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SOTTOPOSTO A TRAPIANTO RENALE
Il nursing preoperatorio è in continua evoluzione ed è una specialità che
richiede conoscenze, abilità tecniche, leadership, eccellenti abilità di
comunicazione da parte dell’ infermiere. Per rispondere ai mutevoli bisogni
del piccolo paziente chirurgico, l'infermiere pediatrico deve continuamente
aggiungere conoscenze ed abilità attraverso pratiche di autoeducazione e
attraverso la partecipazione a opportunità di formazione (Craven e Hirnle,
1998).
Una buona informazione preoperatoria ha dimostrato diversi esiti positivi per
il paziente: riduzione dei tempi di degenza post-operatoria, della paura,
dell’ansia, dello stress psicologico e del dolore, aumento della collaborazione
allo svolgimento delle attività prescritte, soddisfazione, abilità nell’assunzione
di farmaci, uso di analgesici, recupero fisico, autonomia di movimento e grado
di preparazione per la dimissione. Per questo motivo, è estremamente utile
sapere quali modalità informative sono connesse a migliori livelli di
comprensione e trattenimento delle conoscenze. In genere le famiglie e il
bambino possono essere informate secondo diverse modalità che la struttura
sanitaria mette a disposizione, ovvero: opuscoli, video e colloqui formativi.
In generale l’uso degli opuscoli sembra essere utile ad ottimizzare i livelli di
conoscenza ed abilità acquisite dal paziente e dalle famiglia, nonché di tempo
impiegato per apprenderli. Gli opuscoli sono risultati essere più efficaci se
consegnati prima del ricovero e/o se preparati specificatamente per la
procedura chirurgica che verrà svolta.
Al contrario degli opuscoli, i video possono dare dei risultati contraddittori
riguardo la loro efficacia, infatti, nella maggior parte delle strutture
ospedaliere non vengono utilizzati.
Per quanto riguarda i colloqui formativi, è noto che l’insegnamento è uno dei
metodi più utilizzati per fornire un’educazione pre-operatoria, soprattutto in
22
ambito pediatrico e quando si devono affrontare interventi complessi come
quello del trapianto di rene. Oggi è possibile eseguire dei colloqui formativi di
gruppo la cui efficacia sembra essere uguale a quelli di tipo individuale, col
solo vantaggio di ridurre i tempi necessari per l’acquisizione delle abilità
richieste.
L’assistenza al paziente nel periodo pre operatorio prevede diverse procedure
che mirano soprattutto alla prevenzione delle infezioni. In particolare ci si
concentra sulla preparazione della cute del paziente attraverso la doccia
preoperatoria, la disinfezione della cute, la profilassi antibiotica e la
preparazione intestinale. Inoltre, una buona preparazione pre operatoria deve
essere mirata anche al contenimento e/o riduzione dell’ansia del bambino che
deve sottoporsi all’ intervento chirurgico.
II.1 Accoglimento in reparto del candidato al trapianto
Il piccolo paziente, candidato al trapianto, arriverà in reparto accompagnato
dalla sua famiglia. L’infermiere pediatrico ha il compito di accogliere il
paziente e i suoi genitori e di procedere alla compilazione dell’accettazione
amministrativa e della documentazione infermieristica.
L’accettazione del paziente candidato al trapianto sarà differente a seconda che
si tratti di trapianto da donatore cadavere o vivente.
Infatti, nel caso di trapianto da vivente, il paziente giunge nella struttura
sanitaria di riferimento. alcuni giorni prima dell’intervento; a questo punto
avverrà un graduale inserimento nel reparto, la conoscenza di abitudini ed
orari e, soprattutto, un più armonico incontro con il personale. Si ha modo di
raccogliere numerosi dati clinici e psicologici che, nel caso di intervento
d’urgenza (quale può essere considerato il trapianto da cadavere) vengono
colti solo in parte. Normalmente nelle varie aziende sanitarie è presente una
cartella infermieristica unificata a quella medica. La compilazione della
documentazione avviene in maniera da raccogliere il maggior numero
23
possibile di informazioni utili alla realizzazione di un piano di assistenza il più
specifico e mirato possibile al singolo paziente. I due ruoli previsti, quello di
intervistato ed intervistatore devono essere interscambiabili; questo significa
che nel corso del colloquio la famiglia o il piccolo paziente, considerato il
grado di sviluppo cognitivo e l’età, può porre a sua volta tutte le domande che
ritenga siano utili per conoscere meglio ed affrontare la particolare situazione
che si sta per affrontare. Fondamentale è instaurare da subito un rapporto di
fiducia, ponendo attenzione ai bisogni del paziente ed alle sue preoccupazioni
in attesa dell’intervento. I candidati al trapianto manifestano spesso
preoccupazione, ansia, nervosismo. L’infermiere pediatrico è tenuto a fornire
una corretta informazione e a ridurre l’ansia del paziente e della famiglia
durante l’attesa dell’intervento chirurgico.
II.2 Controllo degli accertamenti clinico-strumentali eseguiti in
precedenza per l’idoneità
L’inserimento nelle liste d’attesa per un trapianto prevede, oltre ad una
dichiarazione di volontà, l’accertamento della idoneità fisica attraverso una
specifica valutazione clinica. E’ necessaria la visione degli esami
ematochimici, Ecg, ed Rx torace eseguiti in urgenza presso il centro dialisi di
appartenenza. Se mancanti, gli esami vengono eseguiti presso la struttura in
cui il bambino viene ricoverato. Questi esami sono indispensabili per
consentire all’anestesista di procedere all’induzione dell’anestesia generale.
Sono, quindi, necessari: emocromo completo; pt ptt; glicemia; elettroliti
plasmatici (Na, K, Ca post-dialisi); epatici completi di elettroforesi e CPK.
II.3 Esecuzione prelievi ematici pre-tx 24
L’infermiere pediatrico deve eseguire dei prelievi ematici pre- tx per verificare
delle eventuali infezioni pregresse pre-trapianto e per instaurare terapie
6
specifiche come nel caso di riscontro di positività al CMV nel donatore e
negatività nel ricevente.
Gli esami da valutare sono:
1. Tipizzazione
2. Markers epatite
3. Ab antivirus
4. Ag CMV P65 5. G.R.C. di 2° livello a disposizione per 72 ore (solo se
7
Hb minore a 8 mg%).
Le emazie concentrate vengono richieste a disposizione soltanto nei soggetti
anemici in quanto, generalmente non sono previste delle perdite ematiche
durante l’intervento tali da richiedere una trasfusione.
II.4 Rilevazione parametri vitali pre-operatori
6 Citomegalovirus.
7 Emoglobina. 25
Nella fase pre-operatoria l’infermiere pediatrico deve procedere alla
rilevazione dei parametri vitali del piccolo paziente, quali: pressione arteriosa
(PA), frequenza cardiaca (FC), temperatura corporea (TC) e frequenza
respiratoria (FR). Inoltre l’infermiere deve procedere anche alla valutazione
8
del peso secco riferito e attuale post dialisi.
Si hanno così a disposizione dei valori pressori e di frequenza cardiaca basali
confrontabili con quelli che verranno rilevati nel periodo postoperatorio.
Il riscontro di eventuale iperpiressia o febbricola asintomatica potrebbe
nascondere problematiche importanti, tali da influire negativamente o
compromettere l’esito dell’intervento, nonché mettere a rischio la vita del
piccolo paziente.
II.5 Assistenza durante la visita anestesiologica e chirurgica
La visita anestesiologica si pone la finalità di far conoscere al bambino e ai
genitori il medico anestesista, e al medico di conoscere il piccolo paziente e i
familiari, di ottenere le informazioni necessarie alla conduzione dell’anestesia,
di visitare il paziente, approfondire le sue patologie e decidere quali esami
8 Il peso "ideale del paziente" detto "peso secco" viene definito dal Nefrologo che pratica il
trattamento dialitico in base a dati clinici (pressione arteriosa etc..) e dati strumentali (diametri del
cuore, sistemi di misurazione dell'acqua corporea etc..) 26
richiedere e di spiegare tutto ciò che succederà in Sala Operatoria, chiarendo i
dubbi e le perplessità riguardo il tipo di anestesia e al come affrontare il
periodo pre, intra e postoperatorio.
In questa fase è compito dell’infermiere pediatrico supportare
psicologicamente sia il bambino ricevente il trapianto che la famiglia,
completando e chiarendo le informazioni mediche, rassicurandolo e
spiegandogli quello che accadrà (un paziente adeguatamente informato sarà
meno ansioso e più fiducioso).
II.6 Preparazione della cute del paziente all’intervento chirurgico
Prima dell'intervento chirurgico è molto importante detergere la cute e
disinfettarla per ridurre la presenza di microrganismi. In particolare, si
raccomanda di fare la sera prima o la mattina dell'intervento una doccia con un
sapone detergente al piccolo paziente, anche se molteplici studi non hanno
dimostrato l’efficacia della doccia pre operatoria con antisettico nel ridurre le
infezioni della ferita chirurgica. Uno studio di coorte invece ha evidenziato
che fare la doccia con clorexidina la sera prima e la mattina dell’intervento
riduce la presenza di microrganismi cutanei anche di 9 volte.
Oltre ai vari studi condotti per la valutazione dell’efficacia della doccia pre
operatoria, sono stati condotti degli studi che valutano l’efficacia della
disinfezione della cute rispetto alla non disinfezione prima dell’intervento.
Importanti organizzazioni come i CDC e il Royal College of Surgeons of
England raccomandano di disinfettare la cute prima dell’intervento chirurgico.
Gli agenti iodofori (per esempio iodopovidone), i prodotti contenenti alcol e la
clorexidina gluconato sono gli antisettici più comunemente usati. L’infermiere
deve eseguire la disinfezione della cute in modo concentrico, muovendosi dal
centro verso la periferia del sito chirurgico. L’area disinfettata deve essere
abbastanza estesa per poter eventualmente ampliare l’incisione e per crearne di
nuove se necessario. 27
II.7 Preparazione intestinale
Prima dell’intervento chirurgico il bambino va tenuto a digiuno per almeno 4-
6 ore, precauzione indispensabile per prevenire il rischio di aspirazioni
secondarie a vomito durante l’anestesia. Nei bambini piccoli il tempo di
digiuno può essere ridotto a 3 ore ed eventualmente si possono tranquillizzare
con un succhiotto o con l’istillazione di acqua zuccherata sul ciuccio.
Nel caso del trapianto renale, il bambino viene sottoposto ad un enteroclisma
di pulizia la sera prima dell’intervento (Tabella 1). Un’adeguata preparazione
dell’intestino data un’anestesia gene