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III.2 DISTURBI CORRELATI A SOSTANZE E DISTURBI
DELL’ALIMENTAZIONE dell’alimentazione
Nonostante i disturbi correlati a sostanze e i disturbi
siano due categorie distinte, presentano delle caratteristiche in comune in
quanto in entrambi i casi si può parlare di dipendenza patologica. I disturbi
correlati a sostanze vengono definiti dall’assunzione di composti chimici che
possono portare ad addiction, e problemi fisici che mettono in pericolo la vita e
a una moltitudine di problemi psicologici; i disturbi dell’alimentazione vengono
definiti da un’eccessiva ingestione di cibo, da condotte di eliminazione o dal
151
rifiuto del cibo .
Infatti, ciò che oggi definiamo dipendenza non fa riferimento soltanto
all’uso di sostanze, ma tale termine abbraccia una visione ben più ampia
includendo così al suo interno anche sintomatologie provocate dalla messa in
socialmente accettate, quali: l’uso di internet, il
atto, incontrollata, di attività
gioco d’azzardo, lo shopping compulsivo, che non prevedono il consumo di
sostanze. La dipendenza si può sviluppare verso il cibo, verso le sostanze
stupefacenti (tossicodipendenze), verso il proprio partner (dipendenza affettiva),
verso il lavoro, per il gioco (gioco d’azzardo), verso il sesso (dipendenza
sessuale), per internet (internet addiction disorder, e verso qualsiasi attività in
152
grado di produrre benessere e piacere .
si intende un’alterazione del comportamento
Con il termine dipendenza
da semplice e comune abitudine diventa una ricerca esagerata, reiterata e
ricorrente del piacere attraverso mezzi, comportamenti, o sostanze che
153
sfociano nella condizione patologica .
Si tratta di una condizione sindromica caratterizzata dalla ricerca
reiterata e ricorrente del piacere derivante da un determinato comportamento di
dipendenza associato al craving, ossia desiderio irrefrenabile, all’abuso e al
disagio clinicamente significativo dell’astinenza e della messa in atto
compulsiva nonostante i rischi che ne derivano. È dunque una condizione
invasiva caratterizzata dall’uso distorto di un oggetto o di un comportamento in
151 V. Caretti & D. La Barbera, Addiction. Aspetti biologici e di ricerca, Raffaello Cortina Editore, 2015, p. 107.
152 American Psychiatric Association, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder (DSM-5). American
Psychiatric Association, Arilngton, VA, 2013.
153 American Society for Addiction Medicine, Definition of Addiction, 2012.
60
cui è presente il fenomeno del craving, nell’ambito di un’abitudine incontrollabile
154
e irrefrenabile che causa disagio clinicamente significativo .
In ambito clinico, tali comportamenti additivi sono caratterizzati da tre
fattori, ossia ossessività, compulsività ed impulsività. In particolare, la natura
impulsiva e compulsiva dei comportamenti di dipendenza viene considerata
come un’esperienza sensoriale, la quale permette, in modo del tutto distorto,
una possibilità di neutralizzare, o meglio anestetizzare gli stati affettivi vissuti in
modo intenso e doloroso, attraverso la reiterazione ossessiva del
155
comportamento di dipendenza .
Diversi autori hanno fornito una definizione di tossicodipendenza, in
particolare, Olivenstein afferma in una prospettiva lacaniana che gli individui
tossicodipendenti spesso sono giunti all’adolescenza senza aver superato a
cosiddetta “fase dello specchio”. Una madre trascurante che non riesce a
sintonizzarsi con i bisogni del bambino impedisce la definizione di un processo
di soggettivazione e individuazione di quest’ultimo: lo specchio è infranto, il
bambino non riuscirà a sviluppare una struttura identitaria stabile, bensì
frammentata. In questo caso, la sostanza serve ad annullare il senso di
incompiutezza e di frammentazione che il soggetto percepisce, poiché ha la
funzione di ripristinare la fusione con la madre e l’integrità del senso di
156
identità .
Secondo altri studiosi, il tossicodipendente compie quello che può essere
definito un passaggio all’atto, mettendo in atto un’azione che non ha nulla di
simbolico. Ciò accade a casa del fatto che il bambino presenta un deficit nella
capacità di simbolizzazione e di immaginazione, e quindi il desiderio non può
essere pensato ma assumerà la forma di bisogno impellente (Bergeret,
157
1982) .
Anche Kohut (1971) fornisce una definizione del termine
tossicodipendenza, descrivendola come la conseguenza di un accadimento
materno inadeguato o assente.
Quando la madre opera gravi carenze nei confronti del bambino, questi
per allontanare la delusione, si aggrapperà alle immagini idealizzate relative alla
154 V. Caretti & D. La Barbera, Le nuove dipendenze: Diagnosi e clinica, Roma, Carocci editore, 2009.
155 V. Caretti, G. Craparo, M. Giannini, A. Gori, G.I. Sareri, A. Lucchini, I. Rusignuolo, A. Schimmenti, ABQ.
Addictive Behavior Questionnaire, Hogrefe, 2016, p.11.
156 V. Caretti & D. La Barbera, Addiction. Aspetti biologici e di ricerca, Raffaello Cortina Editore, 2015, p. 107.
157 J. Bergeret, Chi è il tossicomane?. Tossicomania e personalità, 1982, tr.it. Dedalo, Bari, 1983.
61
madre e a sé stesso. L’Io risulterà indebolito, e la sostanza, in questo caso,
vissuta come un oggetto controllabile e inanimato, avrà il compito di lenire la
sofferenza, allontanando, anche se temporaneamente, il senso di vuoto e
inadeguatezza.
Anche Kernberg (1976) in linea con il pensiero di Kohut e Olivenstein,
attribuisce la tossicodipendenza ad un problema nella relazione madre-
bambino, e più precisamente ad un disturbo dell’identità 158
.
Un altro autore che si è accostato allo studio del fenomeno della
tossicodipendenza fu Luigi Cancrini, che la definì come causa di situazioni e
circostanza diverse. Egli ha individuato quattro tipologie di tossicodipendenza
159
che si differenziano per cause, situazioni e esordio .
La tossicodipendenza di Tipo A o traumatica causata da un lutto di fronte
al quale il soggetto non è stato in grado di reagire adeguatamente, ricorrendo a
meccanismi di difesa di tipo dissociativo. I soggetti che appartengono a questa
categoria si rifugiano nella sostanza, al fine di trovare sollievo e lenire la
sofferenza, spesso sono protagonisti di atti di autolesionismo mettendo in atto
un vero e proprio atto suicidario.
La tossicodipendenza di Tipo B o di copertura è dovuta a problemi di
individuazione tipici de periodo adolescenziale. I soggetti che appartengono a
questa categoria presentano alti livelli di ansia, incertezza, sbalzi d’umore,
insoddisfazione e propensione alla noia, talvolta vivono all’interno di un
ambiente familiare caratterizzato da conflittualità e poca stabilità affettiva.
La tossicodipendenza di Tipo C o di transizione è caratterizzata da un
disturbo di personalità. I soggetti che rientrano in questa categoria, mettono in
atto difese primitive, quali la scissione e il diniego, e ricorrono alla sostanza a
causa di una mancata strutturazione della personalità che li porta ad essere
incapaci di un vero e proprio investimento emotivo stabile. Inoltre, vivono in un
contesto di smarrimento e confusione, in cui la droga svolge una funzione
fondamentale, funge da regolatore emotivo e da un’illusione di libertà al
soggetto.
L’ultima tipologia descritta da Cancrini è la tossicodipendenza di Tipo D o
sociopatica tipica dei soggetti con comportamenti estremi o antisociali. Molti di
158 V. Caretti & D. La Barbera, Addiction. Aspetti biologici e di ricerca, op.cit.
159 L. Cancrini, Quei temerari sulle macchine volanti. La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1982.
62
questi soggetti iniziano a mettere in atto comportamenti devianti e antisociali
per contrastare il clima familiare ed affermare loro stessi. Il temperamento, il
profilo cognitivo, le capacità relazionali, la tolleranza delle emozioni intense
aumentano la vulnerabilità alla tossicodipendenza. La sostanza, infatti,
rappresenta una soluzione alternativa alle difficoltà dell’esistenza in assenza di
modalità più efficaci per gestirle, permettendo così al soggetto di esaltare la
propria immagine e di modificare la realtà con effetti eccitanti.
La tossicodipendenza può essere concepita come una vera e propria
malattia del corpo. Per la comprensione di questo disturbo, infatti, è di notevole
importanza, la centralità del corpo, della percezione, della sensorialità e delle
160
sofferenze .
Tale disturbo rimanda ad un sistema comportamentale che insorge in
seguito all’uso cronico e compulsivo di sostanze per cui il soggetto percepisce il
bisogno urgente di assumerla a prescindere dal danno fisico, psicologico e
sociale che questa gli provoca.
Il tossicodipendente ricerca nella sostanza d’abuso il piacere, percepito
dal corpo come un bisogno impellente, da soddisfare con urgenza, a qualsiasi
costo. In particolare, la dipendenza da sostanze viene definita come un disturbo
cronico recidivante caratterizzato da: compulsione a ricercare e ad assumere la
sostanza; perdita di controllo nel limitarne l’assunzione presenza di uno stato
emotivo negativo (ansia, irritabilità, aggressività) quando l’accesso alla
161
sostanza è impedito (Koob, Le Moal, 2005) .
È stato riscontrato che i comportamenti additivi sembrano essere il
risultato di un tentativo disfunzionale di contrastare e neutralizzare l’emergere
incontrollato di vissuti traumatici infantili.
Quando si parla di tossicodipendenza, e in particolare di genitori
tossicodipendenti, è fondamentale considerare le funzioni genitoriali e gli stili di
attaccamento come due binomi inscindibili, i quali incidono sullo sviluppo del
nel corso del tempo, accanto all’ipotesi
bambino. Per tale ragione,
dell’attaccamento sicuro nell’infanzia come percorso ideale verso la salute
160 V. Sava & E. La Rosa, Lo spazio dei limiti. Prospettive psicoanalitiche nella psicoterapia delle tossicodipendenze,
Franco Angeli, 2017, p. 90.
161 V. Caretti & D. La Barbera, Addiction. Aspetti biologici e di ricerca, Raffaello cortina editore, 2015.
63
mentale, altre forme di attaccamento come quello evitante o ansioso possono
162
predisporre il soggetto allo sviluppo di vari disturbi .
163
Diverse evidenze empiriche sottolineano come gli eventi di vita
traumatici, quali: esperienze di trascuratezza emotiva, abusi, maltrattamento
fisico o psicologico e disturbi dell’attaccamento, svolgono un ruolo
predominante nello spingere un soggetto a fare uso di sostanze, fino a divenire
una vera e propria dipendenza da