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Ritratti di una famiglia sconosciuta
Si nota una netta separazione tra il mondo femminile e maschile della famiglia, con quinte scenografiche. Inoltre, è presente un cagnolino fedele.
Ritratti delle committenti
Il pittore si specializza nella rappresentazione di damaschi e pizzi, utilizzando una prospettiva molto ravvicinata con pezzi di corpo tagliati. Nonostante la vistosità esagerata delle vesti, si cela una malinconia nascosta.
Ritratto di Costanza Alidosi, 1595
Ritratto di Ginevra Aldrovandi Ercolani come vedova, 1595. Baltimora, Walters Art Gallery
Il pittore rappresenta ritratti psicologici post-morte di bambini commissionati per avere un ricordo dei defunti.
Ritratto di Antonia Ghini
Ritratto di una bambina morta a due anni di età. È vestita con un vestito eccessivo per la sua giovane età, con una mano appoggiata su una mela e una piccola descrizione della sua vita.
Giuditta con la testa di Oloferne, 1600, Museo Davia Bargellini, Bologna
La drammaticità è lasciata in secondo piano per questa rappresentazione.
Onorare la bravura dell'artista Minerva in atto di abbigliarsi, 1612: rappresentata nuda, colta in un momento di tranquillità mentre depone le armi. (comm. nipote del papa).
Dea della guerra dipinta pacifera, nuda in un mondo d'intimità.
Venere Pacifera, 1612-13, Lavinia: In questa Venere viene dipinta con un punto di vista contemporaneo, committente sconosciuto. Quadro altamente scandaloso ed erotico. Fili d'oro. Bravura tecnica.
Ritratto di Antonietta Gonzales, 1595: caso clinico irsutismo nel volto del padre Gonzales, che ha trasmesso ai figli. La bambina viene portata a Bologna per essere studiata da Ulisse Aldrovandi. Agostino Carracci riprenderà questo tema nelle sue opere. Ulisse Aldrovandi realizzerà un'opera riguardo questi casi clinici. Lavinia rappresenta questa bambina con dolcezza (tratti psicologici), l'abbiglia in modo suntuoso dettagli nella veste. Le mette nelle mani una lettera nella quale racconta la storia di questa.
bambina. Artemisia Gentileschi Autoritratto come suonatrice di liuto, 1616-17. Minneapolis, Curtis Gallery.Figlia d'arte. Ha 2 problemi: è donna e ha una vita cinematografica. Il padre era amico di Caravaggio, era piccola nel periodo romano di Caravaggio. Nasce in una Roma complessa, dura, violenta è orfana di madre. Il padre non era sempre presente ma un buon pittore (madonna con il bambino) tratti di Caravaggio ma addolciti attraverso la visione dei suoi occhi.
Lei ha una personalità molto forte e indipendente.
Autoritratto come allegoria della pittura, 1638-39: sembra dirci che non ha bisogno della spinetta ma che è lei la pittura. Lei non aveva nulla da perdere. Taglio inusuale trasversale.
Agostini Tassi è l'uomo che il padre affianca alla figlia Artemisia, il quale abusava di lei sia dal punto fisico e psicologico. Lei chiederà aiuto al padre e lui andrà a processo contro di lui. Verrà legata con corde per.
L'interrogatorio per tutto il tempo del processo. Portandola allo sfinimento per ritirare le accuse, lui finirà in esilio 5 anni (ma fittizio, dipingerà anche per il papa).
Artemisia dovrà lasciare la sua città natale per la pressione sociale e la vergogna.
Giuditta e Oloferne, 1620, Uffizi (2 versioni dell'opera): Isoggetti sacri non veniamo dipinti dalle donne per la mancanza dello studio del nudo. Conoscerà Michelangelo e Galileo Galilei. Questa versione è carica di violenza, carattere centrale dell'opera visibile nei volti dei protagonisti. Non c'è nessun Dio, solo violenza potente. Commissionata da Cosimo de Medici che conoscerà a Firenze.
Caravaggio dipinge Giuditta guidata da una luce divina, con una faccia corrugata.
Nel 1612 si risposerà, avrà una figlia e si trasferirà a Firenze. Da questo momento inizierà a dipingere donne potenti con l'aspetto fisico forzuto.
mascolinoRITRATTO ICONICO Ultimo dipinto di Raffaello. figlia di un fornaio di Trastevere con cui RaffaelloChi era la fornarina? Forseaveva un rapporto. Il bracciale sul braccio presenta una scritta (firma diRaffaello). Grazie alle radiografie la posizione del braccio era diversa, ilpaesaggio dietro alla donna era un paesaggio fluviale di stampoleonardesco. Artificio teatrale dietro alla donna, ciò avvicina il soggetto anoi, in modo ottico. Creando un focus solo sulla fornarina, enfatizzandolasoprattutto la sua pelle rossastra e i dettagli dell'ombra tra l'orecchio e ilcollo (eleganza).Siamo sicuri che l'opera sia un non finito, lo si nota dal velo, dalla manoginocchia che manca di ombreggiatura. Questo sguardo intensosulleRaffaello Sanzio, La Fornarina, diventerà uno sguardo, modello iconico.87x63 cm, olio su tavola,1520ca. Roma, Galleria nazionale Omaggi di altri artisti.d'arte antica.Ingres nel 1814 riprende il soggetto della
fornarinadipingendola insieme al suo amante e pittore(Raffaello) dipinge il momento in cui Raffaellodipinge la fornarina.Per Ingres i dettagli della fornarina diventerannoproprio dei modello. La bagnante di Valpincon,La riprende nel suo dipinto1808, inserendo il copricapo tipico della fornarina,posta di schiena in piena luce che richiama l'idea Giulio Romano (attribuito),raffaellesca del ritratto iconico della fornarina. Cortigiana allo specchio,Ripreso questo concetto anche in un'altra opera di 111x92 cm, olio su tavola, Raffaelino del colleil bagno turco 1862,Ingres, la figura a cui si dedica di 1920 ca. Mosca, Museopiù in quest'opera è la fornarina di spalle. PuškinJean-Auguste-Dominique Ingres,Raffaello e la Fornarina, olio su tela,1814 circa. Harvard Art MuseumL'IO MOSTRUOSO Durer dipinge queste teste, che sembrano di Leonardo(omaggio), hanno un'espressività dura e feroce. I disegnipreparatori sono accuratissimi.Durer fa
Questa incisione di questo animale nato male come mostruoso in una fattoria di Norimberga. Michelangelo era molto interessato da queste incisioni tedesche di animali "mostruosi".
Albrecht Durer, Cristo dodicenne tra i dottori, 65x80 cm, olio su tavola, 1506. Durer ci comunica che anche un soggetto mostruoso può essere un'opera d'arte (conquista degli inizi del '500), prima si pensava (rinascimento) che solo una scena divina potesse rientrare come opera d'arte. Un pittore diceva: "<< Ci vuol tanta manifattura nel fare un quadro buono di fiori come di figure>>" (Caravaggio). Senza questa conquista Caravaggio non sarebbe diventato nessuno.
Si va quindi a ricercare questo animo oscuro, uno degli artisti che fonda anche la sua accademia a Milano, era Giovanni Paolo Lomazzo. In questa scuola si parlava sono in un dialetto strano, recitavano componimenti come una società segreta.
Fa un autoritratto dove si raffigura come un pastore devoto a Bacco, al
vino e ai piaceri. È sovraccarico di simboli letterali e artistici, bastone di bacco chiunque venga punto da questo bastone diventa pazzo. Tiene in mano un compasso d'acciaio come simbolo dell'ossessione per la geometria dell'artista rinascimentale, lo tiene in mano come un'arma in aria di sfida.
Giovanni Paolo Lomazzo, Caravaggio, Autoritratto come abate Bacchino malato, dell'Accademia della Val di 67x53 cm, olio su tela, Blenio, 1568 circa, olio su 1593-94. Roma, tela, 54x44 cm. Milano, Galleria Borghese Pinacoteca di Brera
IO E LA SUA MASCHERA
L'opposto del "IO" è la Maschera, questo tema diventerà qualcosa di assolutamente affascinante nel mondo dell'arte. In Spagna Filippo IV Re di Spagna lascia questa frase: "vedermi invecchiare".
"Non sono disposto a sottomettermi alla flemma di Velazquez, o a Filippo IV Re di Spagna, luglio del 1653"
In questa frase c'è tutto il mondo del Re, di corte e il dramma del
famoso dipinto "Las Meninas" di Velazquez. Nel dipinto, il pittore rappresenta se stesso mentre dipinge la scena di corte, con la principessa Margherita Teresa al centro, circondata da dame di compagnia, guardie reali e altri personaggi di corte. Il Re Filippo IV non è presente fisicamente nel dipinto, ma è rappresentato dal riflesso di un'immagine riflessa in uno specchio sullo sfondo. Questo dipinto è considerato uno dei capolavori dell'arte barocca e del realismo spagnolo.Ritratto del Re, vediamo la strategia per non farlo annoiare durante il processo. A sinistra c'è la grande tela (che non vediamo) insieme al pittore, dame da corte, sua figlia che lo intratteneva e le damigelle. L'insofferenza del Re nei confronti di Velazques è il vero spettacolo. Ribalta in modo strepitoso ogni regola artistica. Analogamente per i cognugi Arnolfini anche qui è presente uno specchio in fondo alla sala che ci permette di osservare Filippo IV e la sua consorte. Altri dettagli ci fanno capire quale esatto momento sta rappresentando questo quadro. Il valletto della regina vestito di nero in fondo lo vediamo intento ad aprire la porta della stanza come ad accogliere l'uscita del sovrano. In primo piano il piccolo nano di corte che con un colpetto di piede sveglia il cane di corte (che non lasciava mai il padrone) ci mostra che il cane si sveglia la porta viene
Diego Velázquez, Las Meninas, 318x276 cm, olio su tela, 1656. Madrid, Museo del Prado.
aperta e i sovrani sono in procitodi uscire dalla stanza. Anche il pittore fa un passo indietro comea vedere come è venuta l'opera. Velazques sta regalando la fine di questa sua pena infatti questoquadro verrà celto da Filippo IV come quadro da esporre nella suo studio personale.Arrivato davanti alla sua morte, Filippo IV può far cadere la sua maschera che era costretto atenere su, per la vita di corte e per il regno. Era un uomo profondamente depresso. Quando siricorda la fine del suo regno si riportano le parole di Svetonio, che aveva a sua volte riportato daAugusto sul letto di morte : « Acta est fabula, plaudite! » (la rappresentazione(maschera) è finita,applaudite).Questa figura della maschera nel '600 diventa emblematico.Jan Vermeer, L'arte dell