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Estratto del documento

Sono quindi incapaci di far valere i loro interessi nel loro proprio nome, sia attraverso un

parlamento, sia attraverso una convenzione" 20

E’ con l’istituzione del parlamento che la borghesia vede nascere un

“luogo” dove i propri interessi di classe parziali possono esser discussi e tra

loro compensati. E con il diritto di voto, all’inizio garantito dal censo e quindi

escludendo dallo stesso gli “inferiori”, che tali interessi vengono ancor più

tutelati e garantiti. Inoltre col passare del tempo, sono riusciti in qualche modo

a legare a loro alcuni degli strati inferiori, tramite idee nazionalistiche e

patriottiche.

I contadini piccoli proprietari, invece, non riescono a rendersi autonomi,

né riescono a formare un’unione comune, un partito, perché hanno oggettivi

limiti alla capacità aggregativa, di cui parlavamo precedentemente. Ma questi

limiti, che impediscono di creare quindi una coscienza di classe, si possono

ampliare secondo Marx in generale a tutta la piccola borghesia, che finirà col

perdere la propria identità, schiacciata tra la grande borghesia e il proletariato,

e dovrà necessariamente decidere per l’uno o l’altro.

Questa visione così “catastrofica” della sparizione di uno strato sociale

con l’andar del tempo è stata confutata, ma ciò non vuol dire che non rimanga

valido il concetto per il quale le modalità di lavoro e di vita isolati

impediscano il formarsi di una coscienza di classe

19 K. Marx e F. Engels, India, Cina e Russia, le premesse per tre rivoluzioni. A cura di B.

Maffi, il Saggiatore 2008, pag 195-197

20 Ivi pag 196

. Nella Miseria della filosofia (1847) Marx descrive nel modo seguente il

processo di formazione della coscienza di classe proletaria: "La grande industria

raccoglie in un solo luogo una folla di persone sconosciute le une alle altre. La concorrenza

le divide nei loro interessi. Ma il mantenimento del salario, questo interesse comune che essi

hanno contro il loro padrone, li unisce in uno stesso proposito di resistenza: coalizione.

Così la coalizione ha sempre un duplice scopo, di far cessare la concorrenza degli operai

tra loro, per poter fare una concorrenza generale al capitalista. Se il primo scopo della

resistenza era solo il mantenimento dei salari, a misura che i capitalisti si uniscono a loro

volta in un proposito di repressione, le coalizioni, dapprima isolate, si costituiscono in

gruppi e, di fronte al capitale sempre unito, il mantenimento dell'associazione diviene per

gli operai più necessario ancora di quello del salario. Ciò è talmente vero, che gli economisti

inglesi rimangono stupiti vedendo come gli operai sacrifichino una buona parte del salario a

favore di associazioni che, agli occhi di questi economisti, erano state istituite solo a favore

del salario. In questa lotta - vera guerra

civile - si riuniscono e si sviluppano tutti gli elementi necessari a una battaglia imminente.

Una volta giunta a questo punto, l'associazione acquista un carattere politico" 21

Diversamente quindi dai contadini piccoli proprietari che abbiamo fin qui

esaminato, in questo caso il passaggio riesce, si crea un’organizzazione che da

mezzo per lo sviluppo degli interessi individuali, diventa al contrario qualcosa

al servizio della comunità, che sacrifica quegli interessi individuali considerati

solo immediati.

"Le condizioni economiche avevano dapprima trasformato la massa della popolazione del

paese in lavoratori. La dominazione del capitale ha creato a questa massa una

situazione comune, interessi comuni. Così questa massa è già una classe nei confronti del

capitale, ma non ancora per se stessa. Nella lotta [...] questa massa si riunisce, si

costituisce in classe per se stessa. Gli interessi che essa difende diventano interessi di

classe. Ma la lotta di classe contro classe è una

lotta politica". Mentre dalle argomentazioni di Marx

22

si potrebbe concludere che lo sviluppo della coscienza di classe proletaria sorga

per così dire spontaneamente dal contrasto fra le classi, Lenin ha espressamente

sottolineato, nel Che fare? (1902), la necessità di "diffondere la coscienza politica

di classe nel proletariato" .

23

Tra la lotta economica, che gli operai conducono con l'aiuto del sindacato

per migliori condizioni salariali e di lavoro, e la lotta politica per il potere

nello Stato non c'è continuità. C’'è quindi un salto tra la coscienza dello

sfruttamento economico nella fabbrica e la coscienza politica di classe, salto

che la classe operaia non può compiere senza aiuti esterni:

"La lotta economica è la lotta collettiva degli operai contro i loro padroni per

conquistare vantaggiose condizioni di vendita della forza lavoro, per migliorare le

condizioni di vita e di

21 K. Marx, Miseria della filosofia, Editori Riuniti Roma 1971, pag 223- 224

22 Ivi, pag 224

23 Lenin, Che fare? (italiano), La lotta decisiva di Arrigo Cervetto, edizioni Lotta Comunista 2004, pag

39

lavoro degli operai. Questa lotta è necessariamente sindacale, poiché le condizioni di lavoro sono

estremamente diverse nelle diverse categorie e quindi la lotta per il miglioramento di tali

condizioni deve essere condotta per categorie" 24

Si ha l'impressione che Lenin abbia qui presenti i sindacati inglesi, divisi

secondo le categorie professionali (non secondo le industrie). È comunque

lunga la strada che conduce dalla lotta economica alla lotta politica di classe e

molti sono stati coloro che dopo Marx ne hanno parlato come appunto Lenin,

sopra accennato, e anche altri autori successivi come per esempio Rosa

Luxembourg.

L'espressione 'coscienza di classe', è legata alla teoria marxista della storia. Negli

ultimi decenni essa è divenuta obsoleta per due ragioni:in primo luogo a causa del

mutamento della struttura sociale dei paesi capitalisti altamente industrializzati,

per un altro verso, a causa della perdita di capacità persuasiva della teoria

marxista del progresso. E’ un dato di fatto che la maggior parte della popolazione

nelle moderne società capitalistiche sia formata da lavoratori dipendenti, ma sono

tra loro talmente tanto differenti che non si può pensare alla formazione di

un’unica coscienza di classe. Nel linguaggio corrente, infatti, il concetto di

'coscienza di classe' viene oggi inteso in un senso del tutto diverso da quello

marxista, se si prescinde da alcuni studiosi ortodossi della teoria di Marx.

24 Ivi pag 78

Così, ad esempio, un giornalista della Germania Federale parlava della

'coscienza di classe' degli arrampicatori sociali americani, che cercano di

distinguersi dai loro concittadini mediante consumi di lusso.

Nelle società sottosviluppate, per contro, il concetto di classe può essere

applicato sensatamente, in riferimento alla frattura della società fra proprietari

privilegiati e contadini ridotti in miseria, lavoratori della terra ed emarginati,

ma non può essere conciliato con il concetto marxista della coscienza

proletaria di classe. Possiamo ancora applicare il concetto di classe nelle

società sottosviluppate, dove tutt’ora esiste una frattura molto profonda tra

proprietari terrieri privilegiati e ricchi e contadini poveri e in miseria. Ma non

si può applicare qui il concetto della coscienza proletaria di classe tipico di

Marx.

Soltanto dalla coscienza di classe può quindi scaturire la solidarietà di

classe, che riguarda le azioni collettive dei lavoratori in vista di obiettivi

comuni (politici e/o economici) e la falsa coscienza, che è il convincimento da

parte della classe proletaria di poter mutare i rapporti di produzione, soltanto

attraverso processi di tipo riformistico e non attraverso la lotta. Soffermiamoci

un attimo in più sul concetto di falsa coscienza.

Per Karl Marx è la più incisiva manifestazione che l’apparato ideologico

borghese ha di irradiarsi nella coscienza dell’individuo, nella fattispecie in

quella del proletario.

Detto altrimenti, con le parole dello stesso Marx: “Non è la coscienza che

determina l’essere sociale bensì l’essere sociale che determina la coscienza sociale degli

individui” .

25

Ciò significa essenzialmente due cose: che la prima parte della

proposizione è una critica al principio cartesiano del penso dunque sono, in

quanto Marx è il padre fondatore del materialismo storico, e come tale non

28

crede che il pensiero, che non è un elemento fisico, è immateriale, possa

determinare il resto degli aspetti dell’esistenza umana (il suo

25 K. Marx, Miseria della filosofia, Op Cit introduzione pag 18 29

“essere sociale”); mentre la seconda parte esplica il materialismo marxiano,

nel senso che spiega come il contesto storico – economico e storico ( qualcosa

di materiale)determina il contenuto dei pensieri, delle idee e la relativa

coscienza sociale degli individui.

Di conseguenza quando il proletariato decide di piegarsi alle idee borghesi,

semplicemente perché le ritiene dominanti nel sistema in cui si trova, che è di

stampo capitalistico borghese, è sottoposto appunto alla falsa coscienza, quel

mix di ideologie che lo Stato ha in lui inculcato per non modificare l’ordine

sociale vigente: è quindi una diretta conseguenza dell’indottrinamento da parte

del gruppo sociale dominante, la borghesia, su quello dominato, il proletariato.

Nella critica radicale della società borghese capitalistica, le categorie

economiche si saldano a quelle politico sociali, a quelle filosofico morali

creando le classi sociali come definite da Marx.

E’ quindi ovvio pensare che, col tempo, questa situazione non possa

durare, e quando la parte della società che viene piegata e “calpestata” riesce

finalmente a prendere coscienza della propria condizione di sfruttamento,

iniziano le lotte di classe.

Nell’evoluzione della società secondo Marx sarà la borghesia a uscirne

perdente, perché il proletariato avrà la meglio a suo discapito. Questo a causa

del rafforzamento della classe operaia, che sarà sempre più cosciente di sé e

del proprio ruolo e della propria importanza, supportata dalla concorrenza che

i capitalisti si fanno tra loro e che li indebolisce, A quel punto nascerà la nuova

società, quella comunista, in cui “il libero sviluppo di ciascuno è il libero

sviluppo di tutti” 26

26Ivi pag 19

2. Max Weber

Note biografiche

1864 Karl Emil Maximilian Weber nasce il 21 aprile a Erfurt da Max Weber,

uomo politico e giurista, parlamentare del Reichstg di Berlino e da He

Dettagli
A.A. 2020-2021
43 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/11 Sociologia dei fenomeni politici

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Pierfrancescoma di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei fenomeni politici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi della Tuscia o del prof Sbordoni Chiara.