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Estratto del documento

L’

il giudice chiamato sempre a una rimozione autoritaria del dubbio. impegno a

fornire una risoluzione a ogni caso presentato è una manifestazione del principio di

legalità, il quale sottolinea l'impossibilità di un vuoto di giustizia attribuibile alla

mancanza di normative, motivo per il quale deve essere assicurata l'esistenza di una

risposta normativa o giurisprudenziale adeguata per ogni questione sottoposta

all'attenzione di un organo giudiziario

Dunque, nel rispetto del principio di non liquet, nell'ambito del principio di

legalità, si evidenzia l'impegno del giudice a individuare una soluzione per ogni lite,

impiegando tutti gli strumenti giuridici disponibili, tra i quali l'interpretazione delle

normative vigenti e l'applicazione dei principi generali del diritto. In questo senso,

283 Le Sezioni Unite (Cass. Civ., Sez. Unite, sentenza 14 maggio 1998 n. 8906) hanno precisato che

“essere”

«l’esercizio della funzione giurisdizionale impone al giudice il dovere non soltanto di

“apparire” “parzialità”,

imparziale, ma anche di tale; gli impone non soltanto di essere esente da ogni

“al parzialità”. l’essere

ma anche di essere di sopra di ogni sospetto di Mentre imparziale si declina

l’apparire

in relazione al concreto processo, imparziale costituisce, invece, un valore immanente alla

posizione istituzionale del magistrato, indispensabile per legittimare, presso la pubblica opinione,

l’esercizio l’essere “immagine

della giurisdizione come funzione sovrana: magistrato implica una

oltre il dettato dell’art. 9 co. 3 del codice

pubblica di imparzialità”. Con tale precisazione si è andato

etico, tratteggiando la nozione di apparenza di imparzialità come valore immanente alla posizione

dell’esercizio delle funzioni.

istituzionale del magistrato, dilatabile oltre lo stretto perimetro “Diritto.it”,

284 Cfr. V. Ciardo, Tutela dei diritti e prevedibilità delle decisioni: la giustizia predittiva,

22 aprile 2021, https://www.diritto.it/tutela-dei-diritti-e-prevedibilita-delle-decisioni-la-giustizia-

predittiva/. 119

il principio di legalità agisce come un baluardo contro l'incertezza giuridica,

garantendo che ogni controversia riceva una determinazione giudiziaria conclusiva.

La transizione verso sistemi di giustizia predittiva potrebbe, da un lato, sembrare

un progresso naturale verso l'ottimizzazione dell'efficienza e della prevedibilità del

sistema giuridico. Tuttavia, dall'altro, potrebbe contrastare con l'essenza del

processo decisionale giuridico.

L'adozione di sistemi predittivi potrebbe, infatti, condurre a una forma di

automatismo nelle decisioni giudiziarie, limitando la capacità di interpretazione

individuale delle norme e l'adattamento alle particolarità del caso specifico. Ciò

entrerebbe in conflitto con il principio di legalità, il quale richiede un esame

approfondito e contestualizzato di ciascuna situazione.

La capacità di superare il principio di non liquet mediante interpretazione e

applicazione innovativa del diritto rappresenta un segnale della vitalità e

dell'evoluzione del sistema giuridico. I sistemi predittivi, fondati su dati e

precedenti, rischiano di limitare tale flessibilità interpretativa, cristallizzando la

giurisprudenza e rendendo il diritto più rigido. Inoltre, tali sistemi potrebbero non

essere in grado di catturare pienamente le sfumature etiche e di equità che un giudice

valuta nel decidere un caso, minacciando di perdere la sensibilità e l'unicità di ogni

situazione giuridica, trattando i soggetti coinvolti come mere entità da analizzare

secondo parametri matematici, senza considerare le peculiarità individuali del caso

in esame.

La discussione solleva interrogativi riguardanti, conseguentemente, il rispetto dei

principi di giustizia sostanziale, i quali rivestono un ruolo cruciale all'interno del

principio di legalità. La nozione di applicazione uniforme della legge potrebbe

indurre in errore, portando a ritenere erroneamente che l'uso dell'intelligenza

artificiale rappresenti il mezzo più appropriato per evitare disparità applicative,

applicando cioè criteri e leggi in maniera indistinta. In realtà, tale principio trova le

sue fondamenta nel principio di uguaglianza, esplicitamente sancito dall'articolo 3

della Costituzione, che si articola in due componenti principali, che esplicano i due

nuclei, formale e sostanziale, del principio stesso. Il primo comma dell'articolo

afferma l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, senza alcuna distinzione,

120

riflettendo il famoso adagio presente nei tribunali secondo cui "La legge è uguale

per tutti". Nel secondo comma, invece, è la legge stessa a prendersi la responsabilità

di eliminare qualsiasi ostacolo che precluda, in maniera sostanziale, il

raggiungimento di una piena uguaglianza tra i cittadini.

La decisione di modulare un principio fondamentale della società civile nasce

dalla consapevolezza che le principali barriere all'attuazione del principio di

uguaglianza risiedono nelle molteplici diversità individuali che la legge deve

considerare. Di conseguenza, applicare la legge in maniera inflessibile, senza tenere

conto di tali diversità, sarebbe pregiudizievole nei confronti di specifici gruppi di

individui, che non godrebbero della stessa tutela. Questa analisi della normativa

costituzionale conduce a un corollario principio processuale per il quale il giudice,

nell'applicare la legge, deve trattare situazioni uguali in modo uguale e situazioni

diverse in modo diverso.

Da questa premessa, diviene evidente che un semplice database di leggi e

precedenti, applicati meccanicamente da un'Intelligenza Artificiale, non sarebbe

garantire l’espletamento di tali

sufficiente a principi per rendere giustizia. È

necessaria, invece, la flessibilità e l'adattabilità di un intelletto umano, capace di

conformarsi alle peculiarità di ciascun caso. Solo attraverso un'analisi esaustiva è,

in conclusione, possibile giungere a una risoluzione del caso specifico, in armonia

285

con le decisioni precedenti, evitando così disparità di trattamento.

Inoltre, la necessità di poter sempre riassumere la responsabilità in capo al

giudice, comporta poi l’analisi del tema della responsabilità delle decisioni che

verrebbero eventualmente prese unicamente sulla base del sistema di giustizia predittiva.

Emergono poi ulteriori riserve circa la possibile reazione degli attori

dell’universo giuridico “alla disponibilità di rappresentazioni di stati futuri del

mondo”

286 .

Utilizzando una metafora dell’universo quantistico, Julius Stone negli scritti

285 Cfr. Ibidem. “Ars

286 N. Lettieri in A. Andronico, T. Casadei, Introduzione, in Algoritmi ed esperienza giuridica,

Rivista di ermeneutica giuridica”, 1/2021, p.90.

Interpretandi. 121

aveva individuato l’ “effetto Heisenberg”: questo

287

fondativi della Jurimetrics ,

consiste nel condizionamento dell’evolvere dei fenomeni quantistici misurati che

avviene durante l’atto della misurazione stessa; allo stesso modo la disponibilità di

– –

una previsione di eventi futuri come nel caso della giustizia predittiva può

condizionare il comportamento e la valutazione del giudice. Ciò condurrebbe, in

primo luogo, a fenomeni di conformismo alle precedenti pronunce, non permettendo

di rivedere posizioni già assunte in passato alla luce di nuovi mutamenti. Difatti,

ponendo la previsione computazionale alla base delle decisioni giuridiche, si

proietterebbero sul futuro le regolarità riscontrate nei dati che descrivono il

288

passato .

Vi è, poi, un secondo potenziale rischio, il quale è connesso all'effetto cosiddetto

"performativo" che la giustizia, mediata dall'utilizzo di algoritmi, potrebbe produrre,

traducendosi in un’auto-profezia. 289

La self-fulfilling prophecy o effetto Pigmalione

287 La giurimetria, o jurimetrics, è un campo interdisciplinare che si dedica all'applicazione di metodi

quantitativi, principalmente statistici e informatici, all'analisi del diritto e dei fenomeni giuridici.

Questa disciplina utilizza dati e algoritmi per scrutare leggi, decisioni giudiziarie e processi legali,

allo scopo di rilevare schemi, tendenze e correlazioni non immediatamente percepibili attraverso

l'analisi tradizionale. Il riconoscimento della giurimetria come campo strutturato di studio è

attribuibile al XX secolo, benché l'applicazione di metodi matematici e statistici al diritto possa essere

identificata anche in periodi precedenti. La disciplina è emersa in modo più definito negli anni '40 e

'50, con un contributo significativo da parte di Lee Loevinger. Nel suo articolo del 1949,

"Jurimetrics: The Methodology of Legal Inquiry", Loevinger ha delineato l'importanza dell'uso di

tecniche scientifiche e matematiche per rendere il diritto più razionale ed efficiente, ponendo così le

fondamenta per lo sviluppo futuro della giurimetria. La disciplina ha guadagnato ulteriore slancio

con la fondazione dell'American Law and Economics Association negli anni '60 e con l'avvento dei

personal computer e del software statistico, che hanno facilitato l'accesso all'analisi quantitativa per

i ricercatori legali, contribuendo alla sua espansione e alla promozione di politiche basate su evidenze

empiriche. “Ars

288 Cfr. A. Andronico, T. Casadei, Introduzione, in Algoritmi ed esperienza giuridica,

Rivista di ermeneutica giuridica”, 1/2021.

Interpretandi.

289 Questo fenomeno è stato descritto per la prima volta dal sociologo Robert K. Merton nel 1948.

La definizione di "Pigmalione" viene invece attribuita da Rosenthal, influenzato dall'omonima opera

teatrale di George Bernard Shaw, derivante dal mito greco di Pigmalione, nella quale un insegnante

cerca di addestrare una ragazza, di umili origini e priva di cultura e di educazione, ai modi garbati ed

elevati della classe abbiente. Nel 1968 lo psicologo Robert Rosenthal condusse in proposito un

esperimento: sottopose gli studenti di una scuola elementare a un test di intelligenza e,

successivamente, selezionò in modo arbitrario alcuni di essi, designandoli come particolarmente

dotati. Questa informazione fu comunicata al corpo docente, inducendo gli insegnanti a credere che

le indicazioni fossero il risultato delle prestazioni degli studenti nel test di intelligenza. Un anno

dopo, al suo ritorno nella scuo

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Publisher
A.A. 2022-2023
294 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Maggie8.p di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Andronico Alberto.