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Nell’opera “IDEOLOGIA TEDESCA” Marx si allontana dalla filosofia di Feuerbach
che più di tutti aveva condizionato il suo pensiero, in quanto Feuerbach nel suo
pensiero non tiene conto che l’uomo è un animale sociale storico, infatti egli
attribuisce all’uomo una natura astratta e immutabile, cosa non vera in quanto l’uomo
durante il processo storico cambia. Per Marx la religione è una conseguenza
dell’economia, infatti l’uomo si affida alla religione perché è sfruttato e trova in questa
una via di fuga. Dio non esiste ed è stato creato dall’uomo, ma per Marx i popoli
creano Dio per l’esigenza storica di far fronte allo sfruttamento. La religione quindi
insegna ad accettare una vita di sofferenze per una ricompensa nell’aldilà, questo
quindi non permette agli uomini di ribellarsi, infatti per Marx la religione non è solo
una consolazione ma anche l’oppio dei popoli.
1844 MANOSCRITTI ECONOMICO-FILOSOFICI Marx studiando i grandi economisti
del ‘700 si rende conto che loro hanno eternizzato il capitalismo, hanno sostenuto che
il sistema capitalistico sia una costante storica, invece per Marx questo è un effetto
della storia e deve essere studiato nei suoi meccanismi storici. Inoltre loro non hanno
colto la contraddizione tra capitale e lavoro che lui esprime con il concetto di
alienazione ripreso da Feuerbach, ma in questo caso spiega la condizione del
lavoratore salariato nell’economia capitalistica. (l’operaio si estranea da sé tendendo a
perdere la sua umanità)
Il LAVORO è la capacità dell’uomo di trasformare il mondo per renderlo
conviviale a se stesso così da sopravvivere, quindi il lavoro è capace di rendere
l’uomo uomo, invece Marx sostiene che il sistema di fabbrica capitalistico rende
l’operaio animale attraverso una triplice alienazione (scissione da sé):
-il PRODOTTO DEL LAVORO, per la prima volta nella storia, NON APPARTIENE
ALL’OPERAIO ma al capitalista, (lavoratore alienato rispetto al prodotto del suo
lavoro)
-l’ATTIVITA’ LAVORATIVA è meccanizzata, ripetitiva e non originale , quindi causa
un impoverimento della personalità che fa sentire l’uomo animale in quanto il lavoro
che compie non è libero e creativo, (lavoratore alienato rispetto alla sua attività e
essenza, l’uomo è creativo)
-ISOLAMENTO DELL’UOMO, il lavoro è interazione tra gli individui per la
realizzazione collettiva di un progetto comune; nell’economia capitalistica questo non
è possibile perché gli operai non progettano una loro attività ma quella di altri, i
capitalisti, quindi l’uomo diventa asociale perché non interagisce con i suoi simili e tra
gli individui stessi c’è un sistema gerarchico. (lavoratore alienato rispetto al prossimo)
Questa triplice alienazione rende il lavoro degli operai dipendente da altri, c’è un
rapporto di servitù espresso attraverso la proprietà privata, cioè l’appropriazione del
lavoro degli operai da parte dei capitalisti. Secondo Marx la proprietà privata è la
fonte di ogni alienazione per questo rappresenta il fattore di malessere
comune e diffuso capace di abolire lo stesso sistema capitalista per la
nascita del sistema comunista. Marx si ispira alla dialettica servo-padrone di
Hegel, infatti egli sostiene che gli operai sono sottomessi al padrone ma tramite il
lavoro si stanno rendendo conto che è necessario capovolgere la situazione e si
libereranno, mentre il padrone apparentemente domina ma in realtà dipendono dai
lavoratori. Per Marx quindi gli uomini dovranno lottare per affermare la loro libertà.
MATERIALISMO STORICO, espressione di Engels, Marx sostiene che il processo
storico è caratterizzato dai rapporti economico-sociali, in particolare alla base del
processo storico c’è il MODO DI PRODUZIONE. Il modo di
produzione è costituito dalla relazione tra due fattori:
-le FORZE DI PRODUZIONE, gli elementi che contribuiscono ad alimentare ed
accrescere il processo produttivo nella sua eterogeneità, (forza-lavoro, mezzi di
produzione, conoscenza tecniche)
-i RAPPORTI DI PROUZIONE, l’insieme delle relazioni che si stabiliscono tra gli
individui nel processo produttivo e che regolano il possesso e l’impiego delle forze di
produzione.
Il modo di produzione caratterizza la società in un preciso periodo storico, in
particolare la storia occidentale è caratterizzata da tre diversi modi di produzione:
schiavistico, latifondo coltivato dagli schiavi, feudale, agricoltura di sussistenza e
contrasto tra nobiltà e servi della gleba, e capitalistico, caratterizzato dall’industria e
dal lavoro salariato.
Il modo di produzione costituisce la STRUTTURA, cioè la base economica di
una società in una precisa fase storica. La perpetuazione di una determinata
struttura è possibile fino a quando i fattori che caratterizzano il modo di produzione
sono conciliati tra loro, altrimenti c’è un processo rivoluzionario perché avviene la
rottura dell’equilibrio tra le forze e i rapporti di produzione del modo di produzione. A
esempio la Rivoluzione francese scoppia perché le forze produttive aumentano a tal
punto da non essere più contenute dai vecchi rapporti feudali e attraverso questo
processo rivoluzionario i rapporti sono affidati alla borghesia.
La struttura sorregge la SOVRASTRUTTURA che legittima e perpetua l’ordine
socio-politico esistente e occulta la struttura, il motore del processo storico.
La sovrastruttura è guidata dalla classe dominante che usa l’ideologia, un
pensiero astratto, per legittimare il proprio potere, in questo modo Marx critica Hegel
secondo cui le idee sono il motore del processo storico. Marx invece attraverso la
sua filosofia non vuole solo comprendere la realtà, ma trasformare anche il
mondo attraverso un processo rivoluzionario guidato dal proletariato che è una
classe in ascesa che sconfiggerà la borghesia che è una classe passiva, quindi per
Marx la rivoluzione socialista è un evento inevitabile in quanto la borghesia divenendo
classe passiva ha già decretato la sua fine. Secondo Marx questa rivoluzione può
avvenire solo attraverso la trasformazione dei concreti rapporti sociali ed economici
che caratterizzano quel preciso periodo storico.
Nel “Manifesto del partito comunista”, scritto nel 1848 con Engels, si afferma che
la storia in qualsiasi periodo è LOTTA DI CLASSE tra la classe dominante e la
classe sottomessa, quindi la trasformazione rivoluzionaria dell’economia e della
società è necessaria. In particolare la borghesia tende a perpetuare le forze produttive
che l’hanno portata al potere, ma così facendo ad un certo punto ci sarà uno sviluppo
tale di queste forze che i rapporti di produzione non potranno più gestire e quindi
questo sistema produttivo dovrà essere superato. In questo modo Marx sostiene che il
capitalismo contiene in sé le condizioni strutturali del proprio superamento attraverso
una rivoluzione comunista guidata dal proletariato, classe sociale creata proprio dal
capitalismo.
1867 IL CAPITALE, compie un’analisi oggettiva delle dinamiche economiche e dei
rapporti di produzione che caratterizzano il capitalismo per organizzare un’azione
politica capace di trasformare la realtà. La nozione
fondamentale del capitalismo è la MERCE, oggetto che deve soddisfare un bisogno e
in quanto tale possiede un VALORE D’USO che è soggettivo perché dipende
dall’utilità che la merce ha per l’individuo. In quanto merce è un oggetto di SCAMBIO e
possiede un VALORE DI SCAMBIO che dipende dalla quantità di tempo-lavoro
socialmente necessario per produrre quel bene e agevola lo scambio delle merci in un
MERCATO. Il DENARO è l’unità di misura del valore di scambio universalmente
riconosciuta e così facendo permette di tradurre l’eterogeneità delle merci, invece il
CAPITALE è la quantità di denaro che viene reinvestito per incrementare il denaro di
partenza. La merce è un
prodotto umano, ma nel sistema capitalistico ci si dimentica di ciò attraverso un
processo di alienazione, infatti si parla di FETICISMO DELLE MERCI perché si
venera la merce credendo che questa possieda un proprio valoro e
dimenticandosi che in realtà deriva dal lavoro umano.
L’ECONOMIA PRECAPITALISTA era caratterizzata dal rapporto M-D-M (merce-
denaro-merce) in cui il denaro era il mezzo per agevolare lo scambio di merci, invece
nell’ECONOMIA CAPITALISTA c’è l’inversione dei rapporti di predicazione perché il
capitale diviene il fine, cioè l’economia è incentrata sull’incremento del capitale di
partenza D-M-D’.
Come è possibile incrementare il denaro finale?
-nell’economia classica avveniva nell’atto della vendita aumentandone il prezzo,
-per Marx avviene nella fase di produzione, perché afferma che ciò che conferisce il
valore di scambio ad una merce è il lavoro umano (capacità dell’uomo di trasformare
il mondo circostante) sia fisico sia mentale. Nella società
capitalistica l’imprenditore tratta il lavoro come una merce, cosa non possibile
perché incrementa il valore originario della merce, fornendo ai lavoratori un salario,
quantità di tempo per rigenerare la forza-lavoro utile per produrre la merce. Il lavoro
crea un PLUSVALORE nella merce ottenuto dallo sfruttamento di ore lavorative non
retribuite (PLUS-LAVORO) e quindi dallo sfruttamento dei lavoratori, per questo la
borghesia è considerata come l’usurpatrice di un valore di scambio che non gli
appartiene.
Marx definisce capitale variabile quel capitale investito in forza-lavoro basato sulla
domanda e l’offerta del prodotto, invece il capitale costante è il capitale da investire
per le materie prime e l’innovazione tecnologica della produzione.
SAGGIO DEL PLUSVALORE= plusvalore/capitale variabile
SAGGIO DI PROFITTO= plusvalore/capitale variabile+capitale costante
il capitalista aumenta il plusvalore sfruttando il lavoratore e aumentando la
produzione, ma questo non è tutto profitto
La società capitalistica è caratterizzata dal sistema concorrenziale che costituisce
l’auto superamento del capitalismo nella società comunista fatta dal
proletariato perché si genera una crisi di sovrapproduzione(maggiore offerta rispetto
alla domanda) dovuta all’anarchia della produzione per cui i capitalisti si precipitano
nei settori in cui il profitto è più alto. I f