Psicopatologia dello sviluppo - Appunti
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ESTRATTO DOCUMENTO
Pedofilia
Travestitismo
Notoriamente difficili da trattare
Disturbi da uso di sostanze
Sintomi autodistruttivi
Abuso di sostanze chimiche che possono portare a
dipendenza, a problemi fisici che mettono in pericolo la vita e una
moltitudine di problemi psicologici.
Alcolismo
L’alcolismo è un disturbo eterogeneo con un’eziologia multifattoriale
L’alcol adempie la funzione di sostituire strutture psicologiche assenti e di
restaurare un qualche senso di rispetto di sé e di armonia interna
I pazienti alcolisti hanno problemi relativi all’autostima, alla modulazione degli
affetti e alla capacità di prendersi cura di se stessi
Scarsa tolleranza all’ansia e uso della scissione
… Il 25% di tutti i suicidi avviene tra alcolisti
Effetti additivi di depressione e alcolismo
Psicoterapia e/o supporto dei gruppi di auto-mutuo aiuto
(AA, CAT, Al-Anon)
Farmaci sostitutivi (ricovero)
Tossicodipendenza
La depressione è il più forte fattore predittivo
Coesistenza di disturbo di personalità
L’abuso è difensivo e adattivo piuttosto che regressivo
Incapacità del tossicodipendente di regolare gli affetti,
controllare gli impulsi, tollerare e regolare le vicende personali
… Specifiche sostanze vengono scelte per precisi effetti
psicologici e farmacologici, a seconda dei bisogni di ciascun
tossicodipendente (la cocaina attenua depressione, ipomania e
stress, i narcotici riducono i sentimenti di rabbia)
L’eroina ha aspetti sia regressivi che difensivi
… Comune a molti tossicodipendenti la componente ALESSITIMICA
Progetto di cura integrato auspicabile:
Sostituto per la dipendenza
Uso di farmaci per eventuali d. psichiatrici
Astinenza forzata per la maturazione psicologica
Promozione di crescita e cambiamento strutturale con la psicoterapia
Disturbi alimentari
Anoressia
Bulimia
Binge eating disorder (disturbo da alimentazione
compulsiva). Anoressia nervosa
Disturbo praticamente sconosciuto nelle nazioni in cui la
magrezza non viene considerata una virtù
Gli individui affetti da questo disturbo sono di razza
caucasica, istruiti, di sesso femminile, economicamente
avvantaggiati e radicati nella cultura occidentale
Raddoppiata dagli anni ‘60
Sintomi
Ricerca fanatica della magrezza correlata a un’opprimente paura di ingrassare.
Tentativo di “cura di sé” per sviluppare attraverso la disciplina del corpo un senso di
individualità e di efficacia interpersonale.
Le anoressiche trasformano la loro ansia e i loro problemi psicologici attraverso la
manipolazione della quantità e della dimensione del cibo assunto.
Relazione disturbata tra infante e madre (Bruch) (individuo non concepito come
separato ma come “braccio destro” della madre).
La famiglia nel disturbo alimentare
Generale assenza di confini personale. Ciascun membro della famiglia
è ipercoinvolto nella vita di tutti gli altri: nessuno esperisce un senso di
identità separata al di là della matrice familiare.
Il sistema difensivo si concretizza nel “vietato entrare” dell’anoressica.
I genitori diventano ossessivi e “desideranti” dalla preoccupazione che
la paziente mangi. Obiettivi terapeutici
Non debbono essere focalizzati necessariamente
sull’aumento di peso.
Ideale la combinazione di psicoterapia familiare e
psicoterapia individuale (misure educative per il controllo del
peso ponderale).
Eventuale ricovero ospedaliero (perdita di più del 30% del
peso). Bulimia nervosa
Peso relativamente normale, presenza di abbuffate e utilizzo
di purganti.
Notevoli difficoltà rispetto alla separazione dalla famiglia
(mancanza di oggetto transizionale), l’oggetto transizionale
diviene il corpo. Per il trattamento…
Fondamentale la personalizzazione del piano terapeutico.
Tendenza all’evitamento di una psicoterapia individuale intensiva.
Utile la stesura di un diario quotidiano per sottolineare l’associazione
tra stati emotivi e certe modalità di alimentarsi e per costruire un’alleanza
terapeutica. Molto utile anche il gruppo.
Autòs (Se stesso)
Il termine “autismo” è stato usato per la prima volta dallo psichiatra
Eugen Bleuler nel 1911 per indicare uno dei sintomi comuni della
schizofrenia nell’adulto.
«Gli schizofrenici gravi non hanno più alcun rapporto col mondo esterno; vivono in
un mondo a sé; se ne stanno con i loro desideri, che ritengono appagati, o con la
sofferenza della propria persecuzione; limitano al massimo i contatti con il mondo.
Chiamiamo autismo il distacco dalla realtà e la predominanza della vita interiore»
(Bleuler, 1911).
… «Allora dobbiamo assumere che questi bambini siano venuti
al mondo con una incapacità innata di formare il consueto
contatto affettivo, fornito biologicamente, con le persone, proprio
come altri bambini vengono al mondo con handicap fisici o
intellettivi innati» (Leo Kanner, 1943).
… Nel 1964 Rimland, neurologo inglese, pubblicò il primo lavoro sull’autismo nel quale
fossero presenti ipotesi eziologiche di natura organica. Egli sosteneva che l’origine
dell’autismo fosse da ricercare nella formazione reticolare del tronco cerebrale e che
rappresentasse, pertanto, l’espressione di una deviazione genetica inibente.
Arriviamo poi alle teorie di Delacato (1974) che non solo sosteneva l’ipotesi organica
ma, trattandosi di una cerebro-lesione, suggeriva un approccio terapeutico neuro-riabilitativo
piuttosto che psicoterapico, basato sul ruolo del genitore come primo terapeuta del figlio. Da
allora le cause dell’autismo si studiano prevalentemente da un approccio organicista oltre che
psicologico. Evoluzioni
Oggi la maggior parte dei dati presenti in letteratura considera l’origine dell’autismo da
ricercarsi in fattori di natura biologica che interessano il Sistema Nervoso Centrale (SNC). La
sintomatologia e l’insorgenza, di solito in età precoce, permettono una diagnosi immediata e
un intervento mirato fin dai primi anni, addirittura ultimamente fin dai primi mesi. È stato
dimostrato che, se seguiti dalla tenera età, i soggetti con autismo migliorano
considerevolmente e acquistano quell’autonomia che è uno dei più importanti obiettivi nella
cura di questa invalidante patologia. Autismo
L’autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine
dello sviluppo biologicamente determinato, con esordio nei primi tre anni di
vita. Le aree prevalentemente interessate sono quelle relative
all’interazione sociale reciproca, all’abilità di comunicare idee e sentimenti e
alla capacità di stabilire relazioni con gli altri.
… Generalmente, il soggetto autistico non risponde ai gesti o
alla voce di chi lo chiama, rimane indifferente all’ambiente
circostante, mostra affezione verso l’isolamento, evidenzia una
gestualità ripetitiva e stereotipata e usa un linguaggio
inappropriato, ecolalico e pertanto non comunicativo.
Epidemiologia
I dati epidemiologici recenti indicano che la prevalenza di
autismo è di 10 persone su 10.000 (Volkmar et al., 2004) e che
circa l’80% della popolazione autistica è di sesso maschile. La
percentuale superiore di maschi autistici rispetto alle femmine
era già stata osservata da Kanner e da Asperger, ma oggi è un
dato consolidato. Sintomi principali
Sintomi neurologici come ipertonia (aumento del tono muscolare),
ipotonia (diminuzione del tono muscolare) e vari tipi di turbe della
coordinazione motoria sono abbastanza tipici nel quadro diagnostico
dell’autismo; il 30% dei soggetti presenta una grave perdita del tono
muscolare che può limitare la capacità motoria rendendo l’andatura goffa.
Fenomenologia
Picacismo
Isole di abilità (Asperger ad alto funzionamento)
Difficoltà ritmo sonno-veglia
Isolamento
Disturbi della percezione uditiva
… Alcune alterazioni sensoriali sono state annoverate come deficit propri
della diagnosi di autismo. Spesso, in alcuni casi, soprattutto all’inizio, i
genitori attribuiscono a sordità il fatto che il bambino non risponda se
chiamato e non reagisca a stimoli sonori dell’ambiente circostante; al
contrario, in altri casi, alcune testimonianze di familiari raccontano di crisi
di panico eccessive al suono di sirene, campanelli ecc
L’area sensoriale
«Da sempre, fin da quando posso ricordare, ho odiato essere
abbracciata. Volevo provare la sensazione positiva di essere abbracciata,
ma era semplicemente troppo opprimente. Era come un’enorme ondata di
stimolazioni che sommergeva tutto ed io reagivo come un animale
selvatico. L’essere toccata innestava una reazione di fuga. Faceva saltare il
mio interruttore. Ero sovraccaricata e dovevo scappare, spesso
scostandomi immediatamente».
… Alcune persone autistiche hanno gravi problemi nella elaborazione
delle immagini visive: spesso non supportano l’immagine ed il contesto in
cui essa è inserita, i colori e il movimento; altre persone, invece, sembrano
essere attratte da cose svolazzanti ed inafferrabili (aquiloni, foglie che
cadono, gocce di pioggia etc…) e sarebbero capaci di restare per ore a
fissarle.
Compromissioni nel linguaggio
Ecolalia (immediata, differita)
Prosodia
Inversione pronominale
Stereotipie verbali
… Compromissione nello sviluppo del linguaggio: le stime degli ultimi
anni dicono che circa il 9% dei soggetti nati con autismo non sviluppa mai il
linguaggio; circa il 30% impara a parlare confusamente verso la fine del
primo anno di vita; il 27% nel secondo anno; il 22% circa apprende le
prime parole verso il terzo anno di vita e il 12% resta completamente non
verbale all’età di 5 anni.
Nella comunicazione…
Incapacità di attenzione congiunta
Difficoltà con il gioco simbolico (anche imitativo), del “far
finta di…”
Incapacità di essere empatici
No teoria della mente.
No linguaggio metaforico o idiosincratico
Emotività
«Le mie emozioni sono più semplici di quelle della maggior parte delle persone. Non so
cosa siano le emozioni complesse in una relazione umana. Io capisco soltanto le emozioni
semplici, come la paura, la rabbia, la gioia e la tristezza. Piango quando guardo un film
commovente e a volte piango anche quando guardo qualcosa che mi tocca veramente. Ma i
rapporti emotivi complessi sono al di là della mia capacità di comprensione. Non capisco
come si possa amare una persona e un minuto dopo avere la voglia di ucciderla in un raptus
di gelosia. Non capisco come si possa essere felici e tristi allo stesso tempo» (Grandin, 2001).
… Le persone autistiche hanno una scarsa gamma di
espressioni facciali e tengono posture molto rigide: queste
caratteristiche permettono agli esperti di concordare sul fatto che
probabilmente esiste una disfunzione che coinvolge la loro
espressività emozionale.
Ritardo mentale ed epilessia
In circa il 75% dei bambini autistici si presenta anche un ritardo
mentale, di entità variabile al loro livello di sviluppo; il QI viene calcolato
inferiore a 70 e, in casi gravi, inferiore a 50.
Nei soggetti autistici il 25-30% presenta crisi epilettiche nel corso della
vita, con insorgenza più frequente in adolescenza, anche se in un terzo dei
casi l’insorgenza avviene nei primi anni. Autismo ed epilessia vengono
considerati fenomeni di un comune danno encefalico (SINPIA, 2005).
Aggressività
Verso se stessi (sbattere la testa, strofinarsi gli occhi, mordersi le
mani etc.)
Verso gli altri (picchiare, sputare…)
Verso gli oggetti (distruggere cose svolazzanti come drappeggi, tende,
ciondoli etc.)
Imbarazzo dei genitori da gestire.
Comportamenti-problema
«la convinzione che ogni comportamento problema svolga
una sua funzione positiva per il soggetto è un punto chiave
dell’alleanza psico-educativa, perché ci spinge ad affinare i nostri
strumenti di lettura delle dinamiche che avvengono nella
situazione portando rispetto per le motivazioni del soggetto»
(Ianes-Cramerotti, 2002).
… Un papà: «Nostro figlio Etan di quattro anni ama i libri ma ha
incominciato a sciuparli. Ogni mattina trovavamo una pila di carta
stracciata al posto dei libri. Non volendo sottrarre i libri, dal momento che
desideravamo gli piacessero, li ho sostituiti con libri laminati, disponibili nei
negozi per bambini. Il problema era risolto, le pagine erano troppo spesse
perché fossero strappate. Dopo che il bambino è stato in grado di utilizzare
e apprezzare questi libri, è stato possibile reintrodurre i libri di carta e altri
libri normali senza problemi».
… “Andrew morde il davanti della sua maglietta, cosicché tutte
le sue maglie hanno un buco. Non potevo continuare a
rammentarle o a ricomprarle. Infine ho deciso di mettere un po’
di salsa piccante sulla parte che solitamente mordeva. Questa
salsa gli dava fastidio in bocca e così ha smesso di rovinare le
magliette”.
… I comportamenti problema si manifestano secondo quattro
modalità:
sono mediati socialmente;
ricercano l’attenzione;
sono positivi;
sono negativi.
Aree di autonomia in cui intervenire
L’uso del bagno e l’ora dei pasti
La pulizia personale e l’ordine
Il pasto ed il momento del sonno
Per tutti quelli che definiamo comportamenti problema è utile
(e necessario) formulare una lista grezza dei comportamenti e
una sui quali è prioritario intervenire
Dinamiche psicologiche della famiglia
Il trauma della comunicazione della diagnosi di autismo produce una disorganizzazione
del sé soggettivo e familiare (la progettualità condivisa).
Quel figlio non realizza la mamma e il papà come quei genitori che avevano
immaginato di essere. Non vi è rispecchiamento né gratificazione reciproca. La madre sembra
perdere gli altri ruoli possibili e divenire solo madre del figlio autistico con un sovra-
investimento sulle sue cure che porta la famiglia a peregrinare alla ricerca del miracolo
agognato.
Il difficile riconoscimento («saprà che sono io la sua mamma? riconosce la mia voce?
mi comprende?») crea un dolore così intenso che può portare ad una certa freddezza
nell’accudimento e nelle cure. Come intervenire
L’importanza del sostegno psicologico per l’elaborazione del lutto
e il crollo delle aspettative: «Dentro io non sentivo assolutamente niente,
però ricordo che pensai che tragedie come questa succedono solo nei film,
non nella vita reale, e certamente non a noi»
Le informazioni corrette ai fratelli
Genitori co-terapeuti
«I genitori sono soggetti imprescindibili del processo di
definizione del percorso diagnostico e di trattamento, al quale
devono partecipare attivamente; la rottura o la mancanza di
alleanza terapeutica con i genitori può compromettere un efficace
lavoro clinico con i bambini».
Programmi di intervento
TEACCH (Treatment and Education of Autistic and
Communication Handicapped Children)di Eric Shopler
Picture Exchange Communication System (PECS)
La comunicazione facilitata (CF)
Logopedia, gioco, musicoterapia, pet therapy etc.
Scarsi risultati psicoterapeutici
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