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STORIA

La topografia nasce come disciplina dell’umanesimo, a partire dal 1400, con la riscoperta

del mondo classico, in particolare, quando viene tradotta la geografia di Tolomeo, grazie

alla quale viene dunque riscoperto questo argomento tra gli intellettuali. Il documento

antico iniziò ad essere apprezzato come qualcosa di prezioso per il sapere così come

l’intera storia delle scoperte geografiche degli antichi.

Con la nascita della topografia, una delle principali protagoniste in Italia, è Roma:

l’obbiettivo è quello di leggere, all’interno del tessuto cittadino contemporaneo, quello che

doveva essere il tessuto cittadino più antico e di cui si era potuto leggere solo sui libri dei

grandi autori classici, anch’essi riscoperti nello stesso periodo.

Leon Battista Alberti scrisse un testo (“Descriptio urbis Romae”) che fu una delle prime

descrizioni sistematiche della città.

Il vero e proprio PADRE DELLA TOPOGRAFIA fu FLAVIO BIONDO (1392- 1463), notaio e

segretario pontificio (a lui si deve l’individuazione del Teatro di Pompeo).

Egli studiò direttamente i ruderi di Roma e scrisse i risultati delle ricerche in “Roma

instaurata”e designò, dunque, la struttura della Roma antica. Biondo partì dalle fonti

letterarie degli antichi cercandone sistematicamente il riscontro sul territorio ma si servì

anche di fonti epigrafiche e archeologiche.

Più tardi, nell’opera “Italia illustrata”, si occupò dell’intera penisola. L’opera era incentrata

maggiormente sull’Italia settentrionale.

Altro personaggio importante per la topografia fu CIRIACO D’ANCONA (1391-1454).

Considerato il padre della topografia della Grecia.

Si trattava di un mercante che viaggiava principalmente in Grecia, con un amore per il

mondo classico. Ben presto, lasciò gli affari e si trasferì ad Istanbul dove studiò il greco.

Egli registrava, appuntava e riportava i dati e le informazioni che non desiderava

andassero perduti racchiudendoli nei “Commentarii”; non si tratta di un’opera sistematica

ma di una raccolta che comunque ci lasciava molte immagini sulle città greche. Oggi

l’opera è perduta, bruciata nell’incendio della biblioteca di Pesaro, che la conservava.

CLUVERIO FILIPPO (1580-1623)

Egli intende occuparsi di tutto il mondo classico antico. E’ considerato il fondatore della

geografia antica! Tuttavia prima di giungere a zone ampie, e dunque di studio più

geografico, partì da piccoli ambiti regionali. Per l’Accademia di Leuda, fece uno studio di

questo genere a partire dalla Sicilio antica e poi cercò di estendere il suo interesse all’Italia

antica, si interessò della Germania e dell’Olanda come anche della Gallia e della Grecia;

tuttavia, l’opera, comprendente solo gli studi di Sicilia e Italia, è stata pubblicata postuma

mentre gli altri studi restano per noi degli appunti.

Dalla fine del 1700 le linee di indagine di cui si erano serviti i topografi diventano

indipendenti e si sviluppano separatamente (Es. con Winckelmann si sviluppa

l’archeologia, che è perlopiù storia dell’arte antica; si sviluppa l’epigrafia e la cartografia

scientifica, gli studi di scienze naturali, ecc…)

Queste rivoluzioni cambieranno il metodo di ricerca.

IL METODO DELL’INDAGINE TOPOGRAFICA

Strumenti

L’obbiettivo è passare dalla città oggi alla città antica. Nel fare il lavoro a ritroso, sono

importanti tutti i gradini intermedi.

1. La carta geografica

Creare una carta geografica è giungere dal paesaggio soggettivo al paesaggio

razionale. Compito dei geografi è stabilire delle “norme” così da far sì che una

visione che potrebbe essere soggettiva possa diventare oggettiva e cioè uguale per

tutti. Lo stesso è per i topografi e per la carta topografica.

2. Sistema UTM

Si tratta del sistema geografico di riferimento per la cartografia mondiale.

La difficoltà principale era sempre stata quella di portare su un piano qualcosa che

piano non era: la terra è, infatti, sferica/ellittica o, meglio, è un geoide (perché non

ha un profilo lineare).

I tentativi sono stati svariati fino a Mercatore: egli propose una proiezione cilindrica

 la terra è considerata come inserita in un cilindro tangente all’equatore, su questo

cilindro tutti i punti della terra vengono proiettati e infine “aprendo” o “srotolando” il

cilindro si ottiene l’immagine. Il problema è che i paesi più distanti dall’equatore,

convergono, nella sfera, in un certo punto mentre, nel cilindro esteso, finiscono per

essere rappresentati alla stessa larghezza dell’equatore. Così questi paesi

appaiono più grandi e più larghi della realtà: questo tipo di proiezione è detta

conforme poiché i paesi mantengono la loro forma reale dal momento che

mantengono i loro angoli però presentano dimensioni sballate.

Si pensò allora di girare il cilindro in orizzontale di modo che la terra risultasse

tangente non all’equatore ma ad un meridiano: spostando e ruotando il cilindro a

seconda del luogo che si vuole raffigurare si può essere precisi per ogni meridiano 

Proiezione di Gauss o Proiezione Trasversale Universale di Mercatore (UTM)

La terra è divisa, in questo modo, in fusi verticali mentre in orizzontale si formano

delle fasce, e l’incrocio tra i fusi e le fasce sono detti zone.

3. L’IGM (Istituto Geografico Militare), 1872.

Le carte nascono e si sviluppano da sempre per ragioni economiche o militari e di

fatto l’Italia, appena unificata, aveva la necessità di avere una carta che fosse

uguale per tutti in termini di qualità e rappresentazione.

La carta dell’intera penisola la troviamo in scala 1:100'000 (cioè 1 cm = 100'000

km ?)

Attraverso vere e proprie ricognizioni sul campo furono mappati tutti i territori italiani

a 1:25'000.

La carta dell’Italia fu pubblicata nel 1920 circa, in 277 fogli ridotti tutti ad 1:100'000.

Questi fogli, vengono pubblicati anche singolarmente nel caso ci si volesse

concentrare su una sola parte di territorio, e non per forza nella carta dell’intera

penisola. La carta dell’intera Italia è detta “la Gran Carta”.

Ogni foglio della Gran Carta è suddiviso in 4 Quadranti, ogni quadrante è una zona

rappresentata in scala 1:50'000 e ogni quadrante è a sua volta suddiviso in 4

Tavolette rappresentanti porzioni di territorio in scala 1:25'000.

La divisione in quadranti e tavolette non corrisponde alle zone del reticolo UTM

(possono esserci quadranti raffiguranti l’incrocio tra fascia e fuso).

Se siamo in possesso di una tavoletta: in alto a sx troveremo lo schema della Gran

Carta con le sue suddivisioni, dove, in particolare, è indicato il quadrante e la sua

tavoletta presi in esame. Affianco allo schema c’è il numero del foglio a cui questi

appartengono (es. foglio 45 Carta d’Italia).

In alto a dx, invece, troviamo indicati il n°. del quadrante e l’orientamento della

tavoletta (es. 3° quadrante, tavoletta nord-ovest).

In basso a sx, troviamo i dati d rilievo e gli aggiornamenti oltre allo schema detto

Reticolato Chilometrico Gauss-Boaga che riporta i dati numerici necessari per

permetterci una conversione da questo sistema a quello UTM.

Per finire, i quadranti racchiudono 100 km dove per ogni km è segnata una linea. I

numeri visibili alla fine di ogni linea sono il numero di questa o del chilometro.

Già a partire dagli anni ’30, la carta ha subìto degli aggiornamenti, dapprima corretti

“manualmente” con ricognizioni dirette sul campo, poi con la fotografia aerea.

Nell’aggiornarsi della carta, piano piano è cambiata anche la resa grafica, infatti le

prime tavolette erano in bianco e nero mentre successivamente sono stati introdotti

sostanzialmente 3 colori: nero di base, azzurro per l’idrografia e marrone per le

curve di livello. A partire circa dal ’61 si aggiunge il verde per le forme vegetali e il

rosso per le strade.

Nel caso della topografia, ci si rifà più facilmente e volentieri alle carte nella loro

versione in bianco e nero poiché sono le più antiche e, dal momento che bisogna

cercare di eliminare tutto ciò che è stato aggiunto di più recente, con esse parte del

lavoro è già fatto.

4. La Fotografia Aerea

La visione dall’alto permette di eliminare gli ostacoli che possono infastidire il nostro

campo visivo e, allo stesso tempo, permette di vedere l’insieme aldilà delle nostre

umane limitazioni. Tuttavia non garantisce una scala corretta.

Storia

Nel 1800 (ca.) un fotografo francese sperimenta l’idea di legare una macchina

fotografica ad un pallone aerostatico e nel 1899, Giacomo Boni, che aveva scavato

a Roma, decide di provare con un pallone frenato (cioè una piccola mongolfiera che

rimaneva comunque legata a terra) di comune uso militare, per vedere il risultato

complessivo dei suoi scavi. Grazie a queste fotografie Boni scoprì,

inaspettatamente, un’iscrizione sulla pavimentazione del foro e così, negli anni

successivi, la fotografia aerea fu utilizzata come mezzo per un’ulteriore

documentazione.

Una vera e propria svolta nel modo di intendere la fotografia aerea si ebbe durante

la seconda guerra mondiale. Negli anni di guerra, gli aerei che volavano a bassa

quota fotografavano con l’obbiettivo di controllare il territorio, dunque la fotografia

aerea fu usata a scopo militare. Le foto furono operate soprattutto dalla RAF (Royal

Air Force) inglese. Alla fine del conflitto, in Italia, si possedeva un vasto numero di

foto di moltissime zone della penisola e ci si rese conto delle moltissime

informazioni, aldilà di quelle militari, che queste foto potevano offrire.

Il primo a studiare il territorio attraverso le foto fu BRADFORD, che usò le foto per

studi archeologici, infatti si accorse che la fotografia poteva offrire nuove tracce

dell’antico e non solo documentare quelle già note.

GIULIO SCHMIEDT (italiano), comandante dell’IGM, si interessò di archeologia

quanto divenne responsabile della foto-interpretazione e fece “l’atlante aereo

fotografico delle sedi umane in Italia”.

Altri topografi antichisti da ricordare, che fecero uso della fotografia aerea, sono:

Alfieri, Castiglioni, Dinu Adamesteanu.

Fino al 2003, le fotografie aeree erano legate al segreto militare, dunque, tutte

queste persone, collaboravano obbligatoriamente e strettamente con l’IGM.

Dal Boni in poi la tecnica della fotografia aerea è

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Publisher
A.A. 2014-2015
28 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/09 Topografia antica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher JessApp di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Topografia antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Legrottaglie Giuseppina.