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S F A C E
T U D I D I E LI T T I SU DV E R S E H I L D H O O D X P E R I E N C E S
(ACE )
S L’esistenza e la diffusione del
maltrattamentto, trascuratezza e
abuso infantile erano ben noti
prima degli studi di Felitti e coll.
ma l’impatto degli ACEs studies è
dovuto all’ampiezza del fenomeno
(46-98% della popolazione) e alla
documentazione degli effetti a
lunghissimo termine sul piano
della salute fisica e mentale
secondo l’effetto-dose (dose
response) cumulativo.
Proprio questi dati evidenziano
(non determinismo) però (non
determinismo) che anche la resilienza e la crescita post traumatica (‘ordinary magic’) sono molto
più presenti di quanto si pensasse: principio della Multifinalità (Fig.1).
La fisiologia del superlavoro a causa dell'esposizione a fattori di stress nell'infanzia si verifica
attraverso i sistemi neuroendocrini (ad es. Ipotalamico-ipofisi-surrene [asse HPA]), immunitario e
metabolico e può essere particolarmente dannoso per lo sviluppo di sistemi di risposta allo stress (B.
Ellis & Del Giudice, 2014; Slopen et al., 2013; Wesarg et al., 2020). Questi processi influiscono
sulla reattività del cortisolo e sull'infiammazione, che sono noti contributori a numerose condizioni
di salute fisica, incluso il diabete di tipo 2 (Berens et al., 2017; Coelho et al., 2014).
Inoltre, la ricerca emergente suggerisce che i cambiamenti epigenetici, come la metilazione del
DNA, possono derivare dall'esposizione agli ACE (Park et al., 2019), influenzando la salute a lungo
termine degli individui e potenzialmente agendo come percorsi per la trasmissione degli effetti del
trauma attraverso le generazioni.
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Dichiarazione di rilevanza pubblica
Gli studi sulle esperienze avverse dell'infanzia (ACE) e le ricerche correlate hanno rivelato che la
vittimizzazione e il trauma sono più comuni di quanto precedentemente noto e che la dose del
trauma, sotto forma del numero di tipi di avversità, è fortemente associata a più di 40 esiti
biopsicosociali.
A sua volta, il riconoscimento della pervasività del trauma sta contribuendo a una
riconcettualizzazione della resilienza, che è anche più comune di quanto precedentemente
riconosciuto. Tutti gli individui, le famiglie e le comunità devono sapere come affrontare i traumi e
superare le avversità, oltre a
riconoscere il ruolo che tutti noi
svolgiamo nella prevenzione.
I L M O D E L LO T R A N S A Z I O N A L E
Sottolinea l’effetto del bambino sull’ambiente ma anche la continuità ambientale.
Si parla di Transazione quando i genitori sono influenzati dal comportamento del neonato
che li porta a fare qualcosa che non avrebbero fatto se egli si fosse comportato in un altro
modo.
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Ogni livelli influenza ed è influenzato dagli altri (TRANSAZIONI).
2. L’ P E (PE)
A P P R O C C I O DELLA S I C O PAT O LO G I A VO LU T I VA
È una disciplina scientifica in evoluzione, nata negli anni ’80, con l’intento di studiare la
psicopatologia in reazione ai cambiamenti del ciclo vitale.
Il suo focus à l’interplay tra gli aspetti
Biologici Dello sviluppo normale e anormale nel
Psicologici corso della vita
Sociali e contestuali
Non è una nuova teoria o metodo ma un framework che costruisce su quanto le varie discipline
hanno sviluppato (cfr. “Umbrella”).
È un approccio che intende fornire un framework ampio e integrativo nel quale collocare altre
discipline in vista della comprensione dello sviluppo e del funzionamento dell’individuo.
Si focalizza specialmente sull’azione reciproca tra normalità e patologia utilizzando un
sistema multilivellare e multidisciplinare.
Enfatizza l’utilizzo di un framework evolutivo per comprendere l’adattamento e il disadattamento
nel corso della vita
Gli approcci tradizionali concettualizzavano i disadattamenti e disturbi all’interno dell’individuo; la
PE li colloca nella relazione dinamica tra individuo e i contesti interni ed esterni
DEFINIZIONE:
“Lo studio delle origini e corso dei pattern
individuali di comportamento disadattivo
qualsiasi sia l’età di insorgenza, le cause,
le trasformazioni nelle manifestazioni
comportamentali e qualunque sia la
complessità del corso dei pattern di
sviluppo”
(Sroufe & Rutter, 1984)
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In questa definizione si cercano di abbattere una serie di barriere. Vediamo come:
- Origini e corso: tratta l’individuo nell’arco evolutivo, cercando di recuperare la sua storia
transazionale.
- Pattern individuali di comportamento disadattivo: tratta la patologia.
- Qualsiasi sia l’età di insorgenza e le cause: abbatte la barriera tra psicopatologia generale e dello
sviluppo, in modo da avere un’ottica evolutiva sia se si parla con un 15enne che con un 70enne.
- Qualsiasi siano le trasformazioni nelle manifestazioni comportamentali: supera il problema
dell’etichettamento, conseguente ad una caratterizzazione del disturbo in termini individuali
(statico e cronico) piuttosto che relazionali. In altre parole, va a vedere come è diventato tale.
- Qualsiasi sia la complessità del corso dei pattern di sviluppo: ponendo la patologia e la
normalità in un continuum supera sia la concezione del disadattamento e della patologia come
“discontinui” rispetto ad un ipotetico stato di salute, a cui consegue che la presa in carico
avviene in seguito ad un disturbo conclamato e che non sono contemplati interventi preventivi
su situazioni ad elevato rischio psicosociale, sia la visione lineare di disturbo come esito di
cause precise ed identificabili.
Per comprendere lo sviluppo atipico e poter intervenire preventivamente, la PE fa riferimento alle
principali conquiste evolutive che avvengono nello sviluppo normale. Esse sono:
● 0-1 anno: regolazione biologica (ritmo sonno veglia, alimentazione armonica, etc.), interazione
didattica armoniosa (gli insegnamenti base da parte dei genitori devono essere armonici e
sintonizzati), formazione di una valida relazione d’attaccamento.
● 1-2,5 anni: esplorazione (impegno nel conoscere attivamente il mondo), sperimentazione e
padronanza del mondo degli oggetti (la persona che accudisce, essendo una base sicura, lo lascia
libero di sperimentare essendo, allo stesso tempo,“presente”), individualizzazione e autonomia
(le fasi del “è mio” e del “no”), rispondere al controllo esterno degli impulsi (ad esempio
risponde ai “no” dei genitori).
● 3-5 anni: auto-controllo flessibile (non bisogna né essere inibito e frenato, né incontrollabile),
fiducia in sé, iniziativa, identificazione e concetto della differenziazione sessuale (avere
un’identità di genere più o meno
7 definita), stabilire validi contatti con i pari (da cui si sviluppa l’empatia, fondamentale per lo
sviluppo, in quanto la sua mancanza è già una buona “base” per eventuali sviluppi
psicopatologici, come personalità narcisistiche o antisociali).
● 6-12 anni: comprensione sociale (sviluppare i concetti di equità e giustizia), costanza
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nell’identificazione sessuale, cameratismo con quelli dello stesso sesso , senso di “industriosità”
(sviluppo di competenze), positivo adattamento scolastico.
● 13 anni in poi: “operazioni formali” (flessibilità nel cambiare prospettiva, pensiero “come se”),
amicizie leali (stesso sesso), inizio delle relazioni eterosessuali, emancipazione, identità solida
ma flessibile.
Come si può ben vedere, all’interno di queste principali conquiste evolutive, vengono prese in
considerazione diverse aree del funzionamento umano: sviluppo biologico, cognitivo e sociale.
I concetti fondamentali della PE sono:
- La prospettiva organizzativa, la quale:
Considera la qualità dell’integrazione tra i diversi sistemi dell’individuo (biologico, sociale,
o emotivo, cognitivo, rappresentazionale, linguistico). Appena c’è un cambiamento all’interno
di uno di questi sistemi avviene un’intera riorganizzazione.
Vede lo sviluppo come una successione di riorganizzazione qualitative tra i diversi sistemi
o che procede per differenziazione/integrazione e organizzazione gerarchica:
● Ad ogni momento critico di riorganizzazione nello sviluppo le precedenti strutture
vengono incorporate e integrate gerarchicamente.
● Così le precedenti aree di vulnerabilità o di forza rimangono tali e vi si può riaccedere in
momenti di stress o di crisi.
In ogni periodo di riorganizzazione l’adattamento riuscito (e quindi lo sviluppo di
o competenze) corrisponde all’integrazione adattiva dei diversi sistemi dell’individuo.
L’incompetenza, invece, corrisponde all’integrazione problematica di strutture patologiche,
o favorita dalle difficoltà ad affrontare le sfide di un periodo di sviluppo. La precedente
incompetenza tende a promuovere la successiva incompetenza (in termini probabilistici, non
deterministici).
Nella prospettiva organizzativa sono importanti le continuità e le discontinuità:
o ● Nel tempo (modelli dimensionali).
● Nello sviluppo normale o deviante (modelli categoriali).
- Il percorso evolutivo inteso come il risultato dinamico dell’intreccio unico tra fattori di rischio e di
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protezione :
Fattori di rischio: insieme di circostanze di vita a lungo termine che favoriscono uno
o sviluppo disadattivo. Distinguiamo:
- fattori di rischio esterni: esposizione a condizioni estreme disagiate ed estreme come
povertà, abuso, disaccordo parentale, separazioni conflittuali, alcolismo, malattie croniche di
un genitore (ad es. la depressione materna), eventi luttuosi.
- fattori di rischio interni: caratteristiche del bambino associate ad esiti negativi come
temperamento difficile, prematurità, sofferenza neonatale, malattie croniche, attaccamento
insicuro, basso QI, bassa stima di sé, disturbo della condotta precoce.
I fattori di rischio hanno un effetto cumulativo esponenziale e una correlazione diretta con lo
sviluppo di disturbi: bambini con due genitori alcolizzati hanno il doppio delle probabilità di
sviluppare problemi rispetto a chi ne ha uno solo. Un concetto associato a quello di rischio è
la vulnerabilità in quanto essa è un fattore che intensifica la risposta al rischio e quindi allo
sviluppo del disturbo.
1 Anche se, ad oggi, il cameratismo perdura massimo fino ai 8-9 anni.
2 Essi fanno parte dell’ecotipo e del genotipo, influenzando l’evoluzione del percorso individuale.
8 Fattori di protezione: fattori che modificano, migliorano o alterano la risposta di una persona
o ai rischi ambientali che predispongono ad esiti disadattavi. Si distinguono fattori protett