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Estratto del documento

3.3 IL FUNZIONAMENTO DEI DUE SISTEMI

Quando si presenta davanti a un soggetto un evento che richieda una

valutazione e successiva decisione, interviene il sistema 1. Esso è

automatico, non si può controllarlo. Il sistema 1 elabora

un’interpretazione all’evento e la offre al sistema 2; quest’ultimo deve

decidere se accettarla oppure se rifiutarla e intervenire. Essendo faticoso

l’uso del sistema 2, esso interverrà solo in rari casi. La logica è di

minimizzazione dello sforzo mentale. Il più delle volte questo apparato

funziona bene: per le decisioni semplici ci si affida a modelli semplici

anche se irrazionali, mentre per le decisioni difficili subentra il sistema 2.

Ci sono però delle criticità nel rapporto tra i due sistemi, come i casi di

conflitto. Si vedano le seguenti immagini.

Figura 12

Fonte: www.focus.it 50

Nell’immagine è stata proposta l’illusione di Hebbinghaus . La prima cosa

che si pensa è che i due cerchi arancio siano diversi, che il primo sia più

50 Hermann Hebbinghauss (1850-1909), psicologo e filosofo tedesco. 29

piccolo del secondo. Tuttavia confrontandoli si vede che essi siano uguali.

Il problema è che nonostante questa consapevolezza, permane comunque

l’idea che il primo cerchio sia più piccolo del secondo. Si tratta di un

esempio di conflitto tra i due sistemi. Esso avviene perché

l’interpretazione che offre il sistema 1 è molto convincente e anche

perché il sistema 2 è pigro, dunque restìo a intervenire. I due sistemi

evocano, a parere di chi scrive, l’immagine di un bambino vivace, laborioso

e frettoloso con quella di un anziano lento, pigro e metodico.

Proseguendo il discorso sulle criticità di questo apparato decisionale,

occorre evidenziare gli errori interpretativi che può compiere il sistema 1.

Errori che se non corretti dal sistema 2 degenerano in errori nel processo

decisionale. Occorre una precisazione prima di proseguire. Gli errori

interpretativi del sistema 1 non necessariamente portano a decisioni

sbagliate. Quella che si sta criticando ora è il processo decisionale e non la

decisione stessa. Prendere una decisione in maniera irrazionale non

significa che essa sarà sicuramente sbagliata. Vale anche il discorso

opposto: prendere una decisione in maniera razionale non significa

necessariamente che essa sarà la decisione giusta. Ad esempio, se un

ragazzo deve scegliere a quale facoltà universitaria iscriversi, può scegliere

quella che ha scelto il suo amico (decisione irrazionale) oppure valutare

con attenzione le sue capacità e poi scegliere (decisione razionale).

Tuttavia la scelta giusta potrebbe anche essere la prima. Risulta

opportuno sottolineare che una decisione razionale dovrebbe avere più

probabilità di portare a decisioni giuste.

3.4 IL MECCANISMO ASSOCIATIVO DEL SISTEMA 1

Prima di trattare più nello specifico i dettagli circa l’irrazionalità del

processo decisionale del sistema 1, occorrono delle precisazioni altrimenti

ciò che seguirà potrebbe non essere chiaro. Si introduce quindi il

meccanismo associativo del sistema 1. Dati due segni, il sistema 1 inventa

un legame credibile che li unisce. Il primo che parlò di questo meccanismo

51

fu David Hume nel 1748 nella sua opera “Ricerca sull’intelletto umano”.

Egli spiega i tre principi dell’associazione: somiglianza, contiguità nel

tempo e nello spazio e causalità. L’ultimo è il più importante, perché tutte

le storie che il sistema 1 inventa presentano un nesso di causalità. Se

esiste questo nesso, il sistema 2 approverà con più facilità questa

51 Filosofo e storico scozzese (1711-1776). 30

interpretazione, data la primordiale avversione alla casualità del genere

52

umano. Questa preferenza è stata individuata anche da Albert Michotte

nel 1945 nella sua opera “La perception de la causalité”.

Per giungere a una conclusione che sia il più credibile possibile (nesso di

causalità al massimo livello), il sistema 1 non considera tutti gli elementi di

una situazione, ma solo quelli più utili. Questo opportunismo è noto con

l’acronimo WYSIATI (What you see is all there is) che significa “quello che

vedi è tutto quello che c’è”. Ciò può portare a gravi conseguenze in quanto

si prendono decisioni in maniera inconsapevole. Inoltre una storia creata

in questo modo può portare il razionale sistema 2 a non opporre

53

resistenza. Questo aspetto è stato rilevato anche da Daniel Gilbert nel

1991 nel suo articolo “How mental systems believe”.

3.5 EURISTICHE E BIAS

Il sistema 1 opera con mezzi irrazionali: essi sono le euristiche, che

possono essere definite come delle “scorciatoie mentali” attraverso le

quali il sistema 1 giunge a una decisione. Tale meccanismo è

particolarmente efficiente, poiché riesce a giungere a una conclusione in

tempi e sforzi praticamente nulli. Se per ogni minima decisione infatti

occorresse concentrarsi sempre al massimo allora si riuscirebbe a

compiere ben poche scelte nell’arco di una giornata. Le euristiche

risolvono il problema applicando dei sofisticati modelli mentali che si sono

raffinati nel corso del tempo tramite l’esperienza. La reiterazione di una

certa procedura ha portato all’ottimizzazione della stessa, in termini di

tempo e sforzo decisionale. Esistono però delle situazioni in cui le

euristiche possono portare a errori sistematici, detti bias. Essi sono dei

giudizi erronei che quindi portano i soggetti che li sperimentano a

compiere decisioni sbagliate. Le euristiche infatti sono strumenti potenti

ma devono essere usate con cautela: questo delicato compito spetta al

sistema 2. Si prosegue ora spiegando nel dettaglio alcune tipologie di

euristiche e i relativi bias a cui possono condurre, tramite l’articolo

“Judgement under uncertainty: heuristics and biases” scritto da Daniel

54

Kahneman e Amos Tversky nel 1974.

52 Psicologo sperimentale belga (1881-1965).

53 Professore di psicologia presso l’università di Harvard.

54 Psicologo israeliano (1937-1996), avrebbe condiviso il premio Nobel con il suo collega Daniel

Kahneman, se non fosse prematuramente defunto. 31

3.6 EURISTICA DELLA RAPPRESENTIVITA’

Essa rappresenta la probabilità che un oggetto appartenga a una certa

classe. L’esempio tipico è quello di Steve, che si riporta.

Steve è una persona molto timida che tende a stare in disparte. È sempre pronto ad

aiutare gli altri, ma mostra scarso interesse per il mondo e per le persone che gli

stanno intorno. Steve è tranquillo, remissivo e ha bisogno che tutto sia sempre chiaro e

.

preciso, mostrando una passione per i dettagli Steve è un bibliotecario o un avvocato?

Leggendo la descrizione la prima cosa a cui si pensa è certamente il

bibliotecario, poiché Steve si rifà completamente al relativo stereotipo.

Questa è una conclusione del sistema 1. Il sistema 2 invece, si chiederebbe

“Quanti avvocati e quanti bibliotecari ci sono nella zona dove abita

Steve?”. Non esiste una risposta giusta al quesito, ciò che conta è

mostrare come il sistema 1 utilizzi l’euristica della rappresentatività.

Questa euristica può portare a diversi bias, il primo che si presenta è

quello dell’insensibilità alla probabilità a priori. Significa che le persone

decidono senza considerare le probabilità fornite: l’importante è che la

storia inventata sia credibile. Si riporta un esempio tratto dal libro

“Pensieri lenti e veloci”.

In una città operano due società di taxi, quella Blu e quella Verde, così denominate dai

colori della carrozzeria dei rispettivi veicoli. Una notte un taxi rimane coinvolto in un

incidente stradale. I dati a disposizione per indovinare di che colore è il taxi coinvolto

nell’incidente sono i seguenti: In questa città l’85 % dei taxi è Verde e il rimanente è

Blu. Un testimone identifica il taxi coinvolto nell’incidente come un taxi Blu. Durante il

processo il giudice verifica l’abilità del testimone di distinguere tra taxi Blu e Verdi in

condizioni normali di visibilità. Dalla prova, in cui viene presentato un campione

costituito da taxi Blu per metà e per metà da taxi Verdi emerge che il testimone è in

grado di identificare correttamente il colore dei taxi nell’80% dei casi mentre li

confonde nel 20%. Qual è la probabilità che il taxi coinvolto nell’incidente sia blu?

In questo dilemma è molto forte la tentazione del sistema 1 di considerare

con un’altissima probabilità che il testimone abbia ragione. Infatti, la

maggior parte delle persone sottoposte a questo dilemma si orientano su

questa conclusione. Il sistema 1 fa in modo che la probabilità iniziale (la

popolazione dei taxi) venga ignorata. Si risolve ora il quesito applicando il

55

teorema di Thomas Bayes , che si utilizza per calcolare la probabilità di

55 Matematico e filosofo britannico (1702-1761). 32

una causa che ha scatenato un certo evento. La causa è in questo caso il

taxi blu e l’evento è l’incidente. Secondo il teorema, occorre valutare la

probabilità a priori con la testimonianza del testimone. Formalmente :

()( ∖ )

( ∖ ) = ()( ∖ ) + ()( ∖ )

La probabilità condizionata alla testimonianza che il taxi sia blu è uguale

alla probabilità che il taxi sia blu diviso lo spazio di eventi (che è formato

56

da due sole alternative). La probabilità è di circa 41%, dunque è più

ragionevole supporre che il taxi sia verde.

Un’altra conseguenza dell’euristica della rappresentatività è la legge dei

piccoli numeri, in contrapposizione a quella dei grandi numeri. La legge dei

57

grandi numeri è stata formulata da Jakob Bernoulli (detta anche teorema

di Bernoulli). Essa descrive il comportamento della media di variabili

→ ∞.

casuali quando In particolare il teorema afferma che, scelto un

campione sufficientemente grande, si può essere ragionevolmente sicuri

che la media di questo campione sia vicina (o uguale) a quella vera. Ad

esempio lanciando una moneta non truccata si sa che la probabilità di

ottenere testa è del 50%. Tuttavia eseguendo pochi lanci questa regola

potrebbe non essere rispettata: basti considerare il caso es

Dettagli
A.A. 2015-2016
116 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giovanni.Paoloni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Bischi Gian Italo.