiniaescapes.com/irpnia-insider/blog-post-title-three-zzpzg (url consultato il

29/03/2025).

54 Come riportato da T. R nel capitolo l’emigrazione e lo spopolamento in Idee per lo

ICCIARDI

sviluppo dell’Irpinia a cura di L. F , Editoriale Scientifica, Napoli 2016, p. 38.: «nel

IORENTINO

1961, soltanto il 18% della popolazione parlava abitualmente l’italiano e il sistema scolastico

continuava a essere fortemente esclusivo e classista, programmato ad arte per allontanare i figli

delle famiglie povere, benché sia da rilevare l’aumento complessivo degli studenti».

L’emigrazione ha favorito «l’analfabetismo e la ridotta propensione allo studio, soprattutto perché

l’esigenza economica e la costrizione ad emigrare vengono prima della maggiore età e del

desiderio di istruirsi». Molti ragazzi entravano nel mondo del lavoro già a 14 anni e, in alcuni casi,

anche dopo il termine degli studi elementari. La maggior parte di questi giovani proveniva dalla

campagna e, consapevoli della scarsa prosperità del proprio futuro, vedevano nella partenza

l’unica soluzione possibile.

55 S. V , Ricostruzione e sviluppo. Quarant’anni di attese e delusioni, in Il terremoto del 23

ENTURA

novembre 1980. Luoghi e memorie, a cura di G. G , F. M , F. S ,

RIBAUDI ASTROBERTI ENATORE

Editoriale Scientifica, Napoli 2021, p. 6. 17

e sotto quelle macerie stanno sepolti gli abitanti, altrettanto invisibili

che i morti di quel cimitero che vedo laggiù, con il suo recinto, e le

sue file di tombe, i suoi cipressi. […] e così comincia ad albeggiarmi

56

nella mente l’orrore che vado scoprendo e che ancora mi aspetta.

Dalla data di uscita del seguente articolo al sisma sono trascorsi solo 14

giorni: è, infatti, una domenica del 23 novembre del medesimo anno quando

– alle ore 19:35 – una prima scossa di magnitudo 6.9 (pari cioè al grado X

della Scala Mercalli) e una seconda di magnitudo 5 della scala Richter con

un intervallo di 40 secondi colpiscono una vasta area dell’Appennino

57

meridionale con effetti disastrosi soprattutto in Irpinia e in numerose zone

della Campania e Basilicata, anche se l’onda sismica è comunque percepita

58

da Roma in giù. La scossa dura 90 secondi con epicentro Laviano, Conza

della Campania e Sant’Angelo dei Lombardi (si veda fig. 2) causando

«2735 morti dei quali 1762 in provincia di Avellino, 674 in provincia di

Salerno, 153 in provincia di Potenza, 131 in provincia di Napoli, 12 in

59 60

provincia di Caserta e 3 in provincia di Benevento» , 8848 feriti e oltre

61

394.000 senzatetto. In Campania e Basilicata su un totale di 1.843.304

abitazioni censite, le case distrutte sono 77.342, quelle gravemente

62

danneggiate 275.263 e le lievemente lesionate 479.973.

56 A. M , Ho visto morire il sud, in «L’Espresso», 7 dicembre 1980.

ORAVIA

57 Essendo l’Irpinia la zona che ha subito i danni maggiori, il sisma è noto, nelle versioni non

ufficiali, come “terremoto dell’Irpinia”.

58 E. G , G. V , Il peso economico e sociale dei disastri sismici in Italia negli

UIDOBONI ALENSISE

ultimi 150 anni cit., p. 333.

59 F. T. G , M. R. P , Storia sismica della Basilicata con particolare riguardo ai secoli

IZZI OTENZA

XIX e XX, in «Rischio sismico in Italia: analisi e prospettive per una prevenzione efficace in un

Paese fragile. Periodico trimestrale della SIGEA», a cura di A. F , V. O ,

IORE TTAVIANI

Supplemento al n. 1/2018, p. 181.

60 Ibid.

61 E. G , G. V , Il peso economico e sociale dei disastri sismici in Italia negli

UIDOBONI ALENSISE

ultimi 150 anni cit., p. 333.

62 Ibid. 18

Figura 2 – Effetti complessivi del 23 novembre 1980. Fonte: il peso economico e

63

sociale dei disastri sismici in Italia negli ultimi 150 anni.

Nel corso del Novecento, prima del sisma del 1980, questa zona è stata

oggetto di altri tre terremoti, ciascuno dei quali con un epicentro diverso:

64

uno nel 1910, un altro nel 1930 e l’ultimo nel 1962. La catastrofe del 1962

avrebbe potuto rappresentare il campanello d’allarme più immediato, ma

63 E. G , G. V , Il peso economico e sociale dei disastri sismici in Italia negli

UIDOBONI ALENSISE

ultimi 150 anni cit., p. 335.

64 S. V , Il terremoto dell’Irpinia del 1980. Storiografia e memoria, in Italia

ENTURA

Contemporanea n. 243, Carocci editore, giugno 2006, p. 254.

19

65

così non è stato. È a causa delle pessime condizioni del patrimonio

abitativo che la maggior parte degli insediamenti, non potendo sopportare la

forza della scossa, crolla. I danni maggiori si verificano nei centri abitati dei

paesi del cratere (detti così perché situati alle pendici delle colline), poi

66

definiti dal punto di vista giornalistico paesi-presepi.

2.2.1. L’emergenza scopre in ritardo le zone più distrutte

Dopo la scossa i telegiornali e le radio iniziano a diffondere le prime

notizie accompagnate da informazioni non del tutto corrette, sottovalutando

67

inizialmente la gravità del disastro. Di notevole importanza è il titolo

disperato “ ” uscito il 26 novembre sulla prima pagina de «Il

FATE PRESTO 68

Mattino» e divenuto successivamente il simbolo tragico del sisma (si veda

fig. 3). L’articolo restituisce un quadro drammatico, evidenziando cifre

imprecise: «[…] il numero dei morti (sono 10.000?) e dei rimasti senza tetto

69

(250.000?)».

65 T. R , Storia e storie di un territorio tra migrazione e terremoti, in Il terremoto

ICCIARDI

dell’Irpinia. Cronaca, storia e memoria dell’evento più catastrofico dell’Italia repubblicana di T.

R , G. P , L. F , Donzelli editore, Roma 2020, p. 90.

ICCIARDI ICONE IORENTINO

66 Come rilasciato da V. C in Terremoto e ricostruzioni in Irpinia: «i cosiddetti “paesi-

ORVIGNO

presepe” (sono) caratterizzati da un’omogeneità territoriale dovuta ad una conformazione fatta di

alture, sede di primi nuclei, trasformatisi poi in piccole città-fortezza, che conservavano, a tutto il

1980, l’impostazione di borghi medievali, pur avendo subito le naturali trasformazioni edilizie

dovute anche ai frequenti terremoti di cui sempre patirono queste terre».

67 S. V , Ricostruzione e sviluppo. Quarant’anni di attese e delusioni cit., p. 9.

ENTURA

68 Roberto Ciumi, a quel tempo direttore de «Il Mattino» e scrittore di quel “ ”, la notte

FATE PRESTO

del sisma inviò una cinquantina di cronisti in Irpinia con l’intento di avere un quadro complessivo

sul disastro. Questo gli valse non solo la medaglia civile al valore, ma anche una citazione illustre

di Andy Warhol, che trasformò quella prima pagina in un’opera d’arte – oggi conservata nella

Reggia di Caserta all’interno della collezione Terrae Motus.

69 Alla fine i morti furono 2735 e i rimasti senza tetto 394.000.

20

Figura 3 – Parte della prima pagina de «Il Mattino» uscita il 26 novembre

1980.

L&

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

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